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Autore: Mary_Julia_Solo    28/07/2017    1 recensioni
Simon trova una copia di "Twilight" abbandonata nella biblioteca del DuMort e decide di fare un giro per l'hotel fingendo di leggerlo, per vedere quante persone riesce a irritare leggendo una cosa così poco accurata riguardo i vampiri. Visto che nessuno sembra degnarlo di uno sguardo, chiede aiuto a Magnus e rimette in atto una scena del libro insieme a un inconsapevole Raphael. Ma non ottiene l'effetto sperato.
[Saphael circa?][storia ambientata tra l'episodio 1x09 e l'episodio 1x13]
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice:
Salve a tutti :) Ho scritto questa cosa di slancio e non so nemmeno se fa ridere, ma mi era venuta l'idea. A me Twilight non è mai piaciuto, ma sono stata costretta da una mia amica in terza media a guardare tutti i film (almeno posso permettermi di giudicare) e ho anche provato a leggere il libro ma dopo tre capitoli già non ce la facevo più. Comunque, questa storia non è fatta per insultare il libro in nessun modo o a chi piace, ma solo per ridere. Capite anche che, per una che legge Shadowhunters, i vampiri di Twilight sono una cosa assolutamente insensata, perchè da quanto ne so io, i vampiri friggono al sole, non sbarluccicano (licenza poetica). Quindi, spero che leggerete questa cosa insensata :D 



<< GLITTER, VAMPIRI E IMBARAZZI >>
So cosa sei.
Dillo. Ad alta voce. Dillo!
Vampiro.
Hai paura?
No.

 
Non aveva idea del perché ci fosse una copia di Twilight nella biblioteca del DuMort. Era entrato non sapendo che cosa fare, e aveva visto il libro abbandonato su uno dei tavoli che stavano al centro della stanza, tra gli alti scaffali pieni di volumi. Certi erano di sicuro più vecchi dell’hotel stesso, magari di tutti i vampiri che ci vivevano. Fatto stava che, quando aveva visto quel libro in particolare, abbandonato lì, non aveva saputo resistere. Era come se fosse stato messo lì apposta per lui. Perché lui lo prendesse. Ricordava quando lui e Clary avevano provato a guardare i film, tanto per provare, e avevano scoperto che non era stata affatto una buona idea. Riguardo alle creature mistiche –o come avrebbe dovuto chiamarle -, tutto andava bene. Era la protagonista ad essere piuttosto antipatica e stupida. Cioè, se il tuo ragazzo ti lascia, tu che fai? Scappi nel bosco e piangi per terra fino a quando il tuo migliore amico d’infanzia –che, guarda caso, è diventato un lupo mannaro –non ti ritrova? Se fosse stato al suo posto sarebbe almeno andato a casa. E poi, come facevi a metterti con uno che ti spiava di notte? Si poteva dire che almeno lui e Clary si erano fatti due risate, soprattutto grazie alla molta espressività di Bella Swan. Comunque, a quanto pareva, quel libro non era molto attendibile. Praticamente nulla era attendibile. I vampiri non cambiavano colore di occhi, non ne esistevano di “vegetariani” o qualcosa del genere –il sangue era sempre sangue -, e, bella scoperta, bruciavano al sole. Non sarebbe stato male brillare, dopotutto. Ma potevano lasciare quel compito a Magnus, insieme a tutto il suo glitter. Altra bella cosa in tutta quella situazione? Gli sembrava di essere Jacob. Il migliore amico sfigato che diventava qualcosa di mistico –non che potesse paragonarsi del tutto a un lupo mannaro –ma comunque non riusciva ad ottenere le attenzioni della ragazza. Non che Jace fosse un Edward molto convincente. Per sua fortuna. Senza pensare a quelle fantastiche similitudini senza senso, aveva preso il libro, con un’idea diabolica in mente. Avrebbe fatto un appassionante giro per l’hotel, fingendo di leggere Twilight di Stephanie Meyer, vedendo quanti vampiri sarebbe riuscito a irritare con una cosa così poco accurata. Un vero obbrobrio per i vampiri originali, in pratica.
