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Autore: Anemone Grace    29/07/2017    1 recensioni
[JASICO]
Sii il mio principe azzurro, il mio supereroe, il mio pirata, ti prego, sii il mio compagno di avventure solo per questa vita.
Solo per stanotte, corri con me per i campi illuminati dalle lucciole.
Prendile a conca nelle mani, guardale volare via dalle nostre dita.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Jason Grace, Jason/Nico, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NOTE AUTORE: Non ho riletto questa COSA. Sì, è una cosa, stupida, scritta di getto, no sense e che probabilmente è più uno sfogo personale e non lo so, ormai scrivo solo su di loro, Nico l'ho reso così mio che non so più se lo sto tenendo IC o meno. E aaaah... niente, se ci sono errori ditemelo che provvedo a correggerli. 




 

209.


Sono le 21:00 di sabato sera, ed io, puntualmente, sono chiuso nella mia camera a vedere serie tv di persone che si amano, rischiano tutto, che fanno cose folli per amore o per amicizia, che vivono.
Puntualmente, arrivato a questo punto della giornata, dopo aver passato anche il resto del pomeriggio in camera, aver interagito giusto quei due dieci minuti con il coinquilino di turno, che mi ha offerto dei dolci appena sfornati, io, mi deprimo.
Mi deprimo come farebbe un ragazzo pieno di problemi, un ragazzo infelice, solo e che non si sente amato, che si sente lontano dalla felicità o dall’affetto di cui ha bisogno.
Mi deprimo e penso che ho sbagliato tutto, che non ho fatto le scelte giuste, che la vita fa schifo e vorrei essere in una di quelle stupide serie tv da quattro soldi, dove tutti sembrano uscire indenni anche dai peggiori traumi.
Eppure io non riesco a uscirne indegno, sono fermo a un’anno fa, a quando è successo lo schifo, la peggio merda che la vita potesse avere in serbo per me.
Sono fermo a un anno fa, ai miei primi attacchi di panico, ai miei sbalzi d’umore, a quando sono uscito da una relazione che non stava più andando bene da un po’.
Poi entrarne in una nuova.
Una strana.
Una dove ho perso totalmente la testa, dove sto li e fisso quel ragazzo tutto d’un pezzo, quel tipo che è perfetto in tutto ciò che fa, in tutto ciò che è.
Lo odio.
Lo amo.
Lo voglio così tanto. 

Eppure, più mi avvicino a quel cielo che sembra limpido e sereno, le nuvole, il vento, tutto sembra mutare. Più mi avvicino e più una tempesta sembra travolgermi.
Stringo i denti, lotto, sbatto la testa contro la sua, fino a farmi male e poi bene.
È davvero difficile ragionare con lui, difficile capire la sua logica, il suo modo di fare, di tenere a me.
A me. 

 

 

 

Mi ami?
Cosa faresti per me?
Cosa vuol dire amare per te?
Dove ti vedi da qui a domani? Da qui a un anno? A venti? 

 

Fai qualcosa di folle con me.
Fai l’amore con me stasera, domani e così per altri cinquant’anni, finché le gambe non ci cederanno, finché le braccia non inizieranno a tremare.
Guardami.
Ti prego guardami per ore, stesi su un letto, abbracciati, ad accarezzarci, come se stesse per finire il mondo e noi non possiamo nasconderci da nessuna parte, non possiamo fare nulla e tutto ciò che possiamo fare è passare gli ultimi istanti della nostra vita in questo modo.
Solo tu ed io.
Tu.
Io.
E i nostri occhi persi l’uno nell’altro. 

Fai qualcosa di folle con me.
Scappiamo in treno, scappiamo dalle responsabilità che la vita ci impone, scappiamo sull’isola che non c’è solo per stanotte, solo per un’ora, per un momento.
Chiamami.
Chiama il mio nome e sorridi mentre lo fai.
Prendimi in giro e chiedimi di uscire fuori dalla porta di casa, perché tu sei li.
Cazzo, sei sotto casa mia e il mondo adesso è nostro.
Stanotte il mondo ha smesso di girare, il tempo si è fermato e ogni cosa ci appartiene, appartiene a me e a te.
Voglio appartenerti, voglio essere tuo solo per stanotte.
Solo in questa vita. 

Voglio fare qualcosa di folle per te.
Voglio urlare il tuo nome sotto la finestra di casa tua, lanciare sassi alla finestra, rubarti nel cuore della notte e portarti via senza dare il tempo alle luci di trovarci.
Ti farei salire sopra la mia macchina, ti porterei sul punto più alto delle montagne che ci circondano e li ti farei vedere le stelle.
Mi stenderei accanto a te sul cruscotto caldo della macchina, stretto a te, indicandoti un punto nel cielo, cominciando a disegnare sagome luminose.
Poi ti bacerei sulla guancia, sorriderei per la felicità, sorridere nel vedere il tuo rossore appena accennato tingerti le guance, lo stupore e il sorriso confuso.
E riderei piano, perché, dei, quando sono con te il mio cuore non fa che battere veloce e le mie labbra si distendono, un verso gutturale mi esce dalla gola e vorrei vivere quel momento in eterno. 

Sì, il mondo ha smesso di girare solo per noi questa notte.
Questa notte ci siamo solo io e te e le stelle.
Un cielo scuro come la pece, illuminato da una pallida luna, proprio come noi due. 


Ehi, facciamo i pazzi innamorati.
Ehi, fammi correre da te e non dirmi di no.
Ehi… salvami.


Salvami.


Sii il mio principe azzurro, il mio supereroe, il mio pirata, ti prego, sii il mio compagno di avventure solo per questa vita.
Solo per stanotte, corri con me per i campi illuminati dalle lucciole.
Prendile a conca nelle mani, guardale volare via dalle nostre dita.
Nasconditi sotto un salice e gioca con me.
Lascia che ti prenda tra i rami morbidi che pendono tra noi. 

Afferrami per i fianchi e chinati mentre io mi spingo sulle punte verso di te.
Ed è a quel punto che ci incontriamo a metà strada.

 

 

 

Vibra.
Un nuovo messaggio, un suo nuovo messaggio.
Apro gli occhi e giro il viso verso il telefono poggiato accanto al cuscino.
Le lacrime scivolano lungo le guance, vengono intrappolate dalle lenzuola di cotone e lo schermo illumina i miei occhi stanchi.
209 km.
2 le volte in cui ti ho detto “ti amo”.
0 i rimpianti su me e te.
9 come gli universi paralleli dove stiamo insieme e siamo felici.
209 che si azzerano non appena leggo il tuo nome.

   
 
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