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Autore: DhaevetralWarrior    08/08/2017    0 recensioni
Le sue palpebre si chiusero e lui si stese a terra sul tappeto. Iniziò a sonnecchiare. Non sapevo cosa lo aspettasse...
Storia che si svolge dopo twinsanity.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 21: CORSA CONTRO IL TEMPO

Aspetta” disse N.Tropy. Il tempo si fermò, e Crash prestò molta più attenzione all'ambiente che si ritrovava attorno che al suo temporaneo alleato: vicino alla spiaggia, dove era presente la sua casa, c'era la giungla, Crash fece qualche passò, e la osservò: c'erano molti piccoli animaletti che trascorrevano la loro vita come al solito, come se niente fosse successo. La natura era più verde e colorata che mai, anche se i frutti Wumpa sugli alberi erano scarsi. Vedere la sua vecchia casa gli provocò una nostalgia davvero incredibile. Mai come in quel momento si sentiva felice. Rivedere la sua vecchia casa... era un misto di felicità e nostalgia: non la vedeva da un po' di tempo, anche se a lui era parsa un eternità. Desiderava ritornare a quella vita spensierata, anche se tutto quello successo in questa avventura sarebbe stato cancellato. Sarebbe stato inutile. Sarebbe stato una cosa di cui nemmeno lui si sarebbe ricordato; però, in fondo, anche se aveva passato innumerevoli sofferenze, era stata una magnifica avventura.”Ehy, bandicoot” lo richiamò N.Tropy, con una voce decisamente scocciata.”Ti ho portato qui solo per clemenza, ma ora dobbiamo spostarci direttamente in un isola. Un isola sperduta in mezzo all'oceano. Per ora, gli unici esseri che hanno messo piede in quel posto sono Koala Kong e N.Gin. In quell'isola sperduta , c'è una montagna. Qualcuno ci ha costruito una sorta di casa. Quel qualcuno è Ropywalo. Ora siamo nel giorno fatidico, il giorno in cui lui risvegliò gli elementali. Essi agirono solo di notte, ma erano stati resuscitati già in prima mattina. Prendi la mia mano” chiese il cyborg. Crash, dopo aver appreso tutto, afferrò la mano di N.Tropy. In un attimo, ecco che cambiò tutto.


Erano arrivati in un posto particolare, una sorta di piccola radura. Era piena di alberi, tanto vicini tra di loro. Era quasi impossibile che Crash riuscisse a passare, e notò anche che c'era una parte libera dagli alberi, che permetteva di vedere il mare, più limpido che mai. Infatti, a insaputa del bandicoot, era proprio da quella parte che N.Gin era sbarcato. Ma ben presto la sua attenzione fu richiamata dal cyborg.”Allora, bandicoot... ora, sbloccherò il tempo. Hai solo 1 ora per riuscire a fermare Ropywalo. Può sembrarti tanto, dato che l'isola è abbastanza piccola. Ma fidati: Ropywalo è un maestro della stregoneria: ha stregato ovunque l'isola, ci sono pericoli ovunque, quindi stai sempre coi nervi saldi. Inoltre, non posso teletrasportati in nessun luogo, a parte questo, dove Ropywalo ha esercitato una forza maggiore. Negli altri, ha creato una barriera che impedisce di teletrasportarsi lì. Eppure, se ci cammini attraverso non succede niente. Troppo sicuro che non avrebbe fallito, ha prestato poca attenzione ad alcuni dettagli, quindi adesso farò ripartire il tempo. Pronto?” ma senza che potesse dire altro, il bandicoot si mise in posizione.”1, 2... 3!” e con quelle parole, il tempo ripartì. Ora, era una corsa contro il tempo. Se Crash avesse fallito, sarebbe stata la fine di tutto il mondo. E così, il bandicoot scattò. La tensione fu l'unica emozione che si impossesò del bandicoot in quel momento. Ma ecco che gli ostacoli iniziarono.