 
Andò prima nella hall. Non era ancora notte, in un certo senso era come se fosse mattina presto. In estate il sole calava molto tardi, quindi molti vampiri si svegliavano quando era ancora giorno. Prima di entrare, controllò se ci fosse qualcuno. Sergey -gli occhi azzurri e i capelli castano chiaro, russo –era seduto sul divano d’oro. Stan si appoggiava a uno dei braccioli, un bicchiere di Bloody Mary in mano. Lily era tranquillamente seduta sul tavolino di vetro. Stavano parlando e ridendo tra di loro. Simon sorrise, sollevando il libro davanti ai suoi occhi, facendo in modo che la fin troppo inconfondibile copertina con la mela rossa si vedesse bene. Entrò con calma nella stanza, urtando una delle poltrone e quasi cadendo. Per mascherare la cosa, si buttò sopra di essa, senza abbassare il libro. Calò un improvviso silenzio, tanto che il neo-vampiro ce la dovette mettere tutta per non ridere. Girò una pagina con non-calanche, fingendo di essere molto interessato. Uh, era la scena dove i Cullen entravano nella mensa –non andavano nemmeno a scuola ma andavano a mangiare? E poi, improvvisamente sei immortale. Cosa fai? Ripeti la scuola fino al delirio! Naturalmente! –e Bella rimaneva incantata a fissare Edward –che naturalmente entrava per ultimo e da solo, tanto per essere più interessante. Era da parecchi minuti che stava aspettando che qualcosa succedesse, ma visto che ormai i grilli avevano cominciato a cantare, capì che gli altri vampiri non avrebbero parlato. Abbassò il libro, sorridendo.
-Ciao, ragazzi! –disse, praticamente sprizzando bolle di gioia. I tre erano voltati verso di lui e lo stavano guardando con espressione accigliata, come se fossero confusi. –Oh, questo libro? –domandò, indicando la copertina, come se davvero gli avessero chiesto che cosa fosse. Lily lanciò un’occhiata a Sergey, che si coprì la bocca con la mano per non mostrare che stava ridendo. Simon non ci fece nemmeno caso, troppo preso dal suo piano diabolico. –Parla, indovinate un po’? –ancora nessuno reazione, ma lui fece finta di niente, continuando a parlare come se avesse suscitato il loro interesse. –Di vampiri! –Stan batté le palpebre, bevendo un sorso della sua bibita, continuando a guardarlo in modo perplesso. Lily aggrottò le sopracciglia, e Sergey si tolse lentamente la mano dalla bocca. Il sorriso sulle sue labbra era scomparso. Simon fece finta di nulla e ricominciò a leggere, aspettando che facessero qualche commento su come quel libro non fosse per niente accurato e pieno di baggianate. No, era impossibile che non sapessero che cos’era. Parlava di vampiri sbarluccicosi, dovevano sapere almeno che cos’era. Non passò molto tempo che gli altri ripresero a parlare dei fatti loro, con suo grande disappunto. Ignorò il suo orgoglio ferito e girò un’altra pagina. Prima o poi avrebbero detto qualcosa, ne era certo. Cercò di spiarli da oltre il bordo del libro, ma, in qualche modo il libro gli sfuggì dalle mani, precipitando a terra. Cercò di recuperarlo prima che la sua caduta finisse, ma riuscì solo a piegare qualche pagina. Cadde sul pavimento con un tonfo, piegando alcune pagine a fisarmonica. Simon lo raccolse lanciando un sorriso imbarazzato agli altri tre vampiri, che non lo stavano neanche guardando. Ormai si stavano abituando alla sua imbranataggine. Ricominciò a fingere di leggere, continuando a spiare oltre il bordo, con più successo, questa volta. Si era pure dimenticato di girare le pagine. Rimase lì almeno mezz’ora e voltò pagina una sola volta. Adesso avrebbero creduto tutti che leggesse pianissimo. Ma era troppo concentrato a mettere in uso le sue doti da spia per farci caso. Quando Raphael superò l’entrata opposta a quella da dov’era entrato lui, tornò a leggere il libro di scatto, riuscendo a non fare cadere di nuovo il volume. Uh. Ehm. Perché le parole non avevano più un senso? Cosa? Era improvvisamente diventato dislessico? Cosa diavolo voleva dire? Quando si accorse qual era il problema, era troppo tardi.
