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Autore: PiperBlue    22/07/2017    0 recensioni
Kilari è una bellissima giovane idol giapponese, famosa anche nel resto del mondo: la sua storia d'amore si sviluppa fra le luci della ribalta. Ma come sarebbero andate le cose, se così non fosse stato? Se lei fosse rimasta una normale studentessa, avrebbe avuto modo di trovare la sua anima gemella ugualmente? Oppure sarebbe rimasta sola, in attesa di un principe azzurro che non avrà mai modo di incontrare?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroto Kazama, Izumi Amakawa, Kilari Tsukishima, Seiji Hiwatari
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente Kilari, che si sentiva fortunatamente già molto meglio, decise di recarsi a scuola nonostante il raffreddore e tutte le proteste del padre. Tutto ciò che riuscì a fare per lei fu prepararle la solita colazione abbondante, che la ragazza consumò in meno di un minuto, prima di fiondarsi fuori casa. Quel giorno era particolarmente di buon umore, siccome non avrebbe avuto nessuna lezione con quell'odiosa professoressa che le aveva vietato di portare il suo adorato gattino a scuola, così poteva finalmente stare in compagnia di Na-San anche durante le ore scolastiche. 
Il giorno prima, quando era arrivata a casa, aveva indossato il pigiama e si era messa sotto le coperte mentre il padre le preparava una minestra, ed aveva colto l'occasione per raccontare bene l'accaduto al micio, che l'aveva ascoltata attentamente, rimproverata per il suo comportamento imprudente, ma aiutata a guarire più in fretta con le sue doti mediche.
Adesso la ragazza stava percorrendo a piedi il tragitto che portava da casa sua alla scuola, dove -al solo pensiero arrossiva tantissimo- avrebbe rivisto Hiroto. 
Una volta in classe, si sedette al suo posto, rivolgendo subito uno sguardo fuori dalla finestra. Nel frattempo, nell'aula fece il suo ingresso proprio Hiroto, seguito a ruota da Izumi che si fermò a scambiare due parole con lui. 
«Grazie mille per l'aiuto di ieri, Hirotino! Posso chiamarti Hirotino, vero? Sai, penso che dovremmo vederci più spesso, potremmo uscire assieme qualche volta, cosa ne dici? Tu sei sempre così gentile e disponibile!»
Stava dicendo la ragazza, attorcigliandosi i capelli attorno a un dito e sbattendo le lunghe ciglia con fare civettuolo, cercando in tutti i modi di fare colpo sul ragazzo flirtando spudoratamente. A dire il vero, però, lui era davvero seccato; quella ragazzina non faceva altro che ronzargli attorno da quando le aveva parlato il giorno prima, facendo l'ochetta e accompagnandosi con una risatina tanto stridula quanto falsa che gli faceva saltare i nervi, e adesso si metteva pure a flirtare sfacciatamente. 
Proprio in quel momento Kilari si era girata verso i due, scrutando la ragazza che naturalmente se ne accorse e colse l'occasione per agire. Posò la mano sulla spalla del ragazzo, che, essendosi distratto per non strangolarla, sobbalzò sorpreso, e trillò con voce acuta:
«AHAHAHAHAH! Hiroto, quanto mi fai ridere! Sei proprio un tesoro!» Dopodiché, sotto lo sguardo allibito e confuso del corvino e quello infastidito della ragazza tornò a sedersi. Hiroto ghignò e rivolse uno sguardo carico d'ironia alla sua amica, che però lo ignorò, ma non ebbe la possibilità di avvicinarsi e chiederle cosa non andasse, perché in quel momento la campanella suonò e fece il suo ingresso l'insegnante.

Al termine delle lezioni, quando la campanella che annunciava l'intervallo suonò, Kilari fu subito raggiunta dalle sue amiche.
«Kilari, come ti senti oggi?» le domandò Sayaka.
«Sì, stai meglio?» chiese Miku.
«Certo, ragazze, grazie per esservi preoccupate, ma adesso sto molto meglio!»
«A proposito» sorrise Sayaka «Abbiamo saputo che Hiroto è rimasto con te fino a quando non è arrivato tuo padre...»
«Sì, è vero, che avete fatto? Vi siete sbaciucchiati?» ridacchiò l'altra.
La ragazza divenne rossa come un pomodoro. 
«Ragazze! M-ma che dite? Io... noi... cioè... lui mi ha portata in infermieri e mi ha aiutata ad alzarmi, è t-tutto qui! Ma che domande fate?» balbettò in preda all'imbarazzo col volto completamente congestionato. Le due si misero a ridere.
«Qualcuno è cotto!» canticchiarono.
«Smetterla! Sembrate due bambine piccole!» piagnucolò Kilari, cercando di porre fine al supplizio. 
«Non puoi non ammetterlo, però!» affermò Miku, tornando seria.
«F-forse un po'...» ammise finalmente lei.
«LO SAPEVO! AHHHH!» esclamò Sayaka, con gli occhi a cuoricino, che già pregustava un bel periodo a fare la fangirl sfegatata.
Ad un certo punto, un'ombra si stagliò sulle tre sedute sotto all'albero. Guardarono in su per vedere cosa fosse e videro che Izumi ed un gruppetto di sue amiche si erano messe proprio fra loro ed il sole. 
«Ah, io quella non la sopporto! Si dà così tante arie, è solo una smorfiosa!» bofonchiò Miku.
«La conosci bene?» si incuriosì invece Kilari.
«Abbiamo frequentato la stessa classe all'asilo. Non è cambiata di una virgola. Anzi, è peggiorata. Ed ultimamente non fa che girare attorno al tuo Hiro-» stava spiegando, quando l'amica le tappò la bocca.
«Guarda che ti sente! E poi lui non è mica mio!» protestò.
«Be', dovrebbe! Siete così carini assieme, così affiatati! Cosa aspetti?» le chiesero allora le due.
«Eh? Guardate che non è mica così facile!» asserì lei.
«Allora è vero, Izumi?» vennero interrotte dalla squillante voce di una delle amiche della smorfiosa, come l'aveva apostrofata Miku.
«Certamente! Hiroto è il mio fidanzato!» trillò lei, tutta contenta, cercando di farsi sentire da Kilari.
Le due amiche la guardarono furenti, mentre lei abbassava lo sguardo, scurendosi in volto.
«Kilari, non ti ha detto niente lui?» chiese Sayaka, dispiaciuta.
«Perché avrebbe dovuto? Non ci conosciamo nemmeno, non siamo amici! Di cosa mi sono illusa?» mormorò lei, sorridendo mortificata, per poi correre verso i bagni con una mano sulla bocca a trattenere i singhiozzi, inseguita dalle sue amiche e dallo sguardo trionfale di Izumi.
-Ce l'ho fatta! Li ho separati, ed è stato facile! Si vedeva lontano un chilometro che ha una cotta devastante! Ah! Che bamboccia!- ridacchiò mentalmente la vipera, scuotendo i capelli e continuando a pavoneggiarsi con le compagne.


