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Autore: _Leef    16/07/2017    5 recensioni
Dean Winchester ha diciotto anni, frequenta l'ultimo anno di liceo e la sua classe è un vero e proprio inferno.
Capeggiati da Castiel Novak, molti ragazzi preferiscono fare casino e divertirsi, piuttosto che seguire le lezioni, e i professori non sembrano voler fare nulla per cambiare questa situazione. Quindi ci penserà Dean a sistemare le cose, grazie all'aiuto di Gabriel, ma presto si accorgerà che dietro allo sguardo gelido di Castiel si nasconde una storia drammatica e sarà disposto a tutto pur di aiutarlo.
I due diventano praticamente inseparabili, nonostante le loro personalità diametralmente opposte, e quando Castiel bacia Dean a tradimento, gettandolo nella più completa confusione, quella che sembrava solamente una profonda amicizia si trasforma in qualcos'altro.
[ Kodocha!Au – Sana!Dean/Heric!Cas – Ispirata all'anime conosciuto in Italia come "Rossana". ]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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I Will Try to Fix You



Capitolo 1: Dean, pensaci un po' tu!


When you try your best but you don't succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse

8.30

Quando Dean guarda la sveglia, quella mattina, quasi la lancia dalla finestra.

Strabuzza gli occhi nel realizzare di essere di nuovo in un mostruoso ritardo, ma lo fa con esasperazione, non con sorpresa, perché ormai ha capito di essere decisamente irrecuperabile. Urla qualcosa come Sammy, perché non mi hai svegliato!?, probabilmente alla casa vuota perché suo fratello sarà uscito da un bel po'.

Si lancia giù dal letto il più in fretta possibile, si infila i primi vestiti che riesce a recuperare -un paio di jeans che hanno visto anni migliori, una maglietta dei Metallica-, poi corre giù per le scale. In cucina non c'è niente di commestibile già pronto, così spalma un po' di marmellata su due fette di pane -la colazione è importante e in nessun universo Dean Winchester esce di casa senza aver mangiato-, se le infila in bocca, afferra la giacca di pelle e si lancia direttamente nella sua Impala.

Tutta la sua famiglia sembra essersi dimenticata di lui visto che sono già tutti fuori, ma ormai hanno accettato il fatto che Dean sia un ritardatario compulsivo: non riuscirebbe ad arrivare puntuale a scuola nemmeno se iniziassero a pagarlo per farlo.

Quindi parcheggia in uno dei posti liberi di fronte al suo istituto e si fionda dentro, raggiungendo di corsa la sua aula.

Quando apre la porta, come tutte le mattine, non si stupisce del caos che vi regna sovrano. Non c'è un singolo banco al suo posto, la professoressa di inglese si sta riparando dietro alla cattedra dai vari oggetti che volano per tutta la classe e altri suoi compagni sghignazzano amabilmente come bambini delle elementari.

-Dean!-

Quando il ragazzo sente una voce famigliare chiamarlo, si volta immediatamente: Benny gli si avvicina con uno sguardo a dir poco incazzato. -Per fortuna sei qui, guarda cosa stanno combinando oggi!-

Dean osserva un gruppo di ragazzi che continua a lanciare in giro qualsiasi cosa capiti loro sottomano e poi si passa una mano sugli occhi, esasperato. Lui stesso non è mai stato un fan della scuola, non gli piace particolarmente studiare, ma persino lui vorrebbe avere un po' di pace durante le lezioni. Dopotutto, ci sono dei suoi compagni che amano studiare e non capisce perché dei ragazzini viziati ed egoisti debbano privarli di quel diritto.

A questo punto il ragazzo sbuffa e poi appoggia la propria cartella per terra, sforzandosi di abbozzare un sorriso rivolto a Benny e a Charlie, un'altra sua amica che si è avvicinata proprio in quel momento. -Okay, datemi un attimo e vediamo cosa possiamo fare.-

Dean alza lo sguardo sul responsabile di tutto quel casino, sull'istigatore di questa guerra ad oltranza nei confronti di ogni singolo insegnante.

Castiel Novak se ne sta seduto sul davanzale, con le braccia incrociate e i piedi appoggiati su un banco di fronte a lui: ha lo sguardo abbassato su un libro, un paio di cuffie che gli pende dalle orecchie e la sua solita espressione neutra.

E' lui la causa di tutto, il capo del branco di scimmie ignoranti che si ostina ad impedire il regolare svolgimento delle lezioni. Per qualche astruso motivo, gli insegnanti sembrano avere paura di lui e gli fanno fare qualsiasi cosa voglia, senza mai obbiettare o provare a punirlo. Dean lo odia da sempre, da quando si è trasferito nella loro classe e ha iniziato a comportarsi come se fosse il re del fottuto universo, lo prenderebbe volentieri a schiaffi, se potesse.

