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Autore: sottoilsole    27/07/2017    1 recensioni
"Uhm, che cosa potrei dirti? Sto davvero male. A volte, sento qualcosa premermi così forte il petto che mi viene anche la nausea. Davvero, che schifo. È una sensazione di merda. Mi metto a guardare uno dei film di Shrek sperando di potermi sentire meglio e, invece, mi metto a piangere quando qualcuno tratta male Ciuchino, ti rendi conto? Sono davvero uno sfigato. Però sappi: la mia giornata può raggiungere anche il culmine dello schifo, mi basta pensarti anche solo per un secondo per sentirmi meglio perciò... Be', grazie JungKook"
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Si, funziona? Ciao JungKook? Non so se mi stai ascoltando o se sentirai mai questa registrazione. Probabilmente sto impazzendo: potrei tranquillamente chiamarti al telefono o lasciarti un messaggio vocale su una qualsiasi applicazione e, invece, mi devo complicare la vita così. Non so. Tu mi conosci, sai come sono fatto. Mi piace scoprire cose nuove e, giusto poco fa, ho trovato questo registratore vocale mentre frugavo nella cantina di mio nonno. Non chiedermi perché lo stessi facendo. Mi stavo annoiando e lui mi continuava a parlare di un vecchio gioco da tavola che probabilmente si trovava in cantina e che, alla fine, non abbiamo trovato.

Non so di cosa poter parlare, sinceramente. Andrò a ruota libera, va bene? (...) Sono davvero un'idiota: non mi puoi rispondere e, anche se tu lo facessi negativamente mentre ascolti quest'audio, continuerei lo stesso il mio sproloquio.

L'altro giorno, mentre ti stavo accompagnando a casa dopo le lezioni, mi hai chiesto come stavo e che avevi notato che c'era qualcosa che non andava. Ho terribilmente sviato la domanda, parlando di quanto fosse rompi coglioni la mia insegnante di chimica. Mi dispiace, davvero. Ma non me la sentivo di dirti la verità, di dirti come mi sentivo in quel momento. Per un attimo, ho avuto paura di spaventarti, di aprirmi completamente rischiando solo di vederti fuggire via. Sai, ci ho pensato davvero tanto ma, adesso, mi sono deciso. Dato che non ho ancora scelto se mandarti o meno questa registrazione, mi sembra di avere il via libera.

Da un po' di tempo, ho iniziato a sentire una strana sensazione a livello fisico che ho capito, solo in seguito, essere la somma di tutte l'emozioni che, giorno dopo giorno, ho represso. Non so se anche tu hai mai provato qualcosa del genere. A volte anzi spesso, avverto come un macigno sul petto. Mh... Non so come spiegartelo. Hai presente le sfasciacarrozze? Come nelle scene dei film in cui un'auto viene schiacciata e così distrutta, io mi sento premere la cassa toracica. Talvolta il respiro si fa più pesante e ho la sensazione che mi manchi l'ossigeno. Poi, ecco, ho un groppo in gola e mi viene la nausea. Ma, tutto questo, lo sento soprattutto nei giorni particolarmente no. Tipo oggi. Sì, oggi è decisamente una giornata no.

A scuola, YoonGi non si è sentito molto bene durante la penultima ora di discipline plastiche e, magicamente, la nostra professoressa non si è per niente alterata. Solitamente, quando qualcuno di noi comuni mortali non sta bene, non gliene frega un cazzo. Davvero, potremmo essere anche morenti ma finché, per lei, siamo in grado di continuare a modellare non ci lascia in pace un minuto. Per questa ragione, non so che potere abbia YoonGi su di lei. Sarà il suo carattere sicuro e deciso, saranno le sue profonde occhiaie, la sua carnagione pallida e il suo aspetto un po' trasandato, o sarà che, nonostante gli alti e bassi, resta uno dei suoi migliori studenti. Non lo so. Fatto sta che si è messo a dormire sul termosifone tiepido e non gli ha detto nulla. L'ho guardato di nascosto dalla mia postazione mentre si godeva quel momento di pace. Poi, mentre cercavo il mio telefono tra le tasche del giubbotto agganciato sull'apposito appendiabiti, il mio sguardo è finito sullo zaino di YoonGi. La tasca esterna e più piccola era aperta e ho potuto vedere una confezione di Xanax. Mi sono sentito strano. Da un lato ho desiderato di allungare una mano, di impossessarmi di almeno una pastiglia e di mandarla direttamente giù. Dall'altro lato ero infastidito. Già, infastidito perché avrei voluto averlo anch'io, lo Xanax.

