Salve
amici!
Dopo
un lungo periodo di assenza eccomi tornata con una nuova storia sui
nostri
amatissimi Merthur *-*
La
ff si ispira al brano “Temporary Bliss” dei The
Cab, da cui prende anche il
titolo.
Spero
che vi piacciaJ
Buona
lettura!
In
quel momento niente avrebbe potuto distruggere la sua
felicità. Era nel suo letto, tra le sue braccia, con la
testa appoggiata sul
suo petto mentre le sue mani gli massaggiavano dolcemente i capelli.
Merlin
sospirò di felicità, il modo in cui Arthur lo
coccolava
dopo aver fatto l’amore lo faceva sentire bene, amato e
felice come non mai. Se
ne stava con gli occhi chiusi a lasciarsi coccolare dal suo amato Re,
che nel
frattempo aveva lo sguardo rivolto verso il soffitto e pensava ad
altro.
-Non
farlo.- esalò Merlin quando sentì Arthur
sospirare.
-Non rovinare questo momento ti prego.-
-Merlin
sai che devo..-
Il
moro alzò la testa per incrociare il suo sguardo e dopo
pochi secondi abbassò gli occhi, sospirando e annuendo
sconfitto.
Sciolse
quel caloroso abbraccio solo per dare al Re la
possibilità di alzarsi e di rivestirsi. Lo vide indossare la
camicia e i
pantaloni frettolosamente e tutto perché Ginevra lo stava
aspettando a cena.
-Ci
vediamo domattina ok?- domandò Arthur lasciandogli una
dolce carezza sul viso e chinandosi a baciare teneramente le sue
labbra. Merlin
ricambiò il bacio e annuì senza rispondere.
-A
domani.- sussurrò una volta rimasto solo.
In
quel momento niente avrebbe potuto distruggere la sua
felicità, tranne Arthur stesso.
Quella
strana relazione tra loro era nata all’improvviso
quando una sera, mentre erano appollaiati sotto un albero nel corso di
una
spedizione, avevano cominciato a parlare di argomenti più
seri, la scena
attorno a loro si fece surreale e non potendo resistere un minuto di
più Arthur
aveva artigliato il collo del suo servitore, stampandogli un bacio
sulle
labbra.
Merlin,
dal canto suo, non oppose resistenza e schiuse le
labbra permettendo alla lingua del suo Re di scivolare nella sua bocca
e
ricercare la sua.
Quella
notte si amarono per la prima volta, sdraiati
sull’erba fresca e illuminati dalla luce della luna.
Il
ricordo di quella notte invase la mente del giovane
servitore che, con il cuore affranto ancora una volta, aveva permesso
al suo Re
di entrare nel suo letto, consumare il suo amore e lasciarlo
lì, in mezzo a
quelle lenzuola disfatte.
All’inizio
si sentiva felice, finalmente il suo biondo
sovrano si era accorto di lui e ricambiava i suoi sentimenti ma con il
passare
del tempo Merlin iniziò a credere che Arthur lo usasse solo
per puro piacere
fisico e aveva cominciato a soffrirne.
Ogni
volta che facevano l’amore Arthur lo trattava con
dolcezza e delicatezza, atteggiamento che contrastava molto con la
freddezza
che seguiva l’amplesso. Arthur si alzava, recuperava i suoi
vestiti e dopo
avergli scoccato un bacio andava via.
Quella
situazione durava da ormai parecchi mesi e Merlin non
se la sentiva più di continuare.
Con
la consapevolezza di dover scrivere la parole fine a
quella storia e con gli occhi colmi di lacrime, il moro si stese nel
suo letto
e si abbandonò ad un sonno senza sogni.
Il
mattino seguente il giovane mago si svegliò e quando
girò
la testa dall’altra parte serrò forte gli occhi
per attutire ancora una volta
la sua profonda delusione nello svegliarsi da solo e senza il suo
Arthur
accanto a lui.
Aveva
preso una decisione, avrebbe parlato con Arthur quel
giorno stesso e, seppur a malincuore, avrebbe messo fine a quella
strana
relazione che non faceva altro che renderlo felice e spezzargli il
cuore allo
stesso tempo.
