Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |       
Autore: Sabaku No Konan Inuzuka    05/07/2017    2 recensioni
{ Michael centric | Angel family | Archangels }
Delle tre volte in cui Michael pianse, e dell'unica volta in cui non si asciugò le lacrime.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Lucifero, Michael
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NdAutrice: Eccolo. Allora, questo è un promt che ho buttato giù in una serata di stanchezza e mentre mi facevo la doccia ho pensato fosse carino svilupparlo. E' la prima sul fandom di Supernatural, non ho grosse pretese ma avevo voglia di tastare il terreno anche qui, e so che non in molti amano Michael come faccio io perciò... Qui abbiamo un resoconto introspettivo dellla situazione da parte di un Michael a cui piacciono i colori e che ha difficoltà emotive. E' una raccolta di quattro OS già completa, di diverse lunghezze, solo da correggere, e se tutto va bene dovrei essere in grado di finire nel giro di pochi giorni se non in quattro. E niente, non mi aspetto molto, a voi!

PromptDelle tre volte in cui Michael pianse, e dell'unica volta in cui non si asciugò le lacrime.
Rating: Verde
Genere: Malinconico, introspettivo.


 









Fiore


Michael non era stato creato per provare emozioni, era stato creato per combattere, per comandare, per difendere e per obbedire, né più né meno. Non che non le provasse, ma erano del tutto secondarie al suo servo arbitrio, non contavano mai nel suo giudizio. Non era tutto questo granché nel comunicare, e forse fu questo a spingere Dio a creare un altro arcangelo.
Lucifer era diverso, era strano. Sin da quando era stato creato Michael lo aveva sempre guardato con curiosità, mentre lo cresceva. Lui rideva, piangeva e faceva battute. Era giocoso e allegro, e Michael semplicemente non capiva. Lui era devoto perché era stato creato per esserlo, ma l’altro no, Lucifer lo era per amore, un concetto che a Michael non era mai stato davvero chiaro.
A Dio piaceva Lucifer, più di Michael, questo era evidente persino agli occhi del primo arcangelo. Per questo era così confuso quando Dio creò Raphael. Raphael, che era simile a Michael, ma non abbastanza. Michael non era stato creato per la freddezza, cosa che Raphael era.  Raphael rappresentava l’estremo di ciò che Michael era, pareva quasi non avere emozioni a parte la devozione.
E se c’era un estremo per Michael, allora ce n’era uno anche per Lucifer, e quello era Gabriel. Gabriel era emozioni, le riportava tutte, in modo molto più profondo rispetto a Lucifer. Si sentiva a suo agio, difatti, solo intorno alla Stella del mattino. Non ci provava nemmeno a parlare con Raphael ed era notevolmente infastidito quando parlava con Michael. Sebbene sembrasse trovarlo divertente, dopo un certo punto lo piantava lì per andarsene da Lucifer. E Michael si sentiva sempre un po’ triste quando Gabriel lo mollava così, ma non aveva importanza. Michael non poteva capire le emozioni, era normale che Gabriel agisse così. Era strano, invece, che gli stesse ancora intorno.
E poi vennero creati gli altri angeli. Ognuno diverso, ognuno osservato attentamente da Michael, il cui dovere era crescerli e impararli alle armi. Lui insegnava la pazienza e ad essere soldati, Lucifer la fedeltà e l’amore, Raphael la devozione e la fiducia, e poi c’era Gabriel che faceva un po’ di tutto, ma lo faceva con le emozioni.
Il combattimento con Amara, così come quello contro i leviatani, aveva richiesto tutto ciò che loro insegnavano. O almeno, così diceva Lucifer. Per quel che riguarda Michael, era stato tutto lieve e semplice. Aveva fatto per bene la cosa per cui era stato creato: combattere. Era stato un bravo soldato, aveva protetto e combattuto, e sebbene i caduti gli avessero dato un po’ di malinconia, non era mai abbastanza da destabilizzarlo. Ogni tanto Lucifer e Gabriel ci riuscivano, ma puntualmente bastava la parola di Dio a fargli ritrovare la sua funzione.
Michael era ammirato da tutti (anche se mai quanto Lucifer), ma a lui non importava l’ammirazione, gli bastava che obbedissero. Questo però non lo faceva sentire meno solo. La solitudine non gli era mai piaciuta, dalla sua creazione non era mai stato veramente solo ma Dio aveva altri impegni. A volte Raphael colmava il suo vuoto, ma durava poco e nulla. Raphael lo guardava quasi come lui guardava il Padre, e questo lo riportava a sentirsi solo.
Soltanto Lucifer lo cercava perché voleva vederlo. Gabriel raramente lo cercava, di solito parlavano quando capitavano nello stesso luogo, cioè spesso. Lucifer invece cercava proprio lui. Sapeva che come Lucifer era il preferito di Dio, Michael era il preferito di Lucifer. Non sapeva perché, forse perché erano entrambi una strana via di mezzo, ma il legame c’era. Lucifer cercava di spiegargli le emozioni, gli insegnava l’amore e gli dava amore, e lentamente Michael cominciò a farselo bastare.
