Film > La Bella e la Bestia
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Autore: Sempreverde03    02/08/2017    4 recensioni
Tutti gli abitanti del castello, dopo la maledizione, si erano resi conto di quanto spesso si ritrovassero a raccontare quella storia. La storia della bellissima ragazza che li aveva salvati dalla maledizione innamorandosi di una bestia.
Eppure l'avventura non era ancora finita: se si hanno le persone giuste è la vita di tutti i giorni a rivelarsi imprevedibile!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Chicco, Nuovo personaggio | Coppie: Adam/Belle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                Lettera da Parigi

- Quindi, dopo la stretta amicizia nata tra mia figlia Genvieve e la tua futura sposa, mi sembra doveroso venire a conoscenza delle circostanze in cui vi siete conosciuti e innamorati. Pertanto, mio adorato nipote, ti invito  a raggiungermi al più presto nella capitale per passare del tempo in famiglia e fugare ogni mio dubbio.
Tua eccetera, eccetera...
In quel momento si trovavano tutti nella biblioteca. Con tutti si intende proprio Lumière, Tockins, Missis Bric, Belle e il principe.
La mora stava leggendo la lettera inviata dalla Duchessa Eléonore, la zia di Adam, che viveva a Parigi. Aveva già avuto modo di conoscerla superficialmente quando aveva fatto amicizia con la cugina del fidanzato, ovvero
Genvieve. Le era sembrata una donna fredda, cinica, calcolatrice. Aveva uno sguardo spento, i capelli opachi e la
vecchiaia l'aveva res elegante, ma spietata. Tutti la ammiravano anche se era una donna boriosa e viziata. Questo perché la Duchessa Eléonore era un tipo di persona con molti difetti, ma un'intelligenza e una cultura troppo grandi per essere considerata frivola. La sua presunzione risultava sempre giustificata da una qualche superiorità e il suo snobbismo fonte di profonda ammirazione per ogni dama.
Tutto il contrario di sua figlia: una ragazza di diciotto anni (uno in più di Belle),timida e insicura,ma anche dolce e disponibile.
Belle si sistemò meglio sul divano su cui era seduta.
- É ridicolo!- commentò.
- Questo invito è un mero pretesto, sicuramente vorrà convincermi a non sposarmi, o qualcosa del genere.- sentenziò Adam con più calma.- Si vede che é la sorella di mio padre.
- Padrone, non pensate di poter rifiutare:  é vostra zia e ha molto potere decisionale sulla vostra vita. - s'intromise Tockins.
- Ne aveva quando avevo quindici anni! Non ora che ne ho ventuno.
Nell'enorme biblioteca calò il silenzio. Avevano tutti un'aria inquieta, sapevano che Eléonore era una donna forte: non si sarebbe fatta scrupoli a dire ad Adam di annullare il matrimonio.
Alla fine Lumière parlò:
- Tockins, nella lettera non c'é nemmeno l'ombra di un invito per madmoiselle! Questo sarebbe un motivo sufficiente per non andarci.
- Taci Lumière! Non si rifiutano inviti dalla nobiltà.
 Dopo quell'affermazione fu il turno di Missis Bric. Lei riusciva sempre a placare gli animi durante una discussione, offrendo un punto di vista sincero e razionale.
- Penso che il principe possa decidere da solo se secondo lui è giusto recarsi a Parigi oppure no.
Il diretto interessato rivolse istintivamente uno sguardo a Belle che lo osservava in maniera indecifrabile.
Avrebbe voluto dire di no. Dire che non aveva senso, affermare che avrebbe solo peggiorato le cose... Eppure qualcosa dentro di lui gli suggeriva una ragione molto importante per partire.
- Forse dovrei andare.- disse con tono incolore.
Tutti i presenti strabuzzarono gli occhi e Belle prima di tutti.
- Per sentirti dire cosa?- domandò infatti, senza capire l'improvviso cambio di impostazione.
- Non ne sono sicuro.- rispose Adam con sincerità.- Ma riflettiamoci un secondo. Nessuno, a parte gli abitanti di Villeneuve, sa nulla sulla maledizione. Dopo dieci anni mi rifaccio vivo, così, dal nulla e sto per sposarmi con una non nobile. Possiamo immaginare cosa pensi la gente.
- A te interessa?!- scoppiò Belle sconfortata.
- Interessa anche a te. Perché la gente dovrebbe considerarti un' arrampicatrice sociale se non lo sei?
Lei non riusciva a crederci. Era sconvolta.
- Tu credi che andando lì e umiliandomi pubblicamente riuscirai a convincere le persone a non pensarlo più?!
- Io credo che andando a Parigi potrò riuscire a convincere mia zia. Un membro della MIA famiglia. Non una sconosciuta.
Il suo tono di voce era dolce, sincero. Riuscì a calmare la giovane.
Belle non era stupida: sapeva benissimo che cosa si dicesse di lei e quali fossero gli aspri commenti di tutti quelli che avevano sentito parlare della sua storia. Fino a quel momento gli aveva ignorati, come faceva sempre con tutti gli insulti che riceveva. Ci era abituata.
Eppure qualcosa era scattato quando aveva letto la lettera della Duchessa: non ne poteva più di essere giudicata!
Guardò Adam che nel mentre si era seduto accanto a lei sul divano.
In fondo lui aveva ragione. Era meglio così.

