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Autore: cin75    30/07/2017    5 recensioni
I due Winchester sono di nuovo nei guai. I demoni hanno deciso di colpirli ancora e questa volta hanno scelto una verità che mai e poi mai, i due fratelli, potevano credere fosse...vera.
Come finiranno le cose?
Genere: Angst, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Quando Dean riaprì gli occhi si rese immediatamente conto di essere seduto ad una sedia non proprio comoda e cosa molto più preoccupante di esserci legato mani e piedi a quella sedia.

Strinse nervosamente le mani a pugno come per riattivare la circolazione e fece quel gesto tenendo ancora gli occhi per lo più socchiusi.

Chiunque lo avesse preso, c’era andato giù pesante nel metterlo ko. Al cacciatore faceva male la tempia destra e l’occhio dello stesso lato gli pulsava a tal punto che aveva quasi l’impressione gli sarebbe schizzato via.

Quando, poi, finalmente, riuscì a tenere entrambi gli occhi aperti, si costrinse a guardarsi intorno e con somma sorpresa vide che, dall’altro lato del tavolo che aveva davanti, seduto e legato, ma meno acciaccato, c’era suo fratello Sam.

 

“Ben svegliato!” scherzò il minore.

“Buongiorno anche a te , principessa!”

“Sfotti?! Ottimo!! vuol dire che stai bene!” convenne Sam mentre anche lui muoveva i polsi come per allentare la presa attorno ai braccioli della sua di sedia.

“Sto...bene?!” sembrò rimproverarlo l’altro. “No, Sammy. Non sto bene. Affatto!” continuò stizzito mentre ritornava sempre più lucido. “Sono legato ad una sedia e non per un qualche giochino erotico. Chi mi ci ha messo su questa sedia, ha usato la mia testa come un punchingball. Non so dove cazzo ci troviamo, né chi cazzo ci ha fatto questo...”

“Ok! Ok! È chiaro. Altro?” chiese sarcastico.

“Sì: ho una fame da lupi e devo pisciare!” rispose con lo stesso sarcasmo, il maggiore.

“D’accordo, sei furioso e lo sono anche io, ma ora cerca di darti una calmata!” volle rabbonirlo Sam.

“Mi darò una calmata quando capirò qualcosa di quello che sta succedendo, ok, Sammy?”

“Io credo di aver capito una mezza cosa, ma..”

“Ma?”

“Andiamo!! davvero non ci arrivi?!” fece il più giovane guardandosi intorno.

 

Dean sbruffò frustrato. Certo che l’aveva capito, ma a volte era così stanco di quelle situazioni di merda, che aveva bisogno che fosse Sam a mettergliele sotto il naso.

 

“Sì, che l’ho capito Sammy.” ammise, comunque. “Sento l’odore di zolfo fin dentro l’anima. Ma volevo davvero davvero sbagliarmi.”

“Beh! Non ti sbagli, mi dispiace.”

“Brutti bastardi , figli di puttana dagli occhi neri!!” sbottò furente. “Possibile che quando le cose sembrano essere un po’ più calme per darci tempo di fare il punto, loro riescono sempre a rovinare tutto?!”

“Sono demoni, Dean. E’ loro compito , per non dire nella loro natura, rovinare tutto!”

“E dove siamo? Hai capito anche questo?” chiese ancora guardandosi intorno.

“Onestamente credo di si, anche se spero di sbagliarmi!” ammise amareggiato, Sam.

Dean sembrò osservare con tutta la sua attenzione da cacciatore quella stanza, acuì l’udito verso i rumori che sentiva, percepì i peli sul suo corpo rizzarsi come attraversati da una scarica elettrica.

“Oh cazzo!” esclamò il maggiore. “Non dirmi che siamo di nuovo ...”

“..all’Inferno?” finì per lui, Sam. “Sì, Dean. Siamo di nuovo all’Inferno!”

“Ma porca di quella….” inveì contro il nulla, agitandosi sulla sedia. “Perchè, dico io, ogni volta che uno di questi bastardi demoniaci ci mette le mani addosso dobbiamo finire all’Inferno?!”

“Cos’è? Preferiresti finire in Paradiso e avere a che fare con gli angeli, Dean?!” lo provoca il minore.

“Già!! Lasciamo perdere!” convenne affranto. “Come ne veniamo fuori?!” chiese poi e prima che Sam potesse rispondergli, una porta si aprì.

