~ Little Bunny ~
Il campanello trillò, risuonando per tutta la casa.
Marshall mise via lo spartito, adagiandolo sul tavolino e sbadigliò sonoramente.
In genere era lui che dimenticava le chiavi dell'appartamento o forse il suo compagno aveva le mani piene di buste e non poteva frugare nelle tasche dei jeans.
Un' altra scampanellata incessante gli ricordò che se non voleva litigare con il suo amato avrebbe fatto meglio a sbrigarsi e a non lasciarlo a lungo dietro la porta.
-
Arrivo! Arrivo!- si alzò in fretta dal divano, grattandosi
la nuca e
aprì la porta con un sorriso che si raggelò all'
istante.
-
Gumball, dimmi che quello che hai tra le braccia, non è un
altro
cucciolo bisognoso - sospirò notando il fagotto stretto al
petto.
-
Non lo so, perché non me lo dici tu?- chiese l'altro acido,
scaraventando alcune buste contro il petto del corvino per poi
entrare furioso nell' appartamento.
- Perché diavolo dovrei
saperlo io?- Marshall chiuse la porta spingendola con il piede e lo
raggiunse in cucina poggiando le buste sul tavolo.
Odiava litigare con il suo dolcissimo cotton candy , soprattutto quando non aveva nessuna idea del perché lo stessero facendo.
Il
roseo appoggiò una borsa sullo stesso tavolo - Quando avevi
intenzione di dirmelo?- gli lanciò un'occhiataccia furiosa,
continuando a stringere il fagottino tra le braccia.
- Quando
avevo intenzione di dirti cosa, esattamente?- rispose il corvino
esasperato, alzando le braccia al cielo.
Di cosa diamine stava
blaterando?
Gumball lo osservò con la sua tipica espressione arrabbiata; tipica di quando Marshall si dimenticava di fare qualcosa che l' altro di aveva chiesto di fare incessantemente.
-
Quando avevi intenzione di dirmi che hai una figlia?-
ringhiò,
allargando leggermente le braccia da cui spuntò un paffuto
visino
rosa immerso nel sonno.
Marshall osservò la bimba con occhi
spalancati, terrorizzati e stupiti allo stesso tempo.
-
Io…avrei…COSA?!?- esclamò, forse un
po' troppo forte.
La
bambina si svegliò e iniziò a piangere
disperatamente, assordandoli
con urla stridule e penetranti.
Il roseo gli scoccò un' altra
occhiata infuriata.
- Ecco. Guarda che hai fatto.- iniziò a
cullare la piccola dolcemente, riservando, almeno a lei, uno sguardo
zuccherino.
-* "E così il bambino cadde in un sonno
profondo"- canticchiò a voce bassa, dondolando la
bambina
lievemente - " Le fiamme scintillanti si placano
nella
grigia cenere…una ad una…" -
La bimba fece un enorme
sospiro calmata da quella ninna nanna melodiosa - " Un
milione di sogni tornano sulla terra, nella notte in cui gli occhi
argentati tremarono, sei nato nella luce splendente…" -
continuò a lungo cullando la bambina finché lei
non si addormentò
nuovamente e proseguì anche dopo che lei prese sonno.
Per
tutto il tempo, Marshall non aveva fatto altro che osservare il suo
compagno in religioso silenzio, senza riuscire a togliergli gli occhi
di dosso.
Qualche volta l' aveva visto giocare con la sua nipotina
più piccola mentre facevano i babysitter alla figlia della
sua
gemella, ma Simone aveva sei anni.
Non aveva mai visto il suo
partner con un fagotto così piccolo da accudire.
Lo faceva
sentire strano.
Gumball gli scoccò l'ennesima occhiataccia che ebbe la straordinaria capacità di riportarlo con i piedi per terra.
-
Bubbs, ti giuro- esordì - non so di cosa tu stia parlando -
sussurrò
occhieggiando timoroso la bimba.
- Se non lo sai, mi spieghi
perché lei era davanti la nostra porta?- sibilò
il roseo portando
il fagotto nel salone. Lo adagiò sul divano e le
costruì una
barriera con i cuscini per evitare qualsiasi tipo di incidente.
-
Bubba, io non ho figli. - disse il corvino fermamente sedendosi
accanto al roseo che si era sistemato sull' altro sofà.
- C'era
questo sopra…- il roseo gli consegnò un foglio
sgualcito, con
occhi umidi.
"Ciao…
soro….d'accordo…ina per un
mese…partire…iso.
Tu…rre…
è nella b..rs.. ti ch..a..rò
appena at…rr.. per ..lteri..
dettagli."
La parte finale si leggeva meglio.
"
Ti ricordo che Fionna… niente latte.
Da' un bacio al… ia…
coniglietta.
Ashley"
Marshall
ripiegò il foglio e lo rimise nella busta.
- Capisco che sei un
genio, amore, ma l' inchiostro è tutto sbavato;
metà di questa cosa
è illeggibile.-
- Non chiamarmi amore, traditore!- sibilò
il roseo incrociando le braccia al petto - Chi. È. Ashley.-
ringhiò.
- Bubbs- sospirò il corvino - Io non conosco nessuna
Ashley. - tentò nuovamente di spiegare.
- Dovresti- disse l' altro - Visto che avete un figlio!- si passò
velocemente le mani sugli occhi nel maldestro tentativo di non far
vedere al compagno le sue lacrime.