Crash dovette impegnarsi al massimo, per passare attraverso quello che sembrava una sorta di nebbia: era tutto così fitto, oscuro, ed uguale. Era un vero e proprio labirinto. Crash si spostava in qualsiasi direzione, eppure nemmeno una via di uscita, nemmeno una luce. Le uniche volte che il bandicoot intravide la luce fu quanto ritornò più volte al punto di partenza. Scrutando per bene tra gli alberi, riusciva infatti a intravedere N.Tropy. Per un attimo, il bandicoot si fermò. Fu abbastanza infastidito dal fatto che il cyborg non intervenisse. Lui voleva conquistare il mondo, ma se voleva farlo doveva salvarlo. Per quale diavolo di motivo non muoveva un dito? Coi suoi poteri, Crash e lui sarebbero passati subito. Crash pensò da subito a qualcosa come la pigrizia. Ma no, era improbabile. E allora cosa lo spingeva dal non fare nulla? La situazione era troppo misteriosa, e prese troppo il bandicoot. Talmente tanto che, poi, si accorse di aver perso troppo tempo. N.Tropy scomparve completamente dalla sua mente: non se ne importava più. Doveva salvare il mondo, come aveva sempre fatto. Peccato che dimenticò tutto quello che aveva detto N.Tropy. E così, abbassò la guardia. Un errore che per fortuna non pagò in nessun modo, ma che poteva portarlo al fallimento.


Crash non si spostava sempre avanti, ma cambiava spesso direzione. Questo perché sospettava che fosse troppo semplice, e lui era abituato ad affrontare cose difficili e complicate. Il problema, è che a volte, c'erano dei veri è propri vicoli ciechi: posti in cui gli alberi erano totalmente incollati tra di loro, se non per una fessura talmente piccola e sottile che non era possibile passarci attraverso. In breve tempo, il bandicoot realizzò di star perdendo solo tempo. Allora, provò il piano B: andare sempre avanti. Ben presto capì la stupidaggine che aveva fatto. In lontananza, riuscì a vedere un barlume di luce. Camminò allora per un po' di tempo, fino a quando non senti un tonfo molto possente provenire da dietro. E oltre a quello, sentì anche un rumore che non era semplice descrivere, ma che possiamo ricondurre a uno sparo di laser. Il bandiccot si fermò, e capì subito la situazione: era scuramente stregoneria di Ropywalo. Ma Crash non ebbe nemmeno il tempo di pensarci a fondo, che un altro tonfo si sentì. Stessa forza, stesso rumore di laser. Era la stregoneria di Ropywalo. Ormai ne era certo, anche se era quasi fuori da quel bosco. In teoria, quindi, queste cose non gli dovevano importare. Ed invece...


Proprio vicino all'uscita, Crash fu fermato da due raggi laser che si muovevano ad una velocità assurda. Sembravano provenire da qualche parte remota di quel bosco, e quindi, non ci volle molto a per far capire al bandicoot con cosa aveva a che fare. Ma in fono erano solo due, era erano anche all'altezza del terreno: come avrebbero potuto provocargli problemi? Crash li saltò agilmente, ma improvvisamente eccone volatilizzarsi due nuovi raggi, questa volta all'altezza del bandiccot, che stava saltando. Crash non aveva scelta: doveva schivarli. Utilizzò allora la panciata per cadere a terra. I due raggi si allontanarono, ma prima che potessero scomparire nel bosco, Crash sentì dei tonfi: i due raggi di prima all'altezza del terreno avevano colpito degli alberi. E altri ne sarebbero caduti con quelli che si stavano per addentrare lì dentro. Ma tornando a noi. Il marsupiale si accorse fin da subito che la panciata non era una buona mossa: difatti, poi doveva rialzarsi, e nel frattempo comparvero altri sei raggi. Essi erano vicinissimi gli uni agli altri, e non c'era modo di schivarli . Crash non aveva alcuna possibilità, tranne una: scappare.


