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Autore: ggiunn    04/07/2017    5 recensioni
Nove (+1) piccole drabble che ci fanno le fusa.
[…] “Si dice che i gatti abbiano nove vite”, sorrise, poggiando la guancia sul capo della ragazza. Le sue ciocche nere odoravano di biscotti e di casa. “E io te le voglio dedicare tutte, my lady.”LadyNoir
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neuf
Nove (+1) piccole drabble che ci fanno le fusa.

 

 
1. Dolci imprevisti
 
La farfalla bianca si librò in aria. 
Un’altra estenuante giornata passata a dividersi fra scuola, pasticceria e Ladybug stava finalmente terminando.
Marinette si stava giusto pregustando la dolce sensazione di benessere che l’attendeva a casa, più precisamente nella vasca da bagno che non vedeva l’ora di riempire di schiuma profumata, quando un certo guastafeste interruppe il corso dei suoi pensieri.
“Ma, my lady, cos’hai qua?”, Marinette si sentì toccare un punto sulla guancia.
Chat Noir analizzò la sostanza marrone sul proprio dito, poco prima di leccarne la punta e sorridere raggiante.
La mora non fece nemmeno in tempo a sbattere le palpebre che sentì la lingua umida dell’altro carezzarle la guancia, cancellando al suo passaggio la macchia di cioccolato che le era rimasta appiccicata dal suo lavoro alla pasticceria.
“Grazie per il dessert!", commentò prima di sparire fra i comignoli.
Marinette, dal canto suo, constatò che ci sarebbe voluto ben più di un bagno per cancellare i germi di Chat Noir dalla sua faccia.
 
 
2. Tenere gelosie

Adrien non riusciva a spiegarselo.
Non riusciva a spiegarsi quella sensazione d'irritazione proprio lì, alla bocca dello stomaco.
Non riusciva a spiegarsi come potesse impersonare e, al contempo, odiare un gatto così tanto.
Fissò la bestiolina che si stava godendo le carezze e le attenzioni di Ladybug con uno sguardo omicida. 
Addirittura gli parve che quella palla di pelo lo guardasse a sua volta, con altrettanto disprezzo. Della serie "tu hai fatto il lavoro e io mi becco il premio, tiè."
"Ma guardalo, non è un tesoro?", il commento involontario della mora non fece altro che accrescere la sua stizza. Adrien sentiva i suoi baffi vibrare fastidiosamente sul naso. A saperlo, l'avrebbe volentieri lasciato sull'albero, quel cavolo di gatto.
Grugnì poco amichevolmente e Ladybug parve capire, perché gli rivolse uno sguardo dolce e divertito insieme. Per quanto potesse essere sgradevole, fastidioso e rompiscatole, non poteva non sentirsi lusingata dall'ammirazione sincera che Chat provava nei suoi confronti.
"Tranquillo micetto, nessun altro felino potrà rubare il tuo posto nel mio cuore."


3.    Cadute... di stile

Si dice che i gatti cadano sempre in piedi. Agili predatori della notte, si arrampicano sui tetti più alti, esplorano fin dove l'istinto li spinge, ai confini del mondo.
Forse, però, questo non valeva per lui.
Adrien aveva perso il conto di quante volte Ladybug era dovuta intervenire per salvargli il pelo. Quante volte l'aveva afferrato per la coda per impedirgli di cadere e farsi davvero tanto, tanto male.
Perché lui, ahimè, in piedi non ci cadeva mai.
Anche quella volta, mentre lottavano fianco a fianco contro l'ennesimo nemico, Adrien doveva essere riconoscente alla sua amata compagna a pois, che l'aveva salvato legandolo malamente ad un lampione, a testa in giù, come in quel film famosissimo che ogni tanto, segretamente, amava guardare.
"E' davvero necessario che ti ringrazi per la milionesima volta, my lady?"
"Magari dopo, palla di pelo. Ora muoviti e vieni a darmi una mano."

