Serie TV > The 100
Segui la storia  |      
Autore: Wanheda_Skaikru    03/07/2017    2 recensioni
"Sentiva che stava per crollare ma lui stavolta avrebbe arginato i danni, sarebbe stato la riva sicura su cui riposare un po’, giusto il tempo di ritrovare la speranza."
[Bellarke] [2199 days after the end]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
More than gravity.
 
•Capitolo I •
 Le dita sul viso, le dita sul cuore.

 
 

“There was an earthquake.
There was an avalanche of change.”
 
 
•1 ora e 20 prima della fine•
 

«Che c’è, O’?»
«Non sono sicura di esserne capace, Bell. Mi guardano come se io sapessi cosa sto facendo… Solo perché ho vinto una battaglia.»
«Ti guardano così perché li hai salvati. Ma non basta. Adesso devi guidarli.»
Bellamy avrebbe tanto voluto essere accanto a lei. Le parole non sarebbero sembrate così lontane e vuote; avrebbero saputo consolarla e darle la forza che le serviva per diventare ciò che già era, anche se faticava ad accettarlo.
«Dovreste esserci tu… O Clarke o…»
«O’, smettila. Nessuno di noi poteva fare quello che hai fatto tu, e non era solo una battaglia. Hai dato speranza alla gente, quando di speranze non ce n'erano. Sei… sei come Prometeo, che ha rubato il fuoco agli dei... per ridarlo agli umani.»
 Octavia sorrise a quelle parole. Suo fratello sapeva sempre come far sembrare straordinario ogni cosa che la riguardasse.
«Prometeo è stato incatenato ad una roccia e le aquile gli hanno mangiato il fegato.»
«Grazie per avermi rovinato la metafora, O’.» disse Bellamy fingendosi offeso, ma sorrideva.
Octavia rimase in silenzio per un attimo, cercando il coraggio di pronunciare le parole che le premevano nella gola, sulla lingua.
«Ti voglio bene, fratellone.» sussurrò, mentre gli occhi si riempivano di lacrime «E mi ci è voluta la fine del mondo per dirtelo.»
La voce si spezzò; Octavia trattenne il respiro. Finalmente l’aveva detto.
Bellamy si sentì inondato d’amore: tutta la fiducia che temeva di non meritarsi più, la consapevolezza che loro due ci sarebbero stati l’uno per l’altra perché da sempre era così e così sarebbe sempre rimasto, il bisogno quasi spasmodico di tenerla stretta almeno per l’ultima volta prima di tornare nello spazio lo invasero e dovette chiudere gli occhi per non crollare.
Gli schermi davanti ad Octavia si spensero all’improvviso.
«Bell?»
Nessuna risposta.
«Ti voglio bene anch’io.» riuscì a dire il ragazzo, quasi avvinto dalla commozione.
«Bellamy? Bellamy, mi senti?» provò ancora la giovane, ma già sapeva che non avrebbe funzionato.
«O’, ci sei?»
«Bellamy, mi senti?»
Octavia si arrese. Fissò con occhi vuoti e pieni di lacrime lo schermo, sperando di sentire per l’ultima volta la voce di suo fratello. Pregò che potesse farcela insieme a tutti gli altri e che un giorno potessero trovare il modo di tornare sulla Terra.
«Ci rincontreremo.» disse, le lacrime che ormai le bagnavano le guance.
«Ci rincontreremo.» sussurrò Bellamy nello stesso momento, distante chilometri da lei.
Ma che cos’è la distanza quando due cuori battono sincronizzati?
 
 
“We were so afraid,
we cried ourselves a hurricane.”
 