La fuga fu parecchio complessa, a causa della grande vicinanza tra gli alberi. Inoltre, i tonfi aumentarono: tanti, troppi alberi stavano cadendo, eppure i raggi non sembravano fermarsi. La loro velocità sembrava incredibilmente aumentata, e a dir il vero, era come se diventassero ancora più veloci. Era tutto molto teso, e la difficoltà della fuga fu incrementata dalla comparsa di altri raggi. Compatti, come quelli di prima. Era come in una trappola: adesso aveva due fila di raggi inseguitori. Non sapeva cosa fare. Non era come in una trappola: ERA in una trappola. Ormai, le sue possibilità di salvarsi si erano abbassate incredibilmente: i due raggi non gli davano tregua, e lo seguivano all'impazzata. Eppure, in quel momento, Crash pensò. Rifletté sul fatto che per ora i raggi avevano ormai distrutto metà del bosco: infatti, la prima parte di quel labirinto di alberi era sparita: ora rimaneva solo quella che portava alla parte successiva dell'isola, per ora ancora sconosciuta al bandicoot. Tuttavia, anche la seconda metà del bosco aveva perso ormai molto alberi, e si era ridotto ad un piccolissimo archetto. N.Tropy era sempre al suo posto, quasi come se fosse paralizzato: neanche la sua espressione era cambiata di tanto, seppur qualche volta si era contratta in un piccolo sorriso; tuttavia, il cyborg provvedeva subito a ritornare alla sua espressione neutra. Comunque, adesso torniamo a quello che stava pensando Crash: poteva far distruggere tutto il bosco a quei raggi, in modo da vedere tutto la zona in modo libero. Poi però penso al fatto che i due raggi lo avrebbero comunque inseguito. Poi, vide che i gruppi di raggi stavano arrivando: uno da destra e uno da sinistra. E capì che se avesse saltato, i due raggi si sarebbero annullati all'istante. Sarebbero esplosi, sarebbero scomparsi. Era la sua unica possibilità. E allora lo fece. Aspettò, aspettando l'attimo giusto per saltare. I raggi erano erano ad una distanza ravvicinata, ma non attaccati a lui. Piegò le gambe, fino a toccare la terra con tutto il corpo. La tensione salì al massimo. E poi... colse il momento. Un esplosione. Un esplosione di potenza sopra le gambe del bandicoot, che lo spinsero lontano. Crash notò con piacere che, grazie a quella esplosione, aveva superato tutti gli alberi. Ora, era pronto ad avventurarsi nella seconda parte dell'isola. Tuttavia, era totalmente ignaro di quanto tempo avesse a disposizione. E a dire il vero, si era proprio dimenticato di questo dettaglio. Era una cosa sia buona che malvagia: non lo faceva stare tesissimo, e quindi poteva concentrarsi nell'evitare gli ostacoli senza che la paura di non arrivare in tempo prendesse il sopravvento. Eppure, poteva anche far si che lui andasse con troppa calma , e che diminuisse il passo. Non era ancora finita. Eppure, quegli ostacoli, gli avevano fatto perdere un sacco di tempo: aveva trenta minuti residui per completare la sua missione. Doveva sbrigarsi.


La seconda parte dell'isola non era molto particolare: c'era infatti un sacco di erba, ma nessun albero, a parte quelli del bosco a sinistra. A destra, invece, c'era parte della montagna; eppure, non c'era traccia di nessuna apertura, quindi Ropywalo non doveva essere lì. Ma questo fu l'unico dettaglio su cui Crash si soffermò particolarmente: a lui importava sopratutto trovare Ropywalo, e del resto non se ne importava. Il bandicoot rimase allora con i nervi saldi, e, una volta notata una salita piena di erba che portava al punto più alto dell'isola, si incammino. Tuttavia, lo fece molto, molto lentamente. Se manteneva i nervi saldi, non doveva preoccuparsi troppo. In più, voleva godersi un po' di pace dopo tutti gli avvenimenti successi. Gli piaceva camminare nella natura, senza nessun pericolo in vista. Quell'ambiente era molto tranquillo, e gli dava una sensazione di calma. Ma era appena successo: Crash aveva dimenticato completamente il fattore tempo rimanente. Era così preso dalla calma, che gli ricordava i giorni di riposo sull'isola N.Sanity. Amava passeggiare per la foresta dell'isola, tutto tranquillo. Una fitta nostalgica crebbe in lui, come era già successo contro Lo-Lo: ricordare i bei vecchi tempi lo facevano stare bene. Lo facevano stare sicuro. Ma proprio in quel momento, tutti i pensieri furono frantumati. Infatti...


