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Autore: ladyElric23    11/06/2009    6 recensioni
"Misa,è infantile e capricciosa come una bambina, lo fa solo per irritarti… a quanto pare si sente minacciata…” “da chi?” “da te” Salve a tutti. rieccomi qui con una nuova fic, ovviamente Light/L. mi piacerebbe che mi diceste cosa ne pensate... che dite, mi lasciate un commentino? ^^ (dedicata a chi segue le mie altre due fic "prova a prendermi" e "sogni di un giovane Kira... ovvero gli incubi di L!". grazie mille a tutti. ^^)
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Misa Amane, Teru Mikami
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La Gelosia che fa Tingere di Rosso…

CAP 1

Il salone era illuminato dalla fioca luce di quella mattina di fine estate quando il giovane Lawliet vi giunse, percorrendo l’ombroso corridoio, convocato da Watari.

“mi hai fatto chiamare?”

“si, ho una nuova missione da affidarti”

“di cosa si tratta?”

“credo tu conosca le condizioni del regno; il re, Soichiro Yagami, ha portato il paese sull’orlo della guerra civile, a causa delle sue leggi impossibili…”

“si, ne sono a conoscenza”

“ebbene, il re è malato, e non sappiamo quanto gli resti da vivere… ma alla sua morte il trono verrà ereditato da suo figlio, Light, che ha fama di essere un sanguinario…  noi non possiamo permettere che ciò accada! In nome  della giustizia che il nostro ordine rappresenta, dobbiamo riportare la pace nel regno… è per questo che ti è stato affidato il compito di uccidere il principe Light Yagami, nel modo che riterrai più giusto”

“ho capito”

“partirai subito, non appena sarai pronto, e una volta arrivato  a palazzo avrai nuovamente nostre notizie.”

“si” disse, accennando un lieve inchino, per poi voltarsi, uscendo dal salone, ripercorrendo il corridoio in direzione del suo alloggio.

 

Preparò il suo bagaglio, portando con se soltanto dei vestiti, all’interno dei quali nascose una scatolina contenente delle piccole fiale di veleno,e un bel po’ di soldi, che gli sarebbero serviti per avere delle informazioni e dei favori, al palazzo.

Dopodiché si preparò per partire.

Tenne indosso i pantaloni che portava, sopra ai quali calzò degli stivali neri in pelle, mentre sopra la leggera casacca bianca estiva indossava un farsetto di cuoio, anch’esso nero, in contrasto con la sua carnagione diafana. Si legò in vita una cintura, cui era appesa, all’interno del fodero, la sua spada, dall’elsa finemente intagliata, e nascose un pugnale dentro lo stivale destro.

Infine  si legò il mantello nero intorno al collo, calandosi il cappuccio sulla testa, ed uscì dalla sua camera con il suo bagaglio, scendendo nella scuderia, dove trovò due ragazzi, leggermente più giovani di lui, ad aspettarlo.

“come siete servizievoli, oggi” ironizzò, alludendo al suo cavallo già sellato, e alla borsa dei viveri già attaccata alla sella, mentre legava, dalla parte opposta  a questa, la sacca con i suoi effetti personali.

“sei sicuro di non volere il nostro aiuto?” chiese ad un tratto il ragazzo biondo

“avete sentito Watari, no? È un lavoro che devo svolgere io…”

“ma noi potremmo…” si intromise Near

“niente ma! Voi servite qui…” sentenziò, salendo in groppa al suo destriero, per poi terminare il discorso con un “è una missione ancora troppa pericolosa per voi… e non provate a seguirmi, perché me ne accorgerei!”, prima di spronare il suo cavallo con un colpo di gambe, partendo al galoppo in quella mattina soleggiata, lasciandosi alle spalle quel vecchio monastero, che era sede dell’ordine dei cavalieri, un’alleanza che poneva il suo obbiettivo nella caduta del re, in nome della giustizia.

 

 

Cavalcò  giorno e notte, senza sosta, e finalmente il pomeriggio del giorno seguente, sul calar della sera, giunse nella città-fortezza del re.

Oltrepassate le mura smontò da cavallo, si tolse il mantello, e proseguì a piedi, diretto al castello.

La città rispecchiava totalmente l’aria di oppressione che si respirava in tutto il regno; mendicanti ad ogni angolo e margine delle strade, venditori e mercanti con merce di scarso valore, che però nessuno poteva permettersi,  nessun bambino libero di giocare per strada, porte e finestre sprangate con assi di legno.