 
Clarke aprì la porta; le guance rosse di chi è affaticato ma non si arrende.
«Ehi» disse, con un lieve sorriso «Te l’hanno passata?»
Lui la guardò un attimo soltanto. Trattenne il respiro e cercò le parole che le avrebbero potuto causare meno dolore possibile.
«Bellamy?» lo chiamò allarmata lei, intuendo già qualcosa.
«La radio è andata.» disse di getto Bellamy, senza indugiare oltre «Non potrai dire addio a tua madre.»
La ragazza abbassò lo sguardo in cerca di conforto. Stava per intraprendere un viaggio che sarebbe durato anni, che comportava sacrificio, forza di volontà e anche tanta fortuna… Ma non avrebbe più potuto sentire la voce di sua madre un’ultima volta che le raccomandava di fare attenzione e le ricordava che le voleva bene.
«Mi dispiace.»
Bellamy si mosse quasi meccanicamente. Non importava se mancava poco più di un’ora al lancio, se tra loro c’erano state non poche incomprensioni, se in passato avevano commesso errori imperdonabili.
Erano lì, lei era lì.
Sentiva che stava per crollare ma lui stavolta avrebbe arginato i danni, sarebbe stato la riva sicura su cui riposare un po’, giusto il tempo di ritrovare la speranza.
Bellamy la avvicinò a sé lasciando che piangesse tutte le lacrime che le bruciavano la gola; Clarke si abbandonò al suo calore e lo abbracciò come se non volesse stringere nient’altro al mondo che non fosse lui.
Solo lui.
Nessuno avrebbe capito il suo dolore come Bellamy ed era per questo motivo che per un breve istante Clarke sentì che ce l’avrebbero fatta.
La mano calda del ragazzo le accarezzava il collo e il braccio libero non dava segno di volerla lasciare. Affondò il viso nella sua spalla e si concesse di piangere qualche lacrime colma di rabbia e tristezza, mentre una piccola speranza si faceva già largo nel suo cuore.
Ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altra.
 
 
“There were floods,
tidal waves over us,
so we folded our hands and 
 prayed 
like a domino.”
 
 
•1 ora prima della fine•
 
 
«Terrestri nello spazio… È un ossimoro.»
Bellamy guardava con preoccupazione Raven che si dava da fare per preparare la navicella al decollo. In quel momento non esistevano clan o razze che separavano gli Skaikru da coloro che avevano vissuto sulla Terra fino ad allora: contava solo avere ancora la speranza di potercela fare.
«La sopravvivenza è uno sport di squadra… specialmente lassù.» disse Clarke, avvicinandosi al ragazzo «Era l’unica scelta. L’unica scelta… anche questo è un ossimoro, in fondo.»
Il sorriso che aveva accompagnato le sue parole era triste, rassegnato.
«Proprio come il sudore freddo.» disse allora Bellamy per spezzare la tensione. La sua mano non era riuscita a stare ferma e, quasi senza volerlo, era andata verso il viso di lei. Passò velocemente il pollice sulla guancia mentre Clarke abbassava gli occhi, stupita ancora una volta di quel contatto inaspettato, che non faceva altro che farla sentire… amata.
«Speri ancora nella soluzione del Sangue Nero?»
«Non c’è mai stata nessuna soluzione. Alie aveva ragione.» rispose Clarke voltandosi ancora una volta verso i suoi compagni. La speranza sembrava investirla e abbandonarla come ad ondate: in quell’attimo la strada su cui si trovavano sembrava senza vie d’uscita.
«La nostra battaglia non è ancora finita.» rispose Bellamy con fermezza.
Se Clarke non credeva più a niente allora lui sarebbe stato ciò che le avrebbe fatto ritrovare la fede: nella Terra, nella razza umana, nel destino, nella fortuna… in loro.
«Mia madre ha avuto una visione in cui morivo, proprio come la visione di Raven, che le ha fatto trovare il razzo.»
Gli occhi di Clarke erano diventati lucidi e Bellamy leggeva l’urgenza di dire qualcosa: ma di qualsiasi cosa si trattasse, sapeva che non era nulla di buono.
«Non è la stessa cosa.» rispose allora lui, scuotendo la testa.
«Sì, invece. È stato l’impulso elettromagnetico.»
«Anche Abby se la caverà. Raven le ha detto come guarire.»
«Non sto parlando di quello.» disse lei, tagliando la discussione.
Non poteva più aspettare: sapeva che la visione di sua madre si sarebbe realizzata, prima o poi. Doveva mettere in allerta Bellamy, prepararlo a tutto ciò che sarebbe accaduto quando lei non ci sarebbe più stata.
Lui la guardava come si fa con le cose preziose: gli occhi scuri erano alla ricerca di un indizio sulle parole che sarebbero arrivare di lì a qualche secondo. Avrebbe anche potuto aspettare per sempre.
«Se dovesse succedermi qualcosa…» iniziò Clarke, sentendosi come trapassata da quello sguardo.
«Non ti succederò niente!» la interruppe Bellamy, avvicinandosi pericolosamente, gli occhi che la pregavano di non formulare neppure un pensiero del genere.
Poi si allontanò di colpo, desiderando solo di poter partire il prima possibile.
«Forza, controlliamo di nuovo i numeri dell’acqua.»
«Ti prego Bellamy, ho bisogno che mi ascolti.» disse Clarke, seguendolo. Forse sarebbe stata l’ultima occasione in cui avrebbero potuto parlare.
Lui la guardò controvoglia: sapeva che non avrebbe voluto ascoltare ciò che lei voleva dire.
«Ne abbiamo passate tante insieme, tu ed io» iniziò Clarke, guardandolo negli occhi «All’inizio non mi piacevi, non è un segreto.»
Bellamy sorrise a quella frase: gli passarono davanti, come in un film, tutti i momenti in cui avevano discusso, urlato, pianto; quando erano stati pronti anche a farsi la guerra pur di prevalere, e poi subito dopo, quando invece avevano capito che avevano bisogno di unire le forze per farcela.
«Ma anche allora, ogni stupidaggine che hai fatto… L’hai fatta per proteggere tua sorella.» continuò lei con un piccolo sorriso: aveva sempre ammirato la devozione che i fratelli Blake avevano l’uno per l’altra.
Il ragazzo annuì lentamente; gli occhi guardarono altrove, cercando la forza di credere che sua sorella ce l’avrebbe fatta anche senza di lui.
«E non sempre lei l’ha capito… ma io sì.»
Bellamy tornò a guardarla: era così bella e speciale che avrebbe solo voluto stringerla fino alla fine del mondo.
«Possiedi un grande cuore, Bellamy.»
«Clarke…» il ragazzo non si poté trattenere più. All’improvviso sentiva il bisogno di tirare fuori tutte quelle sensazioni che da tempo cercava di ignorare, tutti quei pensieri che non riusciva a controllare, tutti quei sentimenti che adesso riusciva a identificare con una sola parola.
«Le persone ti seguono, le ispiri grazie a questo.»
Clarke posò la mano all’altezza del cuore di Bellamy. Lui ricordò quando, tempo prima, lei gli aveva detto la stessa cosa, e, esattamente come allora, si sentì orgoglioso.
«Ma l’unico modo per essere sicuri di sopravvivere è se userai anche questa.» continuò lei, posando il dito all’altezza della tempia.
Bellamy non sapeva bene dove stesse andando a parare Clarke: la loro sopravvivenza sarebbe dipesa, come sempre, da entrambi.
«Ho te per questo.» disse, scuotendo leggermente la testa. Si stupì di quanto quell’affermazione semplice fosse da sempre esistita dentro di lui e di quanto si sentì libero a pronunciarla.
Clarke abbassò gli occhi: aveva perso tutta la forza di poco prima.
«La premonizione di Raven si è avverata.»
Bellamy scosse la testa ancora una volta: niente li avrebbe divisi.
Può un Cuore sopravvivere senza il Cervello che gli indichi la strada?
 