-Buon
giorno.- biascicò uscendo dalla sua stanza.
-Buon
giorno Merlin, hai voglia di fare colazione?- domandò
Gaius.
-No
Gaius, grazie lo stesso.- rispose, infilandosi la sua
giacca marrone per uscire.
-Merlin?-
lo richiamò l’anziano medico un attimo prima che
sparisse dietro la porta. -Tutto ok?-
-Si
Gaius.- annuì poco convinto. -E’ tutto ok.- ed
uscì
dalle stanze del suo tutore.
Si
diresse nelle cucine per recuperare il vassoio contenente
la colazione di Arthur. Quando arrivò nelle stanze reali
Arthur era già sveglio
e soprattutto era solo.
-Buon
giorno.- palesò la sua presenza.
-Buon
giorno a te.- Arthur gli rivolse il sorriso più bello
del suo repertorio e Merlin non poté che rimanerne
ammaliato. Lentamente il
biondo gli si avvicinò e, allacciandogli le braccia al
collo, lo trasportò in
un bacio.
-Dov’è
Ginevra?- chiese il moro, interrompendo il bacio.
-Aveva
voglia di fare due passi con la sua serva, è uscita
presto.- rispose Arthur, ricercando le sue labbra ancora una volta.
Il
tocco delle sue labbra fece sciogliere il cuore del
servitore, che mandò a farsi benedire ogni proposito di
chiudere quella storia
con il Re, e si lasciò andare alle attenzioni di
quest’ultimo.
Continuando
a baciarlo, Arthur lo trasportò fino al letto
regale per farlo stendere e stendersi su di lui a sua volta.
-Ar..Arthur..-
il moro tentò di richiamarlo, ma l’attenzione
del biondo era tutta per il suo collo. -Ehi, ehi.-
Merlin gli prese il viso tra le mani,
bloccando quella cascata di baci disperati. Gli occhi di Arthur si
immersero
nei suoi per qualche secondo.
-Cos’hai?-
gli chiese, carezzando i suoi zigomi con i
pollici.
-Mi
mancavi. Vorrei potermi svegliare con te la mattina
invece che con Ginevra.-
Quelle
parole colpirono il servitore che scelse ancora una
volta di tenere per se i suoi pensieri e non lasciare Arthur.
Attirò
il suo viso verso di se e fu il suo turno di baciarlo
disperatamente. Ribaltò le posizioni e si trovò a
cavalcioni su Arthur,
baciandolo appassionatamente e cominciando a privarlo dei suoi abiti.
-Merlin..
Merlin aspetta.-
Il
moro riacquistò la lucidità e si fermo, ansimando
e
guardando gli occhi del suo Re.
-Non
possiamo.- scosse la testa. -Ginevra sarà tornata e mi
starà aspettando.-
Il
moro sciolse la presa su di lui e scese dal suo bacino.
-Ti vedrò questa sera?- domandò, con la voce un
po’ tremolante.
-Lo
spero.- esalò Arthur, sistemandosi la camicia e i
capelli, baciò dolcemente il suo servitore sulla testa ed
uscì dalle stanze.
Merlin
rimase lì, seduto su quel letto che era stato molte
volte testimone dei loro incontri. Guardò le lenzuola sfatte
e il solo pensiero
che Arthur, il suo Arthur, ci si
fosse rotolato assieme a Ginevra gli faceva venire la nausea.
Ginevra
era sua amica, le voleva bene e gli dispiaceva farle
del male perché sapeva quanto la Regina amasse il biondo
sovrano. Ci pensò a
lungo, anche mentre risistemava le stanze di Arthur.
Amava
Arthur in un modo viscerale, di quell’amore che ti
entra fin dentro le ossa, che brucia come fuoco nelle vene ma lui era
sempre
stato un tipo altruista, uno che odiava provocare dolore agli altri e
così
ritornò sui suoi passi.
“Deve
finire” pensò.
La
giornata trascorse lenta e più il tempo passava,
più la
sicurezza di Merlin andava scemando. Ma doveva farlo. In quel momento
si trovò
ad un bivio: la cosa giusta da fare e la cosa che si sentiva di fare.
