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Autore: Cuoredoro    02/08/2017    1 recensioni
Breve scena del ritorno a casa di Alec, dove un fluffosissimo Magnus e un Presidente Miao pieno di glitter lo aspettano!
DAL TESTO:
Vedere Magnus così di buon umore lo fece sorridere. Avvolse lo stregone in un abbraccio da dietro, circondandogli la vita con le braccia mentre, appoggiando il petto sulla sua schiena, posava la testa sulla sua spalla in cerca inaspettata di attenzioni. Lo stregone rise ancora.
< Cosa ti prende? > gli chiese con tono piacevolmente sorpreso e, scoprì con incredulità, imbarazzato.
< Sono felice. > gli rispose avvicinandosi ancora di più sulla sua spalla. Sentì lo stregone dinanzi a sè rilassarsi mentre ricambiava la stretta stringendogli le braccia. < Non vedevo l'ora di vederti >.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Presidente Miao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano all'incirca le nove di sera quando sentì quel suono di passi oramai familiare e, successivamente, il cigolio della porta che si apriva.

Pensava di essersi abituato alle comparse del fidanzato senza preavviso, ma a quanto pareva non era così, comprese, mentre il cuore prese a battergli più forte. Quando Alec entrò nel loft di Magnus, con l'ultimo scatolone con le sue cose, lui si trovava sdraiato sul divano in pelle nera, mentre con una mano accarezzava Presidente Miao e con l'altra teneva una tazza di caffè.

Questa volta il suo appartamento aveva le sembianze di un comune alloggio che avrebbe potuto ospitare una qualsiasi famiglia. Le pareti erano chiare, il divano e le due poltrone accanto a quest'ultimo erano di pelle nera e il tappeto al centro che divideva la stanza era bianco e morbido sopra al pavimento dalle assi di legno chiaro lucido. Dall'altra parte si potevano vedere la cucina di marmo nera, con sopra nient'altro che la caffettiera e le stoviglie. Accanto, un tavolo rotondo pieno zeppo di glitter e lustrini colorati. Così come a terra, sui muri e sul gatto.

Alec buttò un'occhiata su tutto l'appartamento con un sorriso sghembo, come se si fosse aspettato quel putiferio, e poi spostò lo sguardo sul suo ragazzo, che lo aspettava con un sorriso sul sofa.

"Bentornato, Alec."

Lo stregone si alzò e, con movenze da felino, lo raggiunse per schioccargli un bacio a fior di labbra.

"Aspetta, ti aiuto."

La scatola che Alec teneva in mano si sollevò in aria e volò per il loft planando goffamente verso il corridoio, scomparendo alla vista del ragazzo meravigliato non appena oltrepassò la camera da letto.

Alec si voltò per togliersi la giacca, ma prima di farlo si avvicinò allo stregone lasciandogli un bacio sull'angolo della bocca. Indugiò qualche secondo, poi si staccò, sussurrandogli un "Sono a casa" nell'orecchio per poi voltarsi, leggermente rosso in viso ma non dal freddo, per appendere il giubbotto nero all'appendiabiti. Magnus sorrise alle effusioni del suo ragazzo, e Alec riuscì a sentire della pura gioia in quella risata. Quella stessa felicità lo invase sottoforma di un piacevole calore che gli si diffuse in tutto il corpo.

Avevano preso questa decisione di andare a vivere insieme poco tempo dopo il matrimonio della madre di Clary. Per essere più precisi, Alec un giorno si girò e fece la proposta a Magnus di trasferirsi da lui prendendo lo stregone in contropiede e, con felicità e sorpresa, aveva accettato senza pensarci su due volte. Alec si era preso a suo carico la responsabilità dell'Istituto, andandoci quasi ogni giorno, ma la sera e la notte la trascorreva col suo amato. Ai genitori non aveva specificato proprio tutto. Per evitare altri litigi in famiglia e dal momento che Robert e Maryse avevano i loro problemi da affrontare, compresi gli obblighi da rispettare del Conclave, disse loro che si era semplicemente trasferito in un appartamento a Brooklyn.

Vedere Magnus così di buon umore lo fece sorridere. Avvolse lo stregone in un abbraccio da dietro, circondandogli la vita con le braccia mentre, appoggiando il petto sulla sua schiena, posava la testa sulla sua spalla in cerca inaspettata di attenzioni. Lo stregone rise ancora.

"Cosa ti prende?" gli chiese con tono piacevolmente sorpreso e, scoprì con incredulità, imbarazzato.

"Sono felice." gli rispose avvicinandosi ancora di più sulla sua spalla. Sentì lo stregone dinanzi a sè rilassarsi mentre ricambiava la stretta stringendogli le braccia. "Non vedevo l'ora di vederti."

