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Autore: Leila 95    04/07/2017    3 recensioni
Negli occhi del giovane di fronte a me era sparito il disprezzo nei confronti della galassia intera che avevo visto all’inizio, quando ebbi modo di conoscerlo. Compresi in quel momento che Han Solo era cambiato, e che la Principessa era la ragione del suo cambiamento
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han Solo, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le cose cambiano (e non è detto che sia un male)
di Carlist Rieekan
Ci eravamo stabiliti nella nuova base operativa su Sullust solo da poche settimane, quando il capitano Han Solo fu liberato dalle grinfie del gangster Jabba The Hutt. Avevamo appena messo le mani sui piani della nuova Morte Nera, non ancora completata, che la Principessa Leia Organa aveva deciso di partire in missione alla ricerca del capitano, piantando tutti in asso e lasciando i membri del Senato Galattico intenti a scannarsi su quale dovesse essere la strategia da adottare per fronteggiare l’Impero. Mon Mothma aveva reagito in modo estremamente piccato all’improvvisa decisione della Principessa di voler lasciare tutto, per imbarcarsi in una missione ad altissimo rischio e con scarsissime possibilità di successo – per uno scopo poi tutt’altro che nobile, ovvero quello di andare in soccorso di quella testa calda di Han Solo che, da quando era entrato a far parte dell’Alleanza Ribelle (seppur in modo non ufficiale) aveva causato parecchi problemi con il suo modo di fare saccente e ribelle.
In effetti, neanche io avevo capito il motivo di tanto zelo da parte della Principessa nei confronti di questa missione di salvataggio: lei ed il comandante Solo erano stati uniti fin dal principio da un legame a dir poco insolito. Più si avvicinavano, e più fra di loro erano scintille incontenibili. Dopo la loro missione su Ord Mantell, poi, fra i due era calato il gelo più totale…non sapevo cosa fosse accaduto sul pianeta, ma al loro ritorno il loro rapporto era irrimediabilmente cambiato, e si era fatto se possibile ancora più caustico.
L’ultima volta che avevo visto Han Solo era stata su Hoth, quando mi venne a dire che sarebbe andato su Tatooine per saldare il proprio debito con il gangster. Dopo essersi congedato era andato dalla Principessa, e non mi fu difficile vedere le fiamme dell’inferno nel suo sguardo mentre ascoltava le parole del Capitano. Seppi poi che fecero un bel siparietto nel passaggio sud della base, durante il quale volarono offese ed insulti di tutti i tipi. Avendo assistito a tanti loro scontri, via via sempre più feroci e pungenti, mi risultava assai difficile credere che Leia si fosse mossa con tanta determinazione nel salvataggio del contrabbandiere, tralasciando addirittura la crisi in Senato e la nuova arma nelle mani dell’Imperatore.

Eppure, quando li vidi insieme nell’hangar della base su Sullust, mi fu subito tutto chiaro: per la prima volta li vidi parlare pacificamente, senza né odio né battute pungenti, mentre camminando incrociavano qualcuno che dava il bentornato al Capitano e gli rivolgeva qualche domanda di circostanza, alle quali egli rispondeva con insolita affabilità. Il trillo del comlink della Principessa interruppe la loro chiacchierata: la vidi rispondere anche se, a causa della grande distanza fra me e loro, non potei udire ciò che disse. Evidentemente, il suo interlocutore le aveva chiesto di raggiungerlo: con rammarico si congedò dal Capitano e fece per allontanarsi, quando quest’ultimo la afferrò per un braccio e la baciò platealmente, davanti a tutti. Fu un bacio innocente, ma sufficiente a mettere la Principessa in profondo imbarazzo e a colorarle le guance di rosso porpora. Nonostante la vergogna, tuttavia, sorrise impudente al suo accompagnatore prima di sparire in un corridoio laterale. Il ghigno beffardo e soddisfatto del contrabbandiere illuminò tutto l’hangar.
Quel piccolo bacio fu per me come un’epifania: tutt’a un tratto mi spiegavo l’angoscia di Leia in questi ultimi mesi, la sua ansia nell’accogliere ogni novità circa le ricerche di Han Solo, la frenesia con la quale era partita alla volta di Tatooine. Ma, soprattutto, mai come ora mi era chiaro il motivo dei loro continui battibecchi: essi non erano altro che un modo per nascondere i sentimenti che provavano l’uno per l’altra. Orgoglio, arroganza, vergogna…questi sentimenti li avevano resi nemici e allontanati sempre di più, quando sarebbe bastato arrendersi molto prima all’evidenza di ciò che nutrivano l’uno per l’altra.

