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Autore: Calowphie    02/07/2017    5 recensioni
* ATTENZIONE!: è il seguito del primo capitolo della mia storia "Seven shot"*
Dal testo: "[... ]pose la mano infreddolita sulla guancia di lei sentendo, immediatamente, la morbidezza della sua pelle non lasciandogli altra scelta che accarezzarla dolcemente; lo sguardo imbarazzato della ragazza non fece altro che aumentare l’idea iniziale del ragazzo, dato che voleva farle capire cosa provava, anche se andava contro la promessa che le aveva fatto..."
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a Sara
 






“ Su andiamo, ti accompagno a casa. E se te lo stai chiedendo, non ti compro alcun gelato” proseguì il ragazzo, voltandosi e iniziando ad incamminarsi verso la strada precedente. Prontamente la ragazza corse davanti a lui bloccandogli la strada: “che hai o..” Jungkook non riuscì a completare la frase che un tenero bacio sulla guancia lo paralizzò facendolo arrossire leggermente: “ grazie per la bella giornata” commentò lei abbassandosi riappoggiando i talloni al terreno: un caldo sorriso fece smuovere anche il cuore del ragazzo che si convinse ancora di più a volersi dichiarare a quella sua amica, che ormai si è trasformata nell’unica ragazza che volesse abbracciare.
 
 

Dopo quel giorno, la voglia di studiare del ragazzo aumentò a vista d’occhio dato che il premio che lo aspettava alla fine di quella lunga sessione di esami, era qualcosa di troppo importante da poter perdere: “ Jungkook, vieni al karaoke oggi pomeriggio?” gli domandò un suo compagno di classe sbattendo le mani sul banco del moro, risvegliandolo dalla sua trance intellettuale: “ mi dispiace, non posso” si limitò a dire alzando lo sguardo solo per un attimo dal quaderno degli appunti: “ eh dai, stacca un attimo da tutto questo studio” ammise l’altro, accasciandosi sulla sedia del banco di fronte mentre sbuffava sonoramente: “Dae-Hyun piantala, ho detto che non posso” insistette Jungkook osservando l’amico negli occhi, in modo da fargli capire che le sue intenzioni erano più che serie: “ perché?” affermò Dae-Hyun allargando le gambe portandole ai lati della sedia mentre incrociava le braccia poggiandole allo schienale, in modo da poterne appoggiarci il mento ed incurvare leggermente la schiena libera da qualunque appoggio: “cosa?” rispose con un’altra domanda il moro, continuando a  tenere lo sguardo basso sul quaderno: “ perché ti ostini così tanto a studiare? Prima non avresti mai rifiutato un pomeriggio al karaoke: c’è qualcosa sotto” spiegò l’atro, grattandosi con l’indice la parte tra le lebbra e il naso con fare intellettuale: “ ho i miei motivi” cercò di deviare la curiosità dell’amico, Jungkook: “ c’entra la tua migliore amica non è vero? Ti vuoi dichiarare a lei dopo gli esami?”;

 All’udire di quelle domande, il ragazzo sgranò gli occhi portando una mano alla bocca in modo da schiarirsi la gola prima di parlare nuovamente: “e anche se fosse così?” pose la domanda indagatoria il ragazzo osservando l’amico: “se fosse così, cercherei di darti una mano” commentò con la stessa serietà Dae-Hyun, ricambiando lo sguardo sorridendogli appena. Il compagno di classe allungò una mano verso il quaderno chiudendolo il più velocemente possibile e allontanandolo dalle grinfie del suo amico, prima che potesse iniziare nuovamente a leggerlo: “ ora però devi riposarti” affermò alzandosi in piedi vittorioso con il bottino: Jungkook non potè far altro che accettare l’insistente richiesta dell’amico, sbuffando leggermente e lanciandogli uno spontaneo sorriso che fece sbucare la sua dentatura caratteristica: “ muoviti o ti lascio qui” concluse l’amico uscendo dalla classe sventolando il suo quaderno nell’aria: come un fulmine il moro buttò alla rinfusa tutte le sue cose nello zaino, non stando ad osservare l’ordine che non appariva mai nella mente di Jungkook.

