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Autore: Mel_mel98    13/07/2017    4 recensioni
Teen Wolf | In attesa della 6b | Liam | child!Theo | textfic, circa
Chiuse gli occhi. Si ricordava di quando Scott lo aveva trasformato in lupo, si ricordava quello come il momento più basso della sua esistenza. Si era sentito come un ladro, come un mostro, e aveva odiato Scott per questo. Adesso, sebbene molto attenuata, la sensazione dentro al suo petto si ripresentava. Questa volta il suo Alpha lo stava costringendo a diventare custode della pace, la guardia della città. E come un tempo non sapeva se sarebbe riuscito a sopravvivere come lupo mannaro, ora non era per niente convinto del fatto che potesse vegliare sugli abitanti di Beacon Hills.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Scott McCall, Theo Raeken
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Guardie e ladri
 

 

 


Lunedì sera
Liam si abbandonò sospirando tra le braccia del materasso. Era stanco, nonostante quella appena passata fosse stata una delle giornate più piatte e tranquille dell’ultimo anno. Non aveva fatto niente di particolare, ma era la sua testa, ricolma di dubbi e pensieri, che lo faceva arrivare esausto a fine giornata. Scott stava per trasferirsi, stava per lasciarlo da solo a fronteggiare tutti i problemi soprannaturali di Beacon Hills.
Non che avesse paura di non farcela, in fondo non era da solo. Aveva Mason, Hayden, Corey. Però… sapeva così poco di lupi mannari, mastini infernali, cacciatori. A malapena riusciva a controllare la sua stessa forza e rabbia, come poteva pensare di mantenere la calma in tutta la città?
Per un attimo soltanto, poco dopo la partenza dei Cacciatori Selvaggi, aveva pensato di potercela fare, se Theo si fosse mantenuto nei paraggi. Lui aveva una conoscenza molto più profonda del soprannaturale, conosceva trucchi e debolezze di ogni creatura. E poi avere una chimera in più dalla propria parte, con tutti i vantaggi che ne derivavano, sarebbe stato l’ideale. Ma Scott non si era rivelato della stessa opinione. Aveva promesso a Theo che se si fosse avvicinato ancora una volta a Beacon Hills, lui personalmente avrebbe trovato il modo di rispedirlo sottoterra.
E così, da quella volta Liam non lo aveva più visto.
Chiuse gli occhi. Si ricordava di quando Scott lo aveva trasformato in lupo, si ricordava quello come il momento più basso della sua esistenza. Si era sentito come un ladro, come un mostro, e aveva odiato Scott per questo. Adesso, sebbene molto attenuata, la sensazione dentro al suo petto si ripresentava. Questa volta il suo Alpha lo stava costringendo a diventare custode della pace, la guardia della città. E come un tempo non sapeva se sarebbe riuscito a sopravvivere come lupo mannaro, ora non era per niente convinto del fatto che potesse vegliare sugli abitanti di Beacon Hills.


 
Lunedì notte
“Quello è Theo?!”
“Sì beh, abbiamo avuto una sorta di... incidente.”
“Perché lo avete fatto tornare bambino?”
“Qualcosa è andato storto mentre cercavo di leggergli la mente...”
“Assurdo...”
“Sì, Liam, sai cosa ti sembrerà assurdo anche?”
“Cosa?”
“Che debba occupartene tu, finché Deaton non ci dà una soluzione.”
“Stai scherzando, spero.”
“No… io sono via tutta la settimana, ma se ti dà problemi eventualmente da martedì prossimo penso io a lui. Non mi va di lasciarlo in carico a mia madre, ha già tanti pensieri.”
“E quindi hai pensato bene di lasciarlo a me?”
“Sei il mio beta, avanti… sono solo pochi giorni.”
“Non credo di saperci fare, con i bambini.”
“Ma ho saputo che ci sai fare con Theo. So… so che tiene a te. Sarà perché tu lo hai tirato fuori da dove lo avevamo rinchiuso...”
“Va bene, non ne parliamo più, per favore. Lascia qua Theo e chiudiamo la questione, Scott.”
“Grazie Liam.”
 