Nel frattempo Kilari aveva raggiunto il bagno delle ragazze, e vi si era chiusa dentro, lasciando poi uscire tutte le lacrime che aveva trattenuto fino ad allora, appoggiandosi al muro e lasciandosi scivolare fino a che non fu seduta sul pavimento.
-Eppure pensavo veramente che fossimo amici... che idiota!- pensava, mentre le gocce salate rotolavano inesorabilmente giù per le guance arrossate.
-Che illusa sono stata! Un ragazzo del genere, così gentile, altruista, intelligente e carino non sarebbe mai stato libero, avrei dovuto aspettarmelo! E poi, anche se lo fosse stato, che chance avrei mai potuto avere io? Sono così insignificante ed anonima! -
«Oh, Na-San! Quanto avrei voluto essere stata più realista, adesso non starei soffrendo così, forse...» confessò al suo gattino che tentava di asciugarle le lacrime.
«Na-na! Na, na, nana, na!» esclamò.
«Come dici? Credi che lui mi avrebbe detto una cosa simile? Ma non siamo nemmeno amici, perché mai avrebbe dovuto rendere conto di una cosa così privata a me?» singhiozzò lei.
«NA-NA! Nana nananana, na! (non essere sciocca! Ovvio che siete amici!)» replicò lui.
«Dici? Eppure, anche in questo caso non è una cosa che sarebbe venuto a dire a me. Voglio dire, sono cose molto private e...» s'interruppe per singhiozzare ancora.
«Na, na na na... (Dai, non fare così...)» miagolò il gattino, cercando di far tornare il sorriso sul volto dell'amica.
«Hai ragione, devo andare avanti, immagino. Non posso rimanere certo qui a piangermi addosso!» esclamò allora lei, rialzandosi e spolverandosi la divisa. Si sciacquò la faccia, abbozzò un sorrisino tirato ed uscì.
«Kilari! Stai bene? Sembra che tu abbia pianto molto!» le chiese premurosa Sayaka.
«Mi dispiace tanto, Kilari, non lo potevamo sapere...» tentò di dire Miku.
«Hey, ragazze, non c'è problema! Sto bene.» cercò di rassicurarle lei, che voleva solo tornarsene a casa alla fine delle lezioni.
«Oh, Kilari...» mormorarono le sue amiche, accompagnandola poi nuovamente in classe.
Quando si furono allontanate abbastanza dai bagni, Izumi vi si intrufolò, uscendo pochi minuti dopo tutta sorridente.


Erano già le quattro del pomeriggio e Kilari non aveva ancora cominciato i compiti. Non si era nemmeno cambiata. Aveva appena toccato il suo cibo, scusandosi col padre, e si era chiusa in camera, stendendosi sul letto a piangere come una fontana, osservata dal suo gattino che tentava in tutti modi di farla stare meglio, ma invano. 
Ad un certo punto si mise a sedere, sbuffò, asciugandosi le lacrime e disse: 
«Cosa sto facendo, Na-San? Perché devo stare così male per un ragazzo che nemmeno mi considera?» 
Lui si limitò a guardarla dispiaciuto. Non sapeva cosa dire. 
Proprio in quel momento, suonò il campanello. Dal momento che il padre era tornato al lavoro da appena un'ora, la ragazza dovette alzarsi per andare a vedere chi fosse. Non appena aprì la porta, un enorme sorriso le si dipinse in volto: al cancello c'era l'unica persona che desiderava veramente vedere in quel momento.



Sono tornata ad aggiornare! Spero che anche questo capitolo vi piaccia, non dimenticate di farmelo saper lasciando una recensione! Ultimamente mi sento proprio ispirata, credo che aggiornerò presto! Baci, la vostra PiperBlue!
   
 
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