Quindi il giovane Winchester si rimbocca le maniche e si avvicina a Castiel; afferra le sue cuffie e gliele strappa letteralmente via dalle orecchie, lanciandogli un'occhiata inferocita. -Ordina immediatamente ai tuoi scagnozzi di smetterla di fare tutto questo fottuto casino!-

Castiel, impassibile come sempre, non fa una piega, giusto per non smentirsi mai. Alza semplicemente gli occhi su di lui e Dean rabbrividisce, perché gli occhi di questo ragazzo non sono normali. Sono glaciali ed implacabili, di un blu impossibilmente profondo, e sembrano scrutarti talmente in profondità da poter raggiungere direttamente la tua anima.

Comunque, nonostante Dean adesso stia deglutendo alla vista di quello sguardo così freddo, Castiel si limita ad infilarsi di nuovo le cuffie nelle orecchie e tornare a leggere il suo libro.

-Ehi!- sbotta quindi Dean, irritato da quella mancanza di considerazione. -E' bello vedere che anche oggi come tutti gli altri giorni sei di malumore, ti è andato storto qualcosa!?-

Castiel non alza lo sguardo, ma gira pagina e fa un piccolo cenno infastidito con la mano.

Dean inizia a diventare rosso di rabbia e a perdere la pazienza, perché sul serio ormai non si tratta nemmeno più delle lezioni o dello studio. Si tratta di rimettere un po' in riga questo ragazzino insolente che crede di essere il capo di tutto, quando in realtà comanda un paio di mocciosetti infantili che lo seguono più per convenienza che per altro.

Il ragazzo dagli occhi verdi quindi, sempre più incazzato, si volta di scatto e afferra per un braccio sia Charlie che Benny, costringendoli a sedersi accanto a lui dopo aver sistemato un paio di banchi al loro rispettivo posto.

-Non ne posso più, giuro che mi viene voglia di strozzarlo- ringhia il Winchester, sbattendo ripetutamente la fronte contro il proprio banco, sforzandosi di ignorare tutto il casino che c'è attorno.

Charlie si scosta una ciocca di capelli rossi dalla fronte e sbuffa, tamburellando con le dita sulla superficie legnosa. -Sicuramente nessuno sentirebbe la sua mancanza.-

Benny si massaggia pensosamente il mento. -E' strano il fatto che nemmeno il preside Crowley intervenga. Dopotutto questo comportamento è degno di un ragazzino delle elementari, al liceo nessuno fa più certe cose.-

Dean sospira e alza gli occhi giusto in tempo per vedere Castiel scivolare giù dal davanzale: non è troppo alto, qualche centimetro in meno di lui, ma è comunque ben piazzato, con una matassa di capelli neri arruffatissimi e delle labbra ben disegnate, carnose ed un po' screpolate. Questo suo essere sempre serio, con una palese scopa su per il culo, lo rende parecchio attraente agli occhi delle ragazze delle altre classi e a volte anche della loro. Non che Dean lo trovi carino, in lui campeggia semplicemente l'idea di volerlo strangolare a mani nude, tra loro non è mai corso buon sangue, nonostante Castiel si limiti per la maggior parte delle volte ad ignorarlo.

-Io credo di sapere quale sia il punto a favore di Cassie.-

Contemporaneamente, Dean, Charlie e Benny alzano lo sguardo su Gabriel, un loro compagno di classe, che se ne sta davanti a loro con un lecca-lecca infilato in bocca e una mano deliberatamente infilata in una tasca.

-Tu?- sbotta Charlie con una risatina incredula. -Come se non sapessimo che sei il suo tirapiedi.-

Gabriel mette su una faccia oltraggiata, poggiandosi la mano libera sul petto. -Mi offendi così, rossa. Potrò anche essere il suo migliore amico, ma sono un po' stufo di questi suoi atteggiamenti autolesionisti.-

Dean inarca un sopracciglio e si sporge un po' verso Gabriel, improvvisamente interessato alla piega che sta prendendo la conversazione. -Cosa sai di preciso?-

Gabriel si volta verso chi lo ha interpellato e si arma del migliore ghigno di cui dispone. -Ha in pugno alcune foto compromettenti del preside.-

-Compromettenti?- chiede Benny, con i suoi occhi azzurri che si accendono di curiosità. -Quanto compromettenti, esattamente?-

Gabe rotea gli occhi e si concentra nel mangiare il suo dolcetto. -Abbastanza compromettenti da finire in carcere.-

-Quindi sta ricattando il preside Crowley- conclude Dean per tutti, lanciando un'occhiata disgustata a Castiel, che si è seduto compostamente dietro al suo banco e non ha ancora smesso di leggere il suo preziosissimo libro.