 
 
4.  Cronache di un gatto ubriaco e una coccinella crocerossina (pt. 1)

Crescere con una routine quotidiana severa quasi quanto suo padre aveva precluso ad Adrien la possibilità di sperimentare tante cose. Una fra queste era l'alcool, che aveva conosciuto occasionalmente in qualche occasione speciale sotto forma di pregiato vino rosso. Ma non credeva che ne esistessero così tante varianti, e quella sera il suo amico Nino aveva deciso che era arrivato il momento di provarle tutte, o quasi.
Peccato che il male non andasse mai a dormire e, nel cuore della sua notte di trasgressione, Adrien era stato costretto a trasformarsi nella sua controparte felina, nonostante le sue condizioni non fossero le migliori. 
E Ladybug, vedendolo ruzzolare a terra con ben poca classe, non poté che scuotere la testa.
"Gesù Chat, puzzi come un mini bar."


5. Cronache di un gatto ubriaco e una coccinella crocerossina (pt.2) 

Gli occhi appannati di Adrien mettevano a fuoco a fatica la figura esile di Ladybug che troneggiava su lui, probabilmente steso sull'asfalto. La testa gli girava come una giostra impazzita e, tentando di rimettersi in piedi, barcollò così pericolosamente che la ragazza si vide costretta a farlo appoggiare a lei. 
Quella vicinanza così improvvisa l'aveva reso, se possibile, ancor più ebbro dell'alcool stesso.
"Guarda Parigi, i vostri paladini. Un gatto ubriaco e una coccinella crocerossina", commentò sarcastica, aiutandolo a sedersi su una panchina.
"S-sono...désolé m-my laaa...", non fece in tempo a terminare la frase che l'inevitabile accadde.
Ma a chi importava, quando c'era Ladybug lì ad accarezzarti i capelli mentre vomitavi tutte e nove le tue vite.

 
 
6. Piccole bugie bianche

Marinette era diventata una grandissima bugiarda.
Certo, parte della colpa l'avevano avute le circostanze che si erano create. Quando hai una doppia identità, è inevitabile dover ricorrere alle piccole bugie bianche.
Ma quando ci vanno di mezzo i sentimenti, mentire diventa sempre più difficile. Soprattutto per lei, che era un goffo, impacciato libro aperto.
Anche in quel momento, con gli occhi di Chat puntati nei suoi come fanali accesi nella notte, la sua bocca aveva recitato l'ennesima bugia, ma i suoi occhi azzurri urlavano tutt'altro. Sperava solo che lui lo capisse.
"Chat, quel bacio non ha significato nulla."


7.  A purrfect Christmas  

Adrien l'odiava, il Natale. Da quando sua mamma se n'era andata, il venticinque dicembre aveva perso qualsivoglia significato per lui. Neanche i costosissimi regali comprati da Natalie con i soldi di suo padre riuscivano a cambiargli l'umore, ormai.
Nemmeno la vista dell'enorme abete della piazza, adornato di tante lucine dai mille colori, era riuscito a fargli sentire lo spirito natalizio. 
"Chat?", richiamato all'attenzione, si voltò appena per sentire un paio di labbra conosciute posarsi sulle sue, così inaspettate che gli mancò letteralmente il respiro.
"Per che cos'era?", domandò.
Ladybug indicò sopra le loro teste, là dove un ramoscello di vischio penzolava pigro.
"E perché volevo, a dire il vero. Buone feste gattino."

 
 
8. Things We Lost In The Fire

L'incendio aveva ormai inghiottito l'intero edificio. Marinette arrancava nel fuoco, coprendosi il naso con una mano e tenendo un tenero cagnolino bruciacchiato con l'altra. Appena riuscì ad uscire dallo stabile quasi a pezzi, consegnò la bestiolina spaurita ai padroni che, con occhi pieni di lacrime e gratitudine, la ringraziarono sommessamente.
Ma la piccola Ladybug era altrove con la testa, decisa a rientrare dentro e a cercare il suo compagno gatto -che aveva perso di vista poco fa e non aveva più rintracciato. S'imponeva di non pensare al peggio, ma quel brutto, bruttissimo pensiero si era ormai annidato dentro di lei e sapeva che non se ne sarebbe più liberata finché non l'avesse rivisto. 
Rientrò quasi immediatamente e non le ci volle molto per guardare il suo brutto pensiero prendere forma proprio davanti ai suoi occhi: Chat Noir giaceva a terra svenuto, incastrato sotto un enorme armadio che, malauguratamente, gli era crollato addosso. 
A poco servirono le mille proteste verso i pompieri, le urla che non riusciva a controllare, tutto il fumo che aveva aspirato e che le stava impedendo di piangere. 
Al suo risveglio nel letto di casa sua, svariate ore dopo, le bende sulle sue braccia erano un segno inconfondibile: nessun incubo. 
E, finalmente, potè versare le sue lacrime.

