Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: MalessereBlu    22/07/2017    2 recensioni
L'inverno è arrivato e Sansa governa il Nord insieme al nuovo Re, Jon.
Il Mastino giunge a Grande Inverno dopo mesi di solitudine.
Sandor e Sansa si rincontrano, più arrabbiati, più consapevoli. Più forti.
SanSan ambientata dopo la Sesta Stagione.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo VII

Le giornate trascorrevano nella più totale solitudine.Jon continuava a ignorare la sua presenza e appariva sempre più preoccupato per le sorti della guerra contro i non-morti, Baelish sembrava essersi momentaneamente ritirato, probabilmente per architettare qualcuno dei suoi assurdi disegni per avvicinarsi al trono, gli altri lord e lady le rivolgevano appena qualche sporadico cenno di saluto.
Quella situazione stava diventando difficile da sostenere.
Non era giusto.
Non se lo meritava.
Odiava lamentarsi con sé stessa: percepiva quell'assillante fastidio che animava le sue voglie di ragazzina sognante. Non voleva essere così.
Sansa non voleva dipendere da nessuno, non voleva sentirsi così sola.
Voleva bastarsi e così sarebbe stato.
La fiducia le aveva solo strappato l'anima, l'onore aveva portato alla morte tutti coloro che amava.
Il cuore non serviva a nulla: nel gioco del trono si poteva sopravvivere solo con la testa.
Cominciò a temere di essersi adagiata fin troppo in quell'accennato tepore che l'affetto di Jon e del Mastino le donavano.
Aveva bisogno di pensare.

“Brienne” si rivolse con decisione alla donna che la fiancheggiava mentre passeggiava nei pressi dell'armeria “ho bisogno di parlare con il Mastino.”
“Mia Signora” cercò di attirare l'attenzione di Sansa “so che non avete bisogno del mio consiglio” si fermò di fronte a lei “ma quell'uomo non mi piace.”
“Ne sono consapevole. Non dovete preoccuparvi, lo conosco meglio di quanto pensiate.” le sorrise per rassicurarla.
Brienne annuì.
Si avvicinarono alla turba che gli uomini in addestramento stavano confusamente creando.
“Ser Clegane.” lo chiamò personalmente, avrebbe in questo modo reso con più chiarezza l'urgenza della convocazione. “Seguitemi, per favore.”
Il Mastino parve confuso per qualche istante prima reinserire la spada nel fodero.
“Sansa.” Jon le si avvicinò con notevole fretta. “Che stai facendo?”
“Ho necessità di parlare con Ser Clegane, Jon.” disse prima di voltargli le spalle con fare di sufficienza.
Jon la afferrò per un braccio. “Posso sapere cosa ti sta succedendo?”
“Ora ti interessa quello che penso?”
“Sansa, ne abbiamo già discusso. Io...”
“Lascia stare, Jon.” liberò il braccio “Devo parlare con il Mastino. Tornerà a breve.”
La guardò preoccupato.
“Non fare nulla di cui potresti pentirti.”
“Il pentimento non è proprio della natura umana, Jon.”