Si alzò di scatto dalla sedia quasi facendola cadere all’indietro per poi inforcare la cartella su una spalla e correre dietro l’amico che, al contrario di come lui pensava, lo attendeva fuori dalla porta sorridente: “ andiamo testone” affermò colpendogli la testa con il suo stesso quaderno che poco dopo gli venne restituito: “ grazie per avermi ridato il tuo bottino” affermò con sarcasmo e divertimento Jungkook: “ non c’è di che” ricambiò lo scambio di battute Dae-Hyun, facendo scattare una fragorosa risata tra i due.

Giunti ormai davanti all’uscita della scuola, dopo essersi cambiate le scarpe, osservano sconsolati la pioggia dirompente che aveva iniziato a scrosciare dal nulla: “ la fortuna ci perseguita” affermò Dae-Hyun osservando, con una leggera punta di tristezza, il moro che, prontamente, cercò nella confusione del suo zaino un ombrello che sapeva sicuramente di avere: “ trovato” urlò vittorioso mostrando all’amico il loro riparo mobile: “ e bravo il nostro Kookie” sottolineò l’altro scompigliandogli i capelli facendolo innervosire: “ piantala, sai che mi dà fastidio” borbottò Jungkook spostando malamente la mano dell’amico che, divertito, iniziò a prenderlo in giro dato che dovevano condividere l’ombrello: “ ti lascio sotto l’acqua se non la pianti di fare il cretino” si impuntò Jungkook allontanando la faccia dell’amico con la mano che si trovava pericolosamente vicina alla sua, a causa dei continui baci finti che gli mandava.

Tra una risata e l’altra i due ragazzi riuscirono ad arrivare al karaoke e passare l’intero pomeriggio a cantare a squarciagola,  mangiare schifezze e a bere Coca-Cola; quando erano ormai le sei, la calma iniziò a calare tra i due dando un attimo di tregua a quel povero schermo che interrottamente faceva comparire le parole delle canzoni selezionate: “ pensi che sia una pazzia?” esordì il moro ormai sdraiato sul divanetto con il braccio a coprirgli il volto: “ cosa?” domandò l’amico dopo un sorso di bevanda gassata: “ dichiararmi; se lei non accettasse? Se mi vede solo come un amico? Cosa dovrei fare?” domandò preoccupato Jungkook all’amico mostrandogli, per la prima volta, il suo lato debole: “ provare non costa nulla giusto? Se a lei non piaci vorrà dire che ti metterai con me” esordì Dae-Hyun, cercando di smorzare quella strana atmosfera tesa che si era creata nella stanza, buttandosi sull’amico iniziando una strana lotta caratterizzata da risate e non da dolore.

“È ora che vada a casa, sai bene anche tu come mia mamma non sopporti quando arrivo in ritardo” saltò in piedi Dae-Hyun cercando di sistemare la camicia della divisa stropicciata dalla  fantomatica rissa di poco prima: “ andiamo” affermò poco dopo, allungando il braccio verso Jungkook aiutandolo ad alzarsi dal pavimento dove era finito durante lo scontro: “ ti presto il mio ombrello, tanto io abito qua vicino” concluse poi il moro allungando l’ombrello rosso al compagno, sistemando la cartella come meglio veniva: Dae-Hyun, spaesato, prese l’ombrello farfugliando un grazie poco udibile da un Jungkook già accompagnato dalle sue fidate cuffiette bianche nelle orecchie: “ che c’è?” domandò il moro notando lo sguardo spaesato dell’amico: “ no, nulla andiamo” continuò l’amico incamminandosi fuori dalla stanza, seguito dal ragazzo che aveva già fatto partire la musica dal suo cellulare: “ ci vediamo domani a scuola Kookie” urlò Dae-Hyun fuori dall’edificio sotto l’ombrello, notando un semplice gesto della mano come saluto di rimando dell’amico, munito di un semplice cappuccio, dato dal suo giubbotto grigio, come riparo.

