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Autore: Heda_Lexa    23/07/2017    0 recensioni
Clexa AU potterverse
Una lama le marchiava la pelle e urla disumane uscivano dalla sua bocca. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era il dolore. Dolore. Tanto dolore.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO 5
 
“Sedetevi per favore- disse Marcus quando tutti entrarono nella stanza- finalmente l’ordine si riunisce al completo.”
“Marcus non perdiamo tempo in convenevoli- lo interruppe subito Luna- la situazione sta peggiorando e io non voglio continuare questa guerra ancora per molto. Dobbiamo uccidere Nia il prima possibile.”
“Sai che è difficile avvicinarsi a Nia.. i suoi seguaci la proteggono molto bene, inoltre lascia poche volte la sua dimora,  nella quale è impossibile entrare.” Disse Lexa scontrandosi con lo sguardo duro del ministro della magia.
“Com’è che te sai tutte queste cose? Non è che sei una spia di tua madre?” disse sprezzante Pike.
“Non ti azzardare…” Anya prese subito le difese di sua sorella e s alzò dalla sedia con uno scatto.
“Ora basta- Abby interruppe la discussione sul nascere- dobbiamo ricordarci che stiamo tutti dalla stessa parte. Se non rimaniamo uniti non avremo alcuna possibilità contro Nia. Se non lo volete fare per voi stessi fatelo per chi è morto credendo nella nostra causa. Onoriamo la loro memoria.” Abby fece una breve pausa guardando uno a uno i presenti, poi riprese: “ allora come abbiamo detto gli auror che rimarranno al castello sono: Anya, Indra, Sinclair, David, Bellamy che ci raggiungerà domani e Julianne- tutti quelli nominati annuirono all’unisono-Bellamy non sa dell’ordine ne di quello che è successo veramente a Gina quindi guardate di essere discreti. Per quanto riguarda tuo marito Julianne allora è deciso a rimanere al ministero?”
“Si Abby ho provato a convincerlo a venire qui ma preferisce rimanere con Luna… poi ha detto che siamo già troppi auror …” un leggero sorriso le spuntò sulle labbra prima di tornare seria e ascoltare ciò che Abby doveva ancora dire.
“ Va bene. Luna, quindi tu starai con Ned, se ci sono delle novità su qualsiasi cosa informateci. Per quanto riguarda i professori, Pike, Marcus e Lexa dovrete tenere sotto controllo i ragazzi. Tehlonious tu cosa vuoi fare? Se vuoi stare accanto a tuo figlio in questo momento…”
“No-Abby fu interrotta da Jaha- continuerò a insegnare… appena avrò finito le mie lezioni verrò al San Mungo e starò con lui..”
“Ok… per quanto riguarda me e Jakson faremo avanti e indietro tra l’ospedale e Hogwarts… avete capito tutti quali sono i vostri ruoli ? Ricordatevi che probabilmente alla fine anche i ragazzi dovranno combattere… devono essere pronti. E mi raccomando… restiamo uniti.”
Tutti fecero cenni di assenso quando Abby terminò il discorso poi si alzarono per dirigersi ognuno a svolgere i loro compiti. Prima che Lexa potesse uscire Abby la fermò.
“Lexa… vorrei che tu ricordassi che non è colpa tua… non ascoltare Pike, non ha ancora superato la morte della moglie… e non sentirti in colpa per quello che è successo ieri… inoltre vorrei chiederti due cose. Prima di tutto parla con Julianne, lei non ce l’ha con te per quello che è successo.. e poi ti prego di prenderti cura di mia figlia. So che puoi farlo, puoi proteggerla..”
“Lo farò Abby… ora devo andare”
Detto questo Lexa si diresse nel suo studio e Abby raggiunse l’infermeria dove visitò Lincoln e Raven.
Quando uscì trovò Clarke e O’ ad aspettarla.
“ragazze mie venite qui” disse Abby stringendole in un abbraccio.
“Come stanno mamma?”
“Lincoln sta bene…domani verrà dimesso… per quanto riguarda Raven… mi dispiace ma la sua gamba non tornerà mai più come prima”
Octavia e Clarke si guardarono stupite poi O’ ritrovò le parole e disse:” Ma come è potuto succedere? E ora come farà? Ma può camminare?”
“Calma calma Octavia- la interruppe Abby- credo che potrà tornare  a camminare, ho già in mente un paio di cose, ma devo prima consultarmi con Jakson ed essere sicura che funzioni. Non voglio darle false speranze. Ora andate da lei ha bisogno di voi.”
“Mamma io ho bisogno di parlarti..” disse Clarke.
“Amore ora non posso devo parlare con Marcus… domani mattina torno al San Mungo ma tornerò tra un paio di giorni per controllare Raven e  parleremo.” Abby diede un ultimo abbraccio alle due ragazze e poi si allontanò.
Clarke e O’ entrarono in infermeria e trovarono Raven raggomitolata nel suo letto scossa dai singhiozzi. Passarono tutto il giorno  a consolarla, poi per l’ora di cena, quando si era calmata, salutarono lei e Lincoln e si diressero nella sala grande.
 
