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Autore: LadyBlack3    06/08/2017    1 recensioni
E se un Dio della distruzione di nostra conoscenza si innamorasse? Cosa accadrebbe?
E se avesse una bambina?
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Kita dovrà fare i conti con un potente nemico che vuole ucciderla per arrivare ai suoi malvagi scopi.
Lei e i guerrieri Z uniranno le forze per sconfiggere lui e il suo alleato, il Daishinkan in persona.
Riuscirà la piccola Distruttrice a contrastarli?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Champa, Hit, Lord Bills, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina come tutte le altre nella Città dell’Ovest e i cittadini si apprestavano a svolgere le proprie mansioni giornaliere: c’era chi era pronto per andare a lavoro e chi era pronto per andare a scuola, le strade erano stracolme di persone e soprattutto di pendolari intenti a raggiungere in tempo la stazione.
-O mamma mia, sono in straritardo!- una ragazza dai capelli dorati e gli occhi color smeraldo correva più veloce di un fulmine nonostante avesse una montagna di libri in mano. Cercò di non farli cadere mentre era occupata a scansare ogni singola persona davanti a lei.
-permesso… fatemi passare!- avvisò la bionda continuando a schivare la gente come se fosse una corsa a ostacoli, quando finalmente la strada si spianò e divenne quasi deserta tirò un sospiro di sollievo senza però smettere di correre. Guardò l’orologio e con orrore realizzò che aveva fatto tardi di ben 15 minuti, ma non ebbe il tempo di avere alcuna reazione che si ritrovò a terra con i suoi libri sparpagliati in giro e per giunta svolazzanti a causa del leggero venticello che proprio quel giorno aveva deciso di soffiare. Aveva sbattuto contro qualcuno.
-aiho! Ma insomma! Non sa guardare dove va?! Ora tutti i miei libri sono andat… ma cosa??- la ragazza si bloccò all’istante cercando di capire, davanti a lei c’erano due esseri molto strani: il primo era di colore viola e aveva una coda, invece il secondo era una figura femminile vestita all’antica e con un bastone in mano. Quest’ultima guardò la ragazza con disinteresse mentre l’altro non sembrava avesse nemmeno sentito l’impatto dello scontro.
-Mi scusi! Nemmeno si degna di vedere come sto??- chiese la bionda indignata, cercando di non pensare alle caratteristiche dei due.
A quelle parole lo “straniero” si girò con un’espressione minacciosa sul volto, come se si fosse accorto solo in quel momento che dietro c’era una ragazza: -che cosa vuoi?- mormorò seccato.
-eh..? ma che cosa sei t-tu?...- chiese indicandolo per via del suo aspetto, infatti si trovò difronte un felino umanoide.
Per tutta risposta egli la guardò strano per qualche secondo finché non si decise a parlare: -tks… è evidente che questo non è il pianeta che stiamo cercando- disse il gatto ignorando la sconosciuta.
-io gliel’ho detto che non era quello giusto- soggiunse la sua servitrice con fare saccente.
-stai zitta!- disse lui infastidito.
-ehi ehi, scusate se vi interrompo!- la voce della ragazza fece trasalire i due –di cosa state parlando? Non so se ve ne siete accorti ma io sono con le chiappe per terra e nessuno mi da una mano!- sbottò rivolgendosi più che altro al felino.
-ooh, cosa c’è biondina, non dirmi che hai bisogno di noi per rialzarti? Sei così pesante?- rise malignamente il gatto, guardandola dall’alto al basso.
-guarda che tu non sei certo nella posizione di poter parlare!- e così dicendo lo ammutolì, ma prima che potesse fare qualche mossa azzardata intervenne l’essere azzura: -la prego signorina rivolgiti con più educazione, si trova davanti al dio della distruzi-…-
-si…bla bla bla, intanto io sto ancora aspettando che il signore si faccia avanti- replicò la ragazza guardando impaziente il dio.
I due stranieri furono sorpresi da tanta sfrontatezza ma l’assistente del dio gli consigliò di accontentarla altrimenti quella storia non sarebbe finita più.
-grazie tante- disse la bionda appena la aiutò di malavoglia –e grazie per avermi fatto perdere il treno per l’università- sorrise sarcastica la giovane donna.
-di nulla- sorrise anche lui sarcastico, facendola irritare ancora di più.