Il freddo di Gennaio iniziava a farsi sempre più sentire sul volto del ragazzo che cercava in qualche modo di scaldarsi con la grande sciarpa che aveva attorno al collo, nascondendo la punta del naso rossa: la pioggia non faceva che aumentare il tremolio delle sue braccia che, malgrado fossero coperte dal pensate giubbotto, percepivano perfettamente l’aria fredda che dominava quella giornata.

Ad un tratto Jungkook si accorse che le gocce d’acqua fredda che lo stavano colpendo fino a poco prima, sparirono facendogli alzare la testa, notando come un grosso ombrello lilla lo stava riparando: “hai dimenticato l’ombrello a casa?” domandò una voce a lui fin troppo familiare: “Ciao” sorrise lei all’amico che, sbalordito, le rivolse uno sguardo indagatorio e schioccato: “ che ci fai qua?” urlò lui con ancora la musica ad alto volume nelle orecchie: “ non c’è bisogno che urli, sono a due centimetri da te” affermò la ragazza togliendogli una cuffia dalle orecchie: “ vivo anche io in questo quartiere, ricordi?” continuò deviando lo sguardo dell’amico, osservando la strada che stavano percorrendo: “ pensavo fossi già a casa” disse timido Jungkook staccando le cuffie dal telefono riponendole in tasca: “ sono andata a fare compere per mia mamma” rispose lei alzando il sacchetto di plastica bianco che aveva in mano: “ te, perché sei in giro senza ombrello? Vuoi prenderti un raffreddore?” continuò tirando un leggero pugnetto sulla spalla del ragazzo che lo sbilanciò leggermente facendolo quasi cadere nella pozzanghera posta sotto il marciapiede che stavano percorrendo: “ l’ho prestato a  Dae-Hyun, ne aveva più bisogno di me dato che abita più lontano” si giustificò Jungkook spingendo a sua volta l’amica che, con grosso sorriso, iniziò a inclinare l’ombrello, in modo che le gocce accumulate sulla cima cadessero sulla sua testa ormai priva di riparo: “ prima mi dici che posso prendermi un raffreddore e poi mi bagni così?” si lamentò il ragazzo ormai con i capelli zuppi: solo la fragorosa risata di lei riuscì a scaldarlo un po’, facendo aumentare il suo battito cardiaco e il rossore sulle guance, già presente per il vento freddo.

Il ragazzo le prese l’ombrello dalla mano e la portò vicino a lui ponendole un braccio attorno alle spalle in modo che non si bagnasse e che fosse completamente coperta dall’ombrello: “ Jungkook?” balbettò lei notando lo sguardo serio dell’amico che non fece altro che aumentare lo sfarfallio ormai presente da tempo nel suo stomaco: “  evito che ti bagni” fu l’unica risposata che il ragazzo le diede, evitando di incrociare il suo sguardo perché sapeva che,  se l’avesse guardata, non avrebbe esitato a baciarla.

Giunti ormai davanti la casa della ragazza, ancora sotto la protezione dell’ombrello, i due si salutarono a malincuore: lei non voleva che quell’abbraccio finisse in quel modo e lui avrebbe voluto trascorrere altro tempo in sua compagnia: “vedi di non perdere il pullman domani mattina” affermò il moro tamburellando con l’indice il suo orologio da polso, in modo da ricordarle di svegliarsi presto: “non lo farò, e tu ricordati di portarti un ombrello in più” continuò la ragazza, alzando lo sguardo verso gli occhi scuri di lui; in quell’attimo tutto il mondo attorno a loro si fermò e qualcosa scattò nella mente di Jungkook dicendogli di avvicinare il suo volto a quello dell’amica: pose la mano infreddolita sulla guancia di lei sentendo, immediatamente, la morbidezza della sua pelle, non lasciandogli altra scelta che accarezzarla dolcemente; lo sguardo imbarazzato della ragazza non fece altro che aumentare l’idea iniziale del ragazzo, dato che voleva farle capire cosa provava, anche se andava contro la promessa che le aveva fatto.