Il giorno seguente ogni cosa per il viaggio di Adam era già pronta. C'era la carrozza, bagagli a sufficienza per due settimane, cavalli freschi e riposati...
Ognuno stava salutando il giovane come poteva. Lo chef aveva preparato una teglia di biscotti per il viaggio, conoscendo bene l'amore sincero e incondizionato che il principe nutriva verso i dolci. Madame de Guarderobe e suo marito augurandogli buona fortuna, Tockins con un inchino composto, Missis Bric e Lumière con un caldo abbraccio. Nessuno aveva mai visto padrone e servitori in un rapporto così affiatato.
Poi fu il momento che i due innamorati si salutassero. C'era ancora un'aria leggermente tesa a causa della discussione del giorno prima, ma tutto sparì in un momento non appena si abbracciarono.
- Rispondi alle mie lettere.- di raccomandò Adam
- Lo farò, prometto.- rispose Belle alzando gli occhi al cielo divertita.
Si guardarono negli occhi specchiandosi nelle iridi dell'altro. Si avvicinarono leggermente.
- Ok amici, é il momento di non guardare!- sentenziò Lumière con voce solenne prima di far voltare i presenti.
La coppia rise e il giovane ritrovò subito nel viso luminoso della sua fidanzata quel sorriso che lo aveva fatto innamorare. Chiusero gli occhi e finalmente si salutarono come si deve.
- Ora potete guardare.- li informò Belle tra le risate mentre si staccarono.
Subito dopo Adam salì sulla carrozza tra i saluti generali, e mentre la vettura spariva dalla sua vista oltrepassando l'imponente cancello, Belle si fece abbracciare da Missis Bric, sospirando.