-ti credi tanto simpatico, vero?? E i libri perché li hai lasciati lì??- disse indicando i libri e i fogli a terra per strada.
-già è tanto che ti ho aiutata a rialzarti- sbottò il felino che aveva tutta l’aria di volersene andare alla svelta.
-Lord Champa, dovremmo andare- si intromise la servitrice.
-no, voi non andate da nessuna parte! È per colpa di questo ciccione che ho perso il mio treno!- disse improvvisamente la ragazza arrabbiatissima.
-come mi hai chiamato??!- gridò il dio mentre si avvicinava minacciosamente alla ragazza.
-mio Signore, non abbiamo tempo per queste cose…- gli ricordò l’essere azzurro fermandolo col suo bastone, ma la bionda non sembrava affatto spaventata –e tu saresti un dio? Uno che nega l’aiuto a una povera ragazza di 19 anni in difficoltà non può essere un dio!-
-non vale neanche la pena che ti distrugga…- aggiunse Lord Champa con i nervi a fior di pelle –andiamo, Vados!-
-un secondo…- disse la ragazza rivolgendo la sua attenzione all’assistente del dio –tu cosa saresti esattamente?- chiese curiosa.
-io sono la sua servitrice, nonché angelo e consigliere del Dio della distruzione, il mio nome è Vados- rivelò atona.
-Cretina! Le rispondi anche? Una inutile mortale non è tenuta a sapere argomenti di un certo livello…- la rimproverò Champa, urlandole addosso.
-“inutile mortale”… beh grazie del complimento!-
-senti, tu ora te ne vai da dove sei venuta e ci lasci finalmente in pace, chiaro?!- sillabò il dio mantenendo la calma.
-cosa?? Ma-…-
-e i tuoi libri li raccogli da sola!- continuò il felino in preda alla rabbia –prego ti stanno aspettando!-
La ragazza rimase spiazzata e per paura che le facesse del male ubbidì senza replicare, fece per raccogliere i libri da terra quando d’un tratto si bloccò voltandosi nuovamente: -comunque il mio nome è Yurin…- mormorò.
Lord Champa la sentì ma la ignorò, girò sui tacchi e prese a confabulare con Vados a voce bassa: -allora cosa facciamo? Sinceramente mi è venuta una gran voglia di distruggere questo stupido pianeta, già da come si atteggiano i suoi abitanti è tutto dire…-
Yurin drizzò le orecchie appena udite quelle parole.
-basta che questa volta il pianeta lo distrugge lei, Lord Champa, non deve sempre toccare a me…- rispose Vados al suo superiore.
-ah ha!- gridò Yurin un secondo dopo guadagnandosi occhiatacce dal dio e dall’angelo.
-di nuovo tu? Ma che vuoi ancora??- sbraitò esasperato Champa.
-cosa voglio ancora? Vi ho sentiti sapete... perché volete distruggere la Terra? Sicuramente fate parte di qualche organizzazione criminale aliena! Vi ho beccati!-
Vados la guardava divertita, era la prima volta che un essere mortale si rivolgeva così a un dio della distruzione.
-ma quale parte di “dio della distruzione” non hai capito esattamente?!- sbottò Champa trattenendosi dallo strangolarla.
-credi che sono così scema da non capire che non sei davvero un dio?- disse Yurin canzonandolo e incrociando le braccia.
-mi hai stancato!- Lord Champa era sul punto di eliminarla, prima che Vados lo fermasse: -mio Signore, non fa prima a distruggere il pianeta?- chiese tranquillamente mentre Yurin la guardava scandalizzata.
-lui non distruggerà proprio niente!- si intromise la ragazza, insistente.
-non sarai di certo tu a fermarmi- la informò il dio non volendo sentire ragioni.
Di lì iniziò un battibecco così lungo ed intenso da far invidia a una coppia sposata. Vados li guardava allibita e si chiese come mai ancora quella ragazza non fosse morta per mani del dio.
-Lord Champa!- lo chiamò Vados guadagnandosi l’attenzione dei due –la smetta subito!-
-non sono stato io a iniziare- asserì il felino mentre guardava male Yurin.
-scusa se ci tengo al mio pianeta eh- ribatté lei che aveva tutta l’aria di voler litigare.
Vados si portò una mano sulla fronte, disperata, quando Champa e Yurin ripresero a lanciarsi fulmini dagli occhi.