La
cosa giusta da fare, cioè lasciare Arthur e fargli vivere
serenamente il suo matrimonio con Ginevra, era dettata dalla sua testa
e dal
suo animo buono. Mentre ciò che si sentiva di fare, ovvero
prendere Arthur
farlo suo e non lasciarlo mai andare, era il suo cuore ad urlargliela.
La
cena sarebbe finita a momenti così decise di avviarsi
prima nelle stanze reali per farsi trovare lì da Arthur e
potergli parlare
liberamente, sapendo che Ginevra sarebbe rimasta a chiacchierare con
una
principessa ospite di quella serata.
Rimase
a guardare fuori dalla finestra, dando le spalle alla
porta.
-Ehi.-
lo richiamò Arthur dopo aver fatto il suo ingresso
nelle stanze. Merlin si girò verso di lui, avvicinandoglisi
a passo lento e
titubante. Arthur con una sola falcata gli fu davanti, gli prese il
viso tra le
mani e dopo aver venerato quel bellissimo viso lo baciò. Fu
un bacio dolce e
lento, fatto solo di uno sfioramento di labbra.
Arthur
rimase perplesso quando si accorse che il suo servo
non aveva ricambiato il bacio. -Stai bene?- gli chiese, accarezzandogli
i
capelli sulla nuca. Merlin deglutì e prendendo un respiro
profondo iniziò a
parlare.
-Devo
parlarti Arthur.- mormorò riportando gli occhi, fino a
quel momento bassi, su quelli del biondo.
-Ti
ascolto.-
Merlin
si allontanò da lui, quel tanto che bastava per far
scivolare la mano di Arthur via dai suoi capelli. Il biondo
cominciò a
preoccuparsi seriamente.
-Io..
non voglio più continuare.-
Arthur
aggrottò la fronte, incapace di capire.
-Non
me la sento più.- riprese il moro.
-A
che ti riferisci?- chiese il Re, sempre più confuso.
-A
noi.-
I
lineamenti del volto di Arthur si tesero dolorosamente.
-Stai cercando di lasciarmi?-
Merlin
serrò gli occhi e si umettò nervosamente le
labbra.
-Si Arthur.. è esattamente quello che sto facendo.-
-Ho
fatto qualcosa che non va?-
Le
sopracciglia di Merlin scattarono verso l’alto. -Vuoi
davvero che io ti risponda a questa domanda?- Arthur annuì.
-Si Arthur, hai
fatto qualcosa che non va.-
-Non
capisco.. credevo di renderti felice..-
-Felice?
Io? Dico, ma sei cieco per caso? Si, quando stiamo
insieme sono felice. Mi sento così felice che sembra che il
cuore voglia
schizzarmi via dal petto!-
-E
allora cosa c’è che non va?- Arthur continuava a
non
capire.
-Quello
che accade dopo non va, Arthur- abbassò la voce. -Ti
alzi, ti rivesti e te ne vai. Dici che vuoi svegliarti accanto a me la
mattina
ma non fai nulla per far si che accada.-
-Non
posso, lo sai..-
-Si
lo so!- esclamò il moro, con gli occhi che cominciavano
a pizzicare. -Non fai altro che ricordamelo! Non ne posso
più Arthur. Venire
qui ogni mattina e trovarti incollato a Ginevra quando solo poche ore
prima eri
nudo nel mio letto, stare lì come uno stoccafisso dietro di
te ai banchetti e
guardarti mentre le sorridi, la baci, le tieni la mano davanti a
tutti..- non
si era accorto che aveva cominciato a piangere e il respiro iniziava a
diventare pesante.
-Merlin
calmati, potresti avere un attacco di panico.- cercò
di calmarlo il principe, seriamente preoccupato per lui.
-Io
non posso avere quello che ha lei. E lo desidero,
Arthur. Desidero starti vicino in qualunque momento proprio come fa
lei. Mi
disgusta venire in queste stanze e cambiare le lenzuola in cui ti sei
unito a
lei!-
-Cosa
vuoi che faccia, eh?-
-Voglio
uscire allo scoperto, Arthur.- buttò fuori. Gli
occhi del biondo si spalancarono nell’udire queste parole.