 
Durante la cena Lexa aveva i nervi a fior di pelle. Era in tensione per il fatto di dover incontrare Clarke; non era mai stata sola con la ragazza prima d’ora e aveva paura di combinare un casino. Le domande che avrebbe potuto farle erano infinite e Lexa non sapeva proprio come uscire da quella situazione. Anya, che era seduta accanto a lei, vide lo stato di agitazione della sorella, così le chiese:” Ehi Lexa tutto bene ? Ti vedo strana.”
“Si si sono solo un po’ nervosa per la situazione in cui ci troviamo.-mentì- Pike mi odia, crede che sia colpa mia se la moglie è morta… poi con Julianne qui.. non ci ho più parlato dopo il funerale.. non so come gestire la situazione.”
“Ehi frena. Pike è un coglione. Lo è sempre stato e sempre lo sarà. Ti ricordi quando mamma ci raccontava delle stronzate che faceva? Quando mi sono unita all’ordine cinque anni fa sua moglie era ancora viva ed era uguale a come è adesso. Per quanto riguarda Julianne sai che lei non ti odia per quello che è successo a Costia. Quando scoprimmo dove ti tenevano prigioniera tutti quelli che sono venuti si sono offerti volontari e Costia è stata la prima. Ti amava tantissimo e avrebbe fatto di tutto per salvarti.”
“Mi dispiace Anya. Guarda quante persone hanno perso la vita per me. Quante famiglie sono state distrutte. Abby ha perso suo marito e Clarke suo padre, Julianne e Ned la loro unica figlia, Gina si stava per sposare con Blake e i nostri genitori… voi mi avete accolta in casa vostra e io…”
“Lexa- la interruppe Anya- i sensi di colpa non ti porteranno da nessuna parte. Devi smetterla di farti del male. Non puoi salvare tutti, è un dato di fatto. Bisogna solo andare avanti. Sono sicura che i nostri genitori sono fieri di noi e delle persone che siamo diventate…adesso scusami ma devo andare.”
“Dove vai così in fretta ?” un ghigno beffardo le si era formato sulle labbra.
“Vado a vedere come sta Raven..” disse Anya un po’ imbarazzata.
“Ah si eh.. e brava la mia sorellina”
“sta zitta” Anya si allontanò di fretta per non sentire altri commenti di Lexa e raggiunse l’infermeria.
Una volta arrivata trovò Raven in lacrime.
“Che cosa ci fai qui?” chiese cercando di smettere di piangere asciugandosi le lacrime.
“Ti avevo detto che sarei tornata a trovarti.. Abby mi ha detto della tua gamba. Mi dispiace. Non avresti dovuto prendere quella maledizione per me”
“non è stata una mossa molto intelligente. Forse il cappello parlante si è sbagliato a mettermi in corvonero.” Un leggero sorriso spuntò sulle labbra di Raven.
“Sei molto bella quando sorridi… dovresti farlo sempre” le guance di Raven si colorarono di un leggero rosso, poi il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore.
“Cosa c’è?” chiese Anya preoccupata.
“Niente solo una fitta alla gamba”
“Aspetta- Anya scoprì Raven e si mise a sedere sul letto iniziando a massaggiarle la gamba- va un po’ meglio?”
“Si, decisamente” le due ragazze si scambiarono sorrisi imbarazzati per tutta la sera mentre Anya continuava il massaggio, fino a quando Raven non si addormentò. Anya la coprì delicatamente, poi si avviò verso la sua stanza.
 