Marshall
lanciò una veloce occhiata alla bambina, per accertarsi che
dormisse
ancora, poi riportò l' attenzione sul roseo.
- Amore. Io amo te.
Voglio te. Convivo con te. - si avvicinò a lui prendendogli
le mani
- Non conosco nessuna Ashley, te lo assicuro. E anche se la
conoscessi, non potrebbe essere figlia mia, perché ti sono
sempre
stato fedele.-
Gumball
lo fissò tirando leggermente su con il naso. - Non mi hai
mai
tradito?- chiese.
- Tu lo sapresti se così fosse, sei un genio. -
rispose l'altro.
- E non conosci nessuna Ashley?- continuò.
-
È quello che sto tentando di dirti da mezz'ora-
asserì il
corvino.
- Non è una del tuo studio?- propose il roseo.
-
Cosa? No, amore- chiarì il corvino con un lieve sorriso.
- Niente
relazioni clandestine e amanti con figlie?- esitò il
compagno
guardando l' altro con uno strano sguardo.
Marshall inarcò un
sopracciglio - No, amore, sono tuo, solo tuo.- Gumball
continuò a
fissarlo.
- Perché credi che io abbia bisogno di una donna,
quando ho già te?- azzardò.
Il ragazzo si divincolò dalla presa
e si alzò dal divano con le braccia conserte, avvicinandosi
alla
bimba. - Perché io non posso dartela! -
singhiozzò indicando la
piccola. - Anche se volessi, non potrei mai darti un
figlio….-
Incredulo,
Marshall spalancò gli occhi.
- È questo che ti turba? - si alzò
dal divano - Il fatto che non…puoi darmi un figlio?- si
avvicinò rapidamente al compagno.
Non avrebbe mai potuto sospettare che
Gumball desiderasse avere un bambino.
Sinceramente…non ci
aveva mai pensato.
Non ne avevano mai parlato, non sapeva che la
cosa lo sconvolgesse così tanto.
Il
roseo si morse le labbra abbassando lo sguardo sul pavimento, senza
rispondere alla domanda.
- Mia piccola principessa…- silenzioso
come un gatto il corvino annullò la breve distanza che li
separava,
cingendo l' amato in un caloroso abbraccio. - Se vuoi un figlio,
allora noi avremo un figlio.-disse alzandogli il viso.
Il ragazzo arrossì e gli stampò un piccolo bacio a fior di labbra - Io… non lo so… - sussurrò - prima…prima vediamo come ce la caviamo con questa piccola trovatella - sorrise lieve e lo coinvolse in un altro bacio che ben presto divenne parecchio profondo e intenso.
Marshall iniziò a mordergli le labbra ma prima che potesse fare altro il roseo indietreggiò - Non ci pensare neanche - ansimò a corto di fiato, a pochi millimetri dalle labbra del corvino. - Devo andare a farmi una doccia - poggiò le mani sulle spalle del compagno - tu devi badare alla piccola - soffocò le proteste dell'amato poggiando l'indice sulla bocca di lui - Niente ma. Non avevo l'ombrello e mi sono bagnato.-
Una scintilla di malizia tradì i pensieri impuri del compagno a cui Gumball reagì con un sospiro. - E dopo che avrò finito dovremmo pensare a cosa fare della piccola fortunella.-
Il
corvino si liberò dalla mano silenziatrice prendendola tra
le
proprie.
- Niente sesso?- chiese assumendo l' espressione di un
cane bastonato. Lo guardò e iniziò a
sbaciucchiargli la mano.
-
Marshall…- sospirò l'altro - … oh,
andiamo… smettila di
mordicchiarmi le dita… - emise un altro lungo respiro mentre
una
serie di brividi gli percorrevano la schiena.
- … Stanotte.-
decise alla fine ritraendo la mano dalle grinfie del corvino e si
allontanò in fretta, sentendo già i rubini di
Marshall divorarlo
lentamente.
Il corvino ridacchiò - Hai visto come si fa?- sussurrò piano alla piccola, sedendosi al suo fianco. - …No, certo che no, stai dormendo e sei decisamente troppo piccola per queste cose. E poi sei una femminuccia… non ci pensare neanche, almeno fino ai diciot… no, trenta- annuì convinto per poi darsi dello stupido.
Non era nemmeno figlia sua, perché preoccuparsi tanto?
Si
allungò per afferrare il telecomando, quando la bimba emise
uno
strano suono.
Si fermò guardandola interrogativa.
Fionna
sembrava sull' orlo di piangere nel sonno.
O forse no. Non
sapeva dirlo, sembrava così carina con quell' espressione
concentrata…
Il
primo sigulto fu timido ed improvviso.
- Mmh- Marshall si affrettò
a prenderla in braccio per darle conforto, come aveva visto poco
prima da Gumball.
Era stata una reazione veloce e istintiva, dettata anche dal desiderio di non deludere il suo compagno; ma ora che l' aveva in braccio iniziava a pensare che quella fosse stata una pessima, pessima, idea.
L'
aveva presa nel modo giusto?
Aveva messo le braccia in modo
giusto?
E se si fosse rotta?
Impanicato,
il corvino si adagiò sul divano, tenendo la piccola stesa su
di
sé.
La guardò per poi fare un lungo respiro di sollievo.
Sembrava stesse bene; nessuna crisi di pianto, nessun problema in
vista.
Perfetto.
La bimba aveva una base solida e in questo modo, lui non doveva fare altro che impedirle di cadere facendole una barriera con le braccia.