 

“Winchester e Winchester!!” esclamò sorridente la donna, presumibilmente una demone, che fece ingresso nella stanza insieme a tre energumeni. Uno le rimase accanto; gli altri due raggiunsero, uno, Sam e l’altro, Dean, al capo opposti del tavolo.

 

“Non per offenderti stronza, ma all’ultimo che ci ha salutati così, stanno raschiando ancora via le ali dalle pareti!” ribattè sarcastico il maggiore dei fratelli. Un secondo dopo, un pugno secco, deciso e violento, si impattò contro il suo viso, facendogli scricchiolare la mascella.

Dean si ritrovò a sputare sangue , ma non diede soddisfazione e si rimise diritto, poiché il pugno lo aveva fatto piegare di lato. Si passò la lingua sul labbro tagliato e poi posò lo sguardo su quello del fratello decisamente preoccupato.

Scosse leggermente la testa, sorrise appena, guardò ancora Sam.

“Beh!! Sammy. Volevi il Paradiso e i suoi angeli?, a quanto pare ti hanno accontentato.” alludendo al fatto che il tipo che lo aveva appena colpito era decisamente un angelo.

Infatti.

“Uriel era un grande guerriero!” ci tenne a precisare l’angelo all’Inferno.

“Uriel era un doppiogiochista venduto!” si intromise Sam, sicuro che nessun lo avrebbe preso a pugni dato che dal suo “guardiano” arrivava un più che deciso olezzo di zolfo. “Ha avuto quello che si meritava!”

L’angelo sembrò infuriarsi e volersi avventare contro Sam. “Tu, vile umano….”

“Ora basta!!!!” gridò la donna posseduta. “Non siamo qui per questi battibecchi inutili. Siamo qui per dare ordine a ciò che deve finalmente avere un ordine!” asserì criptica.

“E questo che vorrebbe dire?!” domandò Dean.

La donna avanzò con passo lento ma sicuro verso il tavolo. Fece cenno al demone al suo fianco di portarle una sedia e quando questi lo fece , lei, si sedette tra i due fratelli. Giusto al centro del lato lungo del tavolo rettangolare.

“La nostra situazione , chiamiamola “di Stato”, ormai la conoscete.”

“E vi servono addirittura gli angeli per rimettere tutto a posto?!”

La demone lo guardò e poi guardò l’ospite angelico al lato di Dean.

“Deve esserci un equilibrio. In Cielo come in Terra. In Paradiso come all’Inferno. I nostri nemici-amici celesti a quanto pare hanno trovato un degno successore divino, o per lo meno qualcuno di così stupido da prendersi carico di quel posto!” asserì sarcastica.

“Pondera bene ciò che dici , demone immondo!” intervenne offeso l’angelo.

“Sta’ buono, Mazakiel, non fare il permaloso!” lo zittì senza problemi. Poi tornò a guardare i due cacciatori. “L’inferno non può rimanere senza un capo, mentre il Paradiso ne ha uno. E il Paradiso non può nulla contro di noi, se anche noi non abbiamo un comandante. Non ci sarebbe equilibrio. E l’equilibrio non può mancare! Ying e Yang. Bianco e Nero. Light and Darkness” alludendo a quel passato recente con Chuck e Amara.

“Quindi, potremmo dire che siete nel caos!” azzardò Sam.

“Più che giusto, Sammy boy! E perciò...”

“ E perciò se provi a chiamarmi di nuovo Sammy boy, ti giuro, che quando avrò le mani libere ti farò a pezzi e metterò ogni tuo pezzo in ogni acqua santiera che mi troverò davanti.” la minacciò serio, il minore dei Winchester.

“Credimi, sorella. Io gli darei retta. E’ molto permaloso sul suo nome!!” convenne ironico Dean.

“Come vuoi….Sammy boy!” lo provocò ancora godendo della faccia furiosa del giovane. “Comunque!!” fece poi, per riprendere il discorso. “Come dicevo, qui, all’Inferno, dopo che Crowley ha tirato le cuoia per aiutarvi, con Lucifero imprigionato chissà dove oltre “il tempo e lo spazio” nemmeno fosse il Doctor Who, è il caos e ci serve un leader. Il nostro leader.” fece per la prima volta , seria.

