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Autore: orchidee    16/07/2017    0 recensioni
Buongiorno a tutte! È la prima volta che scrivo e vi ringrazio, perché siete state voi ad ispirarmi. Non sarà una storia lunga e i protagonisti sono solo loro, Betty e Armando. Ho pensato di cambiare completamente il finale, facendo iniziare tutto dalla sera in cui Armando dedicò a Betty una canzone. Spero che le mie fantasie vi piacciano. Grazie a chi vorrà dedicare un po' di tempo alla lettura della mia storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 13 Armando era tornato a vivere la sua vita come se nulla fosse accaduto. Negare la realtà lo aveva aiutato a non fare qualche pazzia. Era tornato al lavoro, aveva flirtato con un paio di modelle e ne aveva invitata una a cena. L'aveva sedotta e l'aveva portata a letto. Senza promesse, senza chiedere nulla. “Armando, mi chiedevo se potessimo parlare dei punti vendita di Medellin...” “Ho già provveduto a inviare i rifornimenti dell'ultima collezione, Marcella!” “Oh, molto bene... Ti va di pranzare insieme? Per parlare...” “Di cosa vorresti parlare Marcella? Perché sono un po' impegnato con il preventivo per la prossima collezione e quindi...” “Di te, Armando, vorrei parlare di te!” “Interessante... Ma non hai bisogno di invitarmi a pranzo. Io sto bene, mai stato meglio direi! Sai, ho tagliato qualche ramo secco e ora mi sento più leggero, quasi rimesso a nuovo. E se non vuoi che tagli anche il ramo su cui siete appollaiati tu e tuo marito, non chiedermi più come sto! E anzi, se vuoi una risposta, prova a pensare che forse, sarebbe stato un po' diverso saperlo prima, magari non da una donna che mi ha distrutto la vita, ma da un amico, che ha sempre detto di volermi bene! E ora, Marcellina, lasciami passare!” “Lei è andata via, lo sai?” “No e non mi interessa!” “Arman..” Armando la prese per le spalle e avvicinandosi ad un orecchio le sussurrò “Come devo dirtelo che non mi interessa? Per favore lasciami in pace!” E scansatola, se ne andò lasciandola un po' interdetta. “Tesoro, come stai? Ho visto che parlavi con Armando... Ti ha detto qualcosa?” “No, Nicola, dice che va tutto bene e non vuole assolutamente parlare. Ma non sta bene. Hai visto il giornale stamattina? Ci sono sue foto al le noir. È in compagnia di due ragazze ed è evidente non fosse in sé” “Mmm, ho visto. Credi fosse ubriaco?” “Certo, lo era sicuramente, e poi esce ogni sera con una donna diversa...” “Noi non possiamo fare molto, ho provato a parlare con Betty ma anche lei non vuole discuterne. Mi sembra sinceramente che entrambi siano fuori di sé...” “Spero decida di riprendere in mano la sua vita, perché quella di Armando dipende da lei.” “Già, però stai serena! Devi star tranquilla. E pensare anche un po' a me...” Nicola la abbracciò stretta e lei si sciolse in un sorriso divertito. Betty osservava il figlio giocare con la sabbia sdraiata su di un lettino di fronte al mare! “Riccardo, la mamma va a bere un caffè, qui al club, vuoi un gelato? Lucia, le posso portare qualcosa?” “Grazie dottoressa, abbiamo qui tutto quello che serve, magari il gelato per Riccardo...” Si allontanò e raggiunse il bar del club e ordinò un caffè. Da lontano poteva vedere ancora il piccolo Riccardo. Sorrise e sorseggiò il caffè. Il cellulare squillò è con poca voglia rispose. Sperava non fossero i suoi amici di Bogotà. “Beatrice, Ciao! Come stai? Ti va di cenare con noi questa sera?” “Ciao Sara, tutto bene, per stasera penso non ci siano problemi, ma ti chiedo di non assillarmi con le vostre domande! Vi prego, ho bisogno di calma e tranquillità” “Come vuoi amica mia! Allora al solito orario...” Era stanca di dover implorare chiunque per evitare domande. Voleva bene ai cognati, agli amici, ma era davvero stanca! Era a Cartagena per pensare e per decidere cosa fare, ma lo doveva fare da sola! Non aveva bisogno di consigli, domande e altro. Era già difficile leggere quei maledetti