Semplice, facile e sicuro.
Sospirò
e circondò quel piccolo corpicino.
Solo che adesso non
poteva fare un bel niente.
Probabilmente si sarebbe annoiato a
morte, anzi no, ne era sicuro.
Il problema principale era
che non se la sentiva di spostare quella sottospecie di coniglio,
solo per un suo desiderio.
E se spostandola l' avesse svegliata?
E
se avesse ricominciato a urlare e strepitare?
Sollevò
lo sguardo al soffitto.
Non se ne parlava proprio. Lui non era
Gumball, non ci sapeva fare con i bambini.
Fuori
il temporale dava il meglio di sé; pioveva ancora, forse
addirittura
più forte di prima.
Non era così male rimanere fermo qualche
istante a godersi il suono del ticchettio sui vetri.
Cullato dalla
pioggia, anche Marshall lentamente si addormentò.
Dopo una decina di minuti Gumball entrò nella stanza, asciugandosi i capelli con una asciugamano ma già vestito, per evitare qualsiasi commento indecente. - Scusa se ci ho messo tanto - esordì - Ho dovuto rispondere ad una tel…- si fermò in mezzo alla stanza con un sorriso da idiota.
Il suo compagno era già bellissimo quando dormiva, con quei capelli arruffati e le labbra dischiuse come petali; ma vederlo mentre teneva una creaturina così piccola tra le braccia era una cosa che lo sconvolgeva, lasciandogli un miscuglio di sentimenti ed emozioni diverse e non propriamente precisate.
Incrociò le braccia al petto, godendosi quello spettacolo meraviglioso, unico e raro.
Gumball
desiderava davvero avere un marmocchio che girava per casa con gli
occhi rosso fuoco di Marshall e magari, l' intelligenza dell' altro
padre.
All' inizio era ancora decisamente troppo presto, avevano
iniziato a convivere da poco, si erano appena trasferiti e nessuno
aveva mai pensato ad allargare la famiglia; poi c'era stata la
carriera sua e di Marshall, tante spese e infine non ne avevano mai
parlato.
Credeva che a Marshall non interessasse.
Forse però si era sbagliato.
Più
lo osservava adesso, più si ritrovava a pensare che se mai
avessero
avuto un figlio tutto loro, Marshall Lee sarebbe stato un padre
eccezionale; nonostante lui e la sorella fossero cresciuti senza
averne uno.
Forse non sarebbe stato perfetto e senz'altro ci
sarebbe stato da lavorare, ma ne era sicuro, il suo compagno si
sarebbe dimostrato all' altezza.
Era
stato fortunato ad aver trovato quell' uomo così
incredibilmente
dolce e…
Sorrise scuotendo leggermente la testa.
Così
terribilmente sexy.
Si
avvicinò silenzioso ai due dormiglioni con il cellulare
pronto in
mano.
Quell' occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire; e
Marshall sembrava così incredibilmente carino, con il mento
appoggiato alla testolina di Fionna.
Era una sensazione così strana! Vederlo così…indifeso, innocente…e… oh, non lo sapeva neanche lui! Sapeva solo che quella sensazione gli aveva provocato un calore che ben presto si era diffuso ovunque, riscaldandolo e facendolo sorridere come un ebete.
Semplicemente
era perfetto.
Scattò una decina di foto che mai e poi mai avrebbe
cancellato.
Avrebbe potuto rivederle quando ne aveva voglia.
Rimise
il cellulare nella tasca e si chinò a depositare un lieve
bacio
sulla fronte del corvino, indeciso se svegliarlo o meno.
Considerava
Marshall un animale notturno, dato che praticamente preferiva
lavorare nel bel mezzo della notte per poi passare la mattina a
dormire o ad essere uno zombie affamato di caffè.
-
Marshie ?- sussurrò lievemente, l'altro in risposta emise un
lungo
mugolio.
- Marshall.- insistette il roseo aumentando il tono di
voce.
- Cinque minuti - sbiascicò il ragazzo appoggiando il viso
sul cuscino e stringendo instintivamente la presa sulla piccola.
Gumball sospirò per poi sorridere davanti a quei due bambini. - Cinque minuti…- accordò depositandogli un morbido bacio sulle labbra.
Marshall sembrava abbastanza stanco.
Il roseo sorrise accarezzando lievemente quelle ciocche corvine, poi cercò di prendere la bimba dalla stretta del corvino; il suo compagno aveva bisogno di riposare e di certo Fionna si sarebbe svegliata con una gran fame e probabilmente avrebbe reclamato il suo cibo a gran voce.
Voleva
evitarglielo per quanto fosse possibile, ma dannazione come la teneva
stretta!
Dopo qualche minuto riuscì nell'impresa quasi a fatica;
certo che Marshall non era indifeso neanche quando dormiva!
- - - - - -
Marshall
si stiracchiò ancora amabilmente avvolto nel torpore del
sonno,
mettendo via la coperta che neanche si ricordava di essersi
messo.
Sentiva ancora battere la pioggia sui vetri come un
incessante mormorio, era piuttosto rilassante.
Senza dubbio questo
riposino pomeridiano aveva giovato al suo umore e questo delizioso
silenzio era…
Un momento.
Marshall
spalancò gli occhi e si sedette di scatto.
Dov'era finita la
marmocchia?