Al che Magnus si voltò nel suo abbraccio per guardarlo dritto negli occhi, quei suoi bellissimi occhi blu di cui si era innamorato, andandogli a cingere le braccia attorno al collo mentre si avvicinava per dargli un bacio più intenso, trasmettendo tutto ciò che provava per il suo Shadowhunter facendogli capire come lo faceva sentire. Ci volle poco prima che Alec ricambiasse, stringendo le mani attorno ai suoi fianchi mentre un sorriso spuntò sulle labbra del ragazzo che aveva di fronte. Quando si staccarono, ansimanti e senza fiato, Alec appoggiò la sua fronte su quella dell'altro, posando lo sguardo sul suo ragazzo mentre le mani raggiungevano le sue. In quel momento si accorse che non aveva più la tazza di caffè in mano, che probabilmente aveva spedito in volo con un incantesimo prima che se ne potesse accorgere. Alec si prese a rimirare il suo viso, quello che da tempo popolava i suoi sogni e i suoi pensieri, facendogli perdere la concezione del tempo, dello spazio...e di qualsiasi cosa si potesse perdere la concezione. Aveva la pelle profumata, i capelli dritti con dei brillantini argentati sparsi tra le ciocche scure, gli occhi che brillavano di un verde giallo scintillante e carico di una luce che gli fece volare le farfalle nello stomaco. Era la stessa luce che aveva negli occhi la prima volta che lo vide, come un predatore mentre punta alla sua preda. Solo che questo sguardo, a differenza del primo, aveva qualcosa in più. Qualcosa di più morbido, più dolce e più intenso. Qualcosa come amore. Le farfalle nel suo stomaco lasciarono posto a dei condor.

Adesso il sorriso invadeva entrambi i loro volti. Erano molte le volte in cui si ritrovavano a baciarsi in piedi in mezzo a una stanza o in qualsiasi altro luogo senza dire nulla, ma ogni volta era come la prima, e avevano capito che il solo modo per vivere felici era quello di godersi ogni giorno come se ogni giorno fosse speciale, così come si erano promessi quella sera sotto la chioma di un albero nella fattoria di Clarissa, circondati dal buio della notte tempestato di stelle.

"Ti amo." sussurrò Alec nell'orecchio di Magnus, senza mai staccargli gli occhi di dosso. Magnus spalancò impercettibilmente gli occhi, mentre un altro sorriso nacque sul suo volto. In quel momento Magnus gli apparve molto, molto giovane. Un giovane completamente innamorato perso. Non era sicuro se lo stregone se ne fosse accorto, finchè non notò il rossore che gli colorò le guance. Con un colpo di tosse mal celata da un risolino, Magnus si sporse all'orecchio di Alec sussurrandogli qualcosa.

"Stupido Nephilim." La sua voce lo raggiunse pacata e risoluta, il che gli fece venire in mente i primi tempi, quando Magnus era solo un curioso, affascinante, intravolgente, interessante ed esuberante stregone di cui si era inizialmente interessato, non sapendo che poco dopo lo avrebbe completamente investito con tutti i suoi sentimenti, i suoi segreti, semplicemente con il suo essere lui.

Magnus lo prese per le mani e, allontanandosi, lo trascinò con sè sul divano. Appena li vide sedersi, Presidente Miao saltò sulle gambe di quel misterioso ragazzo che emetteva un buon odore e lo faceva stare bene. Come per mettere in chiara evidenza il suo affetto, il gatto prese a fare le fusa accoccolandosi sul petto di Alec, beccandosi un'occhiata incuriosita da parte di quest'ultimo e un'occhiataccia fulminante da parte del padrone.

"Sapevo che Presidente Miao odiava stare senza di te." iniziò lo stregone, continuando a guardare torvo il gatto. "Ma non posso accettare che tu abbia rapporti più intimi col mio gatto piuttosto che con me."

Alec guardò entrambi divertito "Si dice che i gatti rispecchino l'anima dei padroni."

"Beh, invece di scomodarsi tanto, dovrebbe lasciare che sia il padrone in questione ad esplicitare le sue voglie d'affetto." e dopo aver detto quella frase, Magnus prese in braccio il suo Presidente, posandolo stizzito a terra e facendo comparire dal nulla un topolino che il gatto fissò con aria magnificamente impassibile e, ignorandolo, zampettò verso la cucina per leccare i residui di caffè lasciati nella tazza sul tavolo. Alec ignorò il topo che scappò attraverso un buco nel muro (che non aveva minimamente visto ma molto probabilmente era sbucato dal nulla così come il topo) e si concentrò sul viso di Magnus, che ancora stava fissando la porta della cucina dove il gatto si era diretto, come per fargli un dispetto.
"Esplicitare le tue voglie d'affetto? Intendi dire che vuoi sederti sulle mie gambe al posto del Presidente?"

Come per risposta, Magnus si trascinò sopra al ragazzo, circondandolo nuovamente con le braccia mentre affondava il viso nell'angolo tra il suo collo e la sua spalla, ispirandone l'odore.

"Non sono geloso del mio gatto."

"Io non te l'ho chiesto."

"Ma lo stavi per chiedere."

In tutta risposta, Alec sorrise e si lasciò travolgere da Magnus. Mentre si sdraiava con lui sopra, allungò le mani sulla sua schiena, circondandolo a sua volta. Si scambiarono un lungo bacio, questa volta più lento ma carico di emozioni, mentre Magnus appoggiava la testa sul petto del suo Alexander, che prese ad accarezzargli una guancia. Dopo cinque minuti passati nella più totale immobilità, Alec prese a tracciare con le dita dei cerchi concentrici sulla schiena di Magnus, che si posizionò più comodamente sulla spalla dell'altro, addormentandosi poco dopo. Biascicando qualcosa come "potevi dirmelo prima che eri stanco", Alec si girò più comodamente, allungando un braccio per afferrare il cuscino rosa pieno di lustrini (e di peli di gatto) che era caduto per terra, posizionandoselo sotto la testa per mettersi più comodo, lasciando una leggera scia di baci sul viso del fidanzato e addormentandosi a sua volta.
   
 
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