-Merlin..-
-Lasciami
indovinare.. non puoi.-
Arthur
non ebbe la forza di rispondere, calò lo sguardo
portandosi una mano sugli occhi.
-Non
voglio più vivere così Arthur.- scosse la testa
il
moro. -Non possiamo passare dal mio al tuo letto in continuazione,
perché oltre
ai segni sulla pelle mi lasci anche segni sul cuore. E sebbene i segni
sulla
pelle ne siano valsi la pena, quelli sul cuore non posso più
sopportarli.-
Arthur
alzò la testa e trovò il coraggio di guardare il
suo
servitore dritto negli occhi.
-Merlin
per favore non..-
-Non
chiedermi nulla Arthur, ti ho già dato tutto quello che
potevo. Ti ho solo chiesto una cosa.. una.. e me l’hai
negata.. non voglio
portarmi addosso questi segni solo per una gioia temporanea.-
Arthur
si avvicinò a lui e intrecciò le dita dietro la
sua
nuca. -Per favore Merlin.- la voce era spezzata e poggiò la
fronte su quella
del moro. -Cosa posso fare per farti stare bene? Ti prego, dimmelo.-
-Lasciami
andare.-
Con
le sue mani prese quelle di Arthur per costringerlo a
sciogliere la presa dal suo collo.
-E’
davvero finita allora?- chiese il biondo, fermando la
camminata di Merlin verso l’uscita delle stanze.
-Si
Arthur, è finita.- disse, scomparendo poi dietro la
porta di legno.
I
giorni successivi al quel confronto furono pesanti e
insopportabilmente vuoti. Il solito tono sarcastico di Arthur e la
tipica
allegria contagiosa di Merlin erano spariti. Dissolti come cenere al
vento.
Ginevra,
sospettosa e preoccupata per suo marito, decise di
indagare e così si presentò da Gaius nella
speranza che l’anziano medico
potesse darle una spiegazione.
-Non
riesco a capire, sono così strani.-
-Mia
Signora, sapete come sono fatti. Avranno avuto qualche
piccolo screzio.- Gaius era l’unico a conoscenza del segreto
dei due giovani
amanti ed era suo dovere proteggerli.
-No
Gaius, hanno litigato tante volte e non si sono mai
comportati così.-
Il
medico si voltò verso la sua scrivania per non lasciarsi
leggere dalla Regina e non far trapelare nulla dal suo sguardo.
-Gaius
tu ne sai qualcosa?- tentò la mora.
-No,
Mia Signora.- rispose il cerusico, continuando a darle
le spalle.
-Non
sembri molto convincente.- indagò la ragazza, alzandosi
dallo sgabello su cui era seduta e ricercando lo sguardo
dell’uomo.
-E’
una vostra impressione Mia Signora.-
-Dimmi
la verità Gaius, ti prego. Sono preoccupata per
Arthur e voglio bene a Merlin. Voglio capire cosa gli sta succedendo.-
Il
medico sospirò serrando gli occhi e mentalmente chiese
perdono ai due ragazzi per averli traditi. Così, si sedette
di fronte alla
Regina e le spiegò la situazione per filo e per segno.
Ginevra
ascoltò attenta, non perdendosi neanche una parola
pronunciata dall’uomo, e con le lacrime che le scendevano
sulle guance. -Mi
dispiace tanto, Ginevra.- concluse Gaius.
-Come
ho fatto a non notare nulla?- chiese, sconvolta.
-All’inizio
non mi ero accorto di nulla nemmeno io, Vostra
Altezza. Sono stati molto attenti.-
-Come
l’hai scoperto?-
-Erano
nella stanza di Merlin, evidentemente credevano di
essere soli e sono entrato proprio mentre Arthur lo stava baciando.-
Ginevra
serrò gli occhi, cercando di non far prendere vita
nella sua mente all’immagine di suo marito e del suo
servitore intenti in un
bacio.