Iniziò a cercarla ovunque preso dal panico, sotto
qualsiasi superficie si potesse nascondere quella piccola peste;
sotto i cuscini, sotto il divano, il tavolino…ma niente.
Si
diresse in fretta a cercare Gumball in preda ad una paura cieca e
fermò la sua ricerca solo quando udì un rumore in
cucina.
In
fretta e in furia si avviò verso quella stanza temendo il
peggio e
invece quello che si ritrovò davanti fu tutt' altro che il
peggio.
-
Aaah, arriva l' unicorno con il cavaliere…-
Il suo
fidanzato teneva sulle gambe, la bimba che rideva come una
forsennata.
- Entra nella grotta e… amm! -
Gumball pilotò con successo il cucchiaino dentro la bocca della piccola che si divertiva come se stesse giocando più che mangiando.
Marshall
si morse il labbro inferiore.
Ogni volta che vedeva il suo amato
interagire con la bimba non poteva fare a meno di provare una stretta
al cuore; soprattutto dopo quello che gli aveva rivelato.
Gumball
era un qualcosa di dolcissimo e prezioso ed era bellissimo il modo in
cui si rapportava con tutte le creature indifese.
Il
roseo prese un altro po' di omogeneizzato dal vasetto ormai vuoto e
lo uscì, stavolta mimando un aereoplano. -
Riuscirà il cavaliere a
sconfiggere il drago?- in risposta Fionna lanciò un urletto
divertito e spalancò le fauci, avvicinandosi alla preda che
ingoiò
in un sol boccone.
Il ragazzo ridacchiò - Questo cavaliere è
stato molto sfortunato- mise il cucchiaino dentro il vasetto e
poggiò
tutto sopra il tavolo.
- Gli è capitato una draghessa davvero
affamata- Marshall entrò nella stanza, sorridendo al
compagno che si
era girato verso di lui e che arrossito di botto.
Appoggiò le
mani sulle spalle del ragazzo seduto e quando lui alzò la
testa per
dirgli qualcosa, lo zittì con un lungo bacio.
-
Ho cercato la marmocchia ovunque - lo rimproverò
accarezzando con la
punta delle dita la nuca del fidanzato che rabbrividí sotto
il suo
tocco.
- Non volevo ti svegliasse con le sue urla - si
giustificò l' altro - Sembravi stanco - strinse la bimba e
fissò le
sue albe nei tramonti del compagno.
Il corvino sorrise brevemente - Un po' lo ero - ammise, appoggiandosi contro il tavolo.
Gumball
si alzò dalla sedia e gli porse la bimba - Tienila un
pochino,
coraggio - lo esortò - ho bisogno di sgranchirmi -
- Scherzi
vero? - Marshall indietreggiò di qualche passo, preso alla
sprovvista - Cosa succede se la rompo?-
Il roseo ridacchiò
e la avvolse nuovamente tra le braccia, poggiandosela contro la
spalla.
- Non si rompe se non la fai cadere. - diede qualche
piccolo colpetto sulla schiena della bimba che dopo un po' si
liberò
con un gran rutto.
- … Però! - esclamò il corvino
scoppiando a
ridere - potrebbe diventare una gran soprana! -
Il roseo lo
accompagnò in quella risata sincera, accarezzando la
testolina
bionda della bimba - Devo ammettere che ha una bella
capacità
polmonare - ammise.
Guardò il corvino negli occhi con un
sorriso raggiante e di nuovo Marshall si sciolse in quello sguardo
meraviglioso.
- Saresti un bravo genitore - si lasciò sfuggire,
avvicinandosi al fidanzato per poi avvilupparlo in un abbraccio da
dietro, per evitare di distubare Fionna che stava giocando con i
capelli del ragazzo.
- Lo pensi sul serio?- esitò il roseo,
abbassando il volto rosso come un pomodoro sulla biondina.
-
Assolutamente.- il corvino strofinò la punta del naso contro
il
collo dell'amato saggiandone il profumo. Iniziò a lasciargli
una
scia di baci, ben consapevole di quali tasti premere.
- Marshall…
- lo chiamò, infatti, ansimante, Gumball, qualche istante
dopo
sentendo il proprio corpo pervaso dalla pelle d'oca. -… ho
detto
più tardi - pigolò.
Marshall
fece una smorfia. - Sì, sì lo so, lo so. Ti sto
solo assaggiando…-
gli mordicchiò il collo per sottolineare il concetto.
-
…Smettila… - miagolò il compagno con
voce già scura di
desiderio - lo sai che non so resistere se mi dai certe
attenzioni-
- Non sai resistere eh?- soffiò il corvino
prima di prendere tra i denti, il lobo del roseo che si sciolse sotto
le sue labbra.
Gumball socchiuse gli occhi emettendo un lungo
sospiro.
Fu allora che la bimba emise un piccolo verso e lanciò la più letale delle sue armi.
-
Cristo divino!- esclamò Marshall allontanandosi in fretta
dalla zona
contaminata da quel fetore insopportabile.
Gumball si protesse il
naso, poggiandovi di sopra la mano libera.
- Credo…abbia
digerito - asserì spostandosi verso il borsone.
- Credi?!?- gli
fece eco il corvino lontano un miglio dalla zona infetta.
Sarebbe
corso a spalancare tutte le finestre se solo non avesse piovuto a
dirotto.
Studiò i movimenti del fidanzato, limitandosi a stargli
il più lontano possibile.
-
Marshall se non mi aiuti non posso camb…- il roseo futuro
interrotto da un pianto disperato quanto acuto.