 
“The echo, as wide as the equator,
travels through a world of built up
anger too late to pull itself
together now.”
 
 


 

 
Image and video hosting by TinyPic
 
 
 
 
 


 
 
Buonaseraaaa!
Dopo un mese e mezzo di assenza, eccomi qui.
Non ho proprio nessuna scusante: semplicemente a volte non riesco ad esprimere ciò che vorrei. Quindi preferisco lasciare perdere.
Questo nuovo progetto mi è molto caro. Ci penso da quando è finita la quarta stagione ma solo ora ho avuto la testa per finire questo primo capitolo.
Sinceramente non so quando riuscirò a scrivere il secondo, ma se voi avrete la pazienza di aspettare, arriverà.
Ho voluto iniziare in un modo molto semplice (e forse anche criticabile): ho solo riportato parte di ciò che è accaduto nella 4x13. Questo mi serve per dare il via alla storia, che, come sicuramente avrete capito, si svolgerà negli anni a seguire del Praimfaya. Anche il prossimo capitolo sarà di passaggio e riporterò la fine della puntata: ho bisogno di partire da ciò che realmente abbiamo visto. Il resto è ancora un’incognita anche per me.
Inoltre sto basando la storia su un intero album di canzoni: “Space”, degli Sleeping At Last. In ogni singola traccia ho ritrovato i nostri Bellarke, così ho deciso di approfittarne. Vi scriverò la canzone che ho usato così, se ne avrete voglia, potete ascoltarla (ve lo consiglio vivamente, ne vale davvero la pena).
Spero che l’idea vi piaccia e che non sia una cosa già vista. In caso contrario, fatemi sapere!
Sono sempre qui che aspetto i vostri consigli e le vostre opinioni 😊
Un bacio e a presto (Spero!),
 
Wanheda_Skaikru
 
Canzone: “Earth”, Sleeping At Last.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Wanheda_Skaikru