-Esatto, Dean-o- concorda Gabe con un sorrisetto, sollevando insistentemente le sopracciglia come a voler insinuare qualcosa. -Potrei sottrargliele, ma non avremmo la certezza di averle prese tutte, io dico di ripagarlo con la sua stessa moneta.-

Dean e Benny si scambiano un'occhiata perplessa, mentre gli occhi di Charlie si illuminano come due fottuti alberi di Natale. -Vuoi dire che dovremo ricattarlo?-

Gabe si stringe nelle spalle mentre si arrampica su un loro banco per sedersi a gambe incrociate. -Esattamente. Cercheremo di fotografarlo in una situazione compormettente e boom! Se non la smetterà di fare il tiranno, le foto faranno il giro della scuola.-

-Ma tu non dovresti essere il suo migliore amico?- chiede Dean con un sopracciglio inarcato, stringendo le braccia al petto e fissando l'altro ragazzo con aria decisamente sospetta. -Insomma, da che parte stai?-

Gabe annuisce freneticamente. -Voglio il meglio per Cassie, ho bisogno di qualcuno che lo metta in riga.-

Dean sospira e si stringe nelle spalle, un po' scocciato da tutta questa situazione: da un lato vorrebbe mettere fine a questa storia il prima possibile, dall'altro non ha per niente voglia di immischiarsi in questi casini. Comunque, ci pensa Charlie a rispondere per lui, battendo un pugno sul tavolo con uno sguardo decisamente determinato, tipico di lei. -Ci stiamo, come possiamo procedere?-

Gabriel fa per rispondere con ritrovato entusiasmo, ma davvero non riesce perché il gruppetto di casinisti ha tirato fuori delle pistole ad acqua e ha iniziato a sparare vernice addosso alla professoressa, sulla lavagna e su qualche altro compagno.

Dean grugnisce quando un fiotto di vernice arancione gli colpisce il naso, macchiandolo tutto. Diventa rosso di rabbia e alza gli occhi su Castiel, che se ne sta di nuovo seduto sul davanzale con un piccolo sorrisetto strafottente a guardare i suoi compagni che decantano la sua brillante iniziativa.

A questo punto, completamente a corto di pazienza e sempre più furioso, Dean strappa delle mani di un ragazzo un giocattolo di plastica, lo punta contro Castiel e gli spruzza in faccia un bel po' di vernice azzurra. -Adesso basta. Hai superato ogni limite.-

Nella classe piomba improvvisamente il silenzio più assoluto.

Castiel si limita a guardarlo. I suoi occhi sono leggermente spalancati per lo stupore ed in effetti questa è l'espressione più chiara che Dean gli abbia mai visto fare. Il colore azzurro che gli ha spruzzato sull'occhio fa risaltare ancora di più il blu delle sue iridi, che lo stanno fissando sempre più gelidamente. Non sembra arrabbiato, per lo più sembra stupito da quella sua reazione ma dopotutto c'era da aspettarselo, Dean e gli altri hanno sopportato anche troppo questa situazione di merda.

Castiel scende dal davanzale e fa un passo verso Dean, senza mai smettere di fissarlo. Sembra che voglia dire qualcosa, le sue labbra carnose si schiudono per un secondo, ma poi si limita semplicemente ad aprire la porta della classe ed uscire, per poi sbattersela alle spalle.

-Quanto mi sta sul cazzo!- sbotta Dean, sfregandosi insistentemente una mano sul naso nel tentativo di eliminare ogni singola traccia di vernice arancione.

Gabriel gli si avvicina in un attimo, scrutando con insistenza la porta dietro la quale è appena sparito l'amico. -Perché non vai a parlargli?-

-Cosa? Perché proprio io?-

Charlie si stringe nelle spalle, affiancando l'amico e appoggiandogli un braccio su una spalla, sollevando le sopracciglia in maniera palesemente maliziosa. -Perché voi due siete due teste calde e tra simili ci si intende.-

Dean un po' arrossisce, perché è dannatamente vero; fa per protestare, ma gli occhi dei suoi amici puntati addosso gli fanno cambiare idea, finendo solamente con il farlo arrossire ancora di più, come una ragazzina. -Oh, e va bene, dannazione- sbotta, uscendo anche lui dall'aula seguito dalla risatine di Gabe, Charlie e Benny.

 

Dean trova Castiel nel bagno del secondo piano.