Fionna
iniziò a strillare e a singhiozzare, dimenandosi tra le
braccia del
ragazzo.
A quelle urla , il corvino fu tentato seriamente di darsi
alla fuga se non fosse per lo sguardo implorante del suo compagno.
-
Marshall! O mi aiuti o la tieni! - cercò di calmare la bimba
ma lei
non ne voleva sapere.
Il corvino esitò ma ben presto il disgusto fu vinto da quello sguardo che da implorante e indifeso era diventato minaccioso e implacabile; alla fine si avvicinò per soccorrere l'amato.
-
Tienila!- urlò lui per sovrastare le urla e ancora una volta
gli
porse la piccola.
- Neanche morto!- esclamò il ragazzo di
rimando
- Tienila e non fare storie! - gridò il roseo
spingendo la bimba, praticamente nelle sue mani.
Marshall la tenne
a distanza e iniziò a dondolarla a modo suo per tentare di
calmarla,
anche se dubitava della riuscita. - Ti prego sbrigati. -
implorò il
fidanzato che già aveva approntato quasi tutto l' occorrente
sul
tavolo e che clemente, annuì in risposta.
Il corvino guardò la
bambina agitato - Ti prego, smettila di piangere! Ti prego, piantala!
-
Non
sapeva neanche se era più schifato dalla puzza che colpiva
il suo
sensibilissimo olfatto o più esasperato, per via delle urla
che gli
stavano fracassando i timpani.
- Guarda! - esclamò all'
improvviso - Guarda che ho!- la mise seduta sul tavolo cominciando a
dondolarle davanti agli occhi le chiavi di casa.
Fionna,
attratta da quel suono, poco a poco smise di piangere e si
concentrò
sull' afferrare quegli affari luccicanti e rumorosi.
- Ecco,
brava, non piangere coniglietto - le dondolò le chiavi
davanti per
poi rivolgersi al roseo. - Gumball ti imploro, dimmi che hai
finito.-
Lui scrollò le spalle e prese la bimba, distendendola
sul telo.
- Beeeene, hai tutto sotto controllo quindi posso
andar…-
- Non così in fretta.- Gumball lo afferrò dal
colletto della camicia e lo trascinò di nuovo accanto al
tavolo. -
Tu non ti muovi e mi dai una mano.- disse autoritario, svestendo la
bambina.
Marshall strinse i denti e rabbrividí all' idea, ma si
fece coraggio perché il suo adorato cotton candy gli avrebbe
fatto
passare le pene dell'inferno altrimenti.
- Cosa devo fare?- chiese
insofferente
- Distraila e basta. - gli rispose secco il roseo.
Slacciò
in pochi secondi il pannolino che rivelò la sua sorpresa
marroncina.
Il corvino storse il naso e lo tappò con una mano
mentre con l'altra distraeva la bimba con le chiavi.
-
Coniglietto?- Gumball inarcò le sopracciglia,
appallottolando il
vecchio pannolino e con gesti esperti preparava il secondo.
- Sì…
per via del cappuccio della tutina con le orecchie da coniglio -
spiegò il corvino, spostando lo sguardo sul fidanzato che
aveva
appena finito di ripulire il sederino della bimba con la salviettina
e adesso le stava mettendo il borotalco.
- Sei arrabbiato?- chiese
titubante
- No - rispose l' altro chiudendo l' ultima linguetta
del pannolino - Ecco fatto… pulita e profumata - sorrise.
Marshall
emise un lungo respiro di sollievo - Dove hai imparato?-
Il
roseo scrollò nuovamente le spalle - Sono un bravo
babysitter - mise
la bimba seduta e lascio spazio al corvino che si premurò di
sostenerla mentre l' altro buttava nell' immondizia il rifiuto
tossico.
-Non puoi chiamarla coniglietto - mormorò poi
scosse la testa e andò al lavabo per lavarsi le mani.
- Saresti
anche un ottimo papà. - Marshall continuò il
discorso scegliendo
deliberatamente di ignorare il commento del compagno. - Dico davvero,
sai sempre cosa fare e dove mettere le mani -
Gumball
si asciugò le mani per poi riprendere la bimba in braccio,
un po'
più rilassato.
- Ho solo più esperienza, tutto qui - gli sorrise
ampiamente, sporgendosi leggermente verso il suo viso.
Marshall lo
osservò e lentamente il suo sguardo si spostò
sulle labbra piene e
morbide del compagno.
Era
sicuro che quella bocca dolce come il miele lo stesso chiamando.
Si
avvicinò, così da trovarsi a pochi millimetri da
quei due petali di
rosa, aspettandosi uno dei suoi deliziosi baci.
-
Vai a buttare la spazzatura.- disse invece l'altro, infrangendo i
suoi pensieri in mille pezzi.
Ghignò per l'espressione
attonita del corvino ma non gli lasciò nessuna via di fuga.
- Non
voglio che la puzza si diffonda troppo -
Marshall
ci mise poco a riprendersi da quella spietata richiesta - Ma sta
piovendo. Possiamo metterla sul balcone finché non smette
-
-
Marshall- lo richiamò l' altro nuovamente autoritario - Vai.-
Il
corvino digrignò i denti ma eseguì l' ordine
senza ribattere,
sebbene di malavoglia.