 
 
9. No More Secrets (pt. 1)

Passò una settimana, poi due, poi un mese, tre mesi, sei mesi, ma il ricordo nella mente di Marinette era ancora più vivo che mai.
Il suo caro Chat Noir si trovava presso uno dei migliori ospedali di Parigi ed era in prognosi riservata, ma le avevano assicurato che era vivo e si stava rimettendo. 
Questa notizia l'aveva indubbiamente sollevata, ma dentro di lei sapeva che non era abbastanza. 
Voleva rivederlo. 
Se lei se l'era cavata con qualche ferita ed una serie di altre piccole bugie bianche, il segreto di Chat invece era ormai diventato di dominio pubblico. D'altronde, se la scomparsa improvvisa del supereroe-gatto da Parigi coincideva casualmente con la prolungata assenza del famoso modello Adrien Agreste da scuola, beh, non era stato poi così difficile fare due più due. 
E così, quella notte Marinette decise di andare a pareggiare i conti.
 
 
(+1). No More Secrets (pt. 2)
 
Adrien non riusciva a dormire quella notte. Dall'ampia vetrata della sua stanza d'ospedale, si era perso a fissare la luna, grande e luminosa come non l'aveva mai vista prima. Il profilo della Tour Eiffel si stagliava contro di essa, creando un paesaggio schifosamente romantico che fece sentire il povero biondino ancor più solo di quanto non fosse. 
Erano settimane che suo padre non veniva a trovarlo, ma mandava Natalie ogni due giorni con qualche nuovo, costosissimo regalo per rimediare alla sua noncuranza. 
Sentì improvvisamente picchiettare alla finestra, e fu oltremodo sorpreso di vedervi la figura di Ladybug illuminata dai raggi della luna. 
Con passo malandato, Adrien si affrettò a farla entrare, le mani che gli tremavano per l'agitazione. La sua eroina lo stava finalmente guardando per la prima volta, non più da dietro una stupida maschera da gatto. La cosa gli faceva scoppiare il cuore dall'emozione. 
Improvvisamente, il travestimento a puntini sparì, rimpiazzato dal solito abbigliamento di tutti i giorni.
"Non mi sembrava giusto che tutti sapessero il tuo segreto, senza conoscere anche il mio", Marinette non sapeva da dove avesse preso tutta quell'audacia, ma era sicura di non aver mai provato una gioia così grande in vita sua. 
Adrien le sorrise come se le avesse fatto il dono più bello del mondo, poco prima di farsi stringere forte dalla ragazza che, per tutto quel tempo, aveva infestato i suoi sogni senza che lui se ne rendesse conto.
"Mi hai fatto spaventare a morte", mormorò con voce rotta.
Adrien ridacchiò. "Tranquilla, si dice che i gatti abbiano nove vite", sorrise, poggiando la guancia sul capo della ragazza. Le sue ciocche nere odoravano di biscotti e di casa. "E io te le voglio dedicare tutte, my lady."




NdA: Un'esplosione di tenerezza e dolciume con questi due ç_ç 
LadyNoir >>>> Adrianette (non so manco se sono i nomi giusti lol). Che poi in realtà sono la stessa cosa, ma io li amo molto di più in veste di supereroi :) 
Spero vi siano piaciute queste 9 (+1) drabblez! che in realtà così drabble non sono perché alcune sforano di parecchio le 110 parole ma facciamo finta di nulla vero?
Lasciate un parere se vi va :)
   
 
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