Si sta lavando la faccia per cancellare la vernice azzurra e ha come al solito uno sguardo imperturbabile. Dean non può far a meno di notare come si arruffino ancora di più i capelli scuri che vengono bagnati con l'acqua, ma cerca di ignorare l'assurdo desiderio di passare le dita in quel casino per provare a sistemarlo.

-Che cosa vuoi, Winchester?- sussurra Castiel, con il suo solito tono neutro, passandosi ancora le mani sulla faccia e fissando l'altro ragazzo attraverso il riflesso nello specchio.

Dean si mordicchia le labbra quasi timidamente, nonostante non sia per niente un comportamento che gli si addice e si avvicina al lavandino, dove anche lui inizia a togliersi la vernice dalle mani e dal naso. -C'è qualcosa che ti turba, vero?- chiede poi, alzando lo sguardo sull'altro che si è irrigidito. -Per questo ti comporti così in classe.-

Castiel, che intanto stava per uscire dal bagno, si ferma un secondo e si volta a guardarlo, con un sorrisetto improvvisamente malizioso. -Vuoi fare il consulente? Oh, grazie.-

Dean aggrotta la fronte e si sforza di seppellire ogni suo singolo istinto che gli sta gentilmente suggerendo di prenderlo a schiaffi. -Dio, mi stai davvero seccando, lo sai!?-

Castiel si stringe nelle spalle e fa per andarsene di nuovo. -La cosa è reciproca.-

Dean prende un grosso respiro, immaginandosi nella testa le voci dei suoi amici che continuano a suggerirgli di parlare tranquillamente e di farlo ragionare, quindi davvero si sforza di non saltargli immediatamente al collo. Si arma del tono più gentile di cui dispone e si avvicina di un passo all'altro ragazzo. -Ascoltami, agli esami finali prendi sempre voti piuttosto alti, questo vuol dire che non sei affatto stupido. Quindi perché ti ostini a comandare quel branco di idioti?-

Lo sguardo blu di Castiel si rabbuia all'improvviso, i suoi occhi diventano ancora più freddi del normale, mentre il suo sguardo vaga sulla parete del bagno come se stesse pensando ad altro, e Dean quasi si pente di aver parlato. -Chi lo sa, magari sono davvero stupido.-

Dean sbuffa irritato e afferra un braccio dell'altro ragazzo prima che possa scappare in silenzio per l'ennesima volta, voltandolo in modo da poterlo guardare chiaramente negli occhi. Ignora il brivido che lo scuote completamente nel trovarsi addosso quelle iridi e cerca di non far tremare la propria voce. -Rispondi seriamente, voglio soltanto aiutarti!-

Ed in quel momento, è come se qualcosa scatti improvvisamente dentro Castiel.

Il ragazzo dagli occhi blu assume un'espressione infuriata, tutti i suoi lineamenti si induriscono mentre il suo pugno si schianta dritto sulla faccia dell'altro. Dean geme per la sorpresa e il dolore, mentre la sua testa sbatte contro il lavandino, e la forza del colpo lo fa letteralmente crollare per terra.

-Odio qualsiasi cosa, te compreso, quindi smettila di metterti in mezzo, o te ne farò pentire.- La voce di Castiel è dura e non ammette repliche, i suoi occhi sembrano aver preso fuoco mentre si massaggia le nocche adesso un po' arrossate.

Dean si preme una mano sulla faccia, mugulando ancora per il dolore, ma quando realizza di essere stato colpito praticamente a tradimento, si infuria come poche volte gli è successo nella vita. Si alza di scatto, rosso di rabbia, e fronteggia l'altro ignorando il proprio orgoglio maschile calpestato. -Ma che diavolo ti frulla in quella testa!? Sei impazzito? Provaci ancora e giuro che ti prendo a calci in culo!-

Castiel rimane in silenzio, per niente toccato da questa sua sfuriata, scrutando con attenzione la pelle che si sta arrossando sulla guancia di Dean. Poi distoglie lo sguardo e lo pianta sulle mattonelle sudice del bagno. -Hai detto che vuoi aiutarmi, no?-

Dean inarca un sopracciglio, sinceramente curioso e interessato, massaggiandosi ancora la guancia dolorante, ma non abbandona del tutto il suo cipiglio incazzato. -Sì.-

-Allora uccidimi.-

Dean spalanca gli occhi, allibito. Per un attimo è tentato di lasciarsi andare in una risatina nervosa, immaginando che si tratti di uno scherzo o di una battuta, ma poi si rende conto che l'altro è mortalmente serio, e il sorrisetto che gli è spuntato sulle labbra sparisce. -Che cazzo stai dicendo?-