Solo drappelli di soldati che vagavano senza meta, in attesa  della fine del loro turno.

Decisamente, la città era cambiata parecchio da come se la ricordava, da quando era appena un bambino e, divenuto orfano, fu affidato al vescovo Watari, da quando Soichiro Yagami era stato incoronato re.

Non c’erano più le vie infestate da turisti e pellegrini, non c’erano più le locande con le loro insegne colorate, non c’erano più i sorrisi sui volti degli abitanti, che adesso si erano radunati nella chiesa, ad intonare preghiere…

Che ne era della vita di quel luogo?

Questo si chiedeva L, fino a quando, raggiunto il castello, non intravide un ragazzo che si esercitava con la spada, ad una trentina di metri da lui.

Lo osservò meglio.

Castano, portamento elegante, sguardo fiero… non ci volle molto prima che lo identificasse con il principe Yagami.

“mi scusi…” chiese, avvicinandosi, fermandosi  di scatto quando si trovò la sua lama alla gola.

“chi siete? Non vi ho mai visto da queste parti!”

“mi chiamo L Lawliet, ho una lettera di raccomandazione da mostrare al re, da parte di Monsignore Watari, vescovo di Canterbury”

“una lettera di raccomandazione?” chiese

“si”

“fate vedere”

“non credo che la cosa possa interes…”

“FATEMI-VEDERE-QUELLA-LETTERA!” gli ordinò, scandendo bene le parole, mentre premeva maggiormente la spada sulla sua giugulare , stupendosi un poco di quanto quel ragazzo non si fosse fatto prendere dal panico.

Si vide porgere una lettera, con sopra il sigillo del vescovo, che aprì e lesse.

Era vero allora, il vescovo in persona aveva richiesto al re di ospitare al suo palazzo il ragazzo,  per permettere a  questi, letterato alle sue dipendenze, di consultare e studiare  la ben fornita biblioteca del castello.

“siete un letterato dunque…” disse, abbassando la spada

“si, al servizio del monsignore di Canterbury”

“tuttavia non avete l’aspetto di un monaco”

“siete un acuto osservatore, vedo. Non sono un monaco, sono solo un uomo che viaggia di luogo in luogo cercando di accrescere la sua conoscenza…”

“dovete scusarmi per il mio comportamento, ma come saprete è un periodo molto delicato, non sappiamo fidarci di nessuno. Comunque io sono Light Yagami, il figlio del re, e farò in modo che voi siate ricevuto da mio padre stasera stessa”

“grazie, mio signore” rispose, facendo un profondo inchino, mentre sulle sue labbra si formava un sorriso di soddisfazione.

La prima fase del suo piano era conclusa.

 

 

 

 

Quella stessa sera, poco dopo, L fu fatto accomodare nella sua camera, una stanza semplice, con letto a baldacchino, un armadio per riporre le sue cose e una grande scrivania con una sedia, e fu chiamato per cenare al tavolo del re.

A quanto pare il principe aveva mantenuto la sua parola.

“è un piacere ospitarti nel mio castello, ragazzo. Soprattutto se il vescovo ha così tanta fiducia ed ammirazione nei tuoi confronti…”

“signore, voi mi lusingate” disse, sfoggiando un sorriso di circostanza “semmai sono io a dovervi essere grato per avermi per avermi dato la possibilità di sedere alla vostra tavola”

Il re gli rispose con un cenno della mano,e  a quel punto fu la sposa del principe a parlare.

Aveva sentito parlare di lei, Misa Amane, unica figlia di una delle famiglie più ricche e potenti del regno, donna di una bellezza capace di ammaliare qualsiasi uomo, perfino il giovane Yagami, che l’aveva sposata solo un mese prima.

“siete molto giovane per essere un letterato, signor Lawliet” disse con voce stridula, sfoggiando un’aria indagatrice e sprezzante

“avete ragione, mia signora, ma vedete, io nutro un amore profondo ed incondizionato nei confronti della conoscenza, qualsiasi ambito essa riguardi; senza contare il fatto che  ho cominciato a seguire gli studi quando ero solo un bambino…”

“anche adesso  non siete poi molto adulto, signor Lawliet. Quanti anni avete?” chiese il re

“ho 22 anni, mio signore. Anche se il mio aspetto fa trapelare una fanciullezza che ormai non mi appartiene più…”

“avete la stessa età di mio marito” disse la bionda, per poi proseguire con un tagliente “ma lui serve il proprio paese sul campo di battaglia, non rintanandosi nelle buie biblioteche dei castelli!”

