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Autore: nattini1    18/07/2017    7 recensioni
Dean ha deciso di fare coming out con Mary riguardo la sua relazione sentimentale con Castiel, ma purtroppo avviene quando meno se lo aspetta (spoiler inizio dodicesima stagione). Fanfiction 1* classificata al contest ByeBoys&Girls Hellatus, promt 1 coming out di Dean.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

Prompt 1: Dean ha deciso di fare coming out con Mary riguardo la sua relazione sentimentale con Castiel, ma purtroppo avviene quando meno se lo aspetta

 

• Personaggi: Dean, Castiel, Sam, Mary

• Coppia: Dean/Castiel

•Genere: comico, romantico

•Rating: giallo

 

Sam entrò nella cucina del bunker e trovò Dean avvolto in una vestaglia già seduto intento a fare colazione, o meglio a riempire quanto più possibile la bocca con quello che era rimasto di una torta comprata l'ultima volta che avevano fatto spesa, mentre Castiel, come al solito, lo osservava seduto accanto a lui, molto vicino a lui. Prese una tazza di caffè e si mise anche lui a sedere, poi sorrise davanti all'espressione serena che così di rado rischiarava il viso del fratello e gli disse a mo' di buongiorno: «Ne abbiamo viste tante, ma con la mamma insieme a noi sembra proprio di essere in una favola!».

Dean sbuffò sputacchiando briciole ovunque e rispose sarcastico: «Ah davvero? Che cosa carina! E tu pensi spesso alle favole?».

«A Dean piacciono le favole. – intervenne l'angelo costringendo Sam a soffocare una risata – Metatron mi ha donato una vasta conoscenza in materia e ieri sera gliene ho raccontata una a letto dopo che avevamo…».

«Dannazione, vuoi abbassare la voce Cas? Ok che non afferri il concetto di spazio personale, ma almeno sai cosa significa la parola “riservatezza”?» lo interruppe Dean tra l'arrabbiato e l'imbarazzato; Sam affrontò una dura lotta con se stesso decidendo se fosse il caso di chiedere a Cas di approfondire il discorso o se fosse meglio non ricevere più informazioni di quante già non possedesse su quello che i due si raccontavano (le pareti dei motel in cui si fermavano a dormire quando erano in viaggio erano fin troppo sottili per i suoi gusti e il suo udito da cacciatore molto sensibile). Si risolse a mettere a tacere la curiosità in favore della sua salute mentale.

«Ovvio che conosco il significato…» replicò l'angelo.

Dean, ignorando l'espressione chiaramente seccata di Cas, continuò: «È una cosa che voglio fare, glielo devo dire, ma la situazione è strana da quando mamma è tornata e non sappiamo come comportarci tra noi. Parliamo del più e del meno e ci comportiamo normalmente, ma non è affatto normale. Non so se abbia capito come stanno le cose… insomma, di noi due, e come reagirebbe» e per meglio chiarire il concetto del «noi due» indicò se stesso e l'angelo.

Sam fece uno sforzo per non alzare gli occhi al cielo: quei due si lanciavano di continuo occhiate di un tipo che lui preferì evitare di definire persino mentalmente e si sfioravano a ogni occasione, come se uno fosse un pianeta che con la sua gravità attraesse una luna. Mary era una cacciatrice, quindi doveva essere dotata di parecchio intuito, e comunque non era cieca; era una questione di tempo prima che ci arrivasse. Lui credeva che l'avrebbe presa piuttosto bene; per quando trent'anni prima non fosse una cosa che si dichiarava con leggerezza, nella loro vita piena di casini e guai essere innamorati di una persona dello stesso sesso non era certo nella top cento delle cose che potevano essere considerate dei problemi (tipo i fantasmi vendicativi, le streghe, i mostri assassini, le ferite dolorose, le morti violente, l'apocalisse, ecc.). Il loro padre poi non si era mai dimostrato omofobo, era più che altro fedele alla politica dei marines della sua epoca «don't ask, don't tell», ma mai per offendere qualcuno aveva usato appellativi come «frocio» o simili; preferiva «stronzo», «bastardo», «figlio di puttana», appellativi che Dean aveva appreso a usare da lui.

Castiel sospirò: «Io non so cosa dirti. Lei cosa ti ha detto?».

«Beh, niente, il fatto è proprio questo» bofonchiò Dean.

L'angelo sospirò e poi parlò lentamente, come se dovesse spiegare un concetto complesso a un bambino: «Okay, e tu cosa le hai detto?».