-Cosa sta esattamente facendo il neonato con quel libro? –domandò il capo Clan, con una nota di sarcasmo nella voce. Era al contrario. Il libro era al contrario. Simon se lo sbatté in faccia, sapendo che, se fosse stato umano, in quel momento avrebbe potuto fare invidia a un peperone. Possibile che continuasse a fare delle figure di m***a anche quando fingeva di leggere un libro? Era davvero senza speranze.
-Non lo so. È da almeno venti minuti che è così. –rispose Lily, sghignazzando. Almeno lei si stava divertendo. Una cosa positiva una volta tanto… Tornò a spiare oltre il bordo del libro, proprio mentre Raphael gli lanciava un’occhiata parecchio confusa. I loro occhi si incontrarono, e il vampiro più vecchio sollevò un sopracciglio, mentre il più giovane riaffondava il viso nelle pagine. Quel libro aveva un buon odore. In compenso aveva una protagonista tremenda. Non controllò più nulla, non voltò nemmeno il libro. Rimase lì immobile fino a quando gli altri quattro non furono troppo occupati a discutere per fare caso a lui. A quel punto, decise che avrebbe fatto meglio a fuggire in modo molto strategico.
 
Attraversò quasi tutto l’hotel, il libro in mano, appoggiandosi casualmente alle pareti quando incontrava qualcuno, fingendo di leggere. Continuava ad aprire le pagine casualmente. Si ritrovò al punto quando Bella si metteva a fare ricerche sui vampiri. Oddio, le aveva fatte anche lui. Quello non era decisamente il momento di paragonarsi al Cigno molto-espressivo, si sentiva già stupido benissimo anche da solo. Però, lui era stato costretto a fare quelle ricerche perché credeva di star diventando un vampiro, non di essere innamorato di uno. Era stato una questione di vita o di morte. Alla fine era morto lo stesso, ma supponeva che le cose non andavano sempre come avrebbe voluto. O, per meglio dire, mai, come voleva. Poi, il momento in cui tutti i Cullen giocavano allegramente a baseball. Altre cose da fare per occupare il tuo tempo se eri immortale, naturalmente. Doveva essere davvero bello essere immortali come loro, no? Potevano fare tutto quello che pareva loro, letteralmente. Tanto, avrebbero potuto trovare una scusa per la loro pelle brillante. Eh, certo, usa una crema idratante particolarmente buona. Fa questo effetto, sì. Continuò a fingere di leggere, ma tutti sembrarono soltanto trovarlo fastidioso, come al solito, piuttosto che commentare il suo pessimo gusto di libri. Avrebbero almeno potuto dirgli che così non avrebbe imparato nulla, che si sarebbe solo confuso e avrebbe creduto di poter stare fuori al sole senza arrostire. Tornò nella sua stanza, lanciando il libro, che rimbalzò e cadde a terra, sul letto. Sbuffò, spostando il peso da una gamba all’altra. Il piano non stava andando come previsto. Perché nessuno lo degnava di uno sguardo?! Se gli avessero dato attenzioni, avrebbe smesso di fare il cretino. Mentre pensava a come procedere, gli venne in mente una scena particolarmente interessante. Raccolse il libro da terra e la cercò, trovandola miracolosamente dopo poco tempo. Rilesse le frasi, sorridendo. Oh, quello avrebbe di certo funzionato. Forse avrebbe potuto divertirsi, piuttosto che essere preso in giro. Magari entrambe le cose. Prese il telefono, che aveva abbandonato sul suo comodino, e compose un numero. La persona in questione ci mise poco tempo a rispondere.