Afferrò il sacchetto e mormorando frasi
poco poetiche, contro il mondo e tutti i suoi abitanti, in
particolare la sua principessa isterica, si infilò il
giubbotto e
uscì dall' appartamento per gettare il rifiuto nei
cassonetti.
-
Devo ancora capire come una creaturina così piccola possano
fare
tutto… questo - mormorò rientrando poi nella
hall.
Attese
l' ascensore e una volta dentro si scrollò l' acqua di dosso
mentre
aspettava che la gabbia metallica lo portasse al piano.
Uscì
nel pianerottolo ed entrò in casa, deciso a non fargliela
passare
liscia.
Buttò le chiavi nel piattino e appese il giubbotto.
-
Marshie - si sentì chiamare. Stava per voltarsi e dirgliene
quattro
quando il suo proposito fu reso vano dalla creaturina.
- …
cammina! - disse accovacciandosi sui talloni per poi aprire le
braccia.
- Sì ma non da sola - ridacchiò il roseo
continuando a
sostenere dalle manine, la biondina che muoveva passi incerti e
instabili.
-
oh.- deluso il corvino si sedette sul tappeto, incrociando le gambe e
osservò il fidanzato dirigere quella piccola peste.
Era
impossibile rimanere impassibile a quella dolcezza.
Era
impossibile rimanere a lungo arrabbiato con lui. Avrebbe potuto
perdonargli di tutto.
Di
nuovo Gumball gli stava offrendo uno spettacolo meraviglioso.
Era
così … rilassato e felice mentre badava alla
piccola. Nonostante
non fosse sua figlia.
Marshall
si morse le labbra chiedendosi come sarebbe stato avere quello
spettacolo tutti i giorni.
Lo amava, ed era con lui che aveva
scelto di passare la sua esistenza.
E si stava rendendo conto di
quanto desiderasse avere un figlio con l'uomo che amava; se non l'
aveva ancora fatto era perché non lo sapeva.
Toccava
a lui rendere felice quella splendida creatura che era il suo
compagno. Prendersene cura e amarlo, proteggerlo da ogni cosa.
Era
palese che Gumball volesse un figlio… allora
perché non glielo
aveva detto?
Forse aveva paura che lui non sarebbe stato pronto?
Il
corvino sospirò.
Aveva molte cose da imparare, ma avrebbe fatto
di tutto perché il suo compagno fosse così felice
come lo era
adesso.
Anche prendersi cura di un mostriciattolo spara scorie
tossiche.
-
A che pensi? - chiese il roseo, seduto con la bambina in grembo.
Il
corvino spostò lo sguardo di loro.
- Che sei bellissimo, amore -
sorrise e gattonò verso di lui per baciarlo.
Le
loro labbra si unirono alla perfezione, ormai abituate le une alle
altre, bisognose di stare unite in quel modo. Marshall le spinse
piano senza forza e intrufolò la lingua nell' antro umido,
cercando
la gemella che presto si strinse in un passionale abbraccio.
-
Mmh- mugolò il roseo, staccandosi poi leggermente. -
… Stai tu con
Fionna?- ansimò mentre afferrava il cellulare che
ricominciò a
squillare.
Il corvino ridacchiò per poi annuire - Va' pure a
salvare il mondo -
Gumball sospirò per poi allontanarsi e
rispondere al telefono.
-
Dimmi coniglietta, che vuoi fare?- Fionna gattonò verso di
lui e si
alzò, reggendosi a lui.
- Calma, calma, coniglietta - la prese
appena in tempo per evitare, giusto in tempo, una facciata a
terra.
Aveva sempre paura di farle male, ma gli veniva istintivo
evitare che anche lei stessa se ne facesse.
La
bimba iniziò a spingersi contro di lui lanciando piccoli
urletti
entusiasti, cercò di raggiungere le orecchie del ragazzo e
soprattutto le ciocche corvine che con uno scatto afferrò
saldamente.
- Ahi!- Marshall si lasciò sfuggire una sincera
espressione di dolore - Bambina malefica - poggiò le mani su
quelle
della bimba cercando di districare i suoi capelli dalle ditina per
fortuna non appiccicose.
La
piccola lasciò la presa malvolentieri e lo sfidò
con lo sguardo.
-
No, ti prego no!- Marshall la occhieggiò disperato - Non
piangere.
-
Voleva davvero passare così ogni istante della sua vita?
Fionna
sembrò rifletterci su e poi il suo viso si aprì
in un ghigno quasi
malefico.
Il corvino deglutì ma sospirò di sollievo quando
lei
si protese e iniziò a giocare con i fogli sul tavolino.
Gumball tornò in quell' istante con una espressione fredda e distaccata.
-
Va tutto bene baby?- il roseo annuì e raggiunse i due,
sporgendosi
per afferrare un vasetto che la bimba stava buttando giù.
- È
solo lavoro - lo rassicurò stendendo le labbra in un sorriso
stanco
e tirato.
Marshall
guardò il suo viso con attenzione.
Quello era il Gumball che
lavorava troppo; il Gumball teso e stressato che a lui non piaceva
troppo.
Lo afferrò dai passanti dei jeans e lo tirò seduto su di sé, per poi abbracciarlo e poggiare la fronte contro la sua schiena, ben consapevole di quanto l' altro amasse quel gesto.
Lui
non voleva quel Gumball… lui voleva il Gumball felice.
Anche se
questo avrebbe significato rinunciare alla pace e al silenzio.
-
Cosa è successo?- chiese stringendolo dolcemente a
sé.
