Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: AkaneYuki7    29/07/2017    1 recensioni
Potrebbero mai le leggende occidentali intrecciarsi in maniera indissolubile con quelle orientali?
Tre ragazzi, tre vite opposte, tre storie diverse, ma tutte accomunate da un' unica fine: la morte.
Ma la morte è davvero la fine di tutto?
Cosa accadrebbe se il destino di questi tre ragazzi fosse già stato deciso in una notte di luna piena?
Esso li porterà in un paesino, all'apparenza tranquillo e noioso, ma che costringerà i tre a fare i conti con il loro passato mai dimenticato o accantonato.
Non vi dirò cosa significa il titolo, lo scoprirete leggendo.
Avvertenza:
Presenza di violenze, ogni carattere e comportamento dei personaggi è completamente inventato da me, non sono simili alla realtà.
Dei personaggi lascerò inalterato solo l'aspetto e i nomi
(Storia presente anche su Wattpad)
Vkook/Taekook - coppia principale
Yoonmin/Namjin - coppie secondarie
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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INCONTRO
 
 


< Mostro >

< strega >

< Devi solo morire rifiuto di dio >

Correva, il vento gli sferzava la pelle, i rami gli graffiavano il volto e le mani, il respiro era accelerato.

Doveva scappare, solo questo importava ora.

Qualche volta si guardava indietro e vedeva le fiaccole avvicinarsi sempre di più.

Le ombre sembravano propagarsi nel bosco, sempre più grandi e minacciose che rapide si stavano per stagliare sulla sua piccola figura.

Aveva paura, non sapeva neanche che cosa volevano quelle persone, non aveva mai fatto del male a nessuno.

Dalla fretta non vide una radice che sporgeva dalla terra e ci inciampò, cadendo malamente a terra, sfregiandosi gambe e braccia.

Tentò di rialzarsi, ma un piede si era incastrato in quella dannata radice.

Tirò, spinse, scalciò, tutto inutile, il piede non aveva intenzione di liberarsi.

Le figure erano quasi arrivate, sempre più vicine, più vicine, più vicine...

 

 

All'improvviso spalancò gli occhi e si alzò di scatto dal letto.

Il respiro era affannoso e gocce di sudore scendevano lievi dal petto, che rapido si alzava e abbassava frenetico.

Vide le sue coperte tutte stropicciate e buttate a lato del letto.

Lentamente si rese conto di essere nella sua stanza, al sicuro, non in una foresta e non di certo inseguito da delle persone.

"Un sogno, solo un semplice sogno" cercò di autoconvincersi, ripetendolo più volte nella sua testa.

"Dio sembrava così reale" pensò ancora.

Volse lentamente la testa alla sua destra e vide la sveglia sul suo comodino.

Segnava le tre e mezza di mattina, il sole non era neanche sorto e lui era già sveglio.

Provò a riaddormentarsi, ma il sonno non aveva intenzione di ritornare.

"Perfetto un'altra notte passata in bianco" pensò sbuffando, girandosi e rigirandosi nel letto scocciato.

 

 

Non si sa come, ma in qualche modo era riuscito a riprendere il sonno e come risultato si era svegliato tardi e irritato.

Il sogno che aveva fatto, comunque, era ancora vivido nella sua mente.

"Come se fosse la prima volta" pensò sconsolato.

Da un mese a questa parte, questo incubo continuava a tormentarlo tutte le notti e ormai era passato molto tempo, da quando aveva riposato decentemente.

Scosse la testa, cercando di toglierselo dalla mente e rapido si diresse in cucina, prendendo una fetta di pane, per colazione.

< Ricordati la merenda > disse la madre, entrando all'improvviso nella stanza.

< Mamma non sono più un bambino > sbuffò il ragazzo.

< Ma oggi è il primo giorno del tuo ultimo anno scolastico. Sono così emozionata e poi per quanto tu sia cresciuto, sarai e rimarrai per sempre il mio piccolino > disse la donna, baciando la fronte di suo figlio.

< Dai mamma, ora devo andare > rispose lui imbarazzato, allontanando dall'abbraccio soffocante di sua madre e dirigendosi verso la porta di casa.

< Passa una buona giornata Taehyung >

 

 

Il ragazzo corse come un dannato.

Attraversò di fretta tutte le stradine della sua piccola cittadina di Haneul.

Di mattina presto le vie non erano molto popolate e comunque, il posto in cui abitava, aveva solo qualche migliaio di abitanti.