-Magnus! Sono io, Simon. –la voce dall’altro capo della telefonata rispose qualcosa che suonava come “Ah, sì. Sheldon, il migliore amico di Biscottino.”, ma il neo-vampiro non ci fece caso. –Avrei bisogno di un favore… -
 
Fece un respiro profondo, prima di bussare alla porta dell’ufficio di Raphael. Sapeva di sembrare ridicolo. Sperava almeno che sarebbe stato divertente. Aveva voglia di divertirsi. Da quando era diventato un vampiro, si sentiva sempre incredibilmente triste. Piangeva di continuo la sua vita persa. Sapeva di non poter tornare indietro, doveva adattarsi, avrebbe dovuto vivere per sempre. Ma non poteva fare a meno di sentirsi triste. Si riscosse quando una voce piuttosto annoiata gli rispose da oltre la porta, dicendogli di entrare. Sembrava quasi che il suo leader sapesse che era lui ad essere lì fuori. Probabilmente nessun’altro sarebbe andato a disturbarlo. Era sempre lui. Si fece comparire sul viso il sorriso più sexy che riusciva a fare
–ok, se doveva essere sincero probabilmente sembrava un cretino –e entrò nella stanza. Raphael gli lanciò una breve occhiata, senza interesse, prima di rialzare lo sguardo dai documenti che aveva sul tavolo, guardandolo confuso. Simon sapeva perfettamente di sembrare un cretino. Magnus gli aveva assicurato di no. Ma aveva anche detto che era un’idea piuttosto stupida quella che aveva in mente, mentre gli metteva a posto i capelli. Aveva detto che aveva molto stile così. Già, probabilmente lo stile inteso dallo stregone.
-Simon, cosa… -il neo-vampiro non lasciò che Raphael finisse la domanda, correndo con la sua velocità da vampiro fino alla sua scrivania, prendendo in mano quello che sembrava un soprammobile, rischiando pericolosamente di farlo cadere a terra, ma riuscì a non togliersi quel sorriso idiota dal viso. Il vampiro più vecchio sembrava piuttosto preoccupato. Simon sapeva anche perfettamente perché. Sapeva anche di sembrare ridicolo. Forse voleva solo la sua attenzione, quindi si stava comportando come un imbecille, come un bambino piccolo che ha voglia di giocare. Era più forte di lui, non poteva farci nulla. Disse, con voce sicura:
-Guardami. Sono improbabilmente veloce. –lanciò il soprammobile in avanti e lo riprese prima che potesse schiantarsi contro la parete, rimettendolo sulla scrivania. Raphael aveva lasciato cadere la penna che poco prima teneva in mano, aprendo la bocca come per ribattere. Ci ripensò, strinse le labbra in una linea e continuò a guardarlo. Simon decise di continuare con quella commedia. Era riuscito a far restare il suo leader senza parole, e questo era già qualcosa. –E forte. –prese una delle sedie accanto a lui e la sollevò con una mano sola. Il capo Clan sembrò sul punto di dirgli di metterla giù, altrimenti avrebbe potuto romperla o farsi male, ma rimase in silenzio. Voleva proprio capire che cosa diavolo il novellino stava facendo. Visto che, guardando il suo viso in quel momento, e le cose che stava dicendo non riusciva proprio a capire. –La mia pelle è bianca e fredda come il ghiaccio. –si passò una mano sulla guancia, senza smettere di sorridere. Ok, adesso c’erano solo due opzioni. O sembrava un perfetto idiota, o sembrava un pervertito. Di certo avrebbe preferito la prima. No, perché altrimenti si immaginava la sua espressione come quella di Anakin Skywalker che guardava Padmé Amidala ne “L’Attacco dei Cloni”. Ed era terrificante. –I miei occhi cambiano colore. –
a quel punto, Raphael non riuscì più a stare in silenzio. Simon era forse impazzito? Non aveva senso? Che cosa stava facendo?
