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Autore: Recchan8    10/07/2017    0 recensioni
[SEGUITO di "Chance"]
"La prima volta che accadde arrivai a concludere che mi fossi sognata tutto: il mio arrivo alla Wammy's House, l'assurdo e ambiguo rapporto con Mello, la visita di Elle, e la tavoletta di cioccolata trovata al mio "risveglio".
E allora perché? Perché successe di nuovo?
A quanto pareva, la mia "missione" non era finita. Avevo fallito il primo tentativo: non ero riuscita a persuadere Mello a rimanere alla Wammy's House dopo la morte di Elle. Sapevo come le cose si sarebbero evolute... Mello si sarebbe unito prima alla mafia americana, poi avrebbe continuato le indagini con Matt, e infine sarebbe morto. Evidentemente c'era una forza maggiore che non voleva che ciò accadesse. Forse la mia volontà? La mia fantasia? La mia immaginazione? Insomma, in poche parole, quello che sto cercando di dire è che un giorno mi ritrovai nel quartiere di una città a me sconosciuta.
Strano, no?
Allora come reagireste se vi dicessi che fino a pochi attimi prima mi trovavo nel bagno della mia scuola?".
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Chance'
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Come di consueto, Mello non si fece vedere per tutta la giornata. Era sparito nel nulla: lui, la sua moto e il suo cellulare.
In attesa del suo tanto sperato ma improbabile ritorno, mi ero presa cura di Matt, accertandomi che le ferite non si riaprissero e che non fumasse troppo.
-”Il fatto che tu fumi le sigarette per non farle fumare a me non mi è molto chiaro”- aveva continuato a ripetere per un paio d'ore consecutive.
In realtà non era chiaro neanche a me per quale motivo mi fossi così attaccata a quel pacchetto malconcio di sigarette. Stavo rannicchiata sul divano con le ginocchia strette al petto, una sigaretta in una mano e la mia vecchia fotografia nell'altra. Mi guardavo, mi osservavo, mi fissavo. Matt rispettava il mio silenzio e raramente apriva bocca per dire o chiedermi qualcosa. Continuavo a rimuginare sulla nostra situazione, mia e di Mello, e su come, fondamentalmente, ci fossimo presi per i fondelli a vicenda. Io ero una bugiarda tanto quanto lo era lui: non gli avevo mai rivelato la mia vera identità, quali fossero le mie fonti, e non ero mai stata completamente sincera per quanto riguardava i miei sentimenti nei suoi confronti; Mello, dal canto suo, non aveva fatto altro che farmi dannare, farmi prima sperare e un secondo dopo disperare.
Spensi l'ennesima sigaretta nel posacenere e fissai il mozzicone accartocciato per più tempo di quanto non fosse necessario, come se si potesse realmente spegnere solo grazie al mio sguardo. Matt notò il mio indugio e si alzò sui gomiti, volgendomi un'occhiata interrogativa.
-”Credo di dover andare a cercarlo”- dissi. L'affermazione era incerta e traballante, me ne resi conto. Non sapevo cosa fare, cosa fosse meglio per me, per Mello, per entrambi.
-”Credi di dovere o credi di volere?”- mi domandò lanciandomi un'occhiata di sottecchi. -”O credi di voler dovere?”-.
-”Non capisco”- sussurrai confusa.
Matt sospirò e, dopo aver borbottato quella che alle mie orecchie parve un'imprecazione, riuscì a tirarsi su a sedere. Appoggiò la schiena allo schienale morbido del divano e sospirò nuovamente, questa volta a causa dello sforzo appena compiuto.
-”Se io non ti avessi svelato il mistero del cassetto, pensi che saresti andata ugualmente a cercarlo?”-.
-”Che domanda idiota”- mugugnai. -”Ovviamente”-.
-”Non fraintendermi. Quello che sto cercando di capire è per quale motivo tu voglia salvare Mello”- continuò. -”Salvarlo da cosa, poi, è un'altra questione. Ah, non fare quella faccia sorpresa! Credi che da quando sei comparsa in casa nostra io non ti abbia osservata? Ho capito che il tuo obiettivo è salvare Mello, ma non sono riuscito a comprendere il movente. Non che mi importi più di tanto, s'intende”- concluse con un'alzata di spalle.
-”E allora?”- lo incalzai sempre più confusa. -”Non capisco dove tu voglia andare a parare”-.
-”Posso avere una sigaretta prima?”-.
-”No”- risposi lapidaria e nascondendo il pacchetto dietro la schiena.
-”E dai!”- sbottò esasperato. Alzai gli occhi al cielo e gliene porsi una. Lui mi ringraziò e se la accese subito. -”Supponiamo che tu conosca il futuro e che sappia quale sia la sorte di Mello...”-.
Hai colto nel segno”, pensai sconsolata.
-”...E che questa sia piuttosto... brutta. Ovviamente, in quanto sentimentalmente legata a lui, desideri salvarlo, ma la domanda è: per il bene di chi?”- disse puntandomi la sigaretta contro.