Con un cenno salutò la vecchietta che stava innaffiando i fiori.

Insomma qui si conoscevano quasi tutti ed era raro che arrivasse qualche faccia nuova.

Finalmente con il fiatone raggiunse la sua scuola e ormai distrutto entrò nella sua classe.

Si guardò intorno, fino a portare l'attenzione verso un ragazzo che si sbracciava per fargli notare la sua presenza.

Taehyung sorrise a quella scena e con ben poca grazia si buttò a peso morto sulla sedia di fianco al suo migliore amico.

< Qualcuno si è alzato tardi questa mattina > disse ridendo un ragazzo dai capelli arancioni.

< Non me ne parlare Jimin è da tantissimo tempo che non riesco a dormire decentemente > rispose il ragazzo appoggiando la testa sul banco.

< Non dovresti passare tutte le notti a giocare ai videogames >

< Magari lo facessi! No, ogni notte faccio lo stesso sogno e non capisco perché mi debba tormentare anche durante il giorno >

< Dai Tae non pensarci è il nostro ultimo anno scolastico dovremmo divertirci >

< Per te è facile parlare, ogni volta che mi sveglio mi viene un senso di ansia e angoscia, come se qualcosa di brutto stesse per accadere > disse Taeyhung voltando la testa in direzione della finestra e perdendosi nei suoi pensieri.

< Ti stai preoccupando inutilmente, è solo un sogno cosa vuoi che sia > cercò di tranquillizzarlo l'amico.

< Sarà come dici tu > il ragazzo non sembrava per niente sicuro di quello che diceva, però aveva ragione Jimin, non poteva disperarsi per uno stupido sogno.

 

 

 

Odio.

Quello era l'unico sentimento che in quel momento sentiva per i suoi così detti amici.

Avevano osato costringerlo, proprio a lui!

Lui che aveva più anni di loro due messi assieme, era stato obbligato ad andare a quello stupido edificio, che gli umani chiamavano scuola.

"Solo perché ho l'aspetto di uno stupido ragazzino di diciott'anni" pensò imitando la voce dell'amico.

Erano appena arrivati in quella schifosa cittadina.

Per fortuna della sua vecchia città natale non era rimasto quasi più niente, faticava davvero a riconoscerla, ma infondo erano passati più di quattrocento anni da quando l'aveva vista l'ultima volta e poi...

No, non era il momento, i ricordi tentarono di tornare a galla, ma lui cercò in tutti i modi di sopprimergli. Non era una cosa nuova, ma col tempo era riuscito a rinchiuderli e accantonarli in una piccola parte della sua testa, quasi dimenticandosi di loro, appunto quasi.

Il ragazzo dai capelli mori si guardò intorno scocciato, insicuro di dove andare, sapeva di essere in ritardo, ma in quel momento poco gli importava.

"Ricorda che dobbiamo mimetizzarci tra di loro e sembrare più giovani possibili, solo così potremo vivere tranquillamente in questo paesino" le parole di Jin gli tornarono improvvisamente alla mente.

"Credo che arrivare in ritardo il primo giorno di scuola, non era proprio un buon metodo per non essere notati" pensò tra sé.

Entrò nell'edificio e si diresse verso la segreteria.

Vide una signora sulla cinquantina che stava sistemando dei fogli.

< Mi scusi, vorrei il mio orario delle lezioni, sono il nuovo alunno della scuola Jeon Jungkook > disse cercando di essere il più cordiale possibile.

La prima impressione è sempre quella che conta.

< Aspetta un attimo, sono impegnata > disse lei continuando a riordinare quei dannati fogli.

"Stai calmo Jungkook è il tuo primo giorno non puoi ancora uccidere nessuno, rilassati" sbuffò internamente e con il sorriso più finto di questo mondo rispose:< Mi scusi davvero, ma fra poco inizieranno le lezioni e io non so in che classe dovrei andare, le ruberei solo qualche minuto >

A quelle parole la segretaria alzò finalmente il capo e per qualche secondo rimase ammaliata da quel ragazzo particolare che si era presentato.