-mi hai proprio rovinato il compleanno, brutta mocciosa!- si sfogò il dio della distruzione. Yurin sbuffò sarcastica: -auguri di buon compleanno allora…-
- non credere di passarla liscia!- la minacciò Champa –nessuno che mi abbia insultato è mai tornato a casa vivo- ma a Yurin venne un’idea: -va bene ma… visto che oggi è il tuo compleanno che ne dici se ti porto a mangiare qualcosa?- propose la ragazza, elogiando mentalmente la propria intelligenza.
Champa e Vados si guardarono perplessi, sembrava alquanto strana una richiesta del genere, contando il fatto che due minuti prima erano entrambi sul punto di scannarsi vivi e ora… lo stava invitando a “mangiare qualcosa”?
-cosa c’è sotto, eh??- chiese il dio, sospettoso.
-c-cosa? Niente… perché pensi questo?- Yurin rise nervosamente e si grattò la nuca, sperando con tutta sé stessa che avrebbe accettato.
Dopo un’occhiata veloce con la sua servitrice Champa accettò: -sono abbastanza convinto che stai escogitando qualcosa…- disse, ancora più sospettoso.
-ma non ti fidi di me? Ho detto che ti porto a mangiare qualcosa perché un compleanno senza torta è un compleanno triste!- si inventò di sana pianta Yurin, cercando di rimanere seria.
-e chi ti dice che prima non l’ho mangiata??- aggiunse Champa, indisponente.
Yurin spazientita si voltò verso Vados in cerca di una conferma.
-no, non l’abbiamo mangiata- sorrise Vados con la sua solita risatina.
-dannazione Vados! Almeno tu stai al gioco!- si lamentò frustrato, Champa.
-allora seguimi- Yurin parve soddisfatta.
-va bene, ma ti avverto biondina: se scopro che mi hai portato con l’inganno ti distruggerò all’istante!- disse Champa puntandole il dito addosso.
Yurin deglutì terrorizzata, ma non dandolo a vedere afferrò il braccio di Champa e lo tirò a fatica: -forza andiamo!-
-scusi signorina Yurin, ma non si è dimenticata qualcosa?- chiese l’angelo indicando la moltitudine di libri della ragazza ancora a terra.
-oh giusto, che sciocca… puoi farmi un favore? Me li puoi raccogliere tu? Ora ho un affare più urgente da sbrigare-
Vados contemplò non proprio entusiasta il compito che doveva svolgere, ma in fondo era un angelo e come tale era abituata a dover ubbidire a richieste scomode, così le assicurò che se ne sarebbe occupata lei.
-ottimo, grazie tante Vados!- la ringraziò la bionda –e ora andiamo in pasticceria!- esclamò determinata, Yurin.
-pasti…cosa?- chiese Champa, non capendo.
-è un posto dove fanno i dolci…- gli spiegò.
-allora sbrighiamoci ad andare che prima arriviamo prima distruggerò la Terra!- disse risoluto il dio della distruzione.
-a proposito di questo…- Yurin costrinse Champa a fermarsi –e se ti chiedessi di non distruggere la Terra se ti faccio assag-…-
-ECCO LO SAPEVO!- urlò a squarciagola l’altro, guadagnandosi veloci occhiate dagli altri passanti –il mio sesto senso non mi ingannava!-
-non mi hai neanche fatto finire di parlare!- ribatté Yurin anche se estremamente spaventata. Champa si mise a braccia conserte.
-il tuo intento è quello di farmi cambiare idea! Ti ho già capita!-
-e anche se fosse? Fare esplodere un pianeta senza alcun motivo valido non mi sembra il massimo!-
-io sono un dio e faccio quello che mi pare!- replicò il felino.
Yurin sospirò, non sapeva più che fare: doveva convincerlo a tutti i costi, ci teneva alla sua pelle ma a quel punto non poteva fare altro che implorarlo: -andiamo! Dai, ti prego, ti prego… non voglio morire, non voglio morire!-
-m-ma sei impazzita? Che ti prende?- disse Champa quando vide la ragazza addirittura inginocchiarsi e sull’orlo delle lacrime.
-ti scongiuro, ti prego, ti-…-
-UFFA, VA BENE!- si rassegnò il dio che sbatté i piedi per terra –l’ultima cosa che volevo vedere era una mocciosa frignare!-
-Davvero?- disse scattando in piedi, Yurin, e cambiando la sua espressione da triste a raggiante.