I loro volti erano ormai vicini l’uno all’altro e le labbra dei due quasi si sfioravano, i loro respiri andavano all’unisono animati dall’agitazione e dalla felicità che il loro primo bacio si stesse compiendo con la persona da loro amata: “ Jungkook” il nome del ragazzo venne sussurrato da lei bloccandolo a pochissimi centimetri dalla pazzia che stava per fare: “ devo andare a casa” disse, allontanandosi dalla ragazza con un movimento veloce e, abbassando lo sguardo, corse via sotto la pioggia senza badare alla quantità di acqua che stava prendendo. Dal canto suo, la ragazza rimase immobile ad osservare la figura dell’amico che correva via lasciando che il rossore delle sue guance diventasse sempre più evidente e che il ricordo del respiro del ragazzo sulle sue labbra la portasse, inconsciamente, a toccarsele: “ potevi baciarmi, idota” afferma sottovoce lei, sentendo poco dopo sua madre che le urlava di entrare in casa.
 


 
Dae-Hyun, ho quasi fatto una cazzata”

 
Scrisse il messaggio il moro non appena finì di cenare, chiudendosi in camera. La risposta dell’amico non tardò ad arrivare che, preoccupato, pensava avesse combinato chissà quale guaio
 
“Che hai combinato? Hai ucciso qualcuno?”
 


Dae-Hyun con il suo allarmismo, non fece altro che far sorridere Jungkook che, come risposta, iniziò a spiegargli cosa era successo poco prima
 

 
“ E PERCHÈ NON L’HAI FATTO?”
 

Fu la risposta frettolosa dell’amico che non diede neanche il tempo al moro di finire tutto il racconto
 

 
non lo so neanche io”
 
 

Commentò di rimando Jungkook, lanciando poi il cellulare sul letto ignorando tutti i messaggi che qualsiasi persona gli stesse inviando; appoggiò, esausto, la schiena allo schienale della sedia girevole su cui era comodamente seduto ed, esasperato, sbuffò portandosi le mani dietro la testa, iniziando a ripensare allo sguardo curioso di lei mentre lui si avvicinava lentamente: “ avrei dovuto baciarla” si lamentò grattandosi la testa velocemente alzandosi, poi dalla sedia sdraiandosi sul letto addormentandosi ancora con il ricordo di lei davanti agli occhi.
 


I giorni degli esami erano ormai giunti e lo studio sempre più assiduo del ragazzo aumentava giorno dopo giorno: dopo quel mancato bacio, non aveva parlato più di tanto con la sua amica dato l’imbarazzo di entrambi: “ Jungkook! Svegliati che oggi hai l’ultimo esame! Se arrivi tardi sono cavoli amari” urlò la madre del ragazzo dal piano di sotto stordendo le orecchie del ragazzo, già sveglio da un po’ a causa dell’ansia: “mamma, sono sveglio” sbraitò in risposta lui, scendendo di corsa le scale andando verso di lei, baciandole le guancia e prendendo al volo una fetta biscottata, per poi inforcare lo zaino sulle spalle e uscire di corsa di casa con l’eco della madre che gli mandava il suo “in bocca al lupo”.

La corsa forsennata per evitare di arrivare in ritardo e giungere finalmente a scuola, non gli permise di notare la figura dell’amica che usciva di casa e, un po’ imbarazzata, lo salutava con un gesto della mano: peccato che il fulmine chiamato Jungkook, poté solo portarle una ventata di aria gelida sulla faccia: “ proprio quello che mi ci voleva per svegliarmi” commentò lei sistemandosi i capelli e sorridendo al ragazzo: “ ho trovato proprio il ragazzo giusto per cui innamorarmi” commentò tra lei, scuotendo la testa rassegnata ma felice;  pochi istanti dopo, notò l’orario sul suo orologio da polso e imprecò mentalmente, iniziando una corsa impacciata verso la fermata del pullman: “ perché ho scelto una scuola così lontana” urlò mentre correva tra le vie del quartiere utilizzando i pali della luce come appoggio nelle curve.

