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Autore: Memi J    14/06/2009    6 recensioni
Siamo attratti l'uno verso l'altro,
come gocce d'acqua,
come i pianeti ci respingiamo l'un l'altro
come magneti, come il colore della pelle.
Terza classificata al Bleach Fanfiction Couples Contest indetto dall' "Archer and Princess - IshidaxOrihime Fan Forum"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Belong to You

Un'altra stella è caduta dal cielo, senza emettere alcun suono, senza lasciare alcun brivido. Furtiva, silenziosa, lascia una scia lacerante nel cielo, spezzandolo in due metà. Una sottile scia che va scemando in una frazione di secondo, come un lampo durante una tempesta. E scompare, lasciando un vuoto laddove prima brillava di una luce che è già scomparsa.
Svanita, inesorabilmente, senza un perché; il cielo al quale apparteneva ha deciso di lasciarla cadere, privandola del suo immenso bagliore. Quella stella, che splendeva più di tutte le altre, ha accettato il suo destino; poiché lei lo ha scelto, ha scelto di appartenere a quel cielo, unicamente a quell'infinita distesa blu. Eppure, alla fine, si è spenta.

Rukia non si accorse di quella stella. Non si accorse neppure delle gocce d'acqua che, schiantandosi sui vetri della finestra, scivolavano su quella superficie verticale e trasparente, attraendosi ed unendosi vicendevolmente. Era iniziato a piovere.
Forse, si trattava del pianto delle stelle che piangevano la compagna caduta, vittima di un incombente destino che avrebbe potuto privare anche loro del proprio splendore.
Pareva, Rukia, prigioniera del profumo che il corpo di Ichigo, a contatto con la sua pelle, emanava.
Il pallore della luna non era sufficiente, quella notte, ad illuminare ogni angolo di quella stanza; eppure, gli occhi non vedevano, ma il corpo percepiva. E Rukia poteva sentire tutto: sentiva il corpo di Ichigo strisciare contro il suo, sentiva il sapore delle sue labbra, la fragranza dei suoi capelli, l'umidità della sua schiena nuda. Due braccia forti le stringevano la vita come per non farla andare via, ciuffi ribelli di una bizzarra chioma arancione le si impigliava fra le dita, la lingua di lui giocava con la sua. Sentiva tutto. Ogni cosa, ma ogni cosa di lui.
E lui sentiva tutto di lei.
Nient'altro, in quella stanza inghiottita dalle tenebre, avrebbe avuto il privilegio di attirare la loro attenzione: erano solamente attratti l'uno dall'altra, si esploravano a vicenda senza esitazione, senza badare troppo alle conseguenze di ogni loro singola azione, senza preoccuparsi di dove quell'irrefrenabile voglia dell'altro li avrebbe portati. Perché lo sapevano. Sapevano cosa sarebbe successo; entrambi. Erano già accoccolati sul letto, l'uno sopra l'altra, immersi fra quelle candide lenzuola che li avrebbero cullati in quella notte d'estate.
Il buio li avvolgeva, tenebroso ma rassicurante, negando loro l'uso della vista, come per non permettere ai loro sensi di distrarsi neanche per un istante.

Non pensavano a nulla, Ichigo e Rukia. Si limitavano a concentrarsi sull'altro, senza aver bisogno di convincersi del perché fossero giunti a tal punto. Istinto? Desiderio dell'altro? Sesso? Amore?
Forse tutte, forse nessuna di queste.
Lui le sfilò rapido la maglietta, facendola scivolare giù dal letto, mentre di nuovo le catturava le labbra in una serie di baci focosi e passionali. Dopo pochi secondi, in preda all'affanno, si staccarono per riprendere fiato ed Ichigo, seppur boccheggiante, ne approfittò per assaggiare la pelle del collo di lei alternando baci a piccoli morsi, timidi e lievemente insicuri. Rukia parve per un attimo respingere quei suoi gesti fervidi e avventati, premendo leggermente sulle spalle larghe di lui per frenare la sua impazienza e farlo smettere, ed allontanarlo di qualche centimetro.
«Ichigo...». La sua voce perplessa celava qualcosa paragonabile a vera e propria titubanza.
«Pensi... che sia la cosa giusta?».
Lui si bloccò tentennante, guardando l'ombra del suo viso che si rifletteva nel buio.
Gli occhi perlacei di lei sembravano brillare come biglie nella loro lucentezza, blu come il mare, blu come il cielo di quella notte. Ichigo si dimostrò esitante per un attimo.
Perché quella domanda? Stavano commettendo un errore?
Se fosse stato così, avrebbe volentieri commesso lo sbaglio più bello della sua vita.