All'improvviso, tre alberi comparvero dal nulla. Crash si trovava a metà salita quando questi comparve. Questi alberi iniziarono a rotolare. Il rumore del regno scricchiolante era davvero inquietante, ma il bandicoot non sembrava preoccuparsi molto: in fin dei conti, doveva solo saltare. Un piccolo salto. Non era assolutamente difficile da fare, ma quello era solo l'inizio degli ostacoli su quella salita. Tutto d'un tratto, difatti, arrivò dal nulla una pietra di media grandezza. Poi un altra, un altra, e un altra ancora. Queste volavano, avvicinandosi minacciosamente Crash. Il marsupiale capì da subito di non poter sottovalutare la situazione: le pietre erano sempre più vicine, e gli alberi rotolanti erano ormai prossimi all'arrivo, con il solito rumore di scricchiolio. Il bandicoot, doveva pensare, e in fretta, dato che ormai tutti i pericoli erano vicinissimi. Crash ricordò proprio in quel momento il suo scontro contro Koala Kong nella sua prima avventura: riusciva a distruggere le pietre con la sua giravolta. In apparenza, poteva già bastare per salvarsi. Ma non era così: le pietre erano troppe. Se ne era accorto solo ora: erano circa venti. Il bandicoot rifletté, anche se ormai quasi tutto era arrivato a lui. Poi, un colpo di genio. Crash rifletté velocemente che se avesse usato la giravolta tornado, con le sue giravolte continue, avrebbe distrutto tutte le pietre. Poi, avrebbe saltato i tronchi, con tutta la forza che aveva nel corpo: era meglio arrivare subito alla fine della salita; essendo appena a metà strada, questi ostacoli potevano ripetersi. Così, sarebbe sicuramente passato direttamente alla terza ed ultima parte dell'isola. E allora, agì.


Crash cominciò a girare all'impazzata, e nel contempo, si preparava al balzo. Fu parecchio facile frantumare le rocce, e tutti i frammenti rimbalzarono da tutte le parti. Ma ora arrivava la parte difficile, dove anche un singolo errore sarebbe potuto costargli la vita. E allora, il badicoot tornò a terra, per poi cominciare a darsi potenza sulle gambe. L'ansia e la tensione stavano tornando di nuovo alle stelle, dato che doveva fare un salto molto lungo in modo veloce. In pratica, aveva poco tempo per caricare potenza nelle gambe. Non sarebbe mai riuscito a fare un salto in lungo così alto fino ad arrivare a fine percorso con un solo balzo. Ormai, i tronchi si avvicinavano sempre di più. Schivarli era semplice, ma il problema è che se l'ostacolo si poteva ripetere, dato che N.Tropy gli aveva detto che Ropywalo aveva sparso l'isola di pericoli con l'obbiettivo di ostacolare possibili scocciatori. Quindi, una buona percentuale che quei pericoli sarebbero diventati a poco a poco ingestibili fece decidere al bandicoot di adottare quel piano. Il punto era... come? Come agire? La situazione si fece critica, quando un idea balenò nella testa di Crash. Allora, il bandicoot si diede una potente spinta in avanti, mentre sentiva la tensione arrivare all'apice. Ormai, quell'isola era sinonimo di tensione. Ogni momento era teso, e i pericoli erano ormai troppi. Lo sforzo del salto costò a Crash parecchie energie, tanto che durante il balzo sentì dei dolori alle gambe. Ma ormai mancava poco. Vedeva la fine di quella salita! Era quasi vicino alla fine, quando... due tronchi comparvero a terra, e un sacco di pietre lo stavano attaccando. Crash dovette girare all'impazzata, aggiungendo un altro movimento allo sforzo del salto. Un dolore pazzesco si diffuse per il corpo, ma il bandicoot sorrise: aveva predetto il fatto dei tronchi. Si sentiva un gran genio. Si sentiva soddisfatto. Per ora, era riuscito a cavarsela per ben due volte, ma pensando a cosa gli preparava la terza parte dell'isola... lo rendeva assai ansioso. Ropywalo aveva di sicuro messo molti ostacoli avanzati, per evitare a tutti i costi gli scocciatori che avessero superato le prime due parti dell'isola. E così, grande paura entrò dentro Crash. Ripensava a tutti i bei momenti passati con Aku Aku, Crounch e Coco. Ripensava a quanto fosse bello il mondo in pace e tranquillo. Gli piaceva davvero ricordare quei momenti. Tanta nostalgia, troppa. Voleva riviverli, e essere quello di una volta. Voleva che il mondo vivesse per un po' più di tempo in pace. Voleva che tutti fossero felici per molto tempo. Ma non aveva il tempo di pensare a quello. Adesso era arrivato alla terza parte dell'isola. Ma... lui si era ormai dimenticato del tempo. Mancavano solo venti minuti per fermare Ropywalo. Il tempo scorreva sempre più velocemente, ma ormai Crash se ne era dimenticato. Ormai, credeva di dover solo superare degli ostacoli. Ormai, pensava di non farcela morendo, e non fallendo nell'arrivare in tempo dall'indigeno. Ma ben presto, se ne sarebbe ricordato. E avrebbe cominciato una corsa... disperata.