Dean si agitò: «Niente, non so proprio cosa dirle, capisci? Ci sarebbe fin troppo in ballo e non vorrei metterla sotto pressione…», ma non riuscì a finire il discorso perché Mary entrò sorridendo nella cucina: «Dean, temi davvero di mettermi troppa pressione?».

Dean cominciò a balbettare chiedendosi quanto lei avesse sentito della loro conversazione: «Mamma senti sono… emozionato per il tuo ritorno. Insomma sono così dannatamente felice che stento a crederci».

«Dammi un attimo per adattarmi, va bene?» rispose lei dolcemente prendendo una tazza di caffè.

Dean si chiese mentalmente se si riferisse al doversi adattare al fatto di essere tornata in vita o al fatto di essere stata catapultata trent'anni avanti nel futuro rispetto al tempo in cui era vissuta o al fatto che il suo figlio maggiore era innamorato di un angelo di forme chiaramente maschili.

Cas si rivolse gentilmente a Mary: «Dev'essere duro per te. Mi torna in mente la mia prima volta sulla terra, ero sconvolto».

Lei annuì sorseggiando la bevanda: «È l'aggettivo giusto. Avevo sentito di cacciatori che ritornano in vita, ma viverlo in prima persona dopo 30 anni…». Poi alzò il viso e fissò Dean: «Sono cambiate molte cose. Davvero molte».

Il cuore di Dean prese a battere più in fretta e decise che correggere il proprio caffè con un'abbondante dose di whisky fosse una buona idea.

Mary sbocconcellò qualche biscotto e poi chiese a Castiel: «Tu non mangi mai?».

Castiel spiegò compunto: «Non ne ho bisogno. Posso farlo, se lo desidero, per esempio quando siamo in una tavola calda e non devo attirare l'attenzione. Le funzioni fisiche di questo contenitore possono essere le stesse di qualsiasi organismo umano…».

Sam tentò con successo di camuffare con un colpo di tosse una risata al pensiero delle «funzioni fisiche» che erano possibili per Castiel, mentre Dean decise che una dose doppia di whisky faceva al caso suo e continuò a versarsene.

«E hai sempre quegli stessi vestiti addosso? Non li togli mai?» domandò Mary.

Castiel rispose candidamente: «Noi angeli non siamo soggetti al variare delle temperature e mi basta il mio potere per ripulire me stesso e i miei abiti, ma ci sono situazioni in cui me ne privo».

Sam fu costretto ad alzarsi e voltarsi per armeggiare con la macchinetta del caffè perché stavolta nessun finto colpo di tosse avrebbe potuto mascherare la sua ilarità. Non avendo idea di dove sarebbe andato a parare Cas, Dean intervenne bruscamente, alzandosi e afferrando Mary per un braccio: «Dai mamma, vieni a vedere… non ti ho ancora mostrato l'armeria del bunker! Ci troverai un sacco di cose interessanti!».

«Qui è tutto una novità per me; ma Dean, non ho ancora mandato giù quasi nulla!» protestò lei davanti all'irruenza del figlio, che ancora una volta non capì se lei parlasse del fatto che non avesse finito la colazione o del fatto che non approvasse la relazione con Cas e che fu costretto a desistere momentaneamente. Mary, addentando un toast, continuò la conversazione con l'angelo: «Deve essere strano non sentire mai il bisogno di magiare o bere, il freddo o il caldo… Sam mi ha spiegato che, diversamente dagli altri angeli che hanno bisogno di una persona che conceda loro di utilizzare il loro corpo, tu ne hai uno soltanto tuo».

«Esatto, quando il mio contenitore è stato disintegrato a livello subatomico, la sua anima è andata in Paradiso e mio Padre ha ricreato questo per me» confermò Castiel.

«Devo dire che questo, come l'hai chiamato tu, contenitore è molto carino! Sei sempre stato dentro questo corpo maschile?» chiese ancora Mary.

Dean arrivò a considerare seriamente la possibilità di mandare un messaggio a Crowley per farsi chiamare con una scusa e farsi togliere d'impaccio.

«No, quando sono sceso sulla Terra in precedenza avevo scelto una donna, non ho alcuna preferenza riguardo alla scelta del contenitore, posso prendere indifferentemente un uomo o una donna» osservò Castiel.