Intanto il Capitano Solo, messa da parte la sua strafottenza, si era avvicinato a me. Mi salutò con una calorosa stretta di mano e mi disse che aveva bisogno di parlarmi. Manifestò il suo desiderio di entrare a far parte dell’Alleanza Ribelle in modo ufficiale, visto che si era liberato della taglia che pendeva sulla sua testa e che era un uomo libero adesso. La sua richiesta non mi sorprese, dopo quello che avevo appena visto: se era vero che si era liberato del proprio debito, era pur vero che si era legato a qualcuno qui, e ciò era a mio parere il vero motivo che si nascondeva dietro la sua richiesta.
“È già al corrente dei piani cella nuova Morte Nera in nostro possesso?” gli chiesi.
Mi rispose che ne aveva sentito parlare, ma che non era aggiornato su tutti i dettagli, così gli fornii una copia del fascicolo con tutte le informazioni circa la nostra imminente missione su Endor. Si trattava di un dossier top-secret, che non avrei dovuto divulgare con tanta facilità: se il generale Dodonna avesse scoperto una tale diffusione di notizie, mi avrebbe probabilmente declassato al rango di maggiore. Improvvisamente mi venne un’idea (che giudicai brillante) per scongiurare un simile pericolo.
“Capitano” iniziai “Lei sa che queste sono informazioni estremamente riservate, che non possono essere condivise se non con i gradi più alti dell’esercito?”
“Mi sta dicendo che sta facendo una cosa illegale a dare questo fascicolo a me?” chiese.
“No, se lei diventa Generale.”
Solo rimase a fissarmi a occhi spalancati e con la bocca semiaperta, senza riuscire a spiccicare parola.
“Le va bene diventare Generale, Han?” gli chiesi, per dargli conferma che aveva capito bene. Si limitò ad annuire, ancora confuso dalla mia proposta.
“Molto bene.” Gli diedi una pacca sulla spalla e gli sorrisi. “Allora, Generale Solo, certamente saprà che questa sua nuova posizione porta con sé delle responsabilità e richiede la sua partecipazione a sedute di consiglio e riunioni varie. È sicuro di riuscire a far fronte a questi impegni?”
“Certamente, Generale” mi rispose con orgoglio. “Non ho intenzione di deluderla.”
Annuii. “Ne sono più che sicuro. Posso farle una domanda?”
“Certo.”
“Perché ha preso la decisione di entrare a far parte della Ribellione?” gli chiesi. “Ora che è un uomo libero, potrebbe fare qualsiasi cosa. Perché restare con noi?”
Iniziò ad accampare scuse, ma lo fermai subito. Non mi sarei accontentato, volevo che fosse sincero con me.
“La verità è che ho trovato qualcosa…o meglio, qualcuno per cui vale la pena restare qui, aldilà della vostra folle e assurda causa” ammise, non senza un certo imbarazzo.
“Leia.”
Si limitò ad annuire, gli occhi che luccicavano.
Avevo visto Leia crescere, farsi strada nella vita politica sulle orme del padre, sopravvivere con dignità e coraggio alla distruzione del nostro pianeta natale, mettere in piedi la Ribellione per contrastare il potere dell’Impero Galattico. Conoscevo il suo carattere forte, la sua indole di guerriera, perché l’avevo vista forgiarsi nelle durissime prove alle quali la vita l’aveva sottoposta. E ora la vedevo innamorata di un contrabbandiere, un delinquente, contro ogni pronostico che la voleva sposa di un principe o di un esponente politico influente. Sapevo bene, tuttavia, che non sarebbe stata una cotta passeggera, e che sarebbe stato impossibile farle cambiare idea: aveva sempre preso tutto seriamente, sentimenti compresi, e si era sempre buttata a capofitto – anima e corpo – in qualsiasi cosa faceva. Questa relazione non l’avrebbe affrontata diversamente.
“Lei è una donna speciale – ma probabilmente questo già lo sa” proseguì Solo. “È stata in grado di cambiarmi, e in meglio, quando tutti ormai avevano perso le speranze con uno come me.”
Negli occhi del giovane di fronte a me era sparito il disprezzo nei confronti della galassia intera che avevo visto all’inizio, quando ebbi modo di conoscerlo. Al suo posto c’era una luce nuova: determinazione? speranza? Non riuscii in quel momento a capire bene di cosa si trattasse, ma compresi in quel momento che Han Solo era cambiato, e che la Principessa era la ragione del suo cambiamento.
“Sì” concordai. “È una donna davvero speciale. Sono contento che abbiate appianato le vostre divergenze” dissi con una punta di ironia.
Han distolse lo sguardo, vagamente imbarazzato.
“Spero che possiate essere felici insieme.”
“Lo spero anch’io, signore.”
 FINE
 

Nota dell'Autore
Volevo fare un ringraziamento speciale
alla mia amica Evola, che mi ha spinto 
a non abbandonare il mondo delle fanfiction:
se potete leggere questa piccola storia,
è un po' anche merito suo.
   
 
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