Lui al contrario si schiarì la voce, facendo tornare la signora alla realtà:< Ah si scusami caro, hai detto che ti chiami Jeon jungkook, vero? Non dovevate essere in due? Qui c'è scritto che doveva arrivare anche Min yoongi, tuo fratello adottivo, dov'è? >

A quelle parole il ragazzo spalancò gli occhi.
"Quindi anche quel bastardo è stato costretto ad iscriversi, ecco perché stamattina non riuscivo a trovarlo da nessuna parte, è riuscito a scappare... E ora dovrei anche coprirlo? Me la pagherà" pensò il ragazzo infuriato.

Fece un altro sorriso forzato alla donna e rispose:< Mio fratello questa mattina si è svegliato con un grande mal di pancia e si è rinchiuso in bagno, credo che gli sia venuto un attacco improvviso di diarrea e quindi non è potuto venire >

"Tsé, ben gli sta" pensò lui ridacchiando.

La donna lo guardò per un momento disgustata e poi disse:< Tieni, questi sono i fogli con l'orario delle tue lezioni e ricordati che da domani devi indossare pure la divisa, oggi non ti dico niente perché è il tuo primo giorno e so che venendo dall'Europa, non sei abituato, ma qui le regole sono molto ferree, spero ti troverai bene in questa scuola, buona giornata >

Dopo aver detto ciò la donna tornò immersa nei suoi fogli e il ragazzo si diresse verso la sua nuova classe.

Bussò alla porta e aspettò che il professore lo invitasse ad entrare.

Quando sentì la sua voce, tirò la porta scorrevole e fece il suo ingresso nella stanza.

Tutta la classe si fermò e una ventina di occhi si indirizzarono sulla sua figura, rimanendovi incollati ammaliati.

Ormai lui non ci faceva neanche più caso, da quando era diventato quello che era, la reazione di tutte le persone che lo vedevano la prima volta era sempre la stessa.

In un primo momento rimanevano affascinati da lui, ma poi sorgeva in loro la diffidenza e la paura,  come se il loro istinto li avvertisse in anticipo di stare attenti e non farsi ingannare dal suo bell'aspetto.

"Ma gli umani sono delle persone così stupide, da non rendersene neanche conto" pensò lui ghignando tra sé.

Poi con il sorriso migliore che poté fare si presentò alla classe e all'insegnate:< Mi scusi per il ritardo professore sono il nuovo alunno di questa scuola: Jeon jungkook. Io e i miei fratelli ci siamo appena trasferiti in questa piccola cittadina, spero che ci troveremo bene qui > 

Finì il suo monologo, guardando ogni ragazzo uno per uno.

Vide che tutti gli stavano prestando attenzione come incantati, tranne due ragazzi: uno che dormiva serenamente con la testa sul banco e l'altro che cercava in tutti i modi di svegliarlo.

A questo, però, ci pensò il professore che con un urlo fece saltare dalla sedia il ragazzo addormentato e spaesato si guardò intorno, non capendo cosa stesse succedendo.

Venne sgridato ampiamente per aver dormito durante la sua ora.

Il ragazzo si scusò più volte e poi, come se si fosse appena reso conto della presenza del nuovo alunno, cominciò a fissarlo intensamente curioso di sapere chi fosse, visto che non l'aveva mai visto prima d'ora.

Il ragazzo di fianco a lui gli sussurrò all'orecchio che quello era un nuovo ragazzo appena arrivato in città e quindi loro compagno di classe.

A quelle parole il castano rimase piacevolmente sorpreso, come aveva detto prima era raro incontrare degli sconosciuti ad Haneul, ma poi alzò le spalle e tornò ad appoggiare la testa sulle sue braccia, volendo tornare a dormire.

Dall'altra parte però, Jungkook non aveva avuto la stessa reazione.

Quel piccolo attimo in cui i loro occhi si erano incontrati era bastato per mandarlo nel panico più totale.

Quegli occhi... Quegli occhi li avrebbe riconosciuti dovunque.

Non poteva essere vero, ci doveva essere per forza uno sbaglio oppure doveva essere uno scherzo di cattivo gusto.

Si sarà sicuramente sbagliato, si non c'erano dubbi, solo un semplice e stupido sbaglio.

Ritornando in sé si rese conto che il professore gli stava parlando, dicendogli di sedersi nell'unico posto libero.

Per fortuna era quello infondo e molto lontano da quel ragazzo che per un momento lo aveva mandato in confusione.

Con grazia si sedette sulla sedia e prese a guardare fuori dalla finestra, convinto che tutto quello che avrebbe spiegato l'insegnante sarebbero state cose che lui già sapeva e che avrebbe sentito solo per la centesima volta.