Castiel non dice niente, si limita a tirare fuori dalla tasca dei jeans un coltellino svizzero; lo apre e lo mette tra le mani di Dean, alzando gli occhi terribilmente blu e seri nei suoi. -Avanti, fallo, Winchester.-

Dean deglutisce, sentendo una strana sensazione all'altezza dello stomaco. Vorrebbe capire che cosa sia successo a questo ragazzo di così terribile da fargli desiderare la morte, vorrebbe afferrarlo e scuoterlo fino a quando non capirà che questa non è la via migliore per risolvere i problemi. Il ragazzo abbassa lo sguardo sulla lama che sta scintillando pallidamente sotto le luci soffuse del bagno e deglutisce. -Non è... Questo non...-

Castiel abbozza un sorrisetto divertito e si infila entrambe le mani nelle tasche dei jeans. -Tu non sai niente di me. Non sai quello che ho passato, non sai quello che sto passando. Tu non capisci quello che provo quindi lascia perdere che è molto meglio.-

La sua voce si è spezzata un po', specialmente nel pronunciare l'ultima frase. Il cuore di Dean si stringe terribilmente in una morsa di apprensione e pena, ma cerca comunque di prendere coraggio e farsi forza: con la mano libera, spinge Castiel contro il muro e con l'altra infilza il coltellino a pochi centimetri dal suo collo.

Ora sono abbastanza vicini da permettere a Dean di percepire l'altro trattenere il respiro, che poi si fa man mano più affannato. Vorrebbe schiaffeggiarlo e prenderlo a pugni per aver anche solo finto di volere una cosa del genere, ma poi Dean deglutisce e alza gli occhi verdi pieni di rabbia in quelli dell'altro. Castiel ha le labbra schiuse per la sorpresa, lo sguardo un po' lucido e i capelli ancora più arruffati.

-Hai ragione- sussurra Dean, deglutendo per l'ennesima volta e odiandosi per la propria voce che si sta palesemente spezzando. -Non so quello che stai passando, ma desiderare la morte è la cazzata più grande che sia mai uscita da quella tua fottuta bocca, Novak.-

Castiel lo guarda con gli occhi leggermente spalancati e la bocca un po' piegata in una smorfia di sorpresa: non dice niente, come al solito, ma nel suo sguardo Dean potrebbe leggere mille cose diverse, se soltanto avesse la forza di sforzarsi un po'. -Non voglio impicciarmi nei tuoi affari. Volevo soltanto provare ad aiutarti.-

Dean lascia la presa dal coltellino e fa un passo indietro, perché sono veramente troppo vicini e tutto quello che riesce a respirare è il profumo di Castiel, assieme all'odore un po' acre della vernice che ancora alegga tra di loro.

Odia sentirsi inutile. Odia non poter far niente per risolvere questa situazione in maniera pacifica, nonostante lui stesso spesso si sia comportato da attaccabrighe. Dean stringe istintivamente i pugni e si volta, per uscire di corsa dal bagno, completamente sopraffatto da emozioni che non ha per niente voglia di mettersi ad analizzare.

Non si accorge dello sguardo perplesso di Castiel che lo segue fin quando sparisce nel corridoio.

 

Dean entra nella mensa come una furia.

Quasi lancia il suo vassoio sul tavolo mentre si siede accanto a suo fratello e ai suoi amici, concentrandosi immediatamente sul suo cibo con un grugnito irritato.

Sammy, accanto a lui, inarca un sopracciglio e lo guarda come se fosse un alieno. -Che ti succede? Oggi sei ancora più animale del solito.-

Dean mugugna qualcosa in risposta, ma la sua bocca piena impedisce agli altri ragazzi di capire cosa abbia detto esattamente. Benny si concede di ridere, mentre dà un morso alla sua fetta di pizza. -Oggi ha avuto un face-to-face con Castiel e credo che non gli sia andata bene.-

-E di chi pensi sia la colpa!?- sbotta il diretto interessato, quando fianalmente ha deglutito tutto il contenuto della sua bocca, prendendo subito dopo una lunga sorsata di Coca Cola.

Sam sembra confuso. -Castiel è quel vostro compagno di classe problematico?-

Charlie annuisce. -Sì, stiamo cercando di trovare un modo per tenerlo a bada ma sembra più difficile del previsto.-

-Con quel tipo non si può parlare- brontola il più grande dei Winchester, appoggiando la testa su una mano e lanciando uno sguardo al tavolo dove Castiel è seduto. Come sempre, è circondato dai suoi scagnozzi, alla sua destra c'è Gabe che cerca di coinvolgerlo nella conversazione, ma Novak continua a mangiare, in silenzio, senza nemmeno alzare gli occhi sugli altri ragazzi.