Credo di avere un problema ma non ne sono sicuro. Non so bene quale sia il problema. Forse sono così tanti che neanche riesco a capire quali, può darsi?

Sai JungKook, sono triste. Ma forse dovrei ostentare la mia tristezza come fa NamJoon, prendendomela con rabbia con il mondo intero, con me stesso per essere un pezzo di merda e, se c'è, con Dio per avermi fatto così sfigato. Dovrei sputare in faccia ad uno psicologo e a chi cerca di capirmi tutto il mio odio, proprio come fa lo Hyung. Dovrei vivere con la consapevolezza di star sopravvivendo e che il mio periodo "no" non raggiungerà il suo termine ancora per molto. Dovrei anch'io non riuscire a dormire mai la notte per paura di fare degli incubi, finendo così per prendere la giusta dose di gocce di Dropaxin, che mi permettano di cadere senza difficoltà tra le braccia di Morfeo lasciandomi rintronato il giorno dopo. Dovrei anch'io temere i luoghi affollati e gli autobus pullulanti di persone. Dovrei anch'io riempire il mio corpo di tatuaggi fino a scomparire. Dovrei anch'io colmarmi la testa di libri di autori russi che non capirò mai.

Peccato però che io non sia NamJoon e che il mio dolore lo vivo e continuerò a viverlo in modo diverso. Resterà segreto, per quanto segreta possa essere la malinconia di chi non sa particolarmente mentire. Lo custodirò, a modo mio. Continuerò a non capire o forse, di nascosto, intendere benissimo, quale sia la vera ragione del mio malessere.

Tornerò, come sempre, a casa, da scuola, e mi butterò sul divano o letto che sia. Non farò niente. Mi sentirò vuoto. Non riuscirò nemmeno a pensare o trovare le forze per raccogliere i libri scolastici e prepararmi per le lezioni successive. Chiuderò gli occhi ma il sonno ovviamente non verrà. E, man mano che il tempo passerà, mi renderò sempre più conto di quanto voli, di quanto scorra rapidamente di fronte ai miei occhi. Sotto le coperte del mio letto, mi renderò conto di aver sprecato un'altra giornata. Cercherò delle scuse. Mi dirò che le materie che sto facendo a scuola non mi interessano più e che non mi serviranno in un futuro perché tanto avrò deciso di far altro. 
Mi alzerò durante la notte dopo essermi ricordato dell'esistenza di una boccetta di Lexotan tenuta da mia madre vicino al frigorifero, e realizzerò che non c'è più, lì. La cercherò disperatamente per tutta la casa cercando di non fare rumore. Inizierò a chiedermi se ne abbia davvero bisogno o se si sia trasformata in un'ossessione, quella di dover assumere per forza qualcosa per star bene. Alla fine, non troverò l'ansiolitico e mi sfogherò sul cibo finendo, in un batter d'occhio, con i piedi sopra la bilancia, in bagno. Di fronte allo specchio, mi vedrò di colpo più grasso e penserò. Mi chiederò dove sia finito il Kim TaeHyung sicuro di sé, pronto a combattere con tutte le sue forze contro i dispiaceri regalati dal mondo, dalla vita. Vedrò la sagoma riflessa sul vetro mutare, prendendo le sembianze di ciò che avrò trattenuto a lungo tra le mie costole. Mi ritroverò davanti ad un mostro irriconoscibile. Ma poi, il mattino seguente, mia madre verrà a svegliarmi e aprirò gli occhi.

"Voglio piangere" Sarà il mio primo pensiero. "Non voglio andare a scuola" Il secondo. "Mi ammazzo" Il terzo.