-E
non hai fatto nulla?-
-Vostra
Altezza, loro si amano davvero. Non credete che non
mi sia arrabbiato oltre ogni immaginazione. Ci siamo seduti proprio
qui, dove
siamo noi ora, e ho chiesto loro di spiegarmi tutto. Ho visto
l’amore e la
felicità nei loro occhi, Ginevra.. erano sinceri.-
-Quindi
l’amore di Arthur per me è falso?-
-No
Mia Signora. Arthur tiene molto a voi, ma Merlin ha il
potere di fargli dimenticare persino il suo nome.-
-E
Merlin? Lo ama davvero? Lo ama come lo amo io?-
-Merlin
ama Arthur di un amore che neanche lui stesso è in grado
di capire. Lo ha consumato in questi ultimi mesi. La
felicità che l’aveva
posseduto i primi tempi è andata via via scemando. Non ha
retto più di vivere
nell’ombra e fingere che gli facesse piacere vedere voi e
vostro marito in
teneri atteggiamenti. Merlin ha preso la decisione di chiudere la
storia con
Arthur. Una decisione molto
sofferta Mia
Signora, credetemi. E l’ha fatto per voi.-
-Cosa
dovrei fare ora?- chiese Ginevra, asciugandosi le
lacrime.
-Diamo
loro il tempo di riprendersi, poi agiremo.-
Ginevra
si dimostrò una donna ragionevole e saggia ancora
una volta, ringraziò il medico per le spiegazioni fornitegli
e andò via.
I
giorni passarono e per Merlin e Arthur la situazione non
mutò. Merlin si limitava ad adempiere ai suoi doveri di
servitore e Arthur lo
chiamava il meno possibile per evitare di stare troppo a contatto.
Al
momento delle vestitura Arthur teneva gli occhi fissi in
un punto imprecisato dalla camera mente Merlin cercava di non toccare
troppo
con le dita la pelle del suo Re. Un compito estremamente difficile, il
suo
amore per il biondo scalpitava nel suo petto, voglioso di uscire allo
scoperto.
Fece appello a tutta la sua forza per resistere, finire di vestirlo e
uscire
dalle stanze reali senza dire una parola.
Verso
sera, dopo cena, Arthur si ritirò nelle sue stanze
seguito da sua moglie. Quando si chiuse la porta alle spalle
trovò Ginevra in
piedi accanto al letto che lo fissava.
-Tutto
bene?- le chiese, lasciandole una dolce carezza sul
viso.
Ginevra
puntò i suoi grandi occhi scuri in quelli color
cielo di suo marito e, decisa, aprì bocca per parlare. -So
tutto Arthur.-
Il
giovane Re aggrottò la fronte, non capendo dove sua
moglie volesse andare a parare. -Tutto cosa?-
-Di
te e Merlin.-
Quelle
quattro parole fecero trasalire Arthur, che divenne
bianco come un lenzuolo e si irrigidì peggio di una statua
di sale.
-Tu
non sai niente.- mormorò ad occhi bassi.
-Si
Arthur, so tutto.- rispose la Regina, accarezzandogli
dolcemente la nuca.
-E
non sei arrabbiata? Non ci odi?-
-Ammetto
che all’inizio volevo solo che vi dissolveste
nell’aria
ma poi ho capito.-
-Cosa?-
-Non
metto in dubbio i tuoi sentimenti per me, ma ho capito
che mi hai sposata per dare una Regina a Camelot e assicurarti degli
eredi un
giorno.-
-Ginevra..-
-Lasciami
finire.- lo bloccò. -Tu e Merlin vi amate da molto
prima che noi due ci avvicinassimo, solo che l’avete capito
tardi. Ho visto ciò
che vi succede a stare separati, state soffrendo e io non voglio
vedervi
soffrire. Ti amo Arthur, davvero, ma preferisco vederti felice con una
persona
speciale piuttosto che tenerti legato a me e infelice.-
-Cosa
mi stai dicendo?- esalò il biondo, in una domanda.
-Tu
lo ami?-
-Ginevra..-
-Ami
Merlin si o no?- ripeté la domanda. -E’ semplice
Arthur.-
-Si,
lo amo.-
Ginevra
gli sorrise comprensiva e gli diede un dolce bacio
sulle labbra. -Era per avere un ultimo ricordo di te. Ora va’
e prenditi ciò
che vuoi veramente.-
-Non
so cosa dire..- il biondo era spiazzato dal comportamento
di sua moglie.