Dean sa che c'è qualcosa che non va nella sua vita, che c'è qualcosa che lo preoccupa, e normalmente non gli sarebbe nemmeno interessato, non è uno che ama parlare di queste cose, ma ormai la faccenda è diventata personale.

-Sei solo infuriato perché ti ha preso a pugni- lo prende in giro Benny, indicando la sua guancia con un dito e armandosi di un terribile ghigno divertito.

Deana avvampa ed istintivamente si porta una mano sulla faccia per coprire il livido piuttosto evidente che si sta già formando. -Mi ha solo colto di sorpresa, io avrei potuto fare anche di peggio!-

Sammy scoppia a ridere, seppellendo la faccia nel suo piatto di spaghetti e brontolando quando il fratello gli ficca un pugno sulla spalla.

-Comunque, Gabriel ci ha consigliato un piano per riportare la calma almeno in classe- aggiugne Charlie, tornando a mangiare tranquillamente il suo pranzo.

-Ripagarlo con la sua stessa moneta- completa Benny, dopo aver brevemente spiegato a Sam il piano di Gabriel. Dean non è per niente felice di mettere in atto questo piano, a volte sa essere una persona ragionevole e prefirebbe mettere tutto a posto con i vecchi metodi, ma sa benissimo che con un tipo come Castiel risulterebbe tutto veramente troppo difficile.

Dean sospira pesantemente e lancia un'altra occhiata al tavolo di Novak, che se ne sta seduto a guardare fuori dalla finestra, con lo sguardo più impassibile che gli sia mai apparso sul volto, completamente isolato da tutti.

 

-Vuoi piantarla di spingermi!?- sbotta Dean dritto nell'orecchio di Gabriel, alla sua sinistra, mentre entrambi sono appostati di fronte alla casa dei Novak, nascosti dietro ad un cespuglio. Dean non ci è mai stato, non sapeva nemmeno dove vivesse, ma deve ammettere che è una villetta piuttosto carina, con un bel giardino e uno di quei grandi cancelli intarsiati da ricchi.

Gabriel gli pianta una mano sulla bocca, incitandolo a stare in silenzio. -Smettila di blaterare, vuoi che Cassie ci scopra? Faremo entrambi una fine terribile, lo sai!-

Dean sta per ribattere, perché davvero non sopporta più l'insolenza di questo tappetto che si ritrova come compagno, ma delle urla e un frastuono di piatti che si rompono provenienti dalla casa di fronte a loro lo distraggono.

-SEI ANCORA IN CASA!? VATTENE, NON HO INTENZIONE DI FARTI DA BABY SITTER, DEMONIO!-

Dean rabbrividisce nel sentire una voce femminile così gelida pronunciare queste cattiverie e immediatamente si chiede a chi possa appartenere.

-Sto uscendo, sto uscendo.- La figura di Castiel appare sul vialetto, con addosso solamente una felpa blu che gli incappuccia la testa e le mani rigidamente infilate nelle tasche dei jeans scuri. Fa piuttosto freddo in effetti, non dovrebbe andarsene in giro così.

Dean osserva la sua espressione: Castiel è impassibile come sempre, le sue labbra sono tese in una linea seria, ma Dean riesce a vedere una sorta di tempesta nei suoi occhi blu, come se non riuscisse completamente a tenere sotto controllo le sue emozioni.

-Ma che diavolo...-

Non ha il tempo di indagare oltre, perché Gabe lo sta già trascinando per il marciapiede con la precisa intenzione di seguire Castiel per creare il momento migliore per scattargli la famossisima foto imbarazzante.

Dean da una parte sa benissimo di star per fare qualcosa di sbagliato, ma sa anche che è anche l'unico modo per portare un po' di pace nella propria classe, dopotutto si è reso conto personalmente quanto sia impossibile parlare con Castiel. Lo stesso Castiel che si è seduto ad una panchina del parco per mangiare un po' di patatine fritte e bere un milkeshake del fast food.

Dean è un po' perplesso, perché ancora non si spiega come mai un ragazzo della loro età debba cenare al parco, da solo, con quello sguardo un po' triste e un po' impassibile. Comunque, deve in fretta indirizzare i suoi pensieri altrove, perché Gabe sta blaterando qualcosa riguardo il loro piano.