Crash si diede un occhiata intorno. La terza parte dell'isola anche essa abbastanza anonima. Era piena di erba, e con qualche albero qua e là. A destra c'era parte della montagna, mentre a sinistra una bella vista sul mare e sul bosco ormai distrutto. Crash poté anche intravedere N.Tropy. Egli stava fermo. E in tutto quel tempo non aveva mosso nemmeno uno dei suoi arti artificiali. Ma in quel preciso istante, tutto tornò nella mente del bandicoot. Il tempo... il dannatissimo tempo! Maledizione, se ne era dimenticato! E per giunta con facilità! Quanto tempo mancava alla fine? Quanto tempo mancava alla sua disfatta? Il bandicoot cominciò a tremare, e rimase fermo, come se fosse paralizzato. Il ricordo di quel fattore che lo avrebbe potuto portare alla disfatta, chiamato tempo, era stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Com'era possibile che se ne fosse dimenticato? In quel momento, il marsupiale non si mosse, troppo spaventato per continuare. Eppure, sentiva che le gambe gli dicevano di correre e di sbrigarsi. Gli dicevano di dover fare in fretta, e che altrimenti avrebbe fallito. Ormai, il fallimento era l'unico pensiero nella testa del bandicoot, che tuttavia, smise di tremare. A quel punto, cerco di calmarsi, anche se ansimava; sapeva bene che doveva sbrigarsi, ma voleva riprendere un attimo le forze: voleva correre tutto d'un fiato, per evitare qualsivoglia problema: camminare lentamente avrebbe solo causato una perdita di tempo, seppur l'animale antropomorfo fosse consapevole del fatto che avrebbe sprecato ancora più energie correndo e dovendo schivare eventuali ostacoli. Ma in quel momento, doveva giocarsi il tutto per tutto. E allora, iniziò la corsa.


Come già preannunciato, quella fu una corsa disperata. Crash infatti si mosse con la massima velocità che riusciva a raggiungere. Anche se aveva già perso numerose forze, si sforzava, ed andava oltre i suoi stessi limiti. Ormai, l'unico rumore presente in quell'isola erano i suoi passi molto, molto veloci. Crash pensò per qualche momento di alleggerire il passo, in modo da non farsi sentire a Ropywalo. Ma poi pensò che fosse inutile. In fondo, l'indigeno si sarebbe aspettato che gli ostacoli da lui posizionati sarebbero bastati ad uccidere il bandicoot. Allora, Crash continuò con il solito passo. Fino a quel momento, nessun ostacolo. Poi, dovette girare, dato che ad un certo punto, l'isola interrompeva il percorso lineare, e si curvava. Proprio lì, sarebbero iniziati e finiti i suoi ultimi problemi.


