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Autore: Lila May    26/07/2017    2 recensioni
/ Mirai!Mai Mirai!Trunks / angst, fluff, triste / lime accennato /
Dal testo:
La ragazza, tuttavia, si alzò e andò a stendersi accanto al giovane, che le fece posto senza obbiettare. Poi lasciò andare un sospiro, che si confuse con l’afa e la polvere che entravano a fiotti dalla finestra semi aperta.
Si persero a guardare il soffitto.
- A volte vorrei morire, Mai… -
Trunks si sollevò su un gomito per guardarla meglio. Entrambi erano ancora in tenuta da soldato. Il lavoro per loro sembrava non finire mai, nemmeno nelle poche ore di riposo che si erano voluti concedere.
Era un continuo stare in allerta, tenersi pronti al combattimento, prepararsi al contrasto di una minaccia ancora troppo grande, che mieteva troppe vittime e causava ingenti danni.
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Attenzione: l'autrice non ha mai visto gli episodi inerenti al contesto della fiction. OOC per sicurezza.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mirai!Mai, Mirai!Trunks
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Needin’ love

 
Trunks si era mollemente lasciato andare alla durezza del materasso della sua brandina, una mano tra i capelli e l’altra sul viso.
Si sentiva uno schifo, un buono a nulla.
La verità era che non sapeva più cosa fare. Quel pomeriggio lo aveva speso aiutando i bisognosi e promettendo loro che avrebbero riavuto le loro case, che Black sarebbe stato sconfitto, che non dovevano temere nulla.
Parole, parole, solo parole.
Parole in cui aveva creduto anche lui, prima di rendersi conto che l’acqua stava scarseggiando, che le persone morivano, dannazione, sì, morivano di stenti senza che nulla potesse impedirlo, e che i pochi superstiti sopravvissuti ai continui massacri di quel lurido Mostro continuavano a cercare ausilio in rifugi divenuti ormai troppo piccoli per contenere la loro infinita disperazione.
Gli occhi cerulei del giovane sayan molte volte avevano sognato di chiudersi per sempre, di fronte a tanta insopportabile sofferenza.
Non ne poteva più di combattere senza ottenere risultati, di aggrapparsi alla vana speranza che un giorno, un sacrosanto giorno sarebbero riusciti a recuperare una città perduta,  una popolazione ormai quasi estinta e il benessere di prima.
Si mise su un lato. Sentiva di voler piangere, ma si trattenne. In quel momento lasciarsi andare allo sconforto era inutile; ci viveva già.
Inoltre, la sua mediocre situazione era sicuramente migliore di quella di tanti altri che, invece di dormire sul loro confortevole letto, si erano ritrovati su sordidi materassi ammassati l’uno contro l’altro a soffocare lacrime di terrore e debolezza.
Non ne poteva più, davvero.
Sentiva il cuore pesare sul petto, gonfio di dolore, e la gola bruciare. Era un’inutile soldato che aveva sperato in un mondo migliore, ecco tutto.
Il solito eroe che alla fine si rivela del tutto incapace di fronte ai veri disastri.
Uno schifo. E basta.
Si chiese perché continuare a lottare; Black era inarrestabile. Avrebbe di nuovo distrutto tutto. Tutti i loro sforzi, il loro sudore, le loro lacrime.
Le morti, i sacrifici.
Tutto. Tutto sarebbe crollato insieme a fondamenta di edifici ancora incompleti, serre, ruscelli artificiali, corpi di persone, tutto.
Insieme alla loro lucidità mentale.
Macerie di sforzi dimenticate al suolo.
Il coacervo di pensieri in cui si era barricato venne interrotto da un rumore di passi nella stanza.
Poi, una voce arrochita dalla stanchezza perforò il silenzio con una sottigliezza tagliente. << Dormi? >>
Era Mai. La ragazza non aspettò risposta. Prese posto sulla sua brandina, si tolse il zucchetto di lana color oliva che era solita indossare e lo lanciò con nonchalance su quello che doveva essere un comodino, ma che concretamente lo era solo di nome.
Sospirò, poi gettò gli occhi su Trunks.
Il ragazzo si era coperto gli occhi con un braccio. Meglio il buio eterno che tutto quel dolore, davvero. Sentiva di star crollando dentro, colpito dal martello d’acciaio che era la furia di Black. Un’efferatezza insuperabile, una bestialità crudele.