Cosa siamo noi? Ossa? Carne? Sangue? Anime?
Per quale ragione quella non avrebbe dovuto rappresentare la cosa giusta?
Qual è «giusto» e quale è «sbagliato»? Stiamo solo giocando?
Siamo solo due corpi, attratti l'uno dall'altro, come magneti, come gocce d'acqua.
Due corpi che non possono stare lontani se troppo vicini; due corpi che si respingono per poi toccarsi di nuovo. Come calamite.
Tuttavia, le calamite non hanno vita, noi sì. Non è sempre l'istinto che ci guida, non è l'attrazione magnetica che ci lega e che ci unisce. E allora cos'è?
Amicizia? Affetto? Profondo legame? Amore?
No. Semplicemente, niente che si possa descrivere a parole.

Ichigo cercò di assecondare la timidezza della ragazza, rigirandole la domanda.
«...È sbagliato?».
La voce di lei mutò in un sussurro, quasi impercettibile. La risposta non arrivò seduta stante.
«...No, non lo è». Si guardarono per qualche istante, il vuoto nella mente, i visi accaldati, il cuore in gola per effetto dell'eccitazione.
Lui le accarezzò il ventre facendole accapponare la pelle e proseguendo verso il basso, lentamente, con la delicatezza di un bambino, fino a giungere al bottone dei pantaloni. Rukia intuì, ormai più che chiaramente, le intenzioni del biondo; lo aiutò abbassando la cerniera, con le mani che tremavano per la tensione. Quando lui, con un unico e grazioso movimento di dita, le sbottonò il pantalone, la ragazza avvampò, strappando una lieve risatina a Ichigo, che tornò a baciarle il collo per provocarla, ascoltando il suo respiro fattosi trafelato.
«Evita di prendere fuoco» le sussurrò accattivante all'orecchio, per poi tornare sulle sue labbra.
«Cretino» gli rinfacciò lei, staccandosi e tempestandogli il petto bollente di teneri e innocui buffetti.
Carezzandogli l'addome con l'indice, arrivò a toccare i suoi jeans, dove si accinse a slacciarne il bottone.
«Ha fretta, tu» commentò ridacchiando lui, immobilizzandole la mano artigliata ai propri pantaloni.
«E tu ne hai più di me».
Spiazzato e senza una contro risposta pronta, il ragazzo non poté far altro che baciarla per zittirla, cingendole la vita scoperta, mentre lei rideva vittoriosa. In meno di un minuto, i jeans della ragazza erano sul pavimento della camera, poco più in là rispetto alla sua maglietta, scivolata via per prima dall'esile corpo della mora.
Un miscuglio di sensazioni li travolse, quando anche gli ultimi indumenti sgusciarono via correndo fra le lenzuola, scivolando giù come frivole gocce d'acqua. Sensazioni strane, diverse, nuove.
Sensazioni alle quali però nessuno dei due prestava attenzione: la mente era assente, il cervello era spento. Erano come macchine, macchine fatte di carne. Attive, ma spente.
Spinte ad agire da un telecomando chiamato istinto, comportandosi come qualcosa di invisibile ma distinguibile chiamato voglia ordinava loro di fare.
Due respiri che diventano uno, due corpi che slittano silenziosi l'uno sull'altro, due bocche che si incontrano senza smettere di cercarsi; due paia di occhi che non si guardano mai, due paia di braccia che, forti e delicate insieme, artigliano l'uno la schiena dell'altra; ma mille emozioni.
Mille emozioni che, come un lampo a ciel sereno, per qualche frazione di secondo, si disperdono al vento, nel momento culminante.
Nel momento in cui tutto diventa buio, e si sente solo di amare l'altro.

Da un'altra parte, infinitamente lontano, è nata una nuova stella. Le gocce si fanno sempre più rade, sempre più piccole e leggere, sempre più docili. Poi, dal cielo cadono le ultime lacrime.
Ha smesso di piovere.


Siamo attratti l'uno verso l'altro,
come gocce d'acqua,
come i pianeti ci respingiamo l'un l'altro
come magneti,
come il colore della pelle.













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Yo °3°.
Ragazzi, per una volta sono riuscita a scrivere una cosa piuttosto... HARD? XD
Okay, seriamente... sono in vena di sparare cazzate a raffica, quindi assecondatemi XD.
Comunque, per quanto riguarda la fiction... che succede se vi dico che non mi piace?
XD Lou mi crucia, me l'ha già detto. Però lo dico lo stesso, che non mi sembra granché.
Ma tanto ormai tutte le fiction che scrivo mi fanno questo effetto.
Per chi sta leggendo Turn back the earldom, sappiate che assisterete ad una scena simile, più avanti.
Ma non vi anticipo nient'altro :muahaha: XD.
Ora vi saluto, spero ancora una volta che questo coso vi sia piaciuto <3.

BLEACH FANFICTION COUPLES CONTEST
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