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Autore: orchidee    14/07/2017    0 recensioni
Buongiorno a tutte! È la prima volta che scrivo e vi ringrazio, perché siete state voi ad ispirarmi. Non sarà una storia lunga e i protagonisti sono solo loro, Betty e Armando. Ho pensato di cambiare completamente il finale, facendo iniziare tutto dalla sera in cui Armando dedicò a Betty una canzone. Spero che le mie fantasie vi piacciano. Grazie a chi vorrà dedicare un po' di tempo alla lettura della mia storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 11 Armando uscì dall'ufficio un po' prima, voleva passare da casa per cambiarsi e voleva comprare un pensiero da portare a quella che per lui era ormai la sua donna. Stava per prendere l'ascensore ma prima di riuscirci dovette subire le solite frecciatine di Ugo che si infilò nel l'ascensore con lui. Ugo prima di lasciarlo andare e recarsi in produzione non mancò di rifilargli una battuta pungente, poi rivolto alla ricezionista disse: "Signorina, la smetta di guardarlo in questo modo, mette in imbarazzo anche me che non sono l'oggetto dei suoi desideri! Ha capito? Lui non la vede nemmeno sa? È impegnato! Ha capito I M P E G N A T O! E la donna di cui brama le attenzioni, è una donna di classe, molto bella, una vera signora sa? Ha capito? E tu Armandino? Hai capito? Quella signora è speciale sai? Tu non la meriti proprio per nulla, io non le capirò mai le donne... Prima March e ora lei..." Poi gli sussurrò avvicinandosi "non sto scherzando Armando! Fai attenzione con lei. O questa volta non la passerai liscia" Berty aveva parlato di loro a Ugo? Ne era lusingato ma non sopportava che nessuno riuscisse a dargli credito. Salutò la ricezionista imbarazzata pregandola di non dare importanza a Ugo e guardando male lo stilista uscì per recuperare la sua auto. Arrivò all'albergo di Betty con in mano dei fiori e un pacchettino colorato. Fu accompagnato nel suo appartamento dal cameriere e fu introdotto dallo stesso, ad aprire la porta si presentò Lucia, con accanto il bambino di Betty. Salutò cortesemente ed entrò. Lucia lo fece accomodare e lasciati l'uomo e il bambino soli, andò a chiamare Bettyy. "Ciao Riccardo, io sono Armando, un amico della tua mamma, ti ha parlato di me? Ecco, tieni! Questo è un piccolo regalo per te." Porse al bambino il pacchettino colorato. Il piccolo, lo guardò incuriosito, e poi lo salutò a sua volta chiedendogli se poteva scartarlo. "Riccardo, ringrazia Armando per favore." Armando si alzò e salutò la sua Betty che ogni giorno gli sembrava più bella. "Ciao Armando, ti presento Lucia, la tata di Riccardo, e lui, lo hai già conosciuto, i fiori sono per noi? Sono molto belli grazie. Lucia per favore, puoi sistemarli in un vaso?. Accomodati Armando, posso offrirti un aperitivo? Ad Armando il comportamento di Betty apparve molto formale, lo capiva, ma avrebbe solo voluto accorciare le distanze in fretta! "Mamma, posso aprire il mio regalo?" "Certo tesoro." Riccardo scartò il pacchetto e trovò una graziosa macchina blu, una Mercedes. Betty scoppiò a ridere e Armando si sentì un po' meno a disagio. La cena fu molto tranquilla, si divertirono e scherzarono, Riccardo raccontò tante cose, di Cartagena, dell'asilo, della bella vacanza che stavano passando. Raccontò ad Armando che aveva visitato il museo con i dinosauri e Armando lo ascoltava interessato e divertito. Betty li osservava e si rendeva sempre più conto che il suo era stato un errore enorme. No, lui non l'avrebbero perdonata! "Lucia, ti prego, accompagna Riccardo a lavarsi i denti e a mettersi il pigiama, lo aspetto per dargli la buonanotte!" Restarono soli per pochi istanti e Armando le si avvicinò sul divano dove avevano preso il caffè. "È molto carino tuo figlio, si vede