 
 
Dopo la cena Clarke sgattaiolò via dal dormitorio e si avviò verso l’ufficio di Lexa. L’ansia la stava divorando e non aveva la minima idea di cosa avrebbe fatto una volta trovatasi di fronte alla sua professoressa. Fortunatamente non incontrò nessuno durante il tragitto e arrivata davanti alla porta prese un profondo respiro ed entrò. Lexa era seduta alla sua scrivania intenta a leggere una lettera. Non appena la vide piegò la pergamena e la ripose in un cassetto.
“Ciao Clarke”
“Ciao Lex.. ehm salve  professoressa Woods”
“Puoi chiamarmi Lexa quando siamo da sole” disse Lexa sorridendo vedendo l’imbarazzo di Clarke.
“oh ok… sai è strano ma non riesco a considerarti come una mia professoressa… non fraintendere, intendo che in qualche modo mi sento legata a te.. non so è difficile da spiegare”
“Ho capito cosa intendi- Lexa rimase per un attimo in silenzio, ma quando vide che Clarke stava per dire qualcosa riprese- allora io direi di iniziare. Prima facciamo un po’ di lezione poi se vuoi puoi farmi una domanda.”
“Si certo.”
Le due ore successive passarono velocemente tra un incantesimo e l’altro e Clarke si dimostrò un’alunna davvero capace.
“No il braccio non lo devi muovere così tanto” disse Lexa posizionandosi alle spalle della ragazza e prendendo la mano di Clarke nella sua. A quel contatto un brivido percorse i corpi delle due ragazze e prima che Lexa potesse spiegare a Clarke quale era il movimento giusto quest’ultima si girò, prese il viso dell’altra tra le mani e la baciò. Fu un bacio dolce, delicato ma allo stesso tempo intenso, come se entrambe stessero aspettando quel momento da una vita. Le loro lingue si cercarono e si trovarono, ma quando Clarke spinse ancora di più a sé Lexa quest’ultima si staccò. Clarke rimase immobile a fissare la ragazza che adesso le dava le spalle. Fece per dire qualcosa ma Lexa la precedette.
“Va via.”
“Lexa aspetta..” provò a dire Clarke ma Lexa la interruppe nuovamente.
“Va via Clarke.”
“No Lexa ora tu mi ascolterai. Ti ho baciato perché provo qualcosa per te. Provo qualcosa per te da quando ti ho vista per la prima volta e i nostri sguardi si sono incrociati. Sento che c’è un profondo legame tra di noi, ma allo stesso tempo non riesco a fidarmi di te. Sei misteriosa, non ti fai avvicinare da nessuno, ma hai permesso a me di farlo. Voglio sapere perché ?” il tono di Clarke si era man mano alzato e stava quasi urlando.
“Non c’è nessun perché. Ho fatto un errore, non avrei dovuto proporti di fare queste lezioni private. Ora è meglio se te ne vai.”
“Girati Lexa. Guardami negli occhi. Non ho ancora finito.” Lexa si voltò lentamente e inchiodò i suoi occhi in quelli di Clarke.
“Non sono stata abbastanza chiara ? Ti ho detto che te ne devi andare!” il cuore di Lexa stava scoppiando. Aveva desiderato tanto baciare Clarke e l’emozione provata poco prima era indescrivibile, ma sapeva che doveva lasciarla andare per il suo bene. Doveva tenerla lontana da lei per proteggerla.
“Non era così che doveva andare, ma non mi dai altra scelta. Tu sei la figlia di Nia?” Lexa rimase immobile per un secondo. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Clarke non poteva aver scoperto il suo segreto.
Si ricompose subito e disse:” Stai delirando..”
“Smettila di mentirmi Lexa! Ho sentito mia madre parlare con te e Marcus. Dimmi la verità”
Lexa non sapeva cosa dire. Era pietrificata.
“Lexa ti prego.. fidati di me.” Clarke si avvicinò alla ragazza sfiorandole la mano, ma Lexa interruppe subito il contatto scansandosi.
“Mi fido di te Clarke…. Si è vero mia madre è Nia. Non credo ci sia bisogno di spiegarti il perché nessuno deve saperlo. E credo che tu ora capisca perché devi stare lontana da me.”
“No Lexa questo non lo capisco. Io voglio far parte della tua vita..”
“No Clarke- Lexa la zittì. Il suo tono di voce ora era alterato- nessuno può far parte della mia vita! Devi stare lontana da me! Tu non mi conosci, non sai cosa sono in grado di fare. Se tu sapessi quello che ho fatto non riusciresti neppure a guardarmi in faccia!”
“Non ci credo. Tu sei una brava persona Lexa”
“No non lo sono Clarke. Dovresti accettarlo prima di rimanere delusa veramente. Vuoi sapere come è morto tuo padre? È morto a causa mia. Era in quel posto per me e l’hanno ucciso. Le persone che si avvicinano a me muoiono Clarke. Vuoi fare la fine di tuo padre?!” gli occhi di Clarke erano pieni di lacrime che le scendevano lungo le guance. Guardò per un’ultima volta Lexa poi si voltò e corse via.