-No, hai delle lenti a contatto… -il neo-vampiro non lo lasciò finire nemmeno questa volta, sebbene fosse evidente che era vero. Gli era sembrato di essere leggermente inquietante, con quelle lenti colorati. L’azzurro non era decisamente il suo colore, aveva deciso quella sera. Lo rendeva strano. Gli cambiava il viso. Ma faceva tutto parte del suo piano, quindi non era il momento di fare i pignoli. Si appoggiò con le mani alla scrivania di Raphael, avvicinandosi a lui, sempre con quello sguardo alla Anakin sul viso. Il capo Clan lo guardò in modo ancora più strano di prima.
-A volte parlo come se… venissi da un’altra epoca. –ammetteva che questa parte poteva avere senso per Edward, ma non di certo per lui, che era non-morto da nemmeno una settimana. Era tutto incredibilmente strano, ma gli faceva ridere vedere l’espressione confusa sul viso di Raphael. Era come svegliarsi la mattina del proprio compleanno.
-Ma… -lo fermò ancora prima che riuscisse a finire la frase. Capiva che era confuso, ma avrebbe potuto evitare di rovinare tutto in quel modo. Lui si stava divertendo, per una santa buona volta.
-Non mangio e non bevo niente. –continuò, passandosi la lingua sulle labbra. Uhm… Ok, le cose si stavano rendendo imbarazzanti solo per colpa sua, doveva ammetterlo. Le cose erano sempre imbarazzanti, quando c’era di mezzo lui. La descrizione perfetta per Simon Lewis: imbarazzante e imbarazzato. Raphael lo stava fissando come se fosse malato, le sopracciglia sollevate. Forse aveva bisogno di un medico. Anche subito. –Non esco alla luce del sole. –non smise di sorridere, mentre scuoteva leggermente la testa. Qualche glitter svolazzò nell’aria, cadendo sulla scrivania del suo leader. –Sai quanti anni ho? –domandò, cercando di suonare misterioso. Ma sembrava stesse facendo un indovinello. Raphael scosse la testa, come riprendendosi, lanciandogli un’occhiata acida.
-Cos’è un indovinello? O hai dimenticato la tua età? –alzò gli occhi al cielo, appoggiandosi alla sedia e incrociando le braccia. Rispose lo stesso, cominciando ad essere piuttosto esasperato.
-Diciannove. –Simon annuì lentamente, spostandosi un po’ più avanti sulla scrivania, temendo che ci sarebbe caduto sopra, prima o poi.
-Da quanto tempo ho diciannove anni? –Raphael stava cominciando davvero ad arrabbiarsi. Prima era stato preoccupato, ma aveva capito che il neonato stava solo facendo il cretino, come al solito, e che non era impazzito. Era da tutta la sera che si comportava così. Prima l’aveva visto leggere un libro al contrario!
-Non lo so, non mi hai mai detto la tua data di nascita! –ok, adesso che il capo Clan si stava arrabbiando non era più così divertente. Metteva paura. Ma Simon non avrebbe abbandonato la missione proprio adesso che aveva quasi finito il discorso preso dal libro. Sapeva di sembrare un cretino, però sapeva anche di essere davvero un cretino, quando voleva. -Hai finito? –domandò Raphael, visto che il neo-vampiro era rimasto in silenzio per parecchio tempo. Spazientito, si alzò e, prendendo Simon per un braccio, lo trascinò fino alla porta. Non fu molto difficile, il novellino non opponeva nemmeno resistenza. Simon lo fermò prima che potesse buttarlo fuori.
-Sai che cosa sono. –era un’affermazione, nemmeno una domanda. Il capo Clan alzò gli occhi al cielo, non riuscendo più a sopportare qualunque cosa Simon stesse facendo. Avrebbe anche potuto smettere di comportarsi così.
-Ovviamente. Un… -non poté continuare, perché il neo-vampiro coprì la sua voce.
-Dillo. –stava ancora cercando di essere misterioso, ma era una via di mezzo tra l’inquietante e lo stupido.
