18/07/2017
2 recensioniCento di questi giorni
Harley si strinse la borsa che aveva in spalla tra costato e gomito, nell'osservare la vetrina, e la sua espressione si ingentilì, un misto tra compassione e speranza.
«Mi piacerebbe... Sai, farle un regalino. Per il compleanno.»
Joker seguì la traiettoria del suo sguardo e arricciò il naso, poco persuaso. «Tu non sei brava a fare regali.»
«E perchè?»
«Perchè regali quello che tu vorresti ricevere, non quello che gli altri vorrebbero avere» spiegò lui, il pensiero che tornava a un set di tazze per la colazione con le iniziali.
Harley guardò ancora la vetrina, sospirando. Il vestito a balze di tulle rosa salmone era ancora lì, e sembrava fatto su misura per Lucy. Ma si chiese se Lucy fosse ancora questo, e si rispose che non poteva saperlo. «Ho capito.»
Si lasciarono alle spalle il centro commerciale in fiamme e Joker le mise un braccio sulle spalle mentre le commesse strillavano in preda al panico, ma nemmeno questo la mise di buonumore.
*
«Ho paura di inciampare!»
«Non ti preoccupare, zuccherino, ti aiuto io! La benda non è troppo stretta, vero? Scusa, ma è stato categorico... È meglio non contrariarlo oggi, magari domani... Gradino...»
Harley condusse per mano una Lucy con uno straccio nero arrotolato sugli occhi e legato dietro la nuca fino al centro della stanza.
«Ho riflettuto su una cosa, sul fatto che non so fare i regali, e, beh... Ne ho cercato uno che volessi tu e anche io... Qualcosa che volessimo entrambe» farfugliò in modo sconnesso, euforica, slacciando la benda.
Lucy sbattè le ciglia per abituarsi alla luce giallo zolfo e fissò l'uomo seduto al tavolo di fronte a lei. Era diverso da qualsiasi uomo avesse mai visto.
«Harley dice che sei una fan» esordì lui, tediato, giocherellando con una penna a forma di cacciavite. «Qual è il tuo colpo preferito?»
Lucy strizzò gli occhi e finalmente riuscì a collegare la persona davanti a sè alle tracce nei suoi ricordi. «Tu sei quello che è finito sul notiziario perchè ha derubato una gioielleria con un elefante.»
«Sì, in effetti è anche il mio preferito» ammise Joker con sussiego. «Cosa vuoi che ti autografi?»
Lucy non aveva con sè nient'altro che la propria macchinina giocattolo, intorno alla circonferenza della quale sua zia aveva incollato una striscia di raso rosa arricciato, affinchè avesse il tutù, così la offrì esitante. Joker la prese, la esaminò per qualche istante con indifferenza e poi fece schizzare dalla penna un getto di inchiostro fresco sul cofano, per poi disegnare qualche arabesco con l'indice, spalmarlo un po' intorno e restituirgliela, severo.
«Ma non si capisce niente» osò protestare Lucy, fissando un po' disgustata lo scarabocchio informe.
«L'arte è prossochè interpretazione, cara Lucy» replicò Joker, annoiato. Lei si voltò, in apprensione.
«Perchè zia Harley sta piangendo?»
«Ah, non lo so, non farci caso. Piange sempre.»
Note dell'Autrice: Così, saltata fuori dal nulla. Ho bisogno di Joker-Lucy moments. Grazie per aver letto!
Lucy