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Autore: verystar02    17/07/2017    2 recensioni
Dopo la battaglia tra esorcisti e satana che aveva quasi distrutto la True Cross un nuovo male colpisce l'umanità.
Il mondo è, ancora una volta, in pericolo.
Esorcista o demone? Solo te puoi decidere cosa essere.
Un nuovo arrivo sconvolgerà le vite degli studenti di esorcismo e non solo.
Cosa potrebbe comportare convivere con dei re demoni, parecchio possessivi, di Gehenna?
Riuscirà una ragazza a tenergli testa o si farà sottomettere da quest'ultimi?
Inoltre che segreti nasconde nel suo passato la novizia e cosa la lega a Gehenna e agli otto re?
"Il male é un punto di vista, Dio uccide indiscrimatamente e cosi' faremo noi, perché nessuna creatura di dio é come noi, nessuno simile a lui quanto noi "
La storia ha raiting orange ma ci saranno scene esplicite di sesso, violenza, splatter, triangolo, quindi penserò bene se cambiarlo in futuro.
Se vi ho incuriositi, accomodatevi pure.
I commenti sono bene acetti anche perchè è la mia prima fic su Ao no exorcist.
[...]Dai primi capitoli.
«Sei salato sulla mia auto in corsa?» Chiese Mephisto alla figura appena "salita" a bordo della limousine.
«Si. Perchè?» Rispose ingenuemente il ragazzo.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Satana
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Threesome, Triangolo, Violenza
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Come sono arrivata a tutto questo?
Ah ora ricordo...