I due fratelli, per un attimo si stranirono di quell’affermazione.

“Il vostro leader?!” chiese Sam.

“Esatto!” disse impettita. “Colui che è sempre stato il prescelto, colui che doveva essere forgiato nel dolore e nella sofferenza finché non sarebbe stato pronto ad occupare quello che è il suo giusto posto, colui che dentro di sé ha l’Inferno stesso.” sembrò ripetere come una profezia. “Colui che ha il potere e il sapore del male che gli scorre nelle vene!”

 

Dean a quel punto, decisamente preoccupato, posò lo sguardo su suo fratello che aveva sul viso la sua stessa espressione annichilita e allarmata.

“No..” fece Sam mentre Dean mise da parte ogni tipo di ironia e tirò fuori la parte più seria e fredda, quella che più faceva paura a chiunque se la ritrovasse di fronte.

“Ora ascoltami, stronza demoniaca. Non c’è più sangue di demone dentro di Sam, non c’è più nessuna inclinazione al male dentro di lui e mai ce n’è stata. Perfino Lucifero ci è arrivato e ha rinunciato a lui come tramite. Non c’è più alcuna possibilità che Sam….”

“Oh per tutto l’Inferno!!” esclamò sbalordita la demone, sentendo il cacciatore fare quelle affermazioni. “Tu….voi...siete ancora convinti che Sam...che lui sia….” e a quel punto iniziò a ridere senza ritegno, lasciando entrambi i fratelli senza parole e decisamente sorpresi.

“Ma cosa….” fece Sam.

Quando quella sorta di risata isterica ebbe fine, la demone, li guardò e tornò a sedersi compostamente.

“E io che credevo che in tutto questo tempo, durante le vostre passeggiate romantiche al chiaro di luna con quell’inetto di Crowley, la cosa fosse venuta fuori!!!”

“Ma di che diavolo stai parlando!?” domandò Dean, stanco di quella situazione così surreale.

“Voi siete ancora convinti che sia Sam il prescelto per il trono dell’Inferno?!” chiese senza volere una risposta e infatti, quando nessuno dei due cacciatori aprì bocca, fu ancora lei a parlare.

“Per la miseria!!! Crowley almeno su una cosa aveva ragione: Meno male che siete carini!!” li prese in giro. “No, miei cari. Non è Sam il predestinato. Non lo è mai stato!” disse guardando il giovane Winchester. Poi, lentamente, spostò lo sguardo malefico sull’altro fratello.

 

Sorrise, beffarda. “Sei tu, Dean. Sei sempre stato tu l’erede al trono!!”

 

Per un attimo , un completo assordante silenzio invase quella cella.

“Tu sei pazza!” sbottò Sam.

Il giovane non osava immaginare l’influenza di una verità del genere sul fratello maggiore, già oppresso di natura da insensati sensi di colpa. Lui per primo tremava ogni volta che la storia del prescelto veniva fuori.

“Non accadrà mai!” si accodò Dean.

“Voi non avete idea di quello che è stato fatto in tutti questi anni perché ognuno di voi due avesse il giusto posto in questa storia degli...equivoci, oserei dire!!” sembrò perfino scherzare.

“Questo è solo l’ennesimo scherzo psicologico di voi demoni!” insistette il maggiore dei fratelli.

“Azazel mi disse tutto prima….” intervenne Sam, zittito dalla demone.

“Azazel, Azazel, Azazel...” canzonò lei. “Il buon vecchio Azazel era solo uno delle tante pedine sulla nostra scacchiera.”

“Cosa ?” fecero all’unisono i due fratelli, decisamente sbalorditi.

“Tutto quello che è stato fatto a Sam: infettarlo con il sangue , allontanarlo da te e John, la morte di Jessica, quella di Mary all’inizio di tutto, l’Inferno, la perdita dell’anima e ogni altro avvenimento che voi possiate o vogliate ricordare o meno, non sono stati altro che il tuo allenamento. Il tuo addestramento.” spiegò con enfasi.

“Ma di che stai parlando?!” sussurrò Dean, che iniziava a sentire il suo stomaco contrarsi nervosamente e questa volta non erano i morsi della fame. “Addestramento?!”

“Tu non eri il caro dolce sensibile Sam. Con te non bastava qualche struggimento amoroso per spingerti sulle strada giusta….”