Tuttavia Michael capì cosa intendesse realmente Lucifer solo quando Dio creò il mondo, in particolare la Terra. Era bellissima. Di tutto il creato, quella era l'opera migliore del Padre, forse anche più di Lucifer.
C’erano tantissimi colori, e Michael aveva sempre avuto un debole per i colori. Verde, azzurro, bianco, celeste, marrone, rosa e rosso, gli stessi delle ali dei suoi fratelli, solo più accessi. Le sensazioni tattili erano stupefacenti e Michael semplicemente non poteva fare a meno di viverle e di guardarle. L’acqua fredda, il sole caldo, l’erba che faceva il solletico, il vento che accarezzava le sue ali. Era tutto talmente bello che non poteva smettere di guardare.
Amava guardarla. Lucifer se n’era accorto, e ogni volta che scendeva, tornava sempre con qualcosa per Michael. Di solito cose dal colore intenso, tipo una rosa, ma più frequentemente vetri, pietre preziose o superfici scintillanti e trasparenti. Sapeva che Michael le preferiva. Evidentemente lo aveva detto a Gabriel, perché anche lui cominciò a riportargli cose.
Lucifer lo faceva perché gli voleva bene e gli piaceva fare qualcosa per Michael, Gabriel perché, a sua detta, era così che Michael mostrava più spesso le emozioni. E Michael era d’accordo. Lui amava la Terra, amava il Padre per aver creato una tale meraviglia e amava i suoi fratelli perché gliene portavano sempre un po’. Non aveva mai provato un amore così forte, e adesso capiva perché Lucifer gliene parlasse sempre. I discorsi con Lucifer erano un po’ più frequenti.
Lui e Gabriel aspettavano spesso Michael in particolare in questo splendido bosco, ombreggiato dai rami e dal sole, pieno di fiori di diversi colori, con gli uccellini che cantavano, l’aria fresca tra le fronde e l’erba morbida. Tra tutti quei luoghi, Michael amava quel bosco un po’ di più rispetto agli altri luoghi.
Assieme all’amore, però, Michael scoprì anche il dolore. Quando Dio creò gli umani, Michael non era tanto impressionato. Si era inchinato a loro perché doveva, ma non perché li ammirasse. Dava per scontato però che lo avrebbe fatto presto, per questo oggettivamente non capiva la reticenza di Lucifer. Forse era la chiave della prigione di Amara sul braccio a spingerlo fin lì, ma credeva che il Padre avesse programmi per lui, per questo non si era preoccupato. Com’è ad oggi evidente, si era sbagliato.
Lucifer aveva dato il via a una ribellione, e tra tutti aveva chiesto l’appoggio proprio di Michael. Michael, che non aveva mai avuto la possibilità di scegliere, all’improvviso era stato messo in un bivio tra suo padre e suo fratello. Michael, che aveva lui stesso cresciuto Lucifer, ma era stato creato solo per acconsentire e dare devozione a Dio.
Michael amava Lucifer, era stato egli stesso a insegnargli il significato dell’amore, e forse sempre Lucifer era l’unico ad amare effettivamente Michael; non voleva scegliere, ma doveva, e Lucifer stava aspettando.
Michael non era stato creato per pensare, era stato creato per essere un bravo soldato, un bravo figlio, non avrebbe dovuto avere opinioni, e anche se le avesse avute era stato fatto per metterle sempre in secondo piano rispetto alle sue decisioni. Fu per questo che cacciò suo fratello, l’unico che l’aveva effettivamente amato, dal Paradiso.
Aveva sentito un dolore sordo alla sua Grazia quando lo aveva fatto, e non riusciva proprio a metterlo in secondo piano come era giusto che fosse, ma Lucifer era sulla Terra. Poteva ancora vederlo, ed era al sicuro. La Terra era bellissima, Lucifer, seppur esiliato, avrebbe vissuto in quella meraviglia.
Gabriel smise di portargli oggetti dalla Terra.
E poi gli uomini erano stati cacciati dall’Eden. Michael era un po’ sorpreso, ma non era nulla di paragonabile a quello che successe dopo.
Fuori dall’Eden, gli uomini erano primitivi, selvaggi, schiavi di emozioni ed istinti. Ci volle poco prima che scoprissero il fuoco, e nel modo peggiore che potesse accadere.
Fu poco tempo dopo aver conosciuto le prime fiamme che ci fu il primo incendio sulla Terra. Diedero per sbaglio fuoco ad un bosco, il suo bosco, ed era stato devastante. Gli uomini non provarono nemmeno a spegnerlo, non sapevano come fare. Ogni fiore completamente andato, gli alberi sporchi e nudi, l’erba increspata di cenere: un disastro.
Fu la prima volta che Michael pianse perché, semplicemente, fu la prima volta che perse per sempre qualcosa che amava davvero. Non se ne era reso conto fino a che Gabriel non gli aveva posato la mano sulla spalla; impegnato com’era ad osservare attentamente i resti di una foglia carbonizzata, per poco non aveva sobbalzato. Gabriel non disse niente, strinse forte la sua spalla e gli asciugò le lacrime prima di offrirgli l’unico fiore che si era salvato dalla devastazione.
Quel fiore era solo, proprio come lui.



 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Sabaku No Konan Inuzuka