«Cas non ha alcun pregiudizio riguardo l'essere maschio o femmina… o riguardo l'orientamento sessuale» intervenne Sam azzardando un po'. Dean lo guardò malissimo con una faccia da «Adesso ti ammazzo e scordati che mi venda di nuovo l'anima per riportarti in vita!» e, non avendo avuto successo con Mary, trascinò via con malagrazia Castiel, biascicando qualcosa che suonava come «Ci vediamo dopo in armeria…».

L'angelo si lasciò pilotare fuori dalla stanza; Dean era bravo a improvvisare, ma in quel momento aveva troppe cose per la testa e si diresse davvero verso l'armeria. Appena entrati nella stanza piena di armi e congegni di ogni genere, si pose di fronte a Castiel pronto ad affrontarlo: «Non devi parlare di queste cose con mia madre! È un mio compito dirglielo!».

Gli occhi dell'angelo brillarono di rabbia, la sua espressione si indurì e prese ad avanzare lentamente verso Dean, che indietreggiò fino a trovarsi bloccato contro il bordo di un tavolo e non poté fare altro che fissarlo in silenzio, nella segreta speranza che la collera dell'angelo potesse avere un risvolto passionale, come più di una volta in precedenza era successo. Cas quasi sputò le parole: «Non complicare inutilmente le cose come voi umani fate sempre. Ti ricordo che, quando ci siamo incontrati, le hai detto: “Lui sta con noi”. Avresti potuto dirle semplicemente: “Lui sta con me”, e ora non saresti qui a tormentarti domandandoti se lei sia a conoscenza o meno del nostro legame e se lo approvi o no». Poi prese Dean per il colletto della camicia avvicinando i loro volti: «Non mi importa che tu lo faccia sapere a tua madre ora o tra un anno, capisco che tu abbia ancora una volta paura di deludere una persona che ami. Io so quello che provi», poi, come Dean sotto sotto sperava, lo baciò con forza.

Per Dean non era mai stato facile parlare di sentimenti, si trovava molto più a suo agio con l'azione, quindi ricambiò con entusiasmo il bacio del suo angelo che sussurrò sulle sue labbra: «Ti amo…». Dean non trovò il fiato per rispondere a parole perché sapeva di aver appena staccato un biglietto per il Paradiso che prevedeva di essere raggiunto attraverso azioni per cui avrebbe potuto meritare l'Inferno. Ogni sospiro, ogni carezza, ogni bacio era il suo modo di dirgli che era la sua famiglia, che aveva bisogno di lui, che lo amava. Non erano baci affatto casti, ma bisognosi e urgenti. La mano destra di Cas artigliò i corti capelli di Dean per fargli inclinare maggiormente il volto, mentre con la mano sinistra gli stringeva la vita avvicinandolo a sé. Le mani del cacciatore si spinsero oltre l'onnipresente trench di Cas e la sua giacca, sfilando la camicia dai pantaloni per cercare il contatto con la sua pelle.

Erano così presi che non si ricordarono che avevano detto a Mary di passare in armeria finché non si accorsero che lei e Sam li stavano guardando dalla porta. Non che Sam non avesse mai visto nulla del genere, in realtà gli era capitato di interrompere anche di peggio, ma stavolta era più preoccupato che imbarazzato.

Per un momento, a Mary parve che tutto fosse diventato buio e si rese conto che quello era uno di quei momenti nella vita che fa da spartiacque, che segnano un prima e un dopo, un punto di non ritorno. La cosa peggiore a cui pensava da giovane era che i suoi figli crescessero come era cresciuta lei, come cacciatori; non avrebbe mai voluto che accadesse. Odiava la caccia, odiava quella vita, voleva che fossero al sicuro. Non li aveva visti diventare grandi, non era riuscita a proteggerli, non c'era stata (e il sapere che dipendesse dal fatto di essere stata uccisa non serviva ad alleviare il suo senso di colpa) e quando li aveva ritrovati adulti aveva scoperto che avevano preso quella strada oscura e terribile. Ad aggiungersi a questo, ora intravedeva un nuovo orizzonte che le si apriva davanti che faceva da sfondo a un mondo in cui suo figlio non avrebbe potuto sposarsi (o magari negli ultimi trent'anni le leggi in materia erano cambiate?), non avrebbe potuto avere figli (non che i cacciatori fossero normalmente molto prolifici, lei stessa era stata una sorpresa per i suoi genitori…), avrebbe dovuto lottare per ogni cosa contro tutti (ma questo già non lo faceva ogni giorno?).