“MISA!” la riprese Light, a causa della sua frase sfrontata

“mio signore, non dovete rimproverare vostra moglie, ha solo espresso il suo parere… comunque, mia signora, ognuno di noi è libero di scegliere la strada da percorrere nel breve tempo che ci è concesso. Io ho deciso la mia, e la seguirò fino all’ultimo”

 

 

Dopo poco il re si congedò , a causa di una riunione con i generali dell’esercito, e L andò nella sua stanza a riposare, stanco per il lungo viaggio e per la parte che doveva interpretare in quella recita da lui allestita; infatti non ci volle molto prima che si addormentasse, ancora vestito, steso sul suo letto.

 

 

 

 

 

Passarono i giorni in tranquillità, mentre lui studiava il suo piano e si recava ogni giorno nella biblioteca, cosa che in fin dei conti non gli dispiaceva, in quanto era veramente appassionato di libri e cronache.

Fu dopo una settimana dal suo arrivo, in una mattina particolarmente soleggiata, che, mentre leggeva un saggio di astronomia, seduto ai piedi di un albero nel cortile interno del castello, si vide passare davanti Light e un drappello di uomini, intenti a parlare tra loro.

Da quando era arrivato aveva parlato solo con due di loro; Tota Matsuda, vicecapitano della fanteria, e Teru Mikami, il consigliere del re, un uomo dal qual, pensò subito, era meglio stare alla larga.

“riuscirò mai a vedervi fare qualcosa che non sia leggere un libro, signor Lawliet?” gli chiese Light

“ne dubito, mio signore. Dopotutto sono venuto qui apposta” si giustificò, portandosi una mano sopra gli occhi, a pararsi il sole.

“ma converrete con me che sarebbe un peccato passare una giornata del genere a leggere un libro. Noi stiamo uscendo per una battuta di caccia, perché non vi unite a noi?”

L riflette qualche istante, dopodiché acconsentì; in fin dei conti poteva essere una buona occasione per studiare il principe.

L si alzò, ripulendosi i pantaloni dai fili d’erba, tenendo il libro che stava leggendo in mano.

“date pure il libro a Matt” disse, indicando il suo servo, un ragazzo dai capelli ramati, “provvederà a restituirvelo non appena torneremo”

Il ragazzino si avvicinò a lui, prendendo il manoscritto che il moro gli porgeva, rivolgendogli poi un sorriso quando si sentì rivolgere un “grazie”. Di solito nessuno lo ringraziava, con i servi non era necessario.

 

Il gruppo si incamminò verso le scuderie del castello, dove L dovette sellare il suo cavallo, mentre gli altri prendevano le loro armi.

Light gli si avvicinò, porgendogli arco e frecce.

“oh, no, grazie” rifiutò gentilmente L, ma l’altro gli fece notare “signor Lawliet, come fate ad andare a caccia senza armi?” in tono divertito.

Si arrese, dovette accettarle, quindi si legò la faretra sulla schiena, e si mise l’arco in spalla, in modo da poter cavalcare al meglio.

 

La compagnia lasciò il castello, ed una volta usciti dalla città il principe lanciò il suo cavallo al galoppo, percorrendo velocemente i sentieri poco battuti che li avrebbero portati nella foresta, distanziando gli altri.

Da questo il moro capì che il giovane Yagami era infantile, ed amava intraprendere delle sfide, desideroso di vincerle… peccato che, a giudicare dalla media velocità che gli altri mantenevano, nessuno fosse disposto ad assecondarlo.

Fino a quel momento.

Infatti spronò il suo destriero, al suo inseguimento; quello che il principe non sapeva era che anche lui era un tipo infantile, ed odiava perdere almeno quanto lui.

Dopo poco furono fianco a fianco, e Light, sorridente, gli urlò “fino al fiume. Chi arriva primo vince!”

La gara fu combattuta sino all’ultimo, ma poco prima di raggiungere il fiume, in prossimità della riva, il terreno si fece fangoso e scivoloso, e, a causa della loro velocità i cavalli scivolarono, facendo cadere a terra entrambi.

Rimasero a terra qualche attimo, doloranti, poi si rialzarono.

“state bene?” gli chiese L

“io si. Piuttosto, voi mi sembrate parecchio gracile…” lo provocò

“oh, è tutta apparenza, ve lo assicuro” rispose, strappandogli un sorriso, mentre si chinava in terra a raccogliere le frecce che, nella caduta, si erano sparpagliate li intorno.