-”Per il bene di chi?”- ripetei spaesata. -”Non ti seguo”-.
-”Ti pongo la questione in un altro modo, allora: a chi stai cercando di risparmiare una sofferenza immensa? A Mello o a te? Chi pensi che soffrirebbe maggiormente nel caso in cui Mello morisse?”-.
Socchiusi le labbra e non risposi. Riuscii a sostenere lo sguardo indagatore di Matt per una scarsa manciata di secondi, poi dovetti gettarlo a terra, imbarazzata e a disagio come non mai. Tutto mi sarei aspettata da Matt in quel momento, ma non una ramanzina etico-morale; una ramanzina che, purtroppo, mi fece soffermare a riflettere attentamente su quali fossero le mie reali intenzioni. Se Matt non mi avesse mostrato la fotografia che Mello custodiva con così tanta cura, sarei corsa al suo inseguimento? Se non avessi avuto una conferma dei suoi sentimenti nei miei confronti, sarei stata disposta ad adoperarmi e a usare ogni mezzo in mio possesso per cambiare il suo destino?
-”...Sì”- mormorai con gli occhi fissi nel vuoto. -”Sì”-.
-”cosa?”- mi chiese Matt.
Non c'era bisogno di farsi un esame di coscienza perché la risposta stava esattamente davanti ai miei occhi. Fino ad allora avevo agito spinta da un unico obiettivo e con nessuna certezza circa i sentimenti di Mello. Volevo salvarlo, che lui mi amasse o meno. Lui e Matt meritavano una vita e una morte migliore, indipendentemente da quello che c'era (o non c'era) tra me e il maniaco del cioccolato.
-”Voglio andare a cercarlo”- stabilii alzandomi in piedi. -”Voglio parlare con lui e mettere le cose in chiaro una volta per tutte”-.
Matt sorrise ed espirò il fumo dal naso. Tossì un poco e scosse lievemente la testa. Non disse nulla; si limitò a guardarmi e a continuare a sorridere.
-”Pensi che io stia sbagliando?”- gli domandai un poco indispettita.
-”Mi stavo solamente chiedendo come pensi di trovarlo, visto che non risponde nemmeno al cellulare”- sogghignò.
-”Oh, Matt...”- gongolai avvicinandomi al divano e chinandomi su di Matt. -”Ho una sorta di déjà-vu. Tu no?”-.
Lo vidi impallidire e lasciarsi cadere la sigaretta dalle dita. Distolse lo sguardo dai miei occhi e tentò di recuperare il mozzicone caduto sul pavimento.
-”Porca puttana!”- sibilò a denti stretti. Incrociò nuovamente il mio sguardo e scoppiò a ridere. -”Come quella volta alla Whammy's House, eh?”-.
Mio malgrado sorrisi debolmente.
-”Mi era bastato chiamarti per nome per convincerti ad aiutarmi”- mormorai malinconica.
Allungò una mano e mi accarezzò la testa.
-”Fallo di nuovo e io ti aiuterò. Un'altra volta”-.
Mi morsi il labbro inferiore e tentai di ricacciare indietro le lacrime. Feci un respiro profondo e annuii. Mi bruciavano gli occhi.
-”Mail... Ti prego”-.
-”...D'accordo”-.
Si alzò lentamente e, zoppicando un poco, si avvicinò alla finestra. Mi fece cenno di avvicinarmi e io obbedii.
-”C'è un parco poco fuori città famoso per la sua vista sulla città. Solitamente è frequentato da coppiette perché è considerato un posto molto romantico. Per qualche motivo è uno dei luoghi preferiti di Mello. Sono pronto a giocarmi la Play che adesso si trova là. Comunque, ti basta prendere la metro a quella fermata laggiù e scendere dopo altre nove fermate. Una volta uscita dalla metro, segui le indicazioni per il parco. Non ti puoi sbagliare, c'è solo un parco in quella zona. Se parti tra poco dovresti arrivare a destinazione prima del tramonto. Te la senti di andare da sola?”-.
-”Nessun problema”- lo tranquillizzai. -”Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento di uscire da questo appartamento da sola”-.
-”Bene, allora”- sospirò tornando a sdraiarsi sul divano. -”Buona fortuna”-.
Mi infilai il cellulare in tasca, sorrisi a Matt e mi diressi verso la porta d'ingresso. Posai la mano sulla maniglia e mi fermai. Mi voltai sotto lo sguardo incuriosito di Matt.
-”Ricordi quando tu e Mello stavate speculando su di me?”- gli domandai. -”Inizialmente avevi sostenuto che io fossi un'Immortale o un Homunculus”-.
Matt si passò una mano tra i capelli e scosse la testa, un poco imbarazzato.
-”Ci hai sentiti, eh? Be', dovevamo valutare tutte le alternative...”- si giustificò.
-”Hai anche detto che secondo te provenivo da un'altra dimensione”-.
-”Okay, Revi, d'accordo, ti chiedo scusa, io non...”-.
-”Bingo”- sussurrai facendogli l'occhiolino.
Me ne andai lasciando un Matt sbalordito sdraiato sul divano, con i suoi occhi verdi spalancati e le labbra socchiuse.

 

 

 

   
 
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