Jungkook arrivò  a scuola stremato e con il fiatone: “ buongiorno” ansimò entrando in aula poco prima del suono della campanella, notando un Dae-Hyun divertito dall’arrivo prorompente dell’amico: “ nuovo record di ritardo per il nostro campione Jeon Jungkook” dichiarò avvicinandosi al moro, ormai seduto sulla sedia, tirandogli delle pacche amichevoli sulle spalle: “ non sono in ritardo la campanella non è ancora suonata” borbottò il ragazzo all’unisono con il suono squillante della campana e l’entrata repentina del professore: “ dicevi?” sussurrò Dae-Hyun nel banco posto poco più avanti del suo, mentre salutavano il professore alzandosi in piedi e inchinandosi: come risposta ricevette soltanto un dito medio.

 
“ il test finale ha inizio ora, avrete sei ore di tempo per concluderlo: buon lavoro”
 

Dichiarò il professore dando il permesso ai ragazzi di girare il foglio e iniziare a rispondere alle domande delle materie principali del loro istituto: mano a mano che Jungkook leggeva le domande, le risposte gli venivano spontaneamente in testa, grazie all’arduo studio e ai consigli di Dae-Hyun: si sentiva molto preparato ad affrontare, anche quell’esame e a riuscire a completarlo al meglio.
 


“ ed è finita: oh dolce amata libertà quanto mi eri mancata” urlò Dae-Hyun fuori dall’edificio scolastico, facendo ridere a più non posso il suo amico: “ sai che se è andato male dovrai affrontare i temibili corsi di recupero?” gli ricordò Jungkook sottolineando la loro difficoltà con una faccia buffa e un tremolio delle mani degno di un fantasma: “ oh no, i corsi di recupero ” si disperò l’amico portandosi le mani sulla faccia iniziando a scappare da Jungkook ,che lo inseguiva ululando e sussurrando le parole “corsi di recupero”. D’un tratto il ragazzo si bloccò di colpo ponendo attorno al collo del moro il suo braccio scompigliandogli i capelli: “ hai visite” gli disse tra le risate, mentre Jungkook cercava disperatamente di liberarsi da quella morsa: non appena si liberò dall’amico e alzò lo sguardo, notò la figura di una ragazza a lui familiare, che lo attendeva fuori dal cancello scolastico, ancora con la divisa della sua scuola: “ io vado international playboy: ci aggiorniamo domani” commentò Dae-Hyun, schivando un calcio di Jungkook indirizzato al suo sedere.

Il ragazzo osservò come il compagno, appena varcata la soglia del cancello, salutò la ragazza con un leggero inchino che fu prontamente ricambiato, per poi puntare il dito verso la sua direzione notando come lo sguardo della ragazza si rivolse repentinamente verso di lui iniziando un saluto energico, accompagnato da ampi movimenti della mano: dietro di lei Dae-Hyun incitava il ragazzo a compiere il grande passo mandandogli degli “ok” con le mani;

Jungkook si fece coraggio respirando profondamente, iniziando ad incamminarsi vero l’amica che lo attendeva: “ che ci fai qui?” domandò lui arrivato accanto a lei: “ sapevo del tuo esame e sono venuta a vedere come è andato” rispose, prendendo sotto braccio l’amico iniziando ad incamminarsi verso la pizzeria più vicina: “ è andato bene?” proseguì evitando di sua spontanea volontà lo sguardo di lui: “ si, sono molto fiducioso… tranne che per inglese” si confidò lui notando come lei cercasse di trattenere le risate: “ non avevo dubbi” scoppiò poco dopo la ragazza, staccandosi dall’amico e portandosi una mano alla bocca per trattenere le risate: “ ok, basta ridere del mio pessimo inglese” proclamò Jungkook muovendo la mano a destra e a sinistra davanti la faccia dell’amica che, asciugandosi una falsa lacrimuccia data dal troppo riso, iniziò a calmarsi: “ hai fame?” domandò ingenuamente lei, conoscendo bene la risposata dell’amico: “ e me lo chiedi?” proseguì ironicamente lui, prendendole la mano proseguendo la strada che già aveva iniziato lei: il rossore sulle guance della ragazza si palesò in fretta, non appena la mano forte del ragazzo cinse la sua in una dolce morsa.