Martedì mattina
Liam osservò il bambino che dormiva sul suo divano, accoccolato contro uno dei cuscini di seta che sua madre tanto adorava.
Era piccolo, magro, con i capelli arruffati e le guance sporche di terra.
Ogni tanto si lasciava sfuggire qualche mormorio, nel sonno. Sembrava indifeso, inoffensivo, assolutamente diverso dal Theo adolescente che aveva conosciuto in precedenza.
Liam gli appoggiò sopra una coperta e si diresse in cucina, a prepararsi la colazione. Con il trambusto che l’arrivo del bambino aveva causato, si era scordato di mangiare.
Quando era ritornato in soggiorno, aveva trovato Theo sveglio, con lo sguardo perso nel vuoto.
“Tutto bene?” aveva domandato Liam, titubante.
Il piccolo aveva annuito, voltandosi a guardarlo. “Ho… fame.”
“Vieni con me in cucina, vediamo se c’è qualcosa che ti piace.”
 
Mercoledì pomeriggio
“Perché non ricordo niente?”
“È una lunga storia” fece Liam, evasivo.
“Lunga quanto?”
“Tanto.”
“Tanto tipo?”
“Lunga tipo da qui fino… fino in Cina.”
Theo si morse il labbro. “È tanto lontana la Cina da Beacon Hills?”
“Lontanissima Theo” disse Liam, cercando di rimanere serio.
Il bambino sbuffò, sprofondando tra i cuscini del divano.
“Almeno me lo dici se ci siamo mai visti, prima di oggi? Abbiamo giocato mai insieme?”
“Abbiamo giocato, sì.”
“A che gioco abbiamo giocato?”
“A… a guardie e ladri. Hai presente?”
“E io chi facevo?”
“Tu il ladro.”
Theo sorrise, raggiante. “Lo sapevo. Mi piace fare il ladro!”
“Già...” sospirò di rimando Liam.
“E tu? Eri la guardia?”
Liam ci pensò un attimo. “No.”
“Come no? Allora che facevi tu?”
“Niente. Guardavo per imparare a giocare.”
“Ma dopo un po’ che guardavi… non sei venuto a giocare anche tu?”
“Sì” mormorò il ragazzo “Ma non ero molto bravo, e ho fatto un casino.”
Theo si avvicinò a Liam, seduto in poltrona dall’altra parte della stanza, per posargli una mano su un ginocchio.
“Imparerai, a forza di giocarci. Forse sei già migliorato, da quella prima volta.”
Liam ridacchiò. “Ci puoi scommettere.”
 
Giovedì mattina
“Liam?”
“Sì?”
Theo sembrava improvvisamente preoccupato.
“Dimmi tutto Theo.”
“Tu ed io siamo… amici?”
“Certo, amici sì.”
“E perché siamo amici?”
A questo Liam non sapeva rispondere. Né con parole semplici, né con parole complesse.
“Perché io una volta ti ho tirato fuori da una brutta situazione. Una volta io ho salvato te. Poi tu hai salvato me. Due volte.”
“E gli amici sono amici perché si salvano una volta per uno?”
“Più o meno, sì.”
Theo tacque un attimo, pensieroso. “Mi racconti di quando io ho salvato te?”
“Eravamo di fronte a tanti cattivi, eravamo stanchi e rischiavamo di perdere, e di far perdere anche tutta la nostra squadra. Così, per lasciare la possibilità almeno ad uno di noi di salvarsi dalla furia dei cattivi, tu mi hai afferrato, mi hai chiuso in un ascensore e mentre le porte si chiudevano e si bloccavano, tu hai cominciato a correre verso i cattivi, per sconfiggerli tutti senza che io mi facessi male.”
Liam parlò tutto d’un fiato, pensando a quanto ridicola dovesse suonare quella storia, persino agli occhi di un bambino con una fervida fantasia.
Theo rispose con un sorrisetto. “Non dire bugie.”
“Io non dico bugie, è così che è andata, più o meno.”
“Ma non è possibile” disse Theo scuotendo il capo energicamente.
“E perché mai?”
“Perché io non corro quasi mai. Ho paura di non respirare, per l’asma.”
“Ah dell’asma te ne ricordi?”
“Non me ne ricordo… lo so.”
“Ma lo sai che non è vero che chi ha l’asma non può fare attività fisica, vero?”
“Lo so, ma ho paura lo stesso.”
“Beh, quel giorno, sei andato oltre la paura.”
I due si guardarono per qualche secondo negli occhi.
“Vorrei ricordare quel momento come lo ricordi tu” sospirò infine Theo “Deve essere stato bello.”
“Prima o poi ricorderai. Non c’è fretta.”
 