Ebbe la sensazione di trovarsi di fronte a un estraneo, la cui l'immagine non corrispondeva affatto a quella che si era costruita nel breve periodo trascorso da quando aveva ritrovato il suo ragazzo, con almeno la speranza, nell'impossibilità di una vita normale, che un giorno avesse avuto accanto qualcuno da amare come lei aveva amato John. Qualcuno che facesse cose buffe come John, che lo rendesse felice.

Avrebbe dovuto capirlo, le mamme certe cose le capiscono, colgono i piccoli segnali che nel corso degli anni diventano indizi per ricostruire un quadro d'insieme, ma lei non aveva avuto anni a disposizione, solo pochi giorni. Anche se era sua madre, non poteva dirgli semplicemente: «Non ti preoccupare, lo sapevo già. Tu sei ciò che sei, io ti vorrò sempre bene e voglio che tu sia felice, prego ogni sera che tu possa esserlo e che non debba soffrire, che non debba essere difficile per te. Ti amerò sempre». Lei l'aveva conosciuto solo da poco; pensò alla prima volta in cui aveva visto insieme Dean e Castiel: l'angelo non si aspettava che il cacciatore fosse ancora vivo e l'aveva stretto forte tra le braccia come se non volesse più lasciarlo e l'espressione di Dean si era addolcita. Quando glielo aveva presentato le aveva spiegato: «È un angelo, sai le creature celestiali con le ali e l'arpa» usando il tono leggero di chi sta stuzzicando di proposito, con malcelato divertimento, una persona a cui tiene. Ricordò tutti quei momenti in cui si era resa conto che tra loro due c'era una sottile complicità, discorsi che solo loro potevano capire, come quando cercavano il luogo in cui era prigioniero Sam e al telefono Dean aveva chiesto a Castiel: «Hai dato un'occhiata all'interno?»; aveva sentito l'angelo rispondere: «No è altamente protetto». A quelle parole aveva visto suo figlio sghignazzare: «Altamente protetto? Okay amico, sembra che ti calzi a pennello». Lei aveva immaginato Castiel che scuoteva la testa e abbassava lo sguardo mentre replicava: «Stiamo ancora discutendo della stessa cosa?». Persino in una circostanza così drammatica, in cui erano preoccupati per l'incolumità del più giovane Winchester, la sola voce di Castiel era riuscita a far star bene Dean.

E il momento passò. Guardò suo figlio negli occhi e li scoprì pieni di attesa; quello non era il figlio che ricordava, il dolce bambino di quattro anni, ma era il figlio che amava, quindi gli fece un mezzo sorriso e finalmente spezzò il silenzio: «Mi torna in mente una favola che mi hanno raccontato quando ero una teenager. Sai, erano gli anni dopo il '68… C'era una volta una principessa triste che viveva sola in un castello grigio. Vennero a chiederle la sua mano tre pretendenti. Uno era un principe bellissimo che le offrì il suo titolo, uno era un duca ricchissimo che le promise tutti i suoi averi e uno era… una ragazza del popolo con tanti secchi di vernice di tutti i colori, con cui dipinse l'intero castello. La principessa decise di sposare la ragazza del popolo, la sola che riusciva a rendere bello il suo mondo.

Credo che tu abbia fatto la stessa sua scelta e a me non importa se sei felice con un ragazzo o una ragazza o un angelo o quello che è, basta che tu lo sia. Alla fine avevo ragione: gli angeli vegliano su di te».

Dean trasse un sospiro di sollievo e si sistemò in fretta i vestiti sgualciti, Cas rivolse con dolcezza i suoi occhi blu verso il suo cacciatore senza preoccuparsi minimamente di infilare la camicia nei pantaloni e Sam pensò tra sé: «Alla fine anche io avevo ragione a pensare alle favole!».

 

 

NdA

Ciao a tutte!

Vi è piaciuta questa mia one shot, vi ha divertito? Sono riuscita a mantenere i personaggi IC? Scrivere frasi a doppio senso usando battute della serie è stato più difficile del previsto! Mi sono confrontata con un amico che ha affrontato l'esperienza del coming out per scrivere qualcosa che fosse il più possibile verosimile, compatibilmente con l'universo fantastico di Supernatural. Una madre lo capisce sempre, ma Mary non ha avuto tempo di stare coi figli, quindi credo che per lei possa essere stata una sorpresa scoprire che il figlio ha una relazione con un maschio. Ma, per quanto possa essere colpita dalla cosa, l'amore la spinge a dimostrare tutto il proprio sostegno al figlio. Grazie a chi legge e a chi mi lascia la sua opinione!

   
 
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