Crash si fermò, solo per un istante. Il territorio in quella curva era a forma di arco, ed era privo di alberi, con la solita erba verde che era presente. Era tutto così anonimo. E troppo, troppo tranquillo. Non era successo ancora niente. Era passato poco tempo da quella corsa, precisamente un minuto. Mancavano diciannove minuti. Tutto era troppo semplice. Crash quindi rallentò il passo. Non correva, me non si muoveva lentamente. Si muoveva a passi veloci, ma non correva. Doveva sbrigarsi, ma essere cauto. Non essere impulsivo, o altrimenti l'avrebbe pagata. E infatti non si sbagliava.


Improvvisamente, Crash sentì dei rumori. Essi sembravano oggetti che cadevano dal cielo. Crash capì subito quello che doveva fare. Prima guardò in cielo, e poi, cominciò a correre. Un sacco di lance stavano cadendo dal cielo. Il bandicoot si trovò in difficoltà: parecchie volte dovette schivare in extremis delle lance che stavano per atterrare proprio su di lui. La difficoltà era sempre maggiore. Più volte le lance lo circondarono, rinchiudendolo in un cerchi. Poi, lo attaccavano nello stesso cerchio. Crash doveva muoversi velocemente e con precisione: ogni singolo errore avrebbe comportato la sua dipartita. Il problema principale era che le lance, quando lo circondavano nel cerchio, creavano una sorta di fortezza di lance: un muro pieno di quelle armi, che solo con un balzo bello potente poteva essere sorpassato. Anche perché, sembrava che Ropywalo avesse aumentato in maniera spropositata la resistenza di quelle lance, dato che quando Crash provò a crearsi un varco colpendo il legno delle lance, fallì sempre. Alla fine, riuscì ad uscire sempre da quei cerchi. Era quasi alla fine, ma le lance non smettevano di cadere. E in quel momento cadevano anche più velocemente. Più volte Crash fu sfiorato, e più volte rischiò la morte. Quando... un urlo si espanse per l'intera isola. Un urlo straziante, quasi di un animale morente; eppure, non era un animale morente: il nostro Crash era stato colpito ad una gamba! Un fiotto di sangue si spalmò sul terreno, mentre il nostro Crash continuava a correre nonostante quella ferita continuasse a correre. Ma... le frecce improvvisamente si fermarono. La calma tornò, ma Crash sapeva che sarebbe durata poco. Era impensabile che i pericoli si fossero fermati così, di colpo. Era impossibile. Il bandicoot stesse con i nervi saldi. Camminava, per evitare di perdere troppo sangue. Si tolse la freccia dal piede, ed anche se danneggiato, riusciva comunque a muoversi abbastanza sciallo. Il marsupiale squadrò il luogo: non si sentiva niente, e non si vedeva niente. Tutto era finito. Crash c'è l'aveva fatta. Quando... ecco comparire davanti a lui una freccia, a pochi centimetri dal suo viso. In effetti era fin troppo strano che gli ostacoli fossero finiti così facilmente. Ma mai si sarebbe aspettato una mossa così subdola, anche se infondo doveva sospettarlo. Ropywalo voleva che nessuno fosse capace di avvicinarsi a lui, e avrebbe preso qualsiasi precauzione. Il resto accadde in pochi istanti. Il bandicoot dovette usare la velocità massima per schivare la freccia; e così fece, scansandosi a destra, anche se sapeva che sarebbe stato ferito comunque. La freccia, infatti, gli provocò un taglio abbastanza piccolo sulla guancia sinistra. Non era nulla di che, e non uscì nemmeno tanto sangue. Ma il bandicoot urlò lo stesso, anche se non era un grido di dolore vero e proprio. O meglio, quell'urlo era stato enfatizzato dal bandicoot, che poi lo fermò in maniera progressiva. Il suo piano era ben preciso: voleva far credere a Ropywalo di essere morto, dato che l'urlo si sarebbe espanso per tutta l'isola. In questo modo, forse egli avrebbe abbassato la guardia, e avrebbe fermato gli incantesimi, pensando di aver ucciso l'unico scocciatore presente in quella zona. Mancavano solo dieci minuti, ma ormai, i pericoli erano passati. Ma era ancora presto per cantare veramente vittoria: doveva camminare a passo svelto ma silenzioso, in modo da non farsi notare da Ropywalo. E allora, Crash iniziò l'ultima camminata di quell'avventura. Presto avrebbe potuto mettere la parola fine a quell'avventura. Ma non doveva perdere ulteriore tempo: era meglio sbrigarsi.


