“Siamo alla resa dei conti.” Esclamò la regina cattiva sorridendo.
“Non illuderti non sarai tu a vincere.” Replicò Regina.
L’evil queen fece apparire delle spade nelle loro mani.
“Avanti Regina, fammi vedere di cosa sei capace. Mostrami che non ti sei rammollita del tutto.” La schernì.
Regina alzò la spada e le andò contro gridando. L’evil queen parò il colpo ridendo.
“Quanto fuoco.”  Disse cercando di colpire l’altra donna.
Il rumore delle spade che si scontravano era l’unico suono che riempiva l’ufficio del sindaco, eccetto che per qualche breve risata della regina cattiva.
Regina attaccò nuovamente e venne prontamente respinta dalla sua nemesi.
“Sei debole!” disse ridendo.
Regina gridò sguainando la spada contro di lei la regina cattiva usò la magia per scaraventarla contro la parete. Il corpo di Regina ruppe lo specchio e si accasciò a terra, privo di sensi.
La regina cattiva sorrise soddisfatta e fece qualche passo verso di lei.
“Prenderò il tuo cuore così non potrai distruggermi.”
“Non così in fretta!” esclamò una voce alla sua destra. Si voltò di scatto e vide la salvatrice. In mano la spada che era caduta dalle mani di Regina.
“Ma guarda chi si vede, la Salvatrice.”
“Stai lontana da lei.” Disse la bionda sollevando la spada.
“Non potrei mai farle del male.” Rispose ridendo e mettendosi davanti a  lei. “Vuoi combattere contro di me?”  disse portandosi la spada vicino al viso per poi leccare la lama d’acciaio.
Emma deglutì a quel gesto così sensuale.
“Oh…Adesso capisco…” disse la mora sfiorando la spada con la dita.
“Ti piace…”
“Che diavolo dici?” replicò Emma cercando di concentrarsi su di lei.
“Lei…Io…La salvatrice ha una cotta per la regina cattiva.”
“Tu sei pazza!!!” esclamò la bionda.
La regina cattiva sorrise e si avventò su di lei, Emma riuscì all’ultimo a schivare il colpo.  Sferrò un colpo contro la mora ma venne bloccata da quest’ultima, che avvicinò il suo corpo al suo.
“Lo vedo…Come la guardi…Come ci guardi…” disse avvicinando il viso al suo. “ La vuoi…” continuò per poi fare un passo indietro.
“Se ti dicessi che puoi avere me.”
“Non mi interessi.” Sentenziò Emma.
“Vuoi lei? E’ debole…”
“Non lo è… E’ la persona più forte che io abbia mai conosciuto. E’ riuscita a cambiare la sua vita. E si è separata da te, perché credeva che sarebbe stata la cosa migliore… Ma l’ha fatto per i motivi sbagliati… Lei era perfetta così com’era…Con te dentro…”
La regina la guardò confusa. “Tu non volevi che ci separassimo?”
“No. Lei è diversa da quando ha voluto separarsi da te.”
Regina si mosse leggermente dal pavimento. Sollevò la testa e vide Emma e la regina cattiva. Si alzò di scatto.
“Stai lontana da lei.” Intimò alla mora.
“Regina stai bene?” chiese la bionda facendo un passo verso di lei.
“Emma vattene da qui.”
“No, non  lascerò che tu ti faccia uccidere.”
“Non lo farà…Non può farlo…”
“Ma può prendere il tuo cuore.”
“Emma non voglio che ti faccia del male.”
“Avete finito di flirtare?” si intromise la regina cattiva.
Le due donne si voltarono verso di lei arrossendo.
 Emma si avvicinò a lei con la spada alzata verso di lei.
La regina cattiva usò la magia per
disarmarla.
“Adesso facciamola finita. Questo gioco mi ha stancato.”  Sollevò la mano pronta a usare tutto il suo potere contro la bionda. Lanciò l’incantesimo contro di lei.
Emma non fece in tempo a reagire, chiuse gli occhi aspettando il momento in cui la magia l’avrebbe colpita. Riaprì gli occhi quando sentì un grido. Spalancò la bocca vedendo la mora davanti a lei cadere per terra.
“Regina noooo” urlò disse prendendola tra le braccia.
La regina cattiva cadde per terra.
“No no no…” Emma strinse il corpo esamine di Regina. “ Non morire.”
Regina aprì leggermente gli occhi.
“Emma…doveva andare così…” mormorò.
“NO, Regina per favore…”
“Va tutto bene Emma…Prenditi cura di Henry…” disse con un filo di voce.
“No…” la fermò con gli occhi lucidi. “ Lui ha bisogno di te…Io non posso farlo da sola…”
“Si che puoi…Sei un ottima madre…”
“Tu lo sei…Sei tu sua madre…”
“Lo siamo entrambe” sussurrò con un lieve sorriso prima che una smorfia di dolore le facesse chiudere gli occhi.
“Regina non lasciarmi sola…”
“Non sei sola…Hai la tua famiglia…”
“Tu lo sei…Io tu ed Henry…lo siamo…” disse mentre una lacrima scendeva sul suo viso.
Regina sorrise appena.
“Siamo una famiglia.” Mormorò
“Lo siamo sempre stati.” Disse la bionda stringendola maggiormente da lei. “Non ti saresti dovuta separare da lei…Eri perfetta così com’eri.”
“Ho sbagliato…Volevo solo essere migliore…” mormorò la mora. “ Ma non dovevo separarmi da lei…da me…”
la regina cattiva a terra dietro di loro si trasformò in una sottile nube viola e volò vicino al corpo esamine di Regina, entrando in lei.
Emma le accarezzò il viso. “ Adesso sei tornata te stessa…Sei più forte.” Disse la salvatrice.
La mora chiuse gli occhi, esausta.
“Avrei…voluto dirti una cosa…ma…non ho mai avuto il coraggio…” sussurrò Regina.
“Anch’io devo dirti una cosa ma devi vivere…”
“Ti ho salvata. Non importa altro…” disse tossendo per poi chiudere gli occhi, perdendo conoscenza.
“NO no..Regina  apri gli occhi fallo per Henry…..per me…” disse poggiando la fronte contro la sua, piangendo.

“Io ti amo…” sussurrò Emma premendo poi le labbra sulle sue.
Una luce si sprigionò dalle loro labbra e le avvolse.
Emma si staccò appena dal viso di Regina e dopo qualche attimo la mora aprì gli occhi e prese un respiro profondo. I suoi occhi incontrarono quelli di Emma.
“Emma…”
“Regina…” la bionda le accarezzò il viso “ Sei viva.” Disse sorridendo mentre piangeva.
“Mi hai salvata…” rispose portandosi le dita alla labbra.
Emma arrossì.
Regina si sollevò appena mettendosi seduta, mentre Emma le cingeva ancora i fianchi con le braccia.
“Mi hai baciato.”
Emma annuì.
“Quindi…”
“Ti amo Regina.” Disse Emma “ Non perderò l’occasione di dirtelo questa volta…Non voglio perdere altro tempo.”
Regina la guardò immobile, gli occhi lucidi.
“Emma…Ti amo…” rispose “ Ma non….”
La bionda la interruppe baciandola. “ Niente ma…” sussurrò subito dopo
“Emma…Dovremo parlare di tante cose…”
“Lo so, ma non questa sera… Ti ho quasi persa.”
Regina annuì e la baciò. “ Portami a casa.”
Emma si alzò e aiutò la mora a fare altrettanto.