Il roseo
sospirò e accarezzò la testolina della bimba che
si era sistemata
tra le sue gambe.
- Un piccolo incidente in laboratorio - prese in
braccio la bambina e si staccò velocemente dal corvino prima
che
potesse abituarsi troppo al suo calore.
- Devi andare?- si
sollevò sul divano attendendo la risposta a braccia
conserte.
Gumball correva sempre a lavoro. Anche quando non
era necessario.
Sospirò.
Lo avrebbe lasciato solo
con la bambina?
Il fidanzato si prese qualche secondo per rispondere. - No.- disse infine -Se.. se la caveranno da soli - aggiunse con un sorriso.
Marshall
inarcò le sopracciglia, sinceramente sorpreso.
- Non fate quella
faccia - il roseo si accomodò sul divano e immediatamente la
bimba
gattonò verso il telecomando - pensa se ti avessi lasciato
solo con
lei e lei avesse nuovamente bisogno di essere cambiata -
Una
smorfia salì spontanea sulle labbra del corvino, storcendole
in una
espressione disgustata.
- Appunto - ridacchiò l' altro -
Non posso lasciarti da solo -
Fionna
iniziò a premere i tasti del tutto disinteressata alla
discussione
dei due adulti.
- Baba! - esclamò voltandosi verso il
roseo con un grande sorriso.
Entrambi la osservarono per un tempo
che parve infinito finché lei non si girò
nuovamente verso il
telecomando.
- Ha detto mamma credo - disse Marshall riscuotendosi
dopo un po', continuando però a guardare la piccola come
incantato.
-
Forse voleva dire papà - Gumball protese la mano e le
impedì di
cadere mentre la bimba esagitata, " saltellava" sul
cuscino.
- Tecnicamente ha detto solo " Baba ", potrebbe
significare qualsiasi cosa - Marshall ripescò da terra un
oggetto
che la bimba aveva lanciato e lo tornò a lei, in
automatico
senza neanche distogliere lo sguardo dal suo paffuto visino.
-
Però mi ha guardato -
- Gumball… - il corvino richiamò
la sua attenzione e lui in risposta sollevò lo sguardo
incuriosito.
- Lei non è… -
Il
campanello risuonò per tutta la casa interrompendo il
corvino a
metà.
- Vado io - saltò su il roseo dirigendosi verso la
porta.
- …nostra figlia - concluse l' altro a denti stretti.
Ci
fu un po' di confusione ma dopo qualche minuto udì la voce
tesa del
compagno.
- Prego - lo sentì dire e immediatamente una donna sulla quarantina si fiondò sulla piccola, prendendola in braccio, nonostante il primo istinto di Marshall fu di non lasciarglielo fare.
-
Oh Dio, Fionna! Stai bene! - lei la strinse al petto e sorrise, sotto
lo sguardo inquisitorio del corvino.
- Chei! - esclamò la bimba
ridendo amabilmente.
Marshall osservò le due in silenzio, dolorosamente in silenzio.
Gumball li raggiunse insieme alla portinaia, una donna anziana e minuta, conosciuta da tutti come la Signora Peppermint per via della cuffietta rossa e bianca che indossava abitualmente e le era piaciuto così tanto il soprannome, che si presentava direttamente con esso. Nessuno conosceva il suo vero nome.
- A quanto pare c'è stato un malinteso - disse imbarazzata - ed è solo colpa mia - si scusò con un mezzo inchino.
-
Non fa nulla. L' importante è che la piccola stia bene, non
è vero
Fionna? -
La bimba rise e si distese sulla sua spalla.
Marshall
si alzò dal divano e affiancò il suo afflitto
compagno,
afferrandogli la mano con dolcezza.
Era chiaro dal suo silenzio
che non era per nulla pronto a separarsi dalla piccola.
-
Scusate, potete spiegarmi cosa è successo?- disse
abbastanza
infastidito, cercando di capire che cosa stava accadendo.
Era
chiaro che le due si conoscessero ma non le avrebbe lasciato la
bambina senza sapere chi fosse.
-
Ah, sì scusate- la donna con le meches sorrise e si
avvicinò alla
coppia cullandolo la piccola.
- Sono Cake, la sorellastra di
Fionna - presentò la mano che Marshall strinse brevemente.
- La mia matrigna è dovuta partire per un viaggio di lavoro e mi ha implorato di prendermi cura di lei. Ma a quanto pare c'è stato un problema…- staccò la sorella dai suoi capelli e riprese - c'era una borsa insieme a lei se non sbaglio, giusto? -
Gumball
la fissò e annuì. - Vado a prenderla - si
allontanò dalla stanza
per poi tornare poco dopo con il borsone.
Lo porse alla donna e
lei lo mise in spalla.
Marshall
incrociò le braccia al petto.
- Se lei doveva accudire
Fionna, perché lei era di fronte alla nostra porta?- disse
sbuffando
lievemente.
-
A questo posso rispondere io - la signora Peppermint avanzò
di
qualche passo, torcendosi la veste con le mani. - L'uomo che me l'ha
lasciata non ha detto dove avrei dovuto portarla - iniziò a
giustificarsi - e la lettera che accompagnava la bimba era sbiadita
dall' acqua… - diede il biglietto al roseo che lo
osservò e
senza dire nulla lo passò al corvino.
- 10o3, complesso F -
lesse ad alta voce quest'ultimo.
