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Autore: thegirluntitled    12/08/2017    3 recensioni
Ancora una volta, il tuo nome viene sussurrato come una preghiera a mezza voce.
E tu non puoi fare a meno di voltarti nella sua direzione .
E quando lo fai, ciò che ti ritrovi davanti ti lascia senza parole.
Difronte a te non c'è il Sherlock Holmes che tutti considerano una "macchina senza cuore".
Davanti a te c'é la parte più umana di Sherlock, quella che probabilmente non mostrerà mai più a nessuno.
Se non a te.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"John"

 

Il suo tono di voce è supplichevole, a tratti smorzato da qualcosa che, su qualunque altro essere umano avresti scambiato per un misero tentativo di trattenere di 
trattenere le lacrime.  

 

Ma tutto questo non è possibile. 

 

Lui è Sherlock Holmes.

Lui non supplica

Lui non piange

 

 

"John "

 

 

Ancora una volta, il tuo nome viene sussurrato come una preghiera a mezza voce. 

E tu non puoi fare a meno di voltarti nella sua direzione . 

E quando lo fai, ciò che ti ritrovi davanti ti lascia senza parole. 

Difronte a te non c'è il Sherlock Holmes che tutti considerano una "macchina senza cuore". 

Davanti a te c'é la parte più umana di Sherlock,  quella che probabilmente non mostrerà mai più a nessuno.  

 

Se non a te

 

I suoi meravigliosi occhi azzurri non hanno la stessa luce di sempre, quella che sembra  risplendere di luce propria quando si trova su una scena del crimine o vicino a una soluzione di un caso particolarmente difficile.  Sono incredibilmente tristi e annebbiati da quelle che sembrano essere lacrime.   Il resto del mondo potrebbe anche scomparire in questo momento, ma nessuno dei due ci farebbe troppo caso.Non quando i vostri sguardi sono completamente legati l'uno all'altro. All'improvviso Sherlock avanza di qualche passo, fermandosi proprio davanti a te, che sei rimasto immobile a guardarlo appoggiato al camino.Sembra sul punto di dire qualcosa, vista la linea dura della sua mascella e dal modo in cui tenta di prendere dei profondi respiri, come se stesse cercando di farsi forza per rivelare qualcosa che gli provoca dolore solo a pensarci.   

 

"Devi andartene, uscire da quella porta. E non tornare mai più.
Mi hai capito? Mai più! Non importa che io sia innamorato di te, che darei la mia vita per tenerti al sicuro, perchè tu hai scelto lei. E io devo lasciarti andare"

 

E senti il tuo cuore cessare di battere. Come quel giorno in cui, appoggiando una mano sul suo polso dopo il suo lancio dal tetto del Bart's hai scoperto che il suo aveva cessato di battere. Lasciando  in te la disperazione più totale.   

Apri la bocca, pronto a replicare, ma non ne esce alcun suono. Solo alcune sillabe prive di qualsiasi senso e logica. Ma lui sembra aver perso totalmente il controllo, perché si avvicina ulteriormente a te e prende a scuoterti  convulsamente, mormorando frasi senza senso. 

Poi, improvvisamente le sue mani sono ancorate saldamente ai suoi fianchi, il volto completamente privo di colore e gli occhi spalancati, come qualcuno che ha appena visto il fantasma della morte sfiorargli dolcemente la spalla, quasi come una carezza di un vecchio amico. Gli sfiori delicatamente il braccio, come se si trattasse di un'animale selvatico con il quale cerchi devi essere il più delicato possibile per non distruggere quella piccola, minuscola bolla di fiducia che si è creata tra di voi. 

E come la maggior parte degli animali selvaggi, Sherlock scappa. 

Lo osservi impotente afferrare rabbiosamente il suo cappotto abbandonato sulla poltrona, spalancare la porta dell'appartamento e fiondarsi giù dalle scale. 

A nulla servono le tue suppliche di ritornare indietro, perché  qualche minuto dopo, la porta dello stabile viene aperta e richiusa così velocemente che per un attimo resti fermo sulla soglia della porta a chiederti se tutto quello è solo frutto della tua immaginazione. 

Ma quanto pochi secondi dopo, un' affannata Signora Hudson percorre a due a due gli scalini che la separano dalla tua figura per chiederti come mai Sherlock sia scappato caosì velocemente dalla'appartamento di rispondi che no, decisamente non hai immaginato nulla.   

Sono passate quasi quattro ore da quando Sherlock è scappato via dall'appartamento senza lasciare traccia, e tu non puoi fare a meno di essere preoccupato. 

Non ricordi l'ultima volta in cui sia stato caosì tanto tempo fuori casa senza neanche  inviarti un messaggio di tanto in tanto, giusto per farti sapere che stava bene e molto presto sarebbe ritornato a casa da te.  