giornali che spuntavano ovunque... Erano passate due settimane e Betty aveva parlato con il figlio spiegandogli che il suo vero papà era vivo e che Michelle lo aveva adottato per proteggere lui e la mamma. Che doveva continuare a voler bene a Michelle ma che era giusto sapesse che aveva un papà diverso. Cercò con dolcezza di spiegare al bambino che il suo vero papà non sapeva di lui e che non lo aveva mai cercato per quello. Il bambino era incuriosito, non capiva bene come stavano le cose, aveva solo 4anni e mezzo e quel discorso non era facile da assimilare, ma ad un certo punto chiese “Chi è il mio papà, posso vederlo?” “ lo hai visto una volta, ricordi l'amico della mamma che ti ha regalato la macchinina blu? È lui il tuo papà...” “Non mi ha portato a mangiare il gelato” “No, perché noi siamo tornati qui, a casa e lui invece è rimasto in quella grande città...” “Ok... Ma andiamo ancora in città per mangiare il gelato?” “Vedi piccolo, è complicato, per ora non possiamo, tu devi finire l'asilo e la mamma deve sistemare un po' di cose ma ti prometto che torneremo.” “E il mio papà?” “Vedi io e lui abbiamo litigato ed ora è tanto arrabbiato con me. Ma tu non hai nessuna colpa sai? E anche se non posso prometterti che lo vedrai ancora, ti prometto che ti amerò per sempre, e tanto! E tu non sentirai mai la sua mancanza e non ti mancherà mai amore, perché te ne darò anche per lui.” Senza troppe preoccupazioni il bambino la abbracciò e gli disse che andava bene! Un po' più sollevata ora avrebbe ragionato sul da farsi! Aveva detto la verità a tutti e due e con Riccardo era stato tutto sommato facile. Se le avesse richiesto qualcosa del padre avrebbe ragionato sul momento. Intanto Armando nonostante i propositi, aveva cominciato a pensare a Riccardo. Per colpa di quella donna lo aveva tagliato fuori dalla sua vita ma ora sentiva uno strano desiderio di vederlo. Era suo figlio. Un figlio che non conosceva che non aveva praticamente mai visto. Non con gli occhi di un padre. Vedere lui significava vedere lei ma non era pronto. Le avrebbe sicuramente riversato addosso il suo odio e lui era stanco di tutto quel tira e molla! Beatrice doveva sparire dalla sua testa, ma Riccardo no, Riccardo doveva imparare ad amarlo e ad essere ricambiato! Come se non fosse già abbastanza difficile la situazione lo aveva portato via... Non capiva come Beatrice potesse continuare a fare questi sbagli. Ma ora non era importante. “Nicola, domani e per qualche giorno non sarò in ufficio, ho tanti giorni di vacanza da recuperare e penso di usarli da domani...” “Va bene Armando, è giusto... E dimmi Armando come stai?” “Bene, Nicola! Bene! E starei meglio se tu e Marcella la smetteste di chiedermelo! Comunque domattina lascerò Bogotà per qualche giorno, quindi se avrete bisogno di contattarmi per lavoro, per qualche emergenza, per favore mandatemi una mail, sarò io a contattarvi!” “Molto bene e scusami ti prego!” Armando lasciò l'ufficio e andò a preparare un piccolo bagaglio per la partenza è poi spense il cellulare. Per qualche ora non l'avrebbe riacceso. “Nicola, ti dico che andrà a Cartagena! Lo conosco bene e andrà lì! Perché non mi hai chiamato quando ti ha comunicato che intendeva partire?” “Marcella, ti prego non giungere alle tue solite conclusioni! Non lo sappiamo. E comunque quei due devono risolvere i loro problemi e lo devono fare una volta per tutte! Credi che non sia preoccupato? Ma cosa possiamo fare?” “Dobbiamo avvertila Nicola!” “No! Né lui né lei vogliono aiuto! Fra qualche giorno la chiamerai, ora promettimi di non farlo!” “Va bene, ma non vorrei che lui la maltrattasse...” “Lo conosci bene, non lo farebbe mai! Io penso che vada dal bambino, non da lei! E questo potrebbe essere un primo passo perché sistemino le cose tra loro...” “Va bene, va bene... Non ricordavo di aver sposato un uomo così saggio” Scherzò Marcella abbracciando il marito.
   
 
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