-Non
devi dire nulla Arthur. Corri da lui.- lo incoraggiò
con un sorriso.
Arthur
l’attirò e la strinse fortemente a sé.
-Grazie Ginevra.-
le scoccò un bacio sulla fronte e scappò via,
verso le stanze di Merlin.
Arrivò
avanti alla porta di legno sudato e ansimante per
aver corso fin lì e bussò con forza. -Si?- Gaius
andò ad aprire in vestaglia da
notte.
-Mi
rendo conto che è tardi Gaius, ma devo vederlo.- il Re
aveva ancora il respiro irregolare. -Per favore Gaius.- lo
supplicò con gli
occhi.
L’anziano
medico si scostò per farlo passare. -E’ nella sua
stanza, io vado a prendere una boccata d’aria.- si
defilò, lasciando spazio ai
due ragazzi.
Preso
coraggio, bussò alla porta della stanza di Merlin. -Gaius,
non ho voglia di parlare.- la sua voce ovattata arrivò alle
orecchie del biondo
che, senza pensarci due volte, aprì la porta mostrandosi al
suo servitore.
-Arthur,
cosa ci fate qui?- sobbalzò Merlin, non
aspettandosi di trovare il biondo lì.
-Prima
cosa, niente formalità tra noi. Lo sai che le
detesto. Seconda cosa… Ginevra sa tutto di noi.-
-Oh
mio Dio, siamo nei guai.- Merlin si passò le mani tra i
capelli, disperato. -Ti ho messo nei guai Arthur, ora cosa farai?-
-No,
no, tranquillo.- gli si avvicinò e gli prese le mani
tra le sue. -Non l’ha presa bene ma è stata
comprensiva.-
-In
che senso?- Merlin non capì.
-Sono
tuo. Sono solo
ed esclusivamente tuo, Merlin.- gli sussurrò ad un
centimetro dal viso.
-Smettila!-
stranamente Merlin si divincolò dalla sua presa.
-Smettila di giocare con la mia testa e con il mio cuore!-
esclamò, piangendo.
-Che
stai dicendo?- un velo di delusione ricopriva gli occhi
del Re.
-Ginevra
non può aver rinunciato a te così facilmente! Mi
stai solo prendendo in giro per avermi, fare l’amore e andare
via, lasciandomi
a raccogliere i pezzi di me stesso!- Merlin era spaventato e aveva le
guance
rigate dalle lacrime. -Va’ via.-
-No,
non ti lascio.- gli si gettò addosso e lo baciò
con una
tale irruenza che il moro barcollò all’indietro
per il gesto inaspettato. -E’ tutto
vero, Merlin. Ginevra mi ha lasciato andare. Sono tuo.-
sussurrò, appoggiando la
fronte a quella del moro.
-Non
mi stai prendendo in giro, vero? Perché se così
fosse
io..-
-E’
tutto vero.- lo rassicurò, accarezzandogli il viso.
In
procinto di scoppiare in lacrime, il moro artigliò la
nuca del suo Re e lo baciò disperatamente. Si stesero sul
letto di Merlin e
passarono la notte a baciarsi, stringersi e amarsi più
urgentemente delle altre
volte.
In
quel momento capirono che l’amore che li univa era vero e
forte. Arthur non avrebbe permesso a niente e nessuno di portargli via
quel
fragile ragazzo che teneva ancorato a sé e avrebbe
finalmente potuto dargli la
felicità e l’amore di cui aveva bisogno.
Merlin
alzò la testa dal petto del Re, incrociando i suoi
occhi. -Dimmi che durerà. Dimmi che non è una
gioia temporanea.-
Arthur
lo baciò sulle labbra e gli rispose, guardandolo con
gli occhi dell’amore, -No, non è temporanea.-
Spazio
Autrice:
E’
venuta più lunga di quanto mi aspettassi, doveva essere una
piccola OS e invece
ahah :D
Il
brano a cui si ispira questa ff è questo:
https://www.youtube.com/watch?v=PnugraD0wOQ
E’
una canzone bellissima e spero che anche a voi piaccia J
Spero
che la storia di vostro gradimento, ci ho messo tutta me stessa per
scriverla
credetemi.
Baci,
Sunny9719