Le due tazze di te che hai preparato dopo l'arrivo di Mary sono ancora ferme lì, nella stessa identica posizione da circa due ore e quarantacinque secondi. 

Alla fine l'hai chiamata, Mary.

L'hai chiamata in preda ad una crisi di pianto, e lei è accorsa immediatamente non appena ha udito nel tuo tono di voce qualcosa che non andava. 

Ti ha raggiunto cinque minuti dopo, e tu sei scoppiato in lacrime non appena l'hai vista lì, ferma sulla porta con il suo berretto di lana bianco, le guance rosse per il freddo e le labbra screpolate.  

Lei non ha proferito parola, ti ha solo abbracciato e cullato dolcemente, come una mamma farebbe con il proprio figlio dopo il risveglio da un'incubo spaventoso.  

L'hai fatta sedere e gli hai spiegato tutto, fin dal principio; dalla rivelazione di Sherlock alla sua corsa lontano da te e dall'appartamento 

Per tutto il tempo non ha fatto altro che stringerti la mano, con un sorriso affettuoso e tenero ad adornagli le labbra, ma non ha detto una parola. Siete rimasti entrambi in silenzio per quella che ti è parsa un' eternità.

Poi, dopo un brevissimo colpo di tosse ti ha chiesto  

 

"E tu, John ? Tu sei innamorato di lui?" 

 

E tu ti sei fermato un attimo, perché no.

Non hai mai riflettuto sulla vera natura che ti ha da sempre legato a lui. Sai che, quando quel giorno hai ricevuto quella chiamata in cui ti diceva addio e successivamente l'hai visto lanciarsi dal tetto di un'edifico, per poi schiantarsi al suolo in una pozza di sangue, sei morto sento un po' anche tu.  Sai che, quei due anni senza di lui sono stati un vero e proprio inferno, che molto spesso ti sei ritrovato a pensare che, in confronto a tutto quello le sofferenze patite in Afganistan non erano nulla. 

Soprattutto quando ti risvegliavi nel cuore della notte, in un mare di sudore e lacrime, con il suo nome bloccato in gola in un grido silenzioso ma ugualmente devastante. 

 

Sai che, quando l'hai rivisto in quel ristorante, nei panni di un cameriere qualunque avvicinatosi per versare del vino nel bicchiere, è stato come ricominciare a respirare dopo una lunga apnea. 

E che hai lottato con tutte le tue forze per non crollare in ginocchio, circondare la sua vita con le braccia e piangere tutte le lacrime che avevi trattenuto fino a quel momento.  

Sai che, non hai potuto fare a meno di sentire una morsa che ti attanagliava lo stomaco ogni qualvolta udivi quella maledetta suoneria dei messaggi dedicata ad Irene Adler .

E alla sensazione di libertà che ti ha pervaso non appena lui ti ha rivelato che era sana e salva in un paese lontano chilometri e chilometri dalla Gran Bretagna.    

E in quel momento realizzi che probabilmente, quell'uomo che ti ha letteralmente stravolto la vita fin dal vostro primo incontro l'hai sempre amato, anche quando l'hai odiato per essersi finto morto, per poi ricomparire magicamente proprio quando stavi tentando invano di rimettere insieme i cocci della tua esistenza senza di lui. 

  Guardi colei che sarebbe dovuta diventare la tua futura moglie a breve senza riuscire a proferire parola. Ma dal modo in cui ti guarda, deve aver già  intuito tutto solamente dal tuo sguardo. 

Così nel silenzio più totale si alza.


Si avvicina a te, che sei rimasto seduto con lo sguardo basso sulla sedia di fronte alla quale fino a pochi secondi fá era seduta lei e ti accarezza dolcemente una guancia, sussurrandoti parole di conforto di rimando alle tue richieste di scuse. 

E quando all' incirca due ore più tardi, Mary lascia l'appartamento, tu resti seduto sulla tua poltrona a guardare le fiamme ardere all'interno del camino in attesa del ritorno del tuo amico.


Che però sembra letteralmente scomparso nel nulla, visto che non ha risposto alle numerose chiamate e messaggi che gli hai inviato nelle ultime ore.  

Guardi l'orologio l'ennesima volta e prendi la tua decisione; se non sarà lui a tornare da te, sarai tu ad andare da lui. 

Ti ripeti mentalmente mentre velocemente ti alzi dalla poltrona, afferri il cappotto e sfrecci fuori dall'appartamento, pregando in cuor tuo che non sia troppo tardi.   


*****


 

Sei in giro per Londra da ore, ma del consulente investigativo nessuna traccia. 

Sembra che una voragine si sia aperta sotto i suoi piedi, facendolo scomparire agli occhi di tutto e tutti senza lasciare la minima traccia.   

Stancamente e con il morale sotto la suola delle scarpe ti dirigi verso casa, con un vuoto all'altezza dello stomaco e la consapevolezza che, questa volta hai perso per sempre Sherlock Holmes.    