Impossibile difendersi.
<< So che sei sveglio. >>
<< Mai… ti prego. >>
La corvina ignorò quella richiesta di silenzio. In un altro momento avrebbe contraccambiato, ma ora era spossata e debole. E sola. Sapeva che si trattava solo di un momento, ma… si sentiva davvero impotente, dinanzi a tutto quel laido, interminabile dolore a cui nessuno riusciva a porre una cazzo di fine. Si scostò i capelli di lato, depose i gomiti sulle ginocchia livide e guardò l’amico e alleato, più devastato che mai.
Se lui era distrutto, lei lo era ancora di più: era umana. E questo non faceva che renderla più spossata e vulnerabile, nonostante fosse a capo dell'esercito.
<< Trunks… >>
Gli occhi celesti del sayan scattarono su di lei, facendola arrossire.
La ragazza, tuttavia, si alzò e andò a stendersi accanto al giovane, che le fece posto senza obbiettare. Poi lasciò andare un sospiro, che si confuse con l’afa e la polvere che entravano a fiotti dalla finestra semi aperta.
Si persero a guardare il soffitto.
<< A volte vorrei morire, Mai… >>
Trunks si sollevò su un gomito per guardarla meglio. Entrambi erano ancora in tenuta da soldato. Il lavoro per loro sembrava non finire mai, nemmeno nelle poche ore di riposo che si erano voluti concedere.
Era un continuo stare in allerta, tenersi pronti al combattimento, prepararsi al contrasto di una minaccia ancora troppo grande, che mieteva troppe vittime e causava ingenti danni.
A quelle parole, Mai sentì un calore insano crescere dentro di sé. Le accarezzò le gote, infiammandole il collo e il petto, poi la raggiunse al basso ventre e scese ancora, fino alla punta dei piedi.
Il cuore cominciò a battere più forte, il respiro le si fece contratto.
Trunks se ne accorse, e le sorrise, provocandole un balzo di emozioni incontrastabile.
Che le stava succedendo…?
<< Non voglio che tu muoia… >> si guardò le mani callose, ruvide. E le guance le si imporporarono appena quando il suo braccio si scontrò dolcemente con quello di lui. Non era più abituata a ricevere amore, in quanto da qualche mese ormai nessuno le faceva più un complimento, le dava una carezza o un abbraccio. Ricordava con certezza tutto l’amore che aveva ricevuto, ma ormai sembrava così distante... così inafferrabile. Intrappolato dentro un passato che non sarebbe più tornato, ne era certa. In quel momento aveva bisogno di sentirsi amata, protetta da qualcuno di caro. Da lui, in qualche modo. E sentirsi meno inutile, sapendosi tra le mani di un ragazzo come Trunks. Poterlo baciare… sembrava tutto così impossibile, così mistico e bello che giurò di sentire le lacrime pizzicarle gli occhi quando ci pensò. << Come farei senza di te, Trunks… >> lo disse con un sospiro, abbracciando quel braccio caldo disteso accanto al suo.
<< Allora resterò in vita per te. >>
 Suonò come la frase più preziosa di cui le sue orecchie avessero mai potuto bearsi. Il brivido di piacere che la percorse fu alimentato dalla bocca di Trunks che improvvisamente si posò su quella di lei. Fu inaspettato, ed entrambi si lasciarono andare a quel gesto avventato e bisognoso.
In un dolce scambio di saliva Mai si rese conto che anche lui soffriva. Che anche lui, come lei, si sentiva trascurato.
Anche a lui mancavano le pacche sulle spalle, i sorrisi, sentirsi amato da qualcuno e contraccambiare a sua volta.
Anche lui credeva di essere stato dimenticato tra le macerie di quella città impossibile da risollevare, nonostante fosse un sayan.
Tutto il suo dolore era chiuso lì, nel perfetto incastro che le loro bocche unite avevano creato.
Mai montò sopra di lui, interrompendo il bacio per poi riunirsi con più ardore di prima.
Mentre le lingue giocavano a penetrare l’una nella bocca dell’altro, la rabbia e il risentimento scemarono, lasciando posto all’eccitazione andante che, come un fuoco immenso, aveva preso a bruciare dentro i cuori a cocci dei due giovani soldati.
Trunks le sbottonò la lunga giacca a vento e infilò una mano sotto, alla ricerca delle seriche curve della ragazza. Le sfiorò un piccolo seno e arrossì vistosamente, lasciandosi andare a quel tiepido calore. Non era abituato… glielo strinse col dolcezza.