“siamo arrivati” proclamò Jungkook entrando per primo nel negozio che emanava un buonissimo profumo di ramen: “ dato che fa freddo e non mi andava la pizza, come avevi pensato te, ho deciso di mangiare del ramen” sentenziò il ragazzo voltandosi verso l’entrata mentre la ragazza stava quasi per entrare: “ due ciotole di ramen per favore” ordinò lui sedendosi al tavolo senza aspettare l’arrivo della sua amica: “ grazie, per avermi aspettato” dichiarò lei mentre si toglieva il cappotto e lo appoggiava sullo schienale della sedia: “ non c’è di che” rispose divertito lui notando come lei si sporse in fretta verso la cameriera e ordinò la sua porzione: “ conoscendoti ho pensato che quelle ciotole di ramen fumante e delizioso, che stanno per arrivare siano tue, quindi ho ordinato la mia” indicò il cameriere la ragazza, mentre spiegava all’amico cosa aveva appena combinato, dato il suo sguardo indagatorio: “ tu si che mi conosci bene” sottolineò lui, ringraziando il cameriere, facendo un fugace occhiolino alla ragazza che sgranò leggermente gli occhi e attese, con una mano sulle guance calde, il suo piatto

“ah era delizioso” proclamò Jungkook mentre camminavano fuori dal ristorante, toccandosi la pancia ormai piena: “ era davvero squisito” gli fece eco l’amica, stiracchiandosi leggermente: un aria gelida scompigliò i capelli dei due, traformando la situazione allegra in una più seria: “ perché mi hai evitato in questi giorni?” domandò il ragazzo all’amica mentre camminavano lungo il viale alberato che portava a casa loro: “ non ti ho evitato” polemizzò lei non guardandolo: “ lo hai fatto: dato che non mi rispondevi spesso hai messaggi e non venivi a trovarmi quando tua madre veniva a trovare la mia” continuò lui, sapendo bene che il suo atteggiamento era dovuto al suo gesto di qualche giorno prima: “ ti ho lasciato studiare” mentì lei, fermandosi di colpo abbassando lo sguardo: “menti” pronunciò sicuro Jungkook girandosi nella sua direzione avvicinandosi.

Uno strano silenzio si intromise tra i due ragazzi creando uno strano senso di imbarazzo e tensione mai provato prima: “ti ricordi cosa ti avevo promesso al tuo compleanno?” domandò dopo un sospiro di incoraggiamento Jungkook, facendo alzare lo sguardo di lei che annuì semplicemente con il capo: “volevo aspettare gli esiti degli esami, me lo ero ripromesso, ma penso che questo sia il momento più adatto” annunciò poco dopo la sua risposta.

Il fiato corto, il cuore che batteva all’impazzata e le farfalle nei loro stomaci che sbattevano le ali a più non posso, fecero salire l’ansia e la paura che forse quella dichiarazione non fosse quello che entrambi speravano: senza trovare le parole giuste da dove poter iniziare, Jungkook decise di agire: si avvicinò alla ragazza lentamente dato che aveva paura di un suo rifiuto, la guardò negli occhi intensamente notando il rossore sulle guance di lei, non capendo se si trattava del freddo o del suo imbarazzo dato dalla situazione; le pose la mano nuovamente sulla guancia fredda accarezzandola leggermente senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi scuri di lei, i quali non lasciavano cadere quello scambio di pensieri dato dal movimento leggero delle loro pupille: il volto del ragazzo iniziò ad avvicinarsi a quello della ragazza, cancellando, pian piano, lo spazio che li divideva, i respiri si riunirono lasciando che i loro cuori si sincronizzassero e lasciassero esprimere tutto ciò che non si erano mai detti prima.

Un caldo e dolce bacio tranquillizzò il battito d’ali delle farfalle facendo esplodere un dolce tepore nei cuori dei due ragazzi, i quali avevano capito entrambi che il loro amore era reciproco: “ sai che non sono bravo con le parole” disse a fior di labbra Jungkook appena il baciò terminò, ricevendo dalla ragazza un dolce sorriso che gli fece battere il cuore: “ sai che mi piaci molto?” domandò la ragazza poggiando la fronte su quella del ragazzo, continuando a sorridere: “ sai che mi piaci molto anche tu?” continuò lui illuminando il suo volto con uno dei suoi più bei sorrisi. 
  
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