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Autore: Rinalamisteriosa    16/07/2017    4 recensioni
È la notte di Tanabata. Le stelle sono splendide, viste dal telescopio. Sembrano più vicine che mai.
Yuuri, stupito, non riesce a chiudere la bocca.
Per anni ha guardato ammirando da lontano la sua fulgida stella personale, ha pensato che quella fosse irraggiungibile, invece è lì, accanto a lui.
È un sole che cammina e respira, che vive al suo fianco...

[Victuuri soft | Slice of life | 600 parole]
{Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: {Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!}

Numero parole: 600

Prompt: 22. A e B rimangono insieme tutta la notte di Tanabata, fino all’alba.

Bonus: 24. Telescopio

28. Notte stellata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La felicità è vedere le stelle, abbracciare il sole

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È la notte di Tanabata. Le stelle sono splendide, viste dal telescopio. Sembrano più vicine che mai.

Yuuri, stupito, non riesce a chiudere la bocca.

Per anni ha guardato ammirando da lontano la sua fulgida stella personale, ha pensato che quella fosse irraggiungibile, invece è lì, accanto a lui.

È un sole che cammina e respira, che vive al suo fianco, che, proprio in quel momento di contemplazione, lo cinge amabilmente.

«Mio dolce Yuuri, non dispiacerti, vorrei usare anch’io il telescopio. È possibile?».

Talvolta non se ne capacita, vorrebbe urlare la sua gioia al mondo intero, ma teme che, uscendo da lui, quella felicità incomparabile non tornerà mai più. Preferisce trattenerla, piuttosto che perderla.

Yuuri tace e si sposta, gli lascia usare il telescopio, inizia a torturare le maniche larghe dello yukata estivo, dalle tinte blu scuro, colore del cielo notturno.

Si chiede se avrà davvero la capacità di custodire gelosamente emozioni, sensazioni, parole celate, ma che salgono agli occhi, perché in tanti affermano che lo specchio dell’anima si trovi al loro interno. Li alza al cielo, chissà se le iridi castane con le quali è nato stanno brillando come stelle, certamente non sono bellissimi quanto quei puntini luminosi.

Ci sono Orihime e Hikoboshi che brillano lassù, Yuu-chan adora quella leggenda, considera la storia così romantica, ma tanto triste, poiché i due innamorati possono rivedersi solo il settimo giorno del settimo mese.

«Oh! Vega e Altair!».

Giusto. Gli occidentali le chiamano con questo nome.

«Victor… Perdonami. Forse ti saresti divertito di più ad assistere alle sfilate, ai festeggiamenti notturni. Sono un egoista, io-».

Prima che finisca, l’altro lo raggiunge in poche, rapide falcate, lo sorprende con un’improvvisa vicinanza. Non è certo la prima volta che invade il suo spazio privato, dovrebbe averci fatto l’abitudine da tempo, eppure, anche se il cuore scoppiasse di gioia, andrebbe bene così.

Per fortuna, non si muore per un bacio, piuttosto con l’amore si può crescere, cambiare, respirare, vivere. Come stella cadente, esso lascia una scia indelebile.

«Yuuri,» sussurra il suo sole vivente, «sentirti parlare così non mi diverte. Io sono felice di essere qui con te, lo capisci?».

Il giapponese capisce fin troppo bene il russo, in realtà. Anche lui è felice, molto felice, non sa ancora quanto riuscirà a trattenere quell’emozione in continua espansione. Gli serve ancora tempo, ma dovrà divenire consapevole che la vita vera non è tanto diversa da un’esecuzione sul ghiaccio, dove si mette in gioco tutto, si salta, si rischia, si compiono mille movimenti armoniosi con le braccia e altrettante sequenze di passi. Pensare che aprirsi agli altri non è brutto, che non si rimane delusi sempre, perché la vita è anche una fitta trama di relazioni con le persone: ci sono genitori e sorelle che ti amano, ti sostengono in tutte le scelte che compi, non ti fanno pesare gli errori che commetti; amici che si fidano, si confidano e credono in te; conoscenze superficiali che ti aiutano ugualmente a crescere, a fortificarti, a maturare.

«Victor… Rimarrai con me tutta la notte, fino all’alba?» domanda speranzoso, e più che un giovane uomo di ventiquattro anni, sembra piuttosto un bambino bisognoso di qualcosa.

«Sì. Non devi neanche chiedermelo», risponde, mostrando un sorriso dei suoi, che splende di luce propria e scaccia le ombre.

«Scusa», aggiunge Yuuri, sereno, ricercando il calore del suo abbraccio.

E infine ultima, ma non per questo meno importante, c’è la sua anima gemella, che lo ama e lo accetta così com’è: un soggetto come ce ne sono tanti, che non si sente speciale, vive di pensieri e di insicurezze che cerca di superare per amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

____

Note: Sono partita con l’intenzione di realizzare davvero il capitolo extra della mia raccolta “Non possiamo più essere solo amici”, ma pensando alle stelle, alla felicità, alle relazioni in generale, la cosa mi è sfuggita di mano, dalle drabble sono passata a una flashfic di 600 parole esatte (il limite massimo consentito).

Ritengo perciò preferibile pubblicarla come una cosa a se stante, incentrata su Yuuri e sui suoi sentimenti.

Ancora non ho detto nulla in proposito, però trovo che loro due siano la coppia più sensata che io abbia mai visto finora, solo intendendo il genere ‘shonen ai’.

Paragonare Victor al sole, che in fondo è una nana gialla, la stella più grande e più luminosa, senza la quale non ci sarebbe vita sulla nostra terra, mi è venuto naturale, anche ripensando all’anime.

Rileggerla una volta finita è stato incredibilmente rilassante per me, e ciò è positivo, quindi spero vi sia piaciuta ^^

 

Rina

 

 

 

  
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