-Wou… ti riprendi in fretta eh?- disse sconvolto –comunque spero che la torta che mangerò il quella past… past…insomma lì, sia la più buona del mondo! Altrimenti distruggerò la Terra e te in primis!-
-non c’è problema- disse lei sapendo di avere la vittoria in pugno.
 
-Ma quanto cavolo è lontana questa pastaria??-
-guarda che si dice pasticceria…- lo corresse Yurin. Stavano camminando da mezz’ora e ancora non si vedeva l’ombra del negozio. Per di più lei era costretta a tenerlo a bada per evitare sfuriate indesiderate.
-continuo a pensare che tu mi abbia preso in giro…- ripeté il felino.
-per l’ennesima volta: ti sto dicendo la verità!- ribadì Yurin spazientita –piuttosto, potrei sapere quanti anni compi?-
-eh? Quanti anni?-
-ehm… si, “quanti anni” sai… devo regolarmi con le candeline- affermò la bionda come se stesse parlando con un completo idiota.
-devi mettere 100 miliardi di candeline? Ma quanto cavolo è grande questa torta??- chiese Champa, stupito.
A Yurin per poco venne un infarto: -c-che cosa?! 100 miliardi?? Stai scherzando, vero?-
-e perché dovrei scherzare?-
-o andiamo! Dimmi la tua vera età e non fare storie!-
-ma sei scema? La mia età è quella!- la voce del dio scattò furiosa dalla sua bocca e ricominciò a innervosirsi.
-ma se sembri più giovane!- disse Yurin, anche lei di nuovo in vena di litigare.
-sembro più giovane perché sono un dio!- sillabò molto lentamente sperando che la ragazza se lo ficcasse in testa.
-un dio non distrugge i pianeti- la bionda sbuffò, voleva a tutti i costi avere lei la ragione.
Champa richiamò tutta la forza di volontà che aveva in corpo per non tagliarle la testa: -IO SONO UN DIO DELLA DISTRUZIONE!!- gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
Yurin, a suo avviso, avrebbe continuato volentieri a discutere, ma sapeva che non aveva tempo da perdere e decise di cambiare argomento: -bene, farò a meno delle candeline… dai, siamo quasi arrivati- e spintonò Champa in avanti.
 
-E’ questo il posto?- chiese il dio non appena mise piede nella pasticceria e si sedette su un tavolo con Yurin. Quest’ultima prese posto di fronte a lui e, fortemente imbarazzata, chiamò alla svelta un pasticcere: -senta, è il compleanno di questo elemento- disse con scherno Yurin indicando un Champa più che infastidito –e vorrebbe tanto una torta-
-benissimo signore, che tipo di torta desidera?- chiese il pasticciere afferrando un fogliettino per prendere appunti.
-dice a me? Beh… una torta…buona e…- balbettò Champa non sapendo che dire, Yurin fece facepalm: -ci porti una torta fragole e panna- disse lei con una faccia come avesse davanti uno scherzo della natura.
Appena il pasticcere andò a preparare la torta i due si ritrovarono da soli faccia a faccia e seguirono lunghissimi minuti di silenzio.
-dunque… ehm… quindi tu saresti un… dio?- chiese Yurin per rompere quell’insopportabile silenzio.
-sono ore che te lo sto dicendo!- dichiarò il dio stanco di ripeterglielo.
-ok, ok, scusa…- Yurin alzò le mani in segno di resa –è solo che mi sembra strano che tu… beh… sai cosa intendo, no?-
-no, non ho capito, cosa intendi?- affermò Champa inarcando un sopracciglio e incrociando le braccia.
Yurin non voleva che si arrabbiasse un’altra volta così iniziò a tamburellare le dita sul tavolino e a richiamare l’uomo che avrebbe dovuto portare la torta, faceva fatica a fare finta di niente mentre il dio la guardava ogni secondo con occhi penetranti.
Ma finalmente il dolce arrivò, era una enorme torta alla panna ricoperta di fragole e in cima un’unica candelina. Champa osservò ogni singolo centimetro della torta, titubante nell’assaggiarla.
-allora? Che aspetti, dai, mangiala questa meraviglia!- lo incoraggiò la ragazza, sorridente.
-vediamo se è buona come dici… se no sai cosa ti aspetta- la avvertì il felino.