Si diresse verso l’ufficio di Marcus dove sperava di trovare sua madre e infatti quando aprì la porta trovò i due intenti a parlare. Abby si precipitò subito dalla figlia non appena la vide in lacrime ma Clarke la spinse via e iniziò a urlarle contro.
“Perché mi hai mentito? Perché hai mentito sulla morte di papà?!”
“Clarke non so di cosa tu stia parlando..” provò a dire Abby ma Clarke la bloccò subito.
“Smettetela di mentirmi! Sono stanca di tutto questo. Ho scoperto tutto. Ho scoperto che Lexa è la figlia di Nia e mi ha detto che papà è morto per causa sua. È la verità?!”
Marcus e Abby si scambiarono uno sguardo pieno di paura poi Abby si avvicinò alla figlia e le disse:” Clarke ti prego calmati. Siediti e parliamone.”
“Non voglio sedermi! Voglio sapere la verità!”
“Va bene –disse Marcus- ma è una storia lunga quindi ti consiglio di sederti.” Presero tutti e tre posto a sedere e Abby incominciò a raccontare:” Tutto iniziò quando noi eravamo ad Hogwarts. Io incontrai tuo padre e molti altri ragazzi. Eravamo un bel gruppo e stavamo sempre insieme.. quando noi eravamo al quarto anno Nia era all’ultimo e già era molto famosa a scuola per le sue manie di grandezza e potere. Quando uscì da Hogwarts divenne sempre più forte iniziò a cercare seguaci. Il così detto “periodo del terrore” iniziò quando noi eravamo all’ultimo anno. Una volta usciti da scuola il professor Silente, che era preside, ci chiese di unirci a lui e ad altri studenti nell’ordine della fenice, per combattere Nia. Noi naturalmente accettammo e l’ordine era formato da: io e tuo padre, Marcus e Vera, Thelonious e sua moglie, Nyko e Laurel, Julianne e Ned, Pike e sua moglie, Sinclair, Indra, i genitori di Luna, di Nate e di Monty. Dopo due anni di guerra Silente convocò l’ordine in via eccezionale. Quando arrivammo era insieme a Gustus.
Gustus era il ragazzo di Nia ai tempi di Hogwarts, ma una volta usciti di lui non si era più sentito parlare. Pensavamo fosse morto. Gustus era andato a chiedere aiuto a Silente e non era solo. Con lui aveva una bambina di circa un anno. Nia voleva uccidere suo marito e la sua stessa figlia. Così il compito dell’ordine divenne quello di proteggere Lexa a qualunque costo. La guerra continuò per altri 3 anni e l’ordine perse  Vera, la madre di Nate e la moglie di Thelonious che avevano dato alla luce un anno prima Nate e  Wells. Alla fine Nia scoprì dove Gustus si era nascosto con Lexa, li raggiunse, ma quando lo uccise anche lei fu in parte colpita dalla maledizione. Marcus, Nyko e Laurel trovarono Lexa tra le macerie della casa e quest’ultimi decisero che si sarebbero presi cura di lei. Le cancellammo la memoria e le creammo falsi ricordi della sua infanzia. Visse tranquillamente fino agli undici anni con la sua nuova famiglia che comprendeva anche Anya. Intanto Silente era morto e Marcus aveva preso il suo  posto come preside. Lei non poteva venire ad Hogwarts e inoltre  la sua mente iniziò a tirare fuori dei ricordi di quando era piccola. Così alla fine le raccontammo la verità. Passarono gli anni,  lei studiava in casa, seguita da Indra, ma l’anno scorso fu trovata e catturata dai seguaci di Nia che utilizzarono il suo sangue per ridarle un corpo. Dopo cinque mesi scoprimmo dove la tenevano prigioniera e così tuo padre, Indra, Nyko, Laurel, Anya, Costia e Gina presero parte ad una missione di salvataggio. Costia era la figlia di Julianne e Ned e si unì all’ordine non appena divenne un auror, proprio come Anya e Gina. Da quella missione tornarono solo Indra e Anya.- Abby fece una pausa poi riprese- ora sai come è morto tuo padre.” Clarke rimase in silenzio cercando di metabolizzare tutte le informazioni che aveva appena appreso poi Marcus parlò:” Clarke nessuno deve saperlo..”
“Lo so..-disse Clarke-perché Bellamy non si è mai unito all’ordine?”
“Bellamy è una testa calda- disse Marcus- e non possiamo rischiare che qualcuno mandi tutto all’aria.”
Clarke annuì mentre fissava il vuoto, poi chiese:
“…che cosa le hanno fatto durante quei mesi ?”
“Questo devi chiederlo a lei Clarke… noi non possiamo dirtelo.” Rispose Abby, che nel mentre si alzò e abbracciò la figlia.
“Mi dispiace di averti mentito..”
“Tranquilla mamma lo capisco.. ora vado a dormire. È stata una giornata impegnativa.”
Clarke non si addormentò facilmente, il suo cervello non voleva saperne dismettere di lavorare, e l’ultima cosa a cui riuscì a pensare prima di addormentarsi fu il bacio tra lei e Lexa.
 