Che cos'è l'insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni?
Non riusciva a dormire, non quella notte, non dopo quello che le era successo.
Una notte senza luna.
La profondità oscura del cielo sembrava ingogliare a se le montagne che si stagliavano in lontananza.
Le persone camminavano sotto i tenui lampioni, e le colpe che nel profondo ognuno sa di possedere si mischiavano nelle ombre.
Quando mai sarebbe riuscita a riposare tranquillamente?
Quando avrebbe avuto il cuore e la mente calma?
Solo una cosa, o meglio, un nome avrebbe forse potuto risolvere i suoi dubbi e forse sciogliere così le sue paure placando infine il battere frenetico del suo cuore infranto nel petto.
Quel nome, allegato a un numero, era scritto sul foglietto di carta rosè che gli aveva consegnato la sua tutrice, Penelope, in lacrime, appena prima che le vennisse detto di andarsene dal collegio quello stesso pomeriggio.
"Andarsene" però non era la parola adatta.
Era stata infatti cacciata, senza un apparente motivo.
Certo...
Sapeva di avere un carattere turbolento e che spesso combinava guai, ma questa volta era più che sicura di non aver fatto nulla per meritarsi un tale gesto estremo.
Un'unica cosa le aveva detto Penelope riguardo al bigliettino prima di scappare da lei e tornare nel edificio era stata:
 «Chiamalo ti salverà... spero... il numero me l'ha dato uno del monastero qui accanto, addio.»
Nulla di più nulla di meno.
Gli occhi della ragazza erano totalmente chiusi, i piedi saldamente a terra e la bocca socchiusa, dalla quale uscivano solo alcuni sospiri leggeri.
Era seduta sul bordo del "suo" letto impolverato, totalmente vuoto, a riflettere rigirandosi tra le mani il foglietto.
La squallida camera del motel dove si trovava aveva toni chiari, una moquet beige visibilmente vecchia e rovinata e una puzza di muffa che le impregnava il naso schifandola.
Quello era l'alloggio improvvisato raggiunto appena le era stata data la notizia dell'imminente e sopratutto obbligatoria espulsione.
L'unico luogo che poteva permettersi con i suoi pochi risparmi guadagnati con gli estremi turni serali al bar Moneth nella parte nord della città.
Il collegio dove stava non era male paragonato allo schifo dove si trovava ora.
Li aveva delle amiche degli insegnanti, delle persone che le volevano bene e che si prendevano cura di lei.
Ora non aveva più nessuno era sola.
Ma esattamente cosa avrebbe dovuto fare adesso?
Era curiosa di sapere a chi apparteneva quel numero ma non se la sentiva di digitarlo sulla tastiera del proprio telefono.
Aveva paura, eccome se ne aveva.
Paura di quello che avrebbe potuto scoprire, paura di sentirsi dire che avrebbe dovuto stare in quello schifo per il resto della sua vita.
Scosse la testa cacciando indietro quei pensieri maligni che le stavano affiorando nella mente.
Rimase seduta in silenzio ancora  per alcuni minuti ad ascoltare i rumori che provenivano dalla finestra spalancata davanti a lei.
Pensando al da farsi.
Udiva prevalentemente auto, auto che sfrecciavano veloci lungo la tangenziale posta praticamente accanto al motel.
Aprì gli occhi castani e facendo pressione sulle gambe la ragazza abbandonò lo scomodo letto per dirigersi verso la finestra.
Guardò fuori appoggiando entrambe le braccia sul davanzale.
Le luci dei fanali creavano scie luminose sulla strada, il cielo era scuro, privo di stelle e privo di luna, in lontananza però, oltre ai colli si poteva intravedere un bagliore.
Una fiebile lucina che preannunciava l'alba.
Quante volte aveva visto l'alba dalla finestra del suo orfanatrofio... era il suo modo di iniziare la giornata, la rendeva speranzosa, le faceva credere che un giorno migliore sarebbe arrivato.
Ma di giorni migliori non se ne erano mai presentati.
Aveva superato l'età dell'adozione da ormai un paio d'anni, e sarebbe stata destinata a non avere mai famiglia.
Già... a sedici anni nessuno ti adotta più, quindi aveva ormai perso tutte le speranze.
Era stata in quel luogo da quando era nata, probabilmente la madre la prima volta che la tenne fra le braccia capì che essere genitore non faceva per lei e così l'abbandonò in quel triste rudere.
Una brezza rinfrescante le face muovere i lunghi capelli biondi riportandola alla realtà.
Una lacrima calda e veloce le sfuggì dall'occhio sinistro.
Non doveva piangere.
Lei era forte.
Non aveva bisogno di una famiglia.
Ne di una madre.
C'era lei e si bastava.
«Ho deciso» Sospirò a se stessa staccandosi dalla finestra e dirigendosi verso quel letto sporco, accucciandosi ed estraendone dal sotto una valigia color carbone.
L'aprì ed raccolse il proprio cellulare mentre reggeva il fogliettino rosè.
Nonostante fossero le cinque di mattina doveva tentare.
Stare anche solo un minuto di più in quel pattume l'avrebbe fatta impazzire e perdere la ragione.
Lei meritava di più e questo lo sapeva bene, se lo sentiva.
Iniziò a digitare sul display.
Numero dopo numero fino a completarlo per poi premere il tasto "chiama".
Lo appoggiò sulla moquette e ci si sedette accanto mettendolo in modalità vivavoce.
Quando iniziò a squillare la consapevolezza di poter aver fatto un buco nell'acqua la pervase.
Il rumore del dispositivo risuonava con forza in tutta la stanza e giungeva ovattato alle sue orecchie.
Il cuore le pulsava frenetico, impaziete, curioso.
 «Si pronto?» Rispose all'improviso una voce dall'altra parte della chiamata.
La ragazza sobbalzò sbalordita tuttavia non gli rispose e abbassó lo sguardo sul pavimento.
Cosa le prendeva? Non aveva più la forza? Non si era appena detta che era forte, e che poteva fare tutto quello che desiderava?!
 «Pronto, chi mi ha chiamato?» Insistette la voce.
Sospirò.
Una, due, tre volte, l'aria usciva calda e pesante dalla sua piccola bocca.
Afferrò tremante da terra il cellulare portandolo poi vicino alle labbra.
«S..sono Ryse... Ryse Miyoshi... mi hanno dato il tuo num...»
Non fece a tempo a terminare che venne interrotta.
«Ho capito. Dimmi dove sei che sto venendo a prenderti.»
Le disse a bruciapelo e con una certa urgenza nella voce.
«P...place Fayat 425-89 Kioto.» Rispose lei senza distogliere lo sguardo dal display.
«Ok scendi.» Concluse l'interlocutore terminando secco la chiamata.
Ryse titubante, piena di paura e con un nodo alla gola afferrò svelta la valigia carbone raccolse il cellulare e il bigliettino, si inserì con fretta il cappotto e poi uscì da quella merda di motel sbattendosi la potrta di legno dell'ingresso alle sue spalle.


 

Angolo di Veronique

Ho fatto delle modifiche alla storia, corretto alcuni errori cambiato delle parti che stonavano, e finalmente la ripropongo a voi pubblico.
Ho deciso di non eliminarla per poi ripubblicarla ma solo di apportare delle modifiche sul testo già scritto.
Il raiting è orange ma potrà crescere nei prossimi capitoli.
E nulla spero con tutta me stessa che vi piaccia.
Ringrazio inoltre tutti coloro che mi hanno supportato e incitato a contiuarla.
  
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