 

Ringrazi mentalmente la vostra padrona di casa per non averti permesso di riconsegnagli le chiavi dell'' appartamento, il giorno in cui gli hai fatto visita annunciandogli il tuo imminente matrimonio con Mary.

 Altrimenti a quest'ora saresti a Scotland Yard per schiamazzi notturni nel vano tentativo di richiamare l'attenzione dell'anziana signora per convincerla ad aprirti la porta nel bel mezzo della notte. 

La prima cosa che ti colpisce, quando entri nella'ingresso è una debole luce proveniente dalla porta socchiusa al piano di sopra, e l'inconfondibile suono del violino.  

Senza perdere neanche un secondo, inizi a percorrere la distanza che ti separa da quella melodia in un baleno. Ti fermi proprio ad una spanna dalla porta e rimani per un secondo a fissarla, indeciso sul da farsi. 

Ma evidentemente il tuo coinquilino non è del tuo stesso parere, perché la melodia si interrompe pochissimi secondi dopo, dei passi decisi e forti che si avvicinano alla porta e un secondo dopo, la sua figura longilinea è sulla soglia che ti guarda con sguardo impassibile.  

Nella tua testa i pensieri scorrono così velocemente che fatichi a stargli dietro,  così fai l'unica cosa che ti sembra giusta in quel momento.  

Percorri la brevissima distanza che vi separa, afferri il tuo coinquilino per il colletto della camicia che indossa e premi le tue labbra sulle sue . 

Sherlock emette un lievissimo suono che assomiglia a metà tra dolore e la felicità più assoluta. 

Subito dopo, le sue sottili dita da pianista sono infilate tra i tuoi capelli biondi, alla ricerca di un contatto più profondo.   

Quando alla fine siete costretti a staccarvi l'uno dall'altro per mancanza d'aria noti che i lineamenti del tuo compagno sono insolitamente stravolti dalla gioia e che un sorriso che non gli hai mai visto sfoggiare prima di allora fa capolino sulle sue labbra perfette.

E tu non puoi fare a meno di gettarti a capofitto su di esse ancora una volta.   

 

Siete seduti entrambi sul divano accanto al camino, le vostre gambe intrecciate formano un intrico inestricabile e una tazza di te caldo tra le mani. 

Agli occhi di qualsiasi altra persona, quella sarebbe potuta sembrare come una scena vissuta milioni e milioni di volte, ma non c'era nulla di normale e ordinario, in quella nottata a Baker Street . 

 

Per un secondo, il tuo sguardo viene catturato dalla figura di Sherlock, intento a soffiare sulla bevanda calda che aveva tra le mani. 

E i tuoi occhi non possono fare a meno di fissare le sue labbra, come avevi fatto molte volte prima di allora. Solo che, l'unica -grande-  differenza è che adesso quelle labbra hanno baciato e sono state baciate da te. 

Ti saresti aspettato di provare disprezzo nei tuoi confronti, per aver atteso così tanto prima di fare un passo del genere, ma il tuo cuore e il tuo petto sono così pieni di gioia e euforia, da non lasciare spazio a nient'altro.   

 

'Credevo di averti perso, e questa volta per sempre. Credevo che avessi scelto lei."  

 

La sua voce è un bisbiglio a malapena udibile mentre fissa il pavimento con aria scontenta e gli occhi che si posano su qualunque oggetto inanimato presente nella stanza, tranne che sulla tua figura. 

 

"'Tu non mi perderai mai, okay?  Io ti amo, Sherlock. E mi dispiace essermene accorto troppo tardi ma non voglio Mary voglio te. Ho scelto te." 
  

Improvvisamente gli occhi del tuo compagno sono fissi nei tuoi, e non puoi fare a meno di ricambiare il suo sguardo a tua volta. 

Ricordi perfettamente il giorno in cui l'hai incontrato, la prima cosa che hai pensato è che quegli occhi fossero la cosa più stupefacente che tu avessi mai visto. Ora invece sono semplicemente casa, inesplicabili e dolorosamente famigliari.  

 

Ti chini in avanti e prendi a lisciare i riccioli di Sherlock che sembra apprezzare, visto il mugolio d'apprezzamento che rilascia nascosto Nell'incavo del tuo collo. 

 

"Io ti amo, sociopatico iperattivo. E voglio che tu lo ricordi. Da oggi e per sempre.'  

 

E in quel momento, non ci sono più bisogno di parole, perché Sherlock prende a baciarti e a sorriderti con così tanta enfasi che il resto del mondo potrebbe anche cessare di esistere. 

Ma voi due non vi accorgereste di nulla. 

                                                                                      Perché siete Sherlock Holmes  e  John Watson .   

Voi due soli, contro il resto del mondo.
   
 
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