-Ora vado a parlargli, tu tieni pronto il cellulare per scattare la foto- dice il tappetto, indicando con un gesto secco del mento il telefono che Dean sta stringendo in mano. Poi Gabriel esce dal loro nascondiglio senza fare troppo rumore e si avvicina a Castiel, salutandolo come sempre in maniera parecchio entusiasta, come se non lo vedesse da ere geologiche. -Cassie! Ma che sorpresa trovarti qui, stai mangiando?-

Dean sospira, mentre apre l'applicazione della fotocamera: vorrebbe sotterrarsi per la vergogna, ma ormai ha dato la sua parola, sarebbe da codardi tirarsi indietro proprio in questo momento. Non può farlo, tutti i suoi compagni di classe contano su di lui.

Gabriel intanto ha fatto alzare Castiel in piedi: lancia un'occhiata oltre la spalla dell'amico e quando si assicura che Dean sia pronto e in posizione, afferra i bordi dei jeans di Castiel e li cala con uno strattone. -Scusami Cassie, sono sicuro che saprai perdonarmi!-

-Gabe, ma che diavolo fai!?- urla Castiel all'improvviso, dopo un secondo di pura confusione, afferrando di nuovo i propri jeans per coprirsi, guardando l'amico con gli occhi che luccicano per la rabbia.

Intanto, Dean è riuscito a scattare le fotografie che gli servivano: in una si vede chiaramente lo sguardo perplesso di Castiel e nel guardarla non può fare a meno di scoppiare a ridere, facendo si che gli altri due si voltino di scatto per guardarlo.

-Winchester?- La voce di Castiel è un po' perplessa, ma non sembra nemmeno poi tanto sorpreso.

-Oddio, sarebbe stato più divertente se tu fossi stato tipo da slip, ma credo che possano bastare anche un paio di boxer con angioletti e aureole- sbotta Dean, ancora in preda alle risate con gli occhi leggermente umidi, mentre esce dal suo nascondiglio di arbusti e si avvicina agli altri due ragazzi. Si tiene lo stomaco perché le troppe risate stanno seriamente iniziando a rivelarsi un problema.

Castiel inarca un sopracciglio e poi si volta leggermente per lanciare un'occhiataccia a Gabe, che di tutta risposta fa un grosso sorrisone fintamente innocente e si passa una mano tra i capelli. -Beh, Cassie, credo che tu debba consegnarci alcune foto, se non vuoi che tutta la scuola sappia che tipo di biancheria indossi.-

La mascella di Castiel si irrigidisce visibilmente, mentre fa un passo verso gli altri due ragazzi cercando di strappare dalle mani di Dean il suo cellulare, fallendo miseramente visti i pochi centimetri di altezza che li separano. -Elimina immediatamente quella foto.-

-Non ci penso nemmeno, Novak- sbotta Dean con un sorrisetto divertito, scorrendo il pollice sullo schermo per ammirare il suo bellissimo premio. -Questo è il nostro patto. Tu elimini per sempre le foto del preside Crowley e smetti di fare casino in classe e io non divulgherò questo tuo bellissimo scatto.-

Castiel si irrigidisce ancora di più e gli lancia uno sguardo letteralmente gelido, mentre infila una mano nella tasca posteriore dei jeans e ne estrae il telefonino. -Me la pagherai, Winchester, sappilo.-

Gabriel intercetta l'apparecchio elettronico e fruga tra la galleria, eliminando rapidamente tutte le immagini compromettenti del preside -che alla fine rivelano un Crowley palesemente ubriaco in compagnia di un paio di signorine vestite da demone in maniera succinta, come le abbia scattate è ancora un mistero.-

Castiel si infila le mani in tasca dopo essersi riappropriato del proprio cellulare e si volta, per camminare di nuovo verso casa propria.

-Ehi, mi raccomando, da domani inizia a rigare dritto, Cassie!- gli urla dietro Gabe e tutto quello che riceve in cambio è un dito medio alzato che fa scoppiare a ridere entrambi.

Dean abbassa gli occhi sul proprio telefono e osserva l'espressione smarrita di Cas nella foto, trovandolo quasi adorabile, con la fronte aggrottata, la testa piegata di lato e quei bellissimi occhi blu socchiusi come se qualcuno gli stesse parlando in aramaico.

Ma nemmeno il tempo di formulare un pensiero simile, Dean si ritrova a scuotere energicamente la testa perché non esiste universo in cui lui può attribuire l'aggettivo adorabile a Castiel Novak.

 

La mattina dopo, Dean impiega tutte le energie di cui dispone per svegliarsi presto ed arrivare in tempo a scuola, riuscendo anche ad accompagnare Sammy in macchina.