-ops, quasi mi dimenticavo!- si scosse all’improvviso Yurin.
-cosa c’è ancora?- disse Champa poco prima di divorarsi la torta –muoviti che ho fame!-
-dimenticavo che devo cantarti la canzoncina- e così dicendo si alzò dalla sedia e si preparò a cantare.
-quale canzonc-… aspetta, che stai facendo??-
-“Tanti auguri a tee… tanti auguri a te…”-
-non a voce così alta!- si allarmò il dio vedendo la gente che si girava verso di loro. Ma Yurin lo ignorò: -“tanti auguri a Champa… tanti auguri a teee… yeeeeee!” esclamò lei battendo le mani per la gioia del momento, ma soltanto la sua visto che il diretto interessato sprofondò dalla vergogna e di certo le risatine dei presenti intorno a loro non aiutavano.
-cosa c’è? È la prima volta che la senti?- chiese Yurin ridendo sotto i baffi.
-si, mai fatto in vita mia!- rispose contrariato lui –ma che ti sei messa in testa? Mi hai umiliato davanti a tutti-
-insomma, quante storie!- si lamentò la bionda sorridendo mentre riprendeva posto.
-comunque se proprio lo vuoi sapere ho ucciso per molto meno…- la informò il dio tutt’altro che voglioso di scherzi.
-hai intenzione di lamentarti o di mangiare?- gli chiese indicando con lo sguardo il vassoio con la torta. Fu allora che Champa si decise ad afferrare il cucchiaio e ad assaggiare il dolce, ma Yurin lo interruppe di nuovo: -Aspetta!-
Champa si bloccò all’unisono: -sto seriamente pensando di farti fuori, lo sai?-
-beh, a casa mia prima di mangiare la torta si spengono le candeline…- disse Yurin con fare da maestrina.
-voi terrestri avete delle tradizioni strane!- detto ciò, Champa inspirò e soffiò delicatamente, peccato che la forza del suo fiato fu tale da squagliare tutta la torta che finì in faccia a Yurin.
Quest’ultima non disse nulla, guardò il dio che aveva una faccia da oscar mentre lei non proferì parola.
-ehm… e adesso?- fu tutto quello che riuscì a dire Champa prima che Yurin scoppiasse a ridere come una matta.
-è così divertente avere la faccia ricoperta di panna?- chiese serio il dio.
Yurin a furia di trattenersi si strozzava dalle sue stesse risate: -no, è che… è tutto così divertente AHAHAHAHA, ma stai tranquillo che la torta è buonissima- gli assicurò la ragazza leccandosi le dita.
Per poco anche Champa non rideva: -peccato che la torta era per me-
-ho capito… te ne ordino un’altra, ma questa volta senza la candelina- e scoppiarono a ridere tutti e due, forse a voce un po’ troppo elevata.
 
Ormai il sole era nel suo punto più alto e l’orologio della città segnava mezzogiorno. Due persone uscirono da una pasticceria discutendo piacevolmente: -quindi non distruggerai la Terra?- chiese speranzosa Yurin dopo aver aperto la porta per far uscire Champa.
-la torta non era male quindi… per oggi chiuderò un occhio- rispose il dio della distruzione.
-“non era male”? avanti, dì ciò che pensi veramente…- disse lei guardandolo con intesa.
-va bene, va bene… era a dir poco squisita, sei contenta adesso?- replicò Champa riconoscendo di aver perso la partita.
-ecco, così mi piaci!- esclamò Yurin che sorrise al dio. Sembrava avere un approccio diverso con lui…
-Yurin…-
-si?-
-hai ancora la faccia sporca di panna- realizzò il felino guardandola meglio.
-oh davvero? Dove?- la ragazza si toccò il volto per pulirsi.
-no aspetta, non lì… ora ti aiuto io- si avvicinò a lei e con il dito, molto delicatamente, eliminò i residui di cibo dalla sua guancia. Quei pochi istanti furono sufficienti affinché i due si guardassero negli occhi più… intensamente.
-ehm… grazie mille- gli sorrise la ragazza, che arrossì vistosamente.
-di nulla…- anche le guance di Champa divennero rosate.
Rimasero nella stessa posizione per qualche secondo.
-Lord Champa-
Il dio e Yurin saltarono dallo spavento.