Nel pomeriggio i bambini tornavano da scuola con le loro cartelline e ognuno si dirigeva verso casa. Succedeva però che qualcuno si fermasse nei giardini vicini alla scuola per chiacchierare. Chicco sapeva benissimo che quello era il momento preferito dai bullette per attaccare. Non osavano mai in classe, per non ricevere bacchettate sulle dita o altra vasta gamma di punizioni corporali. Sceglievano attentamene il luogo, il momento e soprattutto la persona a cui riservare i loro scherzi. Chicco era uno delle tante vittime.
Capitava addirittura che lo seguissero anche molto fuori dal paese, poiché sapevano che lui doveva arrivare fino al castello, e che continuassero a stuzzicarlo fino a lì. Una volta gli avevano buttato a terra i quaderni davanti all'entrata principale e l'unica cosa che li aveva fermati  era stata la vista di Lumière. Appena era apparso li aveva fatti fuggire a gambe levate.
Questa in particolare era la volta degli insulti.
"Raccomandato!" gli gridavano. "Vai a scuola solo perché tua madre chiede i soldi al principe." "Non dovresti neanche farti vedere!" "Fai schifo!"
Chicco era abituato a ignorarli. Sua madre gli aveva detto di fare così. Se avesse risposto la "guerra" non sarebbe finita più, mentre invece ignorandoli si sarebbero stancati. Tutti i bambini sanno che non è così che funziona, ma Chicco era un bambino ubbidiente e non aveva mai risposto.
Quel pomeriggio, però tutti lo videro entrare a casa in lacrime. Qualcuno aveva davvero oltrepassato il limite. Persino più del solito.
Il piccolo abbandonò la cartella nel bel mezzo del giardino e corse a sedersi sul muretto, lontano da tutti.
- Io non so più cosa fare.- si lamentò Missis Bric.- Se solo il mio Jean fosse qui, saprebbe come prenderlo. Sono mesi ormai che va avanti così.
Belle, che era davanti a lei e che l'aveva sentita, le toccò la spalla in segno di comprensione.
- Vuole che provi a parlarci io, Missis Bric?
- Mi faresti un gran piacere, cara. Chicco ti considera come una sorella maggiore. Forse con te riuscirà a confidarsi.
La ragazza fece un respiro e si incamminò verso il bambino. Gli voleva così bene che era spaventata all'idea di dire qualcosa di sbagliato.
- Ciao Chicco.- disse sedendosi vicino a lui shira quel muretto in pietra nascosto dagli alberi.
Lui fu svelto ad asciugarsi gli occhi con una manica:
- Ciao Belle.
Lei lo guardò e sentì una morsa al cuore.
- Sono di nuovo Raphaél, Adrien e William?- chiese, ma sapeva già la risposta. 
- Sono sempre loro.
Il tono di Chicco era duro, esausto da ogni prepotenza.
- Cosa hanno fatto questa volta?
A quella domanda gli occhi del piccolo si inumidirono e lui tirò su con il naso.
- Le solite cose. William mi prende a calci i quaderni, Adrien mi dice che sono una nullità e Raphaél...
A quel punto si fermò. Il solo ricordo gli creava bruciore.
Belle si rese subito conto che la situazione era seria.
- Che cosa ha fatto Raphaél?
Dopo qualche secondo di silenzio ci fu una lieve risposta:
- Dice che nessuno mi vorrà mai bene perché... Perché sono stato adottato.
Il viso di Belle si riempì di stupore. Senza pensarci lo abbracciò lasciandolo sfogare completamente.
- Chicco.- cominciò seria mentre il bambino era in lacrime. - Ascoltami. Tu sei il bambino più buono, dolce e gentile che io abbia mai conosciuto e non volerti bene è impossibile. Devi lasciarli perdere quei tre. Dicono così solo perché vorrebbero tanto dei genitori come i tuoi.
Il bambino sembrò calmarsi un po'. Sì staccò e guardò Belle dritto negli occhi marroni.
- Io ti capisco, é difficile non reagire a questo genere di provocazioni. Quando ero piccola mi prendevano in giro perché leggevo ed ero diversa. Tu sei preso in giro perché sono tutti invidiosi di te e della fortuna che hai. Hai un papà e una mamma meravigliosi!
Chicco la guardò con i grandi occhi imploranti:
- E cosa hai fatto in quel periodo?- chiese riferendosi a ciò che Belle gli aveva raccontato.
La ragazza sorrise accarezzandogli i capelli:
- Qualcuno era lì per ricordarmi che tutti noi siamo speciali e che nessuno può permettersi di farti sentire inferiore.
Chicco le sorrise commosso. Si sentiva capito da Belle, sapeva che era vero tutto ciò che diceva.
Le emozioni di quel giorno erano state tante: preso alla sprovvista ricominciò a piangere forte, ma questa volta si sentiva al sicuro.
- Vieni qui tesoro.- lo esortò Belle stringendolo, e anche a lei sfuggì una lacrima.
- Sai cosa facciamo?- chiese poi continuando ad abbracciarlo.- Domani vengo a scuola con te e parlo molto chiaramente al preside. Non lascerò più che ti facciano del male.



Angolo autrice:
Sorpresi? Esatto, Chicco é stato adottato! Questo perché nella versione animata era chiaro anche se implicito e mi sarebbe piaciuto se fosse rimasto così anche per il live action.
 Comunque io sono pazza! Pensate che nella scena finale in cui Missis Bric canta e guarda Maurice mi sono immaginata un risvolto amoroso tra loro due. Ho deciso di risparmiarvi e non l'ho inserito in ogni caso.
Quindi Adam é partito a causa di questa sua zia. Ditemi cosa ne pensate del dialogo tra lui e Belle. Ad ogni modo spero che la storia vi stia piacendo.
Non so ancora quando aggiornerò, ma per il prossimo capitolo potrebbe volerci un po' più di tempo.
Ciao a tutti, alla prossima!




 
   
 
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