Quando entra in classe, si ritrova Novak appoggiato contro il muro e Dean quasi sobbalza per lo spavento perché sente sempre una strana sensazione all'altezza dello stomaco quando si ritrova troppo vicino a lui. -Cazzo, Novak, spazio personale, ti dice niente?-

Castiel rimane per un attimo in silenzio, scrutando con i suoi occhi blu tutti i compagni di classe che già si stanno pregustando l'ennesima giornata di puro cazzeggio. -Non so come la prenderanno.-

Dean gli appoggia una mano sulla spalla. -Andiamo amico, faranno come sempre qualsiasi cosa tu gli dica.-

Castiel abbassa la testa per guardare la mano di Dean con un sopracciglio inarcato, come se fosse un alieno per niente abituato al contatto fisico, poi alza gli occhi in quelli verdi dell'altro munendosi come al solito di uno sguardo indecifrabile. Lo fissa semplicemente come se fosse al museo e stesse studiando un quadro, facendolo sentire decisamente a disagio, tanto che Dean è costretto a deglutire più di una volta. Sono ancora troppo vicini.

Poi a sorpresa, Castiel si allontana fino a raggiungere il suo banco, quello in fondo accanto alla finestra: abbandona la borsa per terra e si accomoda, mettendosi come sempre a leggere uno dei suoi soliti mattoni enormi.

Dean rimane a guardare uno dei ragazzi che si avvicina a lui e che gli lancia un'occhiata speranzosa. -Buongiorno, Castiel, che cosa hai pensato di fare oggi? Qualcosa di divertente?-

Di tutta risposta, Castiel appoggia la testa su una mano e volta pagina con l'altra, rispondendo senza nemmeno staccare gli occhi dal libro. -Credo che da oggi ce ne staremo un po' tranquilli. Siamo qui per studiare, dopotutto.-

Dean a quelle parole si guadagna il cinque di Gabe, entrato in classe proprio in quel momento, ma nonostante l'euforia del momento non può fare a meno di guardare gli sguardi allibiti dei suoi comagni di classe: stanno sussurrando tra di loro, lanciando occhiatine stranite a Castiel o facendo smorfie, ma nonostante tutto uno alla volta vanno a sedersi ai loro rispettivi banchi.

E incredibilmente, dopo quelli che sembrano anni, la classe torna a fare lezione.

Il silenzio che si crea è quasi assordante, non ci sono praticamente più abituati. Dean, seduto al suo posto mentre la professoressa spiega qualche strano esercizio di matematica, non può fare a meno di voltarsi per guardare Castiel, seduto come sempre nell'ultimo banco vicino alla finestra. Non sta realmente seguendo la lezione, ha le cuffie nelle orecchie e guarda fuori dal vetro, perso in chissà quale tipo di pensieri.

Senza nemmeno volerlo davvero, Dean si ritrova a desiderare di poter conoscere tutto di lui. Anche le cose che Castiel si ostina a tenere nascoste.


Salve a tutti! Siete sorprese di ritrovarmi subito qui?
Ammetto che non vedevo l'ora di pubblicare la famosa KODOCHA!AU, perciò eccomi qui! Inizialmente avevo pensato di pubblicarla come One Shot, ma come capirete già da questo capitolo, è troppo lunga. Perciò ho deciso di dividerla. Non so bene ancora quanti capitoli saranno, perché devo scegliere dove mettere la divisione -anche per farli più o meno tutti uguali- ma non troppi, cinque massimo sei capitoli. E tutti i capitoli avranno il titolo di un episodio dell'anime, opportunamente modificato, perché sono una burlona (xD).
Comunque, cosa ne pensate? Mi sono divertita tantissimo a scrivere questa storia, perché ho unito due delle mie più grandi passioni, Supernatural e Rossana, tre se contiamo anche il Destiel! xD
Trovo che Castiel versione Heric sia un figo allucinante, mentre per una volta quello tenerello ma cazzuto è Dean. Mi scuso per l'OOC, ma in storie come queste è inevitabile. Tornando al capitolo, in questa parte abbiamo fondamentalmente la presentazione dei personaggi e tutto il percorso che Dean compie per riuscire a far tornare Cas sulla retta via e c'è anche il primo sentore dei suoi problemi... Ovviamente se conoscete l'anime/manga sicuramente saprete di che tipo di problema si tratta, maaaaa.... fate comunque finta di niente xD
Un'altra cosa che adoro di questa storia è la foto che ho fatto: secondo me è una delle più carine e per ottenere questo risultato ci ho messo una vita, tra foto ed effetti vari (Misha tra l'altro è adorabile così giovane, anche di più di quanto lo è ora). 

Credo di aver farneticato abbastanza, anche se come al solito avrò scordato qualcosa.
Come al solito vi ringrazio in anticipo e vi prego di lasciarmi qualche commentino/recensione, giusto per sapere cosa ne pensate :D

Ora vi saluto!

Alla prossima!

 

   
 
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