Giovedì notte
“Ehi, Theo, calma!”
Liam si era ritrovato sveglio nel cuore della notte a consolare un Theo in lacrime e apparentemente inconsolabile. “Va tutto bene, era solo un sogno.”
“Erano… e volevano… ed io...”
Theo respirava a fatica, le mani strette in quelle di Liam tremavano per la paura.
“Respira, Theo, respira. Come faccio io… metti l’aria prima dentro ai polmoni, poi la butti fuori…. Dentro, fuori...”
Il bambino lo imitò, e dopo pochi minuti la calma sembrava essere tornata.
“Ecco così, bravo...”
“Erano tre, alti e scuri. Volevano mettermi un nuovo cuore. E io lo prendevo da una bambina...”
Liam tirò verso di sé la figura tremante che aveva davanti a sé, e l’abbracciò. Non poteva sopportare di guardarlo negli occhi in quel momento.
“Va bene così, Theo, non importa tu vada avanti. La conosco questa storia...”
Theo si fece più piccolo contro il petto del ragazzo. “Quindi… non è un sogno mio?”
“Stai ricordando, Theo. È un tuo ricordo.”
“Quindi… è successo davvero? Esistono davvero quei tizi?”
Liam scosse la testa. “No, per fortuna oggi non ci sono più.”
“Come lo sai?”
“Io c’ero quando sono stati sconfitti, una volta per tutte. E c’eri anche te, Theo.”
“E perché mi sono ricordato di quando mi hanno preso ma non di quando io ho preso loro?”
“Non lo so Theo, questo non posso saperlo.”
 
Venerdì mattina
“Di chi è il mio cuore?”
Nessuna risposta.
“So che lo sai. Tu sai tutto a quanto pare.”
“Non ho mai detto di sapere tutto.”
“Ma lo dico io. Mi dici di chi è quella bambina che ho visto?”
“Non chiedermelo...”
“Perché non devo chiedertelo? Voglio saperlo.”
“Lascia stare, Theo.”
Liam stava raccogliendo i vestiti sporchi che durante la settimana aveva lasciato sparsi per la sua camera. Non voleva dire a Theo che aveva ucciso sua sorella per il suo cuore. Come non voleva dirgli di averlo rinchiuso in un luogo in cui sua sorella si era presa la sua meritata vendetta.
“Mi dici almeno come si chiamava?”
“Perché? A che ti serve darle un nome?”
“Le ho rubato il cuore, è il minimo che possa fare.”
Liam sospirò, stanco. “Si chiamava Tara, ok?”
“La conoscevo?”
Silenzio.
“Tu la conoscevi?”
Silenzio.
“Perché proprio lei?”
“Basta, Theo.”
“Voglio sapere.”
“Dovresti goderti questi momenti in cui non ricordi, invece. Certe volte, i ricordi sono scomodi. Non ti è bastato stanotte?”
Theo serrò i denti, mentre i suoi occhi diventavano lucidi.
“Non piagere, su” disse Liam, pentendosi del tono aggressivo con cui aveva pronunciato le ultime parole.
“Io non so chi sono. So solo cose poco importanti, come l’asma. Io mi sento… perso. E ci sei solo tu, qui. E hai detto di essere mio amico. Perché non me lo vuoi dire, che cosa ho fatto?”
Liam non sapeva cosa rispondere. E alla fine disse “Non mi piace parlare di quel periodo. Non eravamo amici, allora.”
“Ma io… io sono anche quello, no? Io sono tutto, tutto quello che ho fatto.”
“Lo so.”
 