Le stanze di Sansa si dislocavano nella sezione più interna e protette di Grande Inverno. Ampie, silenziose, lontane dai luoghi trafficati.
Chiuse con pacatezza la pesante porta di legno spesso dell'anticamera senza sigillarla, i perni scricchiolarono gravi. Invitò con un gesto della mano Sandor ad accomodarsi su una delle sedie che ornavano il centro della superficie quasi vuota della parte più esterna dei suoi alloggi.
Si accasciò con notevole pesantezza, la corazza stridette con le placche superiori delle gambiere.
Sansa rimase in piedi mentre provvedeva con gesti lenti e misurati a ravvivare il fuoco del camino, lontano rispetto all'uomo.
L'impazienza del Mastino cominciava a farsi viva e non fu facile convincersi a tenere la bocca chiusa. Intanto la temperatura divenne progressivamente più tollerabile e Sansa posò su un consunto tavolo in pioppo scheggiato la pelliccia che la accompagnava quando si muoveva nei cortili della fortezza. Sfilò anche gli spessi guanti in pelle.
“Uccelletto, che succede?” non riuscì a mantenere quel silenzio a lungo, si stava sinceramente preoccupando.
“Sandor, non c'è nulla da temere.” lo rassicurò posando finalmente gli occhi nei suoi.
“Sembra quasi che tu stia per giustiziarmi.” scherzò.
Sorrise anche Sansa, gli occhi privi di reale divertimento.
“Non ne avrei motivo.” gli suggerì con tono piatto mentre cominciava a camminare leggera intorno a lui.
“Allora perché mi giri intorno come una lupa pronta a fare a pezzi un bambino?”
“Tranquillo.” bisbigliò mentre muoveva un passo dietro di lui.
“Non mi piace quando qualcuno si muove alle mie spalle, Sansa.” cominciò a percepire troppa ansia.
“Io non sono una persona qualsiasi, o sbaglio?”
Fece una smorfia rassegnata. “No, uccelletto, non sbagli mai.” la sentì sospirare.
“Cercei arriverà. Quando avrà circondato questa fortezza, in un modo o nell'altro, mi prenderà.”
“Nessuno lascerà che quella stronza ti torca un solo capello.”
“Sono già stata venduta dalle persone di cui mi fidavo.”
“Romperò le ossa di Ditocorto una a una se me lo chiederai.” ringhiò con soddisfazione.
Sansa si muoveva ora davanti a lui. “Lo so.” gli mostrò un cenno di interesse. “Devi farmi una promessa, Sandor.”
Era in procinto di aprire bocca quando lei si chinò posando le mani nude sulle sue ginocchia corazzate.
Non la vedeva così da vicino dalla notte della Battaglia delle Acque Nere.
“Quando Cercei vincerà, farai in modo che non mi abbia viva.” ridusse la voce a una bisbigliata sinfonia “E poi la ucciderai per me.” gli sussurrò all'orecchio.
Il corpo non rispondeva: i muscoli pesavano come un omogeneo fascio di pietra e la lingua bruciava fin dentro la gola, gli occhi erano immobili, serrati e scurissimi nel ghiaccio dei suoi.
“Nessuno ti farà del male o lo ucciderò.” disse di rimando con voce arrochita e graffiante.
“Promettimelo.” insistette piano mentre sollevava con sicurezza una mano sulla guancia deturpata del Mastino. La carezza scivolò lenta e oculata mentre le palpebre dell'uomo si chiusero tranquille contro il calore della pelle di Sansa. Durò tanto.
Si rimise in piedi prima di riprendere a parlare.
“Non ho finito qui.”
Riaprì gli occhi come se gli fosse stato tirato uno schiaffo.
“Non sarai più nella mia guardia.”
Non se lo sarebbe mai aspettato. Non aveva un cazzo di senso.
“Che cazzo stai dicendo?”
“Le voci corrono, qualcuno potrebbe dubitare ulteriormente della mia integrità.”
Per Sansa quella era la soluzione più logica.
L'avrebbe vista di nuovo come la ragazzina che mai avrebbe potuto provare affetto verso uno come lui, l'avrebbe odiata e sarebbe stato al sicuro: né lei stessa avrebbe sofferto per un sentimento che credeva non appartenerle più ma che, ogni volta che lui le era vicino, riemergeva prepotente, né la vita di Sandor sarebbe stata in pericolo a causa degli intrecci elaborati dalla gelosia di Ditocorto.
Andava bene così.
Scoppiò in una fragorosa risata. “Non è possibile, ancora con queste stronzate!” la guardò con un lampo d'ira “Sei incredibile, Sansa. Riesci a essere una stronza anche con chi sai che non ti potrebbe mai tradire, mai!” incurvò la schiena per porsi dinnanzi a lei, i nasi vicini. “Ecco perché nessuno ti ama.” sputò.
Rimasero in silenzio.
Continuò a sperare che Sansa ribattesse o lo contraddicesse ma non accadde.
“ 'Fanculo.” disse tra sé e sé Sandor prima di andarsene sbattendo con quanta più forza poté la porta.
Era giusto così.
Quella lacrima che scese dal ghiaccio del cuore di Sansa sarebbe rimasta un segreto.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: MalessereBlu