“Figlia di puttana! Non osare.” ringhiò Sam, furente perché il suo amore per Jessica era stato per loro solo uno struggimento amoroso.

Ma la demone sembrò nemmeno dargli retta.

“Tu eri più forte, più cauto, più...”

“Furbo?!” suggerì aspro , Dean.

“Difficile da gestire.” lo corresse lei. “Con te dovevamo agire ..passami il termine...diplomaticamente. A distanza. Ma con forza. Così abbiamo intensificato le nostre forze su Sam e più colpivamo lui, più reagivi tu. Più lui soffriva, più tu diventavi rabbioso. Più lui si tormentava , più tu alimentavi la tua furia nel non poterlo aiutare. E quando sei finito all’Inferno , beh!, fu allora che avemmo le conferme su tu chi fossi, in realtà.”

“Su chi io...”

“Sono poche le anime a cui è permesso scendere dalla ruota e iniziare a torturare….” iniziò a raccontare con soddisfatto sadismo.

Sam, non appena sentì la demone iniziare quel racconto, puntò , allarmato , gli occhi sul fratello. Sapeva che quel “tempo” , Dean, non lo aveva mai né dimenticato né accettato.

“Quelle a cui è concesso, durano al massimo una settimana, dopo di che o svaniscono nel dolore causato o diventano demoni. Tu, no, Dean. Tu sei andato avanti a torturare per anni, per dieci lunghi anni, e credimi, io c’ero quando il tuo adorabile angioletto Castiel è sceso fin qui per riportarti in vita. Per la miseria come scalciavi mentre provavi a districarti dalla sua presa. Ha dovuto metterti ko, per riportarti sulla Terra. Non volevi proprio andare via!!” fece con voce piagnucolosa come a volerlo prendere in giro.

“Stai mentendo!!” gridò Sam. “Dean sta mentendo!!” ripetè ansioso quando vide gli occhi del fratello cercare di ricordare quel salvataggio.

 

No! non lo ricordava. Lui ricordava solo le torture avute e causate.

La rabbia, il dolore, la furia, l’odore del sangue e dello zolfo.

Perché non ricordava Castiel che lo salvava? Perchè non rammentava il sollievo provato per essere stato salvato??

Perchè?

 

La demone capì lo stato d’animo in cui il cacciatore stava lentamente ma inesorabilmente precipitando , nonostante gli sforzi del minore di farlo rimanere lucido

“Dean, ascoltami. Dean!!!” lo richiamò Sam. “Questa stronza sta mentendo. Ti sta manipolando usando i tuoi ricordi peggiori. Usando quello che è successo a me, per confondere te.”

Lei rise e poi incrociò le braccia al petto come se si fosse offesa.

“Io non farei mai una cosa del genere. E poi dovreste saperlo che non sempre i demoni mentono. Anzi, il più delle volte dicono le verità scomode e sconvolgenti per avere quello che vogliono!” colpì.

“Non ti credo!” sibilò a quel punto Dean, mentre cercava di riprendere il controllo delle sue emozioni. “Io.non.ti.credo!” ribadì deciso.

“Lo farai quando avrò finito.”

“Beh! Hai finito stronza!” l’apostrofo Dean.

“Per niente!” rispose decisa. “Sono solo a metà della storia!”

“Ma che...” provò Sam.

“Poi abbiamo intensificato la situazione di Sam con quella puttana di Ruby, in modo che lui scegliesse lei e non te e questo alimentò la tua frustrazione e la tua rabbia. Abbiamo portato il coraggioso Sam a fare un volo d’angelo con Lucifero , nella gabbia, e questo ti ha distrutto del tutto. Alcool, insonnia, senso di colpa. Un cocktail perfetto. Giorno dopo giorno, caccia dopo caccia, vittime dopo vittime!” continuava melliflua , la demone, che si rendeva conto parola dopo parola, di colpire nel punto giusto del cacciatore.

“Smettila puttana demoniaca!!” ringhiò Sam vedendo , anche lui, che nonostante Dean, provasse ad ignorarla, quei resoconti facevano il loro effetto.

 

“Ma adesso arriva il bello della storia!” lo provocò lei.






N.d.A.:Ok!! Dico solo....abbiate pietà.
Per favore non linciatemi o non saprete come va a finire la storia. Poi siete liberi e libere di fare e dire di tutto!!
:)

   
 
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