 
 
Non appena Clarke uscì dallo studio Lexa lasciò andare tutte le lacrime che stava reprimendo. Baciare Clarke era stata la cosa più bella che le fosse mai capitata e trattarla in quel modo le aveva spezzato il cuore. Ma lei sapeva che era la cosa giusta per Clarke. Prese la foto di suo padre e il vetro fu bagnato dalle lacrime che cadevano dagli occhi di Lexa.
“Mi dispiace papà. So che ti ho deluso. Mi hai sempre detto di essere coraggiosa, ma questa volta non posso. Io devo proteggerla. Mi dispiace… “
Lexa si addormentò con la foto del padre ancora stretta tra le braccia, con le lacrime che le rigavano le guance e con il pensiero di una vita con Clarke che sapeva non avrebbe mai potuto avere.
 
 
 
 
Salve a tutti! Vi regalo questo capitolo perché la prossima settimana sarò un po’ impegnata quindi non so quando potrò riaggiornare. Finalmente è arrivato il bacio tra Clarke e Lexa, ma quest’ultima ha rifiutato la  ragazza. Chissà se riuscirà ad andare avanti e se capirà che anche lei merita di essere felice.  Abbiamo inoltre  scoperto il passato di Lexa grazie a Abby, anche se quest’ultima non è entrata molto nel dettaglio, chissà se Clarke proverà a chiedere a Lexa per saperne di più. So che il capitolo è molto lungo, ma non volevo lasciare questioni a metà. Spero che vi sia piaciuto e se vi va lasciate una recensione.
May we meet again.
   
 
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