che hai fatto un ottimo lavoro" "Grazie Armando...eccoti qui piccola peste! Sei pronto per andare a nanna?" Il bambino annuì e le stampò sulla guancia un rumoroso bacio. Poi un po' intimidito si rivolse ad Armando porgendogli la manina. Armando gliela strinse "È stato un vero piacere conoscerti, mi piacerebbe rivederti se ti va, magari potremmo andare a mangiare un gelato. Conosco un posto dove lo fanno davvero buono!" Riccardo gli sorrise entusiasta e si avvicinò ancora di più fino ad abbracciarlo dandogli un bacio. A Betty, scese una lacrima.. "Dottoressa Betty, sono contento che sia stata una bella serata... Per me è stato bello, per te? " "Credo sia andato tutto bene, sei piaciuto molto a Riccardo... Questo non immagini quanto sia importante..." “Beh sì, è importante! Del resto dovrà abituarsi alla mia presenza...” Betty gli sorrise, Armando, aveva ragione, Riccardo avrebbe dovuto accettarlo, ma non come compagno di sua madre, come padre. “Mia Betty, non è molto tardi, che ne dici se andassimo a concludere questa bella serata da me?” “Non posso Armando, dovrei avvertire Lucia, prendere la macchina e preferirei rimanere qui stasera.” “E se prenotassi la camera accanto? Potrei tornare a casa domattina e tu non usciresti dall'albergo...” Disse Armando con un sorriso malizioso sulle labbra. Betty avrebbe solo voluto abbracciarlo, farsi stringere e baciarlo, ma doveva mantenere la calma e declinò l'invito! “Betty, perché sei così distante? Non capisco, credevo che tutti i dubbi fossero stati cancellati. Pensi non sia sincero? Credi che sia un gioco?” Betty era sopraffatta, sapeva che il suo segreto li avrebbe separati e forse lui non l'avrebbe mai perdonata, sapeva di dovergli parlare, di dovergli dire la verità, ma non era pronta a dirgli addio dopo quello che era successo, lo voleva ancora! Aveva desiderato quell'uomo da quando lo aveva visto la prima volta e ora che tutto sembrava poter funzionare doveva dirgli che lei gli aveva mentito per 5 anni. Si abbandonò sulle sue braccia, lo baciò con passione e gli chiese di portarla via per stare soli! Per amarsi ancora e per poterlo sentire suo almeno per un'altra notte. Armando ne fu felice anche se non capiva come mai l'atteggiamento di Betty fosse così mutevole. Chiamò la reception e prenotò una camera nello stesso albergo, scese un momento per i documenti e le pratiche di accettazione e tornò da lei. Le prese la mano e l'accompagnò nell'altra camera. Era silenziosa, quasi distratta. Armando le si avvicinò e le sussurrò che l'amava. Capiva che la situazione tra loro doveva essere chiarita, ma se loro stavano insieme tutto sarebbe stato semplice. Lei lo guardò negli occhi e cominciò a sbottonargli la camicia, senza dire una parola. Lui fece lo stesso e poco dopo si ritrovarono sul letto a fare l'amore. Betty accarezzava i capelli di Armando con dolcezza. Si era addormentato sul suo petto. Si avvicinò a lui e gli sussurrò che lo amava, che non aveva mai smesso di amarlo. Armando si svegliò e la guardò “Ripetilo, dimmelo adesso!” “Ti amo! Ti amo da sempre e non ho mai smesso di amarti”. Lui le accarezzò il viso e la baciò. “Armando, io... Vorrei che questo per noi fosse l'inizio di qualcosa di importante...” “Lo è Betty, ci amiamo e da ora possiamo pensare solo a noi due!” “Io devo tornare a Cartagena tra qualche giorno.” “No Betty la tua vita è qui, dove ci sono io!” “Devo tornare per sistemare alcune cose...” “Allora verrò con te, è da tanto che non mi prendo qualche giorno di vacanza. Lunedì Nicola e Marcella torneranno al lavoro e io potrò prendere un po' di tempo per me, per noi! “ “Armando, ascoltami bene, resterai qui. Servirà a te e a me! Armando ora devi ascoltare bene ciò che sto per dirti. Ma ti chiedo di promettermi una cosa...” Armando