Per una sola notte, Trunks.” pensò, socchiudendo gli occhi. “Per una sola notte prenditi ciò che più ti manca.
Si sentiva all’improvviso vivo, mentre lei gli accarezzava il dorso, il profilo del membro, le cosce, il collo… lo inebriava col profumo umido dei suoi lunghi capelli color pece.
Le mani di Mai erano come un balsamo curativo sul suo corpo martoriato dentro.
Il dolore assordante che lo aveva tenuto con la gola serrata tutto prima si sciolse come miele nel the quando i flebili gemiti della ragazza causati dalla sua mano sul seno cominciarono a cullargli le orecchie verso un piacere a cui non sapeva stabilire un limite.
Si spogliarono quel poco necessario a soddisfare i propri bisogni, e Mai gli permise di entrare disperatamente in lei, presa dal desiderio di appartenere a qualcuno, di poter essere amata di nuovo.
Da Trunks.
In quel gesto così frenetico e pulsante si strinsero, mentre gli ansimi si mescolavano ai mugolii in una miscela perfetta che presto li portò all’orgasmo.
La corvina sentiva di esplodere d’amore, i capelli sudati imprigionati nelle mani di lui, ancora morbide nonostante le innumerevoli fatiche che lo avevano visto protagonista negli ultimi mesi.
Quando tutto finì, i baci affannosi placarono il frastuono dei loro respiri frastagliati.
Si dissolsero piano, confondendosi con i respiri irrequieti degli altri soldati, dormienti nelle loro apposite stanze.
Entrambi sentivano che lo avrebbero rifatto ancora, e la notte dopo, e dopo ancora. Pieni l’una del dolore dell’altro, incapaci di dire di no a quell’amore così forte, quell’eccitazione tanto grande.
Si accarezzarono, si baciarono, si parlarono di tutto usando solo la forza dello sguardo. Trunks era contento, stranamente felice che la ragazza avesse risposto al suo bacio con tutto quell’amore, avesse finalmente compreso. Si era consegnato a lei spinto dalle sue stesse motivazioni. Alla fine erano uguali, due cavie, due vittime succubi di quel caos infernale. Poco importava se lui era un potente sayan e lei un’umana determinata e di buon cuore.
Sotto il dolore una lacrima valeva l’altra.
Eppure nel fare l’amore avevano trovato pace, nei baci, nei respiri in simbiosi. Negli sguardi complici, nel trasformare insieme la disperazione in bisogno.
Lo fecero di nuovo, spogliandosi definitivamente.
Quella notte non caddero solo vestiti, ma anche paure, debolezze.
Non credevano si potesse amare tanto in così poche ore. Chiusi in una misera stanza, devastati da ciò che continuava a succedere oltre i loro copri stretti a darsi affetto, oltre quelle quattro mura dall’intonaco scrostato che l’indomani all’alba avrebbero dovuto abbandonare per correre in aiuto di quelli più bisognosi.
Una speranza forse quel povero mondo la aveva.
 Ma Trunks scelse di non pensarci.
E si abbandonò alla forza dei baci di Mai, alla potenza dei suoi abbracci e al suo profumo di donna, l'unico rifugio che aveva da cui ricavarne benessere.

 

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Nda
hi pipol!
Molto probabilmente nessuno di voi mi conosce, in quanto sono solita scrivere in altre sezioni, ma quando ho scoperto di questi due sono andata in palla, davvero, e nonostante io non abbia visto nemmeno un episodio di Dragonball super ma ho visto GT, ehi, mi sono lasciata guidare da ciò che mi è stato giusto accennato su Mai e Trunks e sì, d’ignoranza pura, mi sono messa a scrivere questo testo. Trunks ha significato molto nella mia infanzia: è stato per me un grande eroe, nonché il mio primissimo husbando.
Sono contenta di poter scrivere su di lui, finalmente, e lo faccio con questa coppietta che non mi dispiace affatto.
Spero che la storia vi sia piaciuta, ero imbarazzatissima nello scrivere, e non vorrei essere caduta nel volgare… non so, ditemi voi, pregando ovviamente in qualche recensione.
Detto questo, passo e chiudo.
Grazie a tutti coloro che leggeranno, recensiranno  e metteranno la storia in una delle tre cartelline.
 
Baci
Lou
   
 
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