-Ci stavo provando, ma… -venne di nuovo interrotto. La situazione si stava facendo davvero irritante. A Simon invece faceva ridere. Riusciva sempre a impedire al capo Clan di continuare.
-Ad alta voce. –Raphael decise di ignorarlo, continuando con la frase che avrebbe voluto dire da principio.
-Sei un… -quando Simon lo interruppe per la terza volta nel giro di tre frasi, perse la pazienza. Il neonato si stava divertendo? Be’, allora poteva cominciare a divertirsi anche lui.
-Dillo! –lo spinse contro il muro, facendosi comparire sul viso un sorriso non meno stupido di quello dell’altro, anche se a Simon sembrò terribilmente inquietante. Raphael rise. Vedere il neo-vampiro così terrorizzato da lui era una cosa fantastica. Era sempre stato così, e a quanto pareva le cose non sarebbero cambiate. Simon, dal canto suo, era preoccupato. Poteva aver fatto arrabbiare il suo leader tanto che l’aveva fatto diventare isterico? Raphael si sporse verso di lui, sostenendosi tenendo le mani sul muro, sopra le spalle di Simon. Il neo-vampiro doveva ammettere che era inebriante averlo così vicino. Avrebbe potuto baciarlo… Ok, era decisamente meglio non pensare cose del genere. Decisamente! E quel sorriso… Poteva sembrare inquietante, ma era anche terribilmente sexy… A lui non riuscivano mai queste cose. Quando ci provava, sembrava Anakin, come aveva già appurato. Il capo Clan si spinse vicino a Simon, mormorandogli all’orecchio:
-Nerd. –il ragazzo era troppo deconcentrato dalla sua vicinanza per poter capire quello che aveva detto. Quando Raphael si allontanò da lui di diversi passi, ridendo, Simon si rese conto. La sua espressione passò da incantata a terribilmente offesa. Non era quello che avrebbe dovuto dire! Glielo fece notare, e il suo leader rise solo di più. Be’, almeno lui si stava divertendo. Ma cosa c’era di tanto difficile? Non avrebbe potuto dire “vampiro” e stare al gioco? Ok, certo, poteva perfettamente non aver letto Twlight, ma… Ok, decisamente non aveva letto quel libro, ma comunque non era così difficile. Avrebbe potuto… Umpf. Si sentiva come un bambino a cui avevano rotto il giocattolo preferito. Si staccò dal muro, facendo per andarsene, certo che, se si fosse appena nutrito, sarebbe stato tanto rosso da poter sostituire un semaforo. Raphael lo fermò afferrandolo per un braccio, più gentilmente di prima. Simon gli lanciò un’occhiata imbarazzata e abbassò gli occhi. Il capo Clan invase di nuovo il suo spazio personale, scompigliandogli i capelli. Una pioggia di glitter cadde sul pavimento.
-Spiegami perché ti sei messo dei brillantini sui capelli e in faccia, e delle lenti a contatto colorate. –Simon alzò lo sguardo su di lui, che sembrava sul punto di ridere di nuovo. Sospirò, prima di rispondere.
-Twilight. Twilight. –la sua voce suonava incredibilmente esasperata. Raphael sollevò soltanto un sopracciglio.
-Quel libro che stavi leggendo al contrario? –ribatté, allargando il sorriso. Simon annuì, passandosi una mano sul viso.
-È la cosa meno accurata esistente in fatto di vampiri, volevo solo… -abbassò ancora lo sguardo, sentendosi un cretino. Voleva solo l’attenzione degli altri. Si sentiva incredibilmente solo. Non era lì da molto, già tutti si erano affezionati a lui, era il loro neonato, ma… Si sentiva solo. Voleva attirare l’attenzione. Raphael gli posò una mano sulla spalla, in modo rassicurante, e questo lo spinse a continuare. –Mi sento incredibilmente solo. Ho perso tutta la mia vita e… -si sentiva sul punto di piangere. –Volevo soltanto attirare la vostra attenzione… Oh, che cosa stupida, eh? –alzò con cautela lo sguardo sul viso del suo leader, che stava sorridendo dolcemente. Simon non era sicuro di averlo mai visto sorridere così, ma gli riempì il cuore morto di nuova luce.