Crash raggiunse la fine della curva, e poi cominciò a camminare avanti ad un percorso dopo la fine di quella che sembrava un vero e proprio “Paradiso delle frecce”, dove queste armi erano sparse dovunque, formando anche alcuni grossi cerchi, e conficcate nel terreno. C'era anche qualche gocce di sangue, anche se erano decisamente poche. Il nuovo percorso era uguale al resto dell'isola: una distesa di erba lineare con molti alberi. Il marsupiale camminò velocemente, e nel frattempo, fu molto attendo ad ascoltare della parole. Delle parole che sembravano provenire dalla fine di quel percorso, che costringeva colui che camminava a svoltare a destra. Da metà percorso, i rumori erano molto deboli, e sembravano solo sussurri incomprensibili. Poi, arrivato alla svolta di destra, tutto tornava. Crash si rese infatti conto che lungo quel percorso, a destra, c'era parte della montagna. Il bandicoot sentì Ropywalo parlare, e dire le seguenti parole:”Finalmente mi sono liberato di tutti i possibili scocciatori. Ed ho anche preparato tutto per il rituale. Allora, cominciamo!”. Il bandicoot rimase basito dalle parole dell'indigeno: il rituale iniziava solo ora... ma allora perché N.Tropy aveva detto che ci sarebbe voluta un ora affinché il rituale finisse!? Forse si era sbagliato? Forse si era preso gioco di lui? Tutte queste domande attanagliarono la mente di Crash, che tuttavia, in quel momento, pensò solo ad una cosa: doveva farla finita. E allora, Crash svoltò a destra, entrò nella montagna, e senza prestare a attenzione a nulla, colpì il collo di qualcuno. Poi... silenzio. E buio.


Crash poté udire delle strane voci, dirgli:”Ben fatto, bandicoot. Solo felice che tu c'è l'abbia fatta, ma vedi, effettivamente, mi sono accorto che ora, nella nostra linea temporale ristabilita, io perderò tutti i poteri. Ho iniziato a svilupparli per fronteggiare gli elementali. E mi ci sono applicato, sai? Ma adesso, lascia che ti dica qualcosa: allora, prima di tutto, non ti illudere; difatti, anche se perderò i miei poteri, proverò sempre prima o poi a conquistare il mondo e nessun indigeno me lo impedirà. Poi, secondo, ora perderai tutti i tuoi ricordi questa avventura, ma questo già lo sapevi. Poi, ti sveglierai dentro casa tua, la mattina di quel giorno dove tutto andò a rotoli. A, e ti avviso che non mi sono intromesso per non sporcarmi le mani, e poi... beh, in verità avevi solo due ore a disposizione. Ma dicendoti che avevi solo un ora, saresti andato più velocemente, e quindi avresti impedito sicuramente l'evocazione delle maschere elementali. Bene, dì addio ai tuoi vecchi ricordi, e... arrivederci”.


Dopo queste parole, senza preavviso, un qualcosa nella mente di Crash scomparve. Lui ricordò che suoi vecchi nemici erano tornati, ma non si ricordava chi. Poi, dimenticò del tutto quell'avvenimento. Ricordò di aver stretto amicizia con uno dei suoi nemici, ma non ricordava quale. E poi, dimenticò. Stava man mano dimenticando tutto. Era come se un puzzle si stesse smontando. Poi, ad un certo punto... ritornò quello di una volta. Sorriso in faccia, senza emozioni profonde, pazzo. Era tornato quello di prima. E poi tutto il buo sparì e si ritrovò a casa sua.


ANGOLO AUTORE: Ed eccoci tornati con il penultimo capitolo della storia! Che vi devo dire, se non che è stata dura e che finalmente sono riuscito a finirlo. Nel prossimo capitolo vedremo l'equilibrio ristabilito. Non credo sarà lunghissimo. Comunque io vi saluto. Alla prossima!






   
 
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