Per questo lui non voleva andare a scuola... cosa gli sarebbe servito?

Tentò di ignorare quello che era successo qualche minuto prima, ma non poté fare a meno di sbirciare qualche volta nella direzione di quel ragazzo; curioso di scoprire, perché una persona, per di più sconosciuta, gli aveva fatto quell'effetto.

Vide che era tornato a dormire, come se la sua presenza l'avesse lasciato del tutto indifferente e la cosa gli diede enormemente fastidio, anche se non si seppe spiegare il motivo.

Poi spostò lo sguardo alla sua sinistra e si accorse che il ragazzo di fianco a quello dormiente lo stava fissando da molto tempo, troppo per i suoi gusti.

Lui ricambiò lo sguardo chiedendosi che diavolo volesse e la cosa che lo sorprese di più, fu l'enorme sorriso che gli rivolse quello strano ragazzo e poi dopo averlo salutato con la mano tornò a seguire la lezione del professore.

"Ma chi cazzo è quel tipo?" pensò tra sé Jungkook tornando a guardare fuori dalla finestra.

 

 

Quando la campanella suonò Taeyhung si svegliò di soprassalto.

Non si era accorto di essersi addormentato di nuovo e come risultato non aveva preso neanche un appunto della lezione.

Guardò intensamente l'amico al suo fianco e con gli occhi più supplichevoli del mondo gli chiese se potesse passargli gli appunti.

Jimin lo guardò scocciato, ma poi sbuffando ampiamente, glieli passò comunque senza fare tante storie. 

Era il suo migliore amico dopotutto.

Taehyung ringraziò l'amico con un grande sorriso, poi sentendosi osservato girò la testa indietro e si accorse che il nuovo ragazzo lo stava fissando intensamente, aspettò che il moro voltasse lo sguardo da un'altra parte, ma ciò non avvenne e fu alla fine proprio Taehyung a dover abbassare lo sguardo a disagio da quell'insolito comportamento.

"Cosa vuole da me quello lì? Gli ho fatto qualcosa di male e non mi ricordo? Per caso ci conosciamo?" il ragazzo si perse nei suoi pensieri, non notando l'arrivo di un nuovo professore.

Quando lo sentì parlare, alzò finalmente lo sguardo e vide un bel ragazzo sui venticinque anni, con i capelli castani chiari e gli occhi dello stesso colore.

< Salve a tutti ragazzi, il mio nome è Kim seokJin, sono il nuovo professore di inglese, per cause ancora sconosciute il vostro vecchio professore sarà fuori città per molto tempo e io ho preso il suo posto > concluse con un sorriso.

< Tu > da dietro Taehyung sentì parlare una voce sconosciuta e si voltò per vedere il nuovo arrivato che lanciava sguardi infuocati al nuovo insegnante.

Il professore lo ignorò completamente e, continuando a tenere il sorriso stampato sul volto, iniziò la lezione.

Vide il moro sbuffare e riprendere a guardare la finestra.

Si, il suo comportamento era abbastanza bizzarro, se prima Taehyung voleva parlargli all'intervallo per chiedergli spiegazioni per quegli sguardi, ora lui aveva l'intenzione di non avvicinarsi per nessuno motivo a quello strano ragazzo.

< Scusate c'è qualcuno assente oggi? > sentì dire dal professore Kim.

< Si, Jung Cho-Hee e Rhee Sun-jung > rispose una delle ragazze della classe.

< Qualcuno ne conosce il motivo? > chiese il professore.

< No, in realtà è strano, sono due studentesse modello, quindi raramente perdono giorni di lezione > gli rispose un ragazzo.

Vide l'insegnante spalancare un po' gli occhi, ma poi tornare a manifestare il suo sorriso e continuare la lezione da dove l'aveva interrotta.

Taehyung non ci fece molto caso e iniziò a prendere appunti mezzo assonnato, ignorando per tutto il tempo il compagno di banco che gli disegnava scarabocchi sul suo quaderno per attirare la sua attenzione e quel nuovo ragazzo che non la smetteva un attimo di perforargli la schiena con quello sguardo penetrante.

 

Angolino "autrice":

Cosa ve ne pare?

Ovviamente è solo l'introduzione, mancano ancora altri personaggi da presentare, ma nonostante questo spero che vi stia piacendo almeno un po' e che abbia destatocil vostro interesse.

A presto :)

 
   
 
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