Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |       
Autore: _Ape_    15/06/2009    5 recensioni
One shot sulla mia classe e per la mia classe. Parla di un solito giorno di scuola (solito per me) e del comportamento dei miei compagni durante un'interrogazione di storia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un’insolita classe (o un tipico circo)

 

 

Prima di dedicarmi totalmente agli esami di terza media, vorrei pubblicare questa one-shot, un regalino alla mia adorata classe a cui, purtroppo, dovrò presto dire addio... ç_ç

 

 

Ora di storia. La professoressa continua ad alzare la voce poiché Francesco e Andrea hanno fatto la solita scena muta. Al banco di fianco alla cattedra, Giuseppe parla tranquillamente con Enrico del più e del meno, fregandosene altamente del volto paonazzo della professoressa che continua ad urlare contro i due poveri malcapitati che se non inizieranno a spiccicare parola, verranno bocciati.

Il primo banco sulla destra è occupato da Alessio che, sentendosi solo poiché il compagno è alla cattedra, decide di raccontare l’intera storia della sua vita e di quella di Stalin (perché la storia della vita di Stalin non può proprio mancare) ad Angela e Nunziana, quelle del banco dietro al suo. Angela, però, è intenta a fare harakiri con la penna STAEDTLER blu, decisa a non voler ascoltare più neanche una delle storie di Alessio. Nunziana la blocca in tempo, giustificandosi dicendo che se lei avrebbe dovuto ascoltarlo, l’amica l’avrebbe accompagnata.

Alessio, intanto, racconta di quando una notte la sua cara nonnina l’aveva scambiato per uno spettro ed aveva iniziato a lanciargli contro i cuscini del letto. Che dire, uno di quei racconti che mai nella vita si dimenticano.

Dietro le povere sventurate ci sono Anna, intenta ad imitare Giuseppina Strepponi durante il Nabucco, e Lucia, che tenta di dare un senso alla sua inutile vita scrivendo sul banco frasi tipo: “ Gigi, tu solo possiedi le chiavi del mio cuore”, “Lux e Yly SxS” o la frase più intelligente, ricca di significato e supermiticiximixima di tutti i tempi: “... Las Divinas...”. Eh, sì, vere perle di saggezza.

Dietro ancora, si scorgono due figure alquanto strane. Una alta e grassa, l’altra bassa e magrissima. Benedetta e Michela, come al solito, si prendono a parole. Il battibecco sarebbe durato giusto il tempo di far piangere la prima o di far scaturire nella seconda una crisi di schizofrenia acuta accompagnata da istinti omicidi. Solitamente, purtroppo, accadono ambedue le cose contemporaneamente.

E così è stato anche questa volta: Benedetta si è messa a piangere e Michela le ha suonato in testa il porta pastelli, ma nessuno ci fa caso. E’ ormai un’abitudine vederle fare così ad ogni santa ora.

Al terzultimo banco ci sono Annamaria e Giuseppe (l’altro), ambedue girati ed intenti a chiacchierare con i compagni di dietro: Enza e Simone. Mentre le prime due parlano di argomenti molto interessanti, quali Zac Efron, High School Musical e Ashley Tisdale, gli altri due si lagnano poiché da Michela si aspettano reazioni più cruente, come tentare di strozzare il salice piangente con la sua stessa chioma.

All’ultimo banco, intanto, Brigida appunta sul diario l’ennesimo pianto della compagna. E’ ormai arrivata la 366° volta in cui Benedetta abbia pianto in tutti e tre gli anni scolastici. Ha pianto per un intero anno bisestile, bisogna festeggiare.

Al posto affianco, Francesca fantastica sulla sua possibile vita da mantenuta in cui le sue coperte sarebbero state il suo fabbisogno giornaliero poiché di tutto si sarebbe occupato il suo ricco marito Jesse McCartney, come no.

L’ultimo banco della fila di sinistra è occupato da Giovanni, anche lui solo poiché il compagno è all’interrogazione. Per ingannare la noia, il ragazzo giustamente pensa di colorare con l’Uniposca viola una ciocca dei capelli di Giovanna, che, scoperto il piano, gli lancia contro sia il suo diario che quello di Michele, il povero ragazzo che deve sopportare ogni giorno Andrea, Giovanni e Giovanna che si prendono a parole, si picchiano, si utilizzano a vicenda come cavie per i loro esperimenti e roba varia. Il mese scorso, infatti, l’hanno dichiarato santo.

Ah, sì, anche martire.

Davanti a Michele e Giovanna, ci sono Carmen e Valeria, intente in una battaglia-con-le-spade-laser-in-cui-le-spade-sono-penne all’ultimo sangue. Ogni tanto Valeria pronuncia frasi del tipo “Kakà (soprannome dato all’amica), sono tuo padre!” per poi rimangiarle ribadendo il concetto della sua appartenenza al sesso femminile.

Avanti ancora c’è Italia, meglio conosciuta con l’appellativo di Unicolor et similia a causa del suo dubbio gusto nel vestirsi. Oggi, fortunatamente, è conciata in modo decente, per i suoi standard: fascia nera a pois bianchi, maglia nera a pois bianchi, pantalone nero a pois bianchi, ballerine nere a pois bianchi e calzini neri a pois bianchi. Natasha, la sua compagna, si chiede se anche le sue mutande siano abbinate. Intanto lancia sorrisi di circostanza verso Angela e Nunziana, notando che stanno messe molto peggio di lei, ma proprio molto. Alessio, ormai finita la storia della sua vita, ha iniziato a raccontare quella di Stalin e della sua passione per le banane. Ovviamente interessante.

Al secondo banco della fila di sinistra ci sono i cugini Edoardo e Noemi. Il primo impegnato nella suddetta “pulizia del salotto”, la seconda ad esporre ad un’attentissima Italia il modo in cui si suiciderà.

Il primo banco della fila di sinistra è occupato da Alessandro e Bianca.

Alessandro è intento tirare pezzetti di gomma e quant’altro a Giuseppe (quello vicino alla cattedra) per poi fargli linguacce e rigirarsi verso il muro. Bianca, invece, continua a guardarsi intorno, chiedendosi quando la prof si accorgerà del casino che si è creato.

Detto fatto. La professoressa, dopo aver strigliato per bene i malcapitati ed averli mandati a sedere, zittisce l’intera classe con un secco “Silenzio!”. 

“Almeno così Alessio non può più parlare... ” pensano Angela e Nunziana sollevate, ignare dell’amaro destino che le attende.

La professoressa scruta attentamente la classe, poi dice – Alessio, interrogato. Alla cattedra. Un argomento a piacere, prego.

- Certo, prof – risponde allegro il ragazzo – E se non le dispiace, vorrei parlare di Stalin... – e così dicendo inizia a raccontare nuovamente la storia del suo amato “Acciaio” russo.

Angela e Nunziana (e tutta la classe) saranno costrette a sorbirsi comunque le storielle di Alessio... Perfetto.

 

 

 

Eccolo qui, il regalino per la mia adorata III C, che oggi ha iniziato gli ultimi quattordici giorni di vita ç_ç... Oggi ho deciso di pubblicarla perché... Boh, perché ne avevo il tempo e perché volevo farla! XD Comunque, questa fic parla di un giorno diciamo qualsiasi di scuola, tanto succedono sempre queste cose strane... Ma infondo è per questo che adoro la mia classe! ^_^  

 

Ape Chan

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: _Ape_