Sabato mattina
Theo era in giardino, ancora in pigiama. Guardava le macchine viaggiare sulla strada, poco al di là del cancello di casa Dunbar.
“Che ci fai qui?”
Questa volta fu lui a non rispondere. Ma si voltò, per guardare Liam in viso.
“Io lo so perché non volevi parlare di Tara. È perché pensavi che parlando di lei avrei ricordato ciò che c’è là sotto?”
Liam sgranò gli occhi. Annuì, perché non c’era nient’altro che potesse fare.
“Beh, ho ricordato lo stesso, anche se non mi hai detto niente.”
“Theo...”
“Tu c’eri, quando si è spaccato il pavimento e sono finito sotto terra. Tu c’eri, Liam. Però, c’eri anche quando ne sono uscito. Perché? A questo puoi rispondere?”
“Perché avevo paura di te, ecco perché c’ero la prima volta e non ho fatto niente. E la seconda… è perché avevo bisogno di te.”
Theo sospirò sonoramente.
“Theo… anche io come te sono sia buono che cattivo. Tutti, siamo fatti così.”
“Sì ma tu… mi volevi dimenticare. Io ti voglio ricordare tutto invece.”
Liam avanzò lentamente fino a sedersi sul prato accanto a Theo.
“È più facile dimenticare. Il cervello c’è abituato. Ricordare invece… è faticoso. E certe volte fa male.”
“Perché io non ricordo niente?”
“Scott, quello che ti ha portato qui qualche giorno fa, ti ha trovato ridotto maluccio i primi di settembre nella riserva, ha fiutato il tuo odore. Erano mesi che non avevamo tue notizie. Credevamo te ne fossi andato per non tornare mai più. O meglio, così ti aveva detto Scott.”
“Come mai sono tornato?”
“Non lo hai fatto di tua volontà. Ti hanno massacrato e hanno lasciato ti trovassimo. Ma non sappiamo chi ha fatto questo, perché quando hai ripreso i sensi, tu non sapevi dircelo. Così, Scott stava cercando di capire come farti ricordare il volto del tuo aggressore, quando… hai dimenticato praticamente ogni cosa.”
Aveva omesso i particolari soprannaturali, anche se forse non ne aveva più bisogno. Aveva la crescente sensazione di star parlando con il Theo adolescente, non più con il bimbo senza ricordi.
“Secondo te… tornerò com’ero prima?”
“Non lo so, Theo. Ma Beacon Hills è piena di risorse, troveremo una soluzione.”
“Saremo ancora amici, quando tutto questo sarà finito?”
“Certo. Se mi perdonerai che averti spedito in quell’inferno.”
“Per quello ti ho già perdonato. Il fatto però che volevi far finta non avessi mai fatto le cose cattive che ho fatto… quello non te lo perdono.”
“Ma se… se dimenticassimo che cosa è successo prima… forse Scott non ti allontanerebbe dalla nostra città...”
“Non importa, se mi ha allontanato. A me piace fare il ladro, e i ladri sono quelli che scappano.”
Theo esitò un attimo, prima di chiedere “Tu che cosa sei? Guardia o ladro?”


 
Lunedì notte
Liam si svegliò confuso, nel cuore della notte.
Era stata la vibrazione del telefono sul comodino che aveva interrotto il suo sogno.
Pronto?”
Abbiamo trovato Theo.”
Dove siete? Arrivo subito.”
Da Deaton.”
Liam si tirò su dal letto, combattendo contro la stanchezza dei suoi occhi e il dolore dei suoi arti.
Infilò la prima maglietta precedentemente abbandonata sulla sedia di fronte alla scrivania, e cercò nei pantaloni le chiavi della sua auto.
Guardia. Lui era decisamente una guardia.


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Note dell’autrice
E, niente: sono tornata. Con una storia che probabilmente interesserà pochi, ma dopo tanto tempo ho sentito il bisogno di pubblicare qualcosa.
Sì, ho visto il trailer della 6b e sì, ho fangirlato come una scema tutto il tempo. Ho seguito il grande evento su tumblr, rebloggando quasi ogni post dei miei blog preferiti (che purtroppo però sono tutti stranieri, e quindi non mi offrono una grande possibilità di dialogo).
Ho già scritto di Liam e Theo, personalmente li adoro insieme, li trovo estremamente particolari. Era da tempo che volevo descrivere un Theo bambino, quel Theo debole e innocente che non abbiamo mai visto. È inevitabilmente un po’ OOC, ma ho fatto del mio meglio per contenermi.
Ho di recente letto una text!fic e ne sono rimasta profondamente affascinata: sono però ancora incapace di scrivere qualcosa che sia composto esclusivamente da dialoghi, quindi… ecco qui il mio piccolo ibrido. Spero non lo demoliate con troppa violenza.
Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate, di questa fic, di questa coppia e di questo show in generale. Io sono sempre disponibile per chiacchierare di cose futili!
A presto,
Mel  
   
 
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