Sul pullman, mi ritornerà in mente il tatuaggio che mi ha fatto NamJoon. Ricorderò la sensazione provata sul momento e desidererò avere la macchinetta per tatuaggi solo poter sfregare velocemente l'ago sulla mia pelle. Cercherò di trovare una motivazione al mio star male.
Arrivato alla stazione, deciderò di saltare scuola e di rinchiudermi tra le accoglienti mura di un'anonima caffetteria. Passerò il mio tempo lì. E tu, JungKook, ad un certo punto, mi chiamerai. Perché fai sempre così: vuoi aiutare tutti e ti dimentichi di prenderti cura di te stesso. Certo, in cambio, ricevi un sacco di amore. Chi è che non ti vuole bene, JungKook? Tutti sanno di poter contare su di te, ma tu puoi contare su qualcuno?

Approfitterai dell'intervallo per chiamarmi. "Mi spieghi perché non sei a scuola?" Chiederai sfoderando il tono più arrabbiato che possiedi. "Tu stai saltando troppe volte le lezioni. Non voglio infastidirti con le mie parole, che tanto non ascolti neanche seriamente, però, per favore, fa attenzione. Chiameranno i tuoi genitori e poi come lo spiegherai a tua madre? Vuoi davvero deluderla così? Sei intelligente, Tae. Potresti essere capace di grandi cose ma ti sprechi! Pensi che non abbia notato il tuo cambiamento? Eh? Sei diverso. In peggio. Ti voglio così tanto bene... Sai quanto è difficile vederti allontanare tutti quanti per rifugiarti in un mondo che ti sei costruito solo tu? Non voglio perderti, TaeHyung" Conoscendoti, potrai anche metterti a piangere.

E io, puntualmente, rovinerò tutto. "Non essere così pessimista, JungKook. È solo un periodo. Stai tranquillo!" Mi farò scappare una finta risata con l'intento di alleviare la situazione, peggiorandola solamente.

"Un periodo che sta andando avanti da troppo tempo! Credi che stia scherzando? Ci tengo davvero tanto alla nostra amicizia"

"Non lo metto in dubbio"

"Voglio solo il meglio per te"

"Lo so Kookie e ti ringrazio per questo"

"A te non te ne frega proprio niente, TaeHyung?"

"No, non è così. Ad esempio: di te m'importa"

Sì, decisamente. A me importa e importerà sempre di te, JungKook. In tutto questo, sei la persona che mi fa sentire il nulla più totale e l'essere più fortunato della Terra nello stesso momento. Sei sempre al mio fianco, pronto a darmi una mano e a tirarmi su nel caso ricadessi. Sei sempre lì, dove io ti possa vedere, per trasmettermi sicurezza. Volgi il capo verso di me e mi sorridi così apertamente come per dirmi: "Io ci sono e non me ne vado"

Grazie JungKook. Grazie perché mi sopporti, mi sproni, mi motivi a vivere, mi riempi di complimenti ogni secondo. Grazie perché fai sentire felice un povero disgraziato come me senza far niente.
Mi basta averti vicino, sdraiato sulla piazza vuota del mio letto, che sembra diventare perfetto quando c'è anche il tuo corpo ad occuparlo. Quando posi la testa sul morbido cuscino e la mattina successiva rimane l'impronta del tuo passaggio, da quel piccolo particolare alle lenzuola che scivolano per terra. Quando inoltri le tue dita affusolate tra i miei capelli bruni e mi fai le coccole finché non mi rilasso. Quando sento le tue mani esplorare le mia schiena. Quando il tuo viso è talmente vicino al mio da permettermi di percepire il tuo respiro caldo sulla mia pelle. Quando le nostre mani s'intrecciano. Quando raccogli le mie lacrime. Quando mi fai sentire la persona più speciale e importante in questo mondo. Quando ti vedo sorridere a causa mia. Quando le nostre risate si mischiano. Quando segui con il polpastrello la linea spessa del mio tatuaggio. Quando canti per me. Quanto le tue labbra delicate si posano dolcemente sulle mie. Quando semplicemente siamo insieme... Grazie.

Non credo di essere mai stato immensamente innamorato di qualcuno come lo sono di te. Ti amo. Facile, vero? Non mi stanco mai di ripetertelo. Non mi sembrano mai abbastanza, le volte in cui te lo dico. Ed è meglio per me se inizio a dirtelo più spesso.
Non mi sembra ancora vero saperti al mio fianco. Sono così fortunato, se ci ripenso.

Non vorrei rovinare tutto così ma... il registratore sta facendo un rumore strano, che la batteria si stia scaricando? Che palle 'sti aggeggi. Stava funzionando così bene, che delusioㅡ "


 
   
 
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