acconsentì. “Promettimi che manterrai la calma! Sono andata via con Michelle 5anni fa perché avevo paura. Stavo male per quelle maledette foto. Sembravano così reali, tu non le avevi smentite. E poi altri giornali, altre foto...” “Amore mio mi dispiace. Devi aver sofferto molto...” “Sì, Armando. È stato un periodo buio. E poi Michelle mi ha dato quell'appiglio che mi serviva per riprendermi...” “Betty lo so! Tutto è successo per colpa mia! Ma ora siamo qui, insieme!” “Per favore, lascia che ti spieghi! Quando avrò finito ti alzerai e andrai via...” “Ma che stai dicendo Betty? Vuoi che me ne vada?” “Sarai tu a volerlo! “ Armando non capiva e la lasciò continuare “Avrei dovuto dirtelo, ma non potevo! Non volevo rovinare la tua storia d'amore. Poi quando ho saputo che tra te ed Alessandra era finita...” “Betty, non c'era niente, non è mai iniziata nessuna storia...” “Lo so ora, Armando, lo so ora! Comunque non puoi negare che dopo poche settimane dal tuo rientro a Bogotà hai ricominciato la vita di prima, feste, donne, eventi...” “Betty io ti ho visto sposare Michelle... Ero lì e tu hai sposato un altro uomo... Avrei potuto intervenire creare uno scandalo ma non l'ho fatto! Non l'ho fatto per te! Ho rispettato la tua scelta, ti ho lasciato andare! “ “Questo non lo sapevo” disse Betty commossa “io non lo sapevo... Se tu... Se ti avessi visto io...” “Betty ti prego, non continuare! Non facciamoci altro male” “No, questa notte ti dirò tutto... Michelle mi ha dato la possibilità di salvare me stessa e la mia famiglia, lui ecco... Lui... Lui ha dato un nome a mio figlio, gli ha fatto da padre. Lo ha amato e... Ora che non c'è più... Glielo avevo promesso che avrei detto la verità...” “Betty cosa stai dicendo? Michelle non è il padre di Riccardo?” Armando sentí il cuore smettere di battere per qualche attimo... Cosa gli stava dicendo Betty? “Betty, sii chiara per favore. Michelle non è il padre di tuo figlio? Betty per favore!” Quasi gridò Armando “Armando il padre di Riccardo sei tu” disse Betty con un filo di voce... Armando rimase in silenzio, distolse lo sguardo su quella donna che amava ma che in un istante si era trasformata in un'estranea. Com'era possibile? Eppure aveva capito bene ciò che lei gli aveva detto. Quel bambino appena conosciuto, che aveva solo intravisto in alcune occasioni era suo figlio. Si alzò dal letto, mentre Betty piangeva e lo implorava di perdonarla. “Taci ora! Non dire più niente! Sta zitta!” “Merito il tuo odio, spero solo che un giorno troverai il modo per accettare questa... Di accettare Riccardo! Lui non ha nessuna colpa” Betty si diresse lentamente in bagno si sciacquò il viso e si rivestì. Quando uscì Armando non si era mosso di un centimetro, era immobile e completamente fuori di se. Le lacrime scendevano sul suo volto. “Non osare uscire da quella porta Betty! Mi devi qualcosa di più che poche parole...” Betty gli si avvicinò e gli prese fra le mani il viso e lo guardò negli occhi. “Tu hai tutte le ragioni per odiarmi. Ho sbagliato, sono stata avventata! Potrei dirti che la colpa è anche tua, per tutto il male, gli intrighi, ma non è così! Io non mi sono fidata di te, io sono scappata, io ho mentito a tutti per tanto tempo! Io sono colpevole Armando! Solo io! Ora, sono qui a dirti che ti amo senza pretendere di essere ricambiata! Sai la verità ora! Riccardo è tuo figlio! Non ti sto chiedendo nulla, era solo giusto dirti la verità anche se troppo tardi!” “Betty, mi hai tolto un figlio! Che razza di mostro credevi io fossi? E chi sei tu? Cosa hai fatto? Chi è il mostro tra noi due?” A Betty tremarono le gambe, gli lasciò il viso e si allontanò di un passo. Aveva ragione! Non poteva far altro che subire le sue parole!
   
 
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