-Vados! Non farlo mai più, mi hai spaventato a morte!- sbraitò l’hakaishin al suo angelo, dietro di lui Yurin trovò abbastanza seccante la presenza di Vados.
-cosa stava facendo?- chiese maliziosa l’assistente di Champa.
-io? N-niente, non stavo facendo niente…- sudò freddo il dio.
-ah ha… beh la stavo cercando, volevo dirle che è tardi e che dobbiamo andare-
-di già?- chiese delusa la bionda, ma subito dopo si tappò la bocca –cioè, volevo dire… ve ne andate già e non visitate neanche il posto?-
-no signorina Yurin, purtroppo non abbiamo tempo- le rispose l’angelo con cortesia.
Yurin sospirò un po’ afflitta: -allora ci… vediamo?- si rivolse per lo più a Champa.
-non penso di tornare- disse lui riflettendo.
-ok, beh… allora che ne dite se vengo io a farvi una visitina?- propose lei senza mezzi termini. Gli altri due si guardarono: -mi dispiace ma noi viviamo in un pianeta molto lontano- rispose Vados al posto di Champa, il quale guardò l’angelo del tutto contrariato.
-va bene, mi arrendo, però se decideste di tornare venite pure da me che siete i benvenuti- li salutò e girò sui tacchi per tornare a casa.
Champa e Vados la videro allontanarsi sempre di più e rimpicciolirsi man mano che scendeva la strada.
L’angelo vide che il suo dio aveva una strana espressione sul volto ma non chiese spiegazioni.
-mio Signore, dobbiamo sbrigarci- ma Champa la ignorò – mi ha sentito, Signore?- insistette Vados.
-lei… lei ha detto che potevamo andarla a trovare quando volevamo, giusto?-
-si, e quindi?-
-e come facciamo senza indirizzo?- chiese Champa, frettoloso. Infatti non attese nemmeno la risposta di Vados che l’Hakaishin si precipitò a raggiungere Yurin.
-EHI ASPETTA! TI SEI DIMENTICATA DI DARMI L’INDIRIZZO!- urlò con tutto il fiato il dio, fino a notare che poco distante si era fermata poiché l’aveva sentito. Ma rimase di spalle.
Champa arrivato a metà strada non ce la fece più e solo quando si riprese dall’affanno parlò: -ti sei… dimenticata… di darmi… l’indirizzo…- disse Champa respirando a fatica.
-che stupida che sono…- disse Yurin per poi voltarsi –vieni qui così te lo do!-
Il dio corse da lei contentissimo ma non poteva aspettarsi ciò che sarebbe successo dopo: infatti Yurin, appena Champa la raggiunse, si avvicinò ancora di più a quest’ultimo con sguardo seducente e senza che egli se ne rendesse conto gli diede un bacio sulla guancia. Fu breve ma molto intenso. Il dio si immobilizzò sul posto mentre dietro di loro c’era Vados che non poteva credere ai propri occhi.
A dir poco senza parole, era la prima volta che vedeva una cosa del genere, ma se non se lo aspettava lei non osava pensare come poteva reagire il dio.
Come volevasi dimostrare Champa divenne di un colore simile al pomodoro e non fece altro che emettere strani balbettii, accompagnati dalle leggere risatine di Yurin: aveva fatto colpo.
Vados si avvicinò: -dovevo dirle che ho raccolto tutti i suoi libri, ecco qua- disse l’angelo, e con un colpo del suo bastone fece apparire una busta con dentro i testi di Yurin.
-ti ringrazio, Vados- fece Yurin, sorridente mentre entrambe guardarono l’Hakaishin ancora traumatizzato.
Vados le lanciò uno sguardo malizioso: -credo che non dimenticherà mai il giorno del suo 100 miliardesimo compleanno!- esclamò, e le due risero sotto i baffi.
 
 
ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti! Si, lo so, pensavate che fosse Beerus il protagonista di questa storia… e invece no! xD tranquilli che presto apparirà anche lui.
Sarei felice di sapere cosa ne pensiate con una recensione (please) ^^ anche perché ho paura che non sia scritto molto bene. Anche recensioni negative-costruttive sono ben accette. Fatemi sapere se la mia idea vi piace ;) intanto sto scrivendo il nuovo cappy dove ci sarà un nuovo arrivo! Potete facilmente intuire eheheheh…
Ci si riscrive!
Baci, glitterina :*
   
 
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