-
Esatto! Esattamente il numero e il complesso di quest' attico
-
la signora sbatté il pugno sulla mano - Avrei dovuto
verificare! Ma
ma… la signorina Lumpy-Space aveva richiesto la mia presenza
da
giorni e … il signorino Prince stava rincasando,
così ho lasciato
la piccola davanti alla porta in modo che lui la vedesse. -
abbassò lo sguardo sul pavimento - Sono tremendamente
mortificata -
mormorò.
- È il nostro indirizzo in effetti - il corvino si
voltò verso il fidanzato che inaspettatamente ruppe il
silenzio che
si era autoimposto.
- Credo che sia colpa principalmente della pioggia - disse - non sarei sorpreso se il terzo non fosse un numero ma una lettera… né se lei abitasse al numero 10, del piano 3, nel complesso E - asserì.
Cake
cullò la bambina, sorridendo - È proprio questo
il mio indirizzo.
-
Marshall osservò il fidanzato - L'ho sempre detto che sei un
genio.-
Il roseo sorrise velocemente.
Cake
ridacchiò - Mia madre ha davvero una brutta calligrafia e la
pioggia
ha reso quasi illeggibile l' indirizzo. Sono solo felice che non sia
successo nulla e che sia stata con delle persone così
gentili. Spero
che questa piccola peste non vi abbia fatto impazzire -
Marshall
fece un piccolo sorriso che morì quando incontrò
l' espressione del
compagno.
-
Nessun problema. - proferì - Ma noi adesso dovremmo,
sa…- fece un
gesto vago e si interruppe.
-Oh, ma certo!- esclamò la donna
avvicinandosi alla porta, li squadrò entrambi e sorrise -
Scommetto
che avete un mucchio di cose da fare!-
I
quattro rimasero a chiacchierare finché non si resero conto
che era
passata da un po' l'ora di cena.
Si salutarono e promisero a
Cake che qualche giorno sarebbero passati a trovarla.
Marshall
chiuse la porta e si avvicinò al compagno accarezzandogli la
guancia.
- Hai fame?- chiese soffermandosi sulle sue labbra.
-
Non proprio - fece un piccolo sorriso che però non
ingannò il
fidanzato.
- Ti manca già?- mormorò abbracciandolo con
dolcezza.
L' altro non disse nulla ma strinse la stoffa della camicia a scacchi
del corvino. Adagiò la testa sulla sua spalla e rimase
così a
bearsi di quel calore.
-
Gumball. -
Aveva indovinato.
Il suo piccolo principino
voleva davvero essere padre. Il fatto che adesso si sentisse
così ma
non dicesse nulla era uno dei suoi classici atteggiamenti; il suo
fidanzato dava tanto per gli altri e non chiedeva mai nulla per
sé.
Il roseo emise un piccolo mugolio, facendogli intendere che
aveva sentito.
-
Voglio un marmocchio nostro. - Marshall si scostò e lo prese
dalle
spalle, incollando gli occhi in quelli stupiti del compagno.
-
Cos…-
- Aspetta, lasciami finire - disse serio,
prendendogli il viso - Abbiamo una bella casa che
condividiamo
da tempo; i soldi non ci mancano, l' amore per un' altra creatura
neanche. - continuò il corvino - Io ti amo, ti amo
tantissimo
e vederti con quella bambina mi ha fatto battere il cuore all'
impazzata; mi ha fatto innamorare ancora di più di te. -
sospirò
brevemente - Amo vederti fare il padre, amo il modo in cui lo fai e
adoro vedere il tuo sorriso felice. Non avrei mai pensato che potessi
amarti più di quanto già non faccia, ma mi
sbagliavo; sarò
egoista… ma voglio innamorarmi di te ogni giorno
così. Voglio
vederti ridere e scherzare con un marmocchio che ti assomiglia,
ammetto che mi spaventa fare questo salto nel buio, ma voglio farlo,
adesso, Gumball, voglio saltare perché so che comunque tu
sarai con
me.-
Gumball
rimase immobile per qualche secondo cercando di assimilare quel fiume
di parole.
- Ami…vedermi fare… il padre?- chiese dopo un
po'.
- Sì - rispose l'altro senza esitare - E ti trovo anche
tremendamente sexy. -
Il
ragazzo scosse la testa arrossendo.
- Marshall… qui si parla di
avere un figlio non di prendere un cane… la nostra vita
sarà
completamente diversa!-
- Voglio fare questo salto - ripetè
il corvino - sono pronto. -
- Allora… - esitò il roseo
per poi esibire un sorriso a trentadue denti- Avremo un bambino-
guardò il compagno felice e terrorizzato allo stesso tempo,
ma lui
gli rispose con un enorme sorriso ed uno strano scintillio
negli occhi.
- Avremo un bambino. -
* È la traduzione di una ninna nanna giapponese che è stata usata nell' anime D.Gray-Man, il titolo è Tsunaida te ni kisu wo di Sanae Kobayashi.
- Angolo dell'autrice -
Buonasera
a tutti ;)
Non vi assillerò con note lunghe e inutili ? ma vi
ringrazierò soltanto.
Avevo
perso la voglia di scrivere sul questa coppia ma grazie a voi e al
vostro sostegno l' ho un po' ritrovata.
Questa OS é per voi,
solamente per voi ?
Vi
voglio bene.
EiryCrows.
P.s. Non ho avuto
molto tempo per ricontrollare eventuali errori... vi chiedo quindi
perdono fin da subito.