-Ti sei riempito i capelli di glitter da far invidia a Magnus perché volevi che ti notassi? –domandò Raphael, tra una risata e uno sbuffo. Il neo-vampiro annuì lentamente.
-Effettivamente è una cosa un po’ stupida, ma… -quell’”un po’” suonava leggermente ironico, ma Simon cercò di non farci caso. –Tu sei fatto così. –il ragazzo non riuscì a capire bene se quello fosse un complimento o un’offesa. Sembrava vagamente un insulto.
-Suppongo. –rispose, facendo poi per andarsene, indicando la porta in modo imbarazzato. Raphael sorrise di nuovo dolcemente, e, prima che Simon potesse andarsene, lo fermò di nuovo, tirandolo verso di sé per un abbraccio. Il neo-vampiro rimase piuttosto stupito da quel gesto, ma ricambiò la stretta. Poi, se ne andò sbattendo la porta dietro di sé, seguito dalla risata del capo Clan, sentendosi un perfetto cretino.
 
Dopo essersi liberato dei brillantini, Simon era tornato nei corridoi con il libro. Si era addormentato stravaccato sul divano d’oro nella hall, con Twilight aperto sulla scena dove Bella ed Edward andavano al prom insieme. Wow, l’intensità di quella scena. Già, talmente tanta suspense che gli si erano chiusi gli occhi e il libro gli era scivolato dalle mani, cadendo a terra. Per l’ennesima volta. Un libro non andrebbe mai trattato così male, e quel giorno, quello di botte ne aveva prese. Quando Raphael entrò nella hall e lo vide dormire pacificamente lì, si sentì il cuore improvvisamente debole. Il neo-vampiro sembrava anche sul punto di precipitare dal divano, quindi il capo Clan andò da lui e fece in modo che si trovasse sdraiato in modo più comodo, raccogliendo anche il libro e posandolo sul tavolino di vetro. Sorrise dolcemente, scompigliandogli i capelli e lasciandogli un bacio sulla fronte. Poi, esitando, mormorò piano, in spagnolo:
-Non hai bisogno di brillantini per brillare, mi sol. –controllando intorno a lui che nessuno lo avesse sentito, sentendosi improvvisamente un idiota per aver detto una cosa del genere, uscì in fretta dalla hall, dimenticando che cosa ci fosse andato a fare, per tornare nel suo ufficio. Andava così di fretta che non si accorse delle voci che provenivano dall’altra entrata.
-Te lo avevo detto che lo avrebbe preso. –diceva la prima voce, ridendo.
-Non oserò chiederti dove tu abbia preso una copia di quel libro, Lily. –rispose la seconda, ridendo a sua volta.
-Quel novellino mi farà morire dal ridere. –continuò Lily, ideatrice del piano malefico. Aveva lasciato quel libro in biblioteca perché sapeva alla perfezione che Simon lo avrebbe preso.
-Anche a me. –ribatté l’altra voce, quella di Sergey.
-È stata un’idea geniale, ammettilo. –esclamò Lily, senza riuscire a smettere di ridere.
-Direi. -rispose soltanto l’altro. Era stato anche piuttosto divertente vederlo aggirarsi per i corridoi con tutto quel glitter addosso. E quelle lenti a contatto colorate che gli stavano malissimo! I due vampiri si batterono il cinque, felici anche, oltre che divertiti, per quello che avevano visto fare a Raphael. Forse anche lui avrebbe smesso di fingere di essere di ghiaccio. Lily e Sergey continuarono a ridere come dei cretini, prima di passare davanti a Simon e rubargli il libro, tanto per vedere se era davvero così ridicolo come sembrava. 

P.S: Scusate per eventuali errori di distrazione o di grammatica (quelli di distrazione ho paura siano tanti, quelli di grammatica, spero pochi)!
   
 
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