Il principe si ritrovò ad apprezzare quel lato del carattere, fino ad ora sconosciuto, del letterato, che per primo non gliela aveva data vinta, ma soprattutto, che rispondeva a tono, con così tanta naturalezza, alle sue provocazioni.

Era la prima volta che incontrava una persona del genere, così diversa da tutte le altre, che non facevano altro che assecondarlo in silenzio, qualsiasi cosa lui facesse o chiedesse, solo perché era il principe.

Fu in quel momento, mentre era perso in questi suoi pensieri, che arrivò il resto del gruppo, e cominciò la caccia vera e propria.

 

 

 

Tornarono al castello a pomeriggio inoltrato, dove, una volta lasciati i cavalli, si divisero.

L e Light fecero un breve tragitto insieme, fino al patio, dove incontrarono Misa e la sua dama, Takada.

Questa si avvicinò a passo veloce al marito, cingendogli il braccio con fare possessivo, chiedendogli “come è andata la caccia, tesoro?”

“molto bene, ci siamo divertiti. L è riuscito ad abbattere un cervo!”

“la fortuna del principiante, immagino” si giustificò, in tono pacato

“non essere modesto. La fortuna non fa scagliare una freccia in quel modo!” rispose il castano, dandogli una pacca sulla spalla.

“scusatemi…” disse una voce che attirò la loro attenzione, facendoli voltare. “signor Lawliet, è appena arrivata una lettera per lei, da parte del vescovo Watari”

Una ragazza mora, dai capelli lunghi e lisci, era ferma a pochi passi da loro, a testa china.

“si, arrivo” le disse, per poi rivolgersi alla coppia “scusatemi, ma devo lasciarvi…”

“ci fai compagnia a cena?” chiese Light, mentre Misa lo guardava incredula.

“con piacere...” rispose, con un sorriso, per poi fare un inchino e seguire la ragazza lungo il corridoio.

Il principe lo guardò allontanarsi; fisico snello, capelli scompigliati, dello stesso color tenebre degli occhi, camicia bianca, pantaloni grigi, che gli ricadevano perfettamente sulle gambe,  ai piedi stivali neri, portamento elegante… per non parlare del carattere!

Decisamente, quel giovane letterato stava cominciando ad interessargli. Era riuscito a stuzzicare la sua curiosità come nessun altro era riuscito a fare prima.

“da quando vi date del tu?” gli chiese Misa in tono tagliente, notando che lo sguardo del marito non si staccava dal moro.

“da oggi…” rispose, sovrappensiero, allontanandosi verso la sua stanza, con l’intento di farsi un bel bagno caldo.

 

La bionda, furiosa, salì invece le scale del castello, entrando nella prima porta sulla destra, senza bussare. Lo studio di Teru Mikami.

“lo voglio fuori dal mio castello! ADESSO!!” urlò isterica

“non capisco di cosa parlate, mia signora” rispose pacato l’uomo

“LAWLIET!! Light sembra non avere occhi che per lui, adesso!”

“dobbiamo ammettere che ha delle capacità oratorie notevoli ed intriganti…”

“non me ne importa niente delle capacità che possiede! LO VOGLIO FUORI DAL MIO CASTELLO!!”

“temo sia impossibile, mia signora. Il giovane Lawliet gode della raccomandazione del vescovo, e della simpatia del re e del principe… senza contare che la sua condotta è esemplare…”

“non può essere così perfetto… indaga su di lui! Scopri che cosa nasconde!”

“si, mia signora”

Quindi la bionda uscì, sbattendo la porta, facendo ritorno nelle sue stanze.

 

 

FINE CAPITOLO 1

 

Ciao a tutti.

Rieccomi con una nuova fic, questa volta storico-avventurosa, una vera novità per me. Ma non crediate che questa storia sia solo questo… è una storia di amore, dolore, sofferenza, amicizia, crudeltà, giustizia… il tutto in 3-4 capitoli.

Ovviamente rimango fedele al mio pairing preferito, e quindi sarà una Light/L, come si può già presagire.

Che dire? Essendo appassionata di romanzi storici e di medioevo in generale per me è stato quasi normale concepire questa fic…

…ma voi cosa ne pensate?

Vi prego, fatemelo sapere. Mi rendereste la scrittrice di fic più felice del mondo! ^^

Grazie mille.

Un bacio, ladyElric92.

 

P.S. un ringraziamento speciale va a tutte quelle persone che seguono le mie fic in corso, “Prova a Prendermi” e “Sogni di un giovane Kira… ovvero gli incubi di L”. grazie mille! Questo capitolo lo dedico a voi.

   
 
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