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Autore: sara1234567890    13/08/2017    0 recensioni
Legolas dopo la battaglia si prende cura di Tauriel, pronto a partire. Cosa rivelerà Tauriel a Legolas? Lo farà rimanere o lo perderà per sempre?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Tauriel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legolas guardò Tauriel. L’elfa era sul lettino all’interno dell’infermeria del Reame Boscoso, incosciente. L’elfo era triste. La battaglia delle cinque armate era appena finta e ormai aveva capito: Tauriel amava il nano. Non lui. Lui che l’aveva guardata crescere, che l’aveva protetta, ben voluta e…amata. Sì, lui l’amava. L’amava abbastanza per mettersi davanti al proprio padre e dire “se vuoi farle del male, dovrai uccidermi”, ma il cuore di lei non apparteneva a lui. Kili, quel piccolo nano che per settimane aveva tormentato il sonno di Legolas. Kili quel nano che aveva odiato e detestato perché amava Tauriel, ma non solo per questo. Era perché Tauriel amava lui. “sono innamorato di te, follemente innamorato, ma il tuo cuore e per quel nano che adesso è morto, ma so che la sua morte non servirà purché io abbia il tuo amore, tu amerai sempre lui e io rimarrò sempre e solo il tuo migliore amico e mai il tuo fidanzato, il tuo amante e tantomeno tuo marito. Pensavo che non fosse vero ciò che vuoi due provavate, ma adesso so che voi vi amavate, vi amavate e io amo te, ma non sei mia” pensò l’elfo con le lacrime agli occhi. Le accarezzò dolcemente la guancia, un ultimo gesto amorevole. Prima di partire. Non ce l’avrebbe mai fatta a stare nei secoli vedere Tauriel consumarsi nel proprio cordoglio, doveva andarsene, partire per tornare fra…quando? Non lo sapeva. Mesi, anni, decenni, forse secoli.
“amin mela lle, Tauriel, so che non ricambi, ma sappilo” mormorò, sapendo che nessune le poteva rispondere.
Stava per alzarsi, ma una parola lo fermò.
“Legolas”. La stanza era vuota tranne che per altri feriti addormentati o incoscienti: una sola persona poteva aver pronunciato il suo nome.
“Tauriel?”, lei aprì dolcemente gli occhi con un sfarfallio.
“Sei tu Legolas?” chiese l’elfa.
“si sono io, stai tranquilla” disse l’elfo. La voce di lui aveva qualcosa di vuoto in sé. Avrebbe voluto abbracciarla, baciarla e stringerla, ma non poteva. Il volto di quel nano tornò nella sua mente. Cominciò a curarle piccole ferite sparse su tutto il corpo. L’elfa tentò di sedersi sul letto ma venne prontamente fermata dall’elfo che la bloccò.
“no, stai giù, hai solo delle ferite superficiali, ma non voglio che si aggravi la tua situazione” disse lui affrettandosi a farla stare giù
“come stai?” chiese Tauriel inaspettatamente all’elfo.
Legolas era sorpreso “perché non chiede del nano? Dopotutto è lui che amava!” pensò l’elfo
“sto bene” rispose senza dare voce ai suoi pensieri.
“sto per partire, mio padre mi ha detto di andare a cercare un certo Granpasso, sarai guarita in giornata è in quel momento io ti saluterò e partirò per il nord” confessò Legolas. Non sapeva bene quale risposta aspettarsi da lei.
“no! Non puoi partire ti prego non lasciarmi, tu che sei stato il più importanti di tutti di coloro che ho incontrato sul mio cammino” disse lei, l’elfo corrugò la fronte “il più importante? Ma si è dimenticata di Kili?” pensò. L’elfo continuò a far guarire le ferite con piccole medicine che facevano chiudere le ferite quasi all’istante.
“Tauriel, io non posso restare” disse l’elfo.
“perché?” la voce di lei era rotta dall’angoscia.
“perché non sopporterei mai la visione di te che piangi sul lutto di Kili ogni giorno mentre io me ne sto in disparte, ammirandoti da lontano, senza poterti avere vicina” continuò Legolas concentrato stavolta sulle ferite del braccio, senza guardarla negli occhi cosicché lei non ne vedesse le lacrime.
“in…dis…disparte?” chiese lei con voce tremula, lui finalmente la guardò negli occhi: i due iridi azzurri velati di lacrime.
“avanti, tanto sto per partire, prima o poi glielo dovevo dire” pensò l'elfo.
“Tauriel, ti sei mai chiesta perché in questi ultimi anni io sia sempre stato così protettivo con te, perché ero così geloso di Kili in queste settimane e perché io sia venuto a cercarti in quel giorno quando sei scappata dal Reame Boscoso?” lei non fece nulla, aveva capito.
“perché ti amo” finì poi l’elfo con occhi tristi “ma il tuo cuore non mi appartiene, il tuo cuore era del nano…Kili” lei sbarrò gli occhi, poi…rise.
“no, Legolas sei in errore, lui mi amava certo, ma io non amavo lui, il mio cuore è di qualcun altro” disse lei sorridendo.
“fortunato quel qualcuno” disse lui ma in realtà nella sua testa esplodeva.
 “fantastico, non amava il nano, adesso chi mi è venuto avanti, mio padre?” pensò deluso. Incredibilmente lei prese la mano di lui.
“nessuno ti è venuto avanti Legolas, se vuoi saperlo” disse l’elleth, l’elfo si bloccò “ho sentito bene?” poi capì e sorrise.
“quindi tu…mi ami?” chiese lui.
Dolcemente l’elfa sorrise a sua volta, gli posò le mani sui lati del viso e lo stesso fece lui con lei. I visi si avvicinarono, le labbra si sfiorarono “sì” mormorò lei prima che i due cadessero trappola di un appassionante bacio. Legolas sentì il sapore della fragola e del mughetto, Tauriel sentì il sapore della menta e del pino. Quando si staccarono si guardarono fissi negli occhi.
“dimmi che non sto sognando” mormorò l’elfo.
“non stai sognando rispose l’altra.
“dimostramelo” disse l’altro malizioso e lei lo baciò nuovamente. Doveva essere una semplice bacio a fior di labbra, semplice, ma mentre stava per staccarsi il principe le afferrò con una mano da dietro la testa e approfondì il bacio, così da riassaporare quel paio di labbra come era successo poco prima. Si staccarono nuovamente
“allora è tutto vero” mormorò lui, sorrise, la prese in braccio, si guardò intorno. Non c’era assolutamente nessuno.
“adesso ti porto in camera mia” disse lui sorridendo.
“dove?” chiese lei stupita.
“in camera mia, starai molto meglio lì, e avremo più privacy” sussurrò.
L’elfa era guarita, ma non aveva completamente preso possesso del suo corpo. Con un gesto veloce e scattante l’elfo si tirò in piedi e la accompagnò in camera sua. Destino volle che non incontrò nessuno durante il tragitto. Entrò in camera, tenendola in braccio e la adagiò sul letto dolcemente, si stese accanto a lei. “melleth nin” mormorò accarezzandole la guancia. Poi la mano scivolò lungo il profilo perfetto di quell’elfa. Quell’elfa di cui lui era profondamente innamorato.
“Tauriel, perché non mi hai detto prima che mi amavi?”
“perché, tuo padre mi ha detto che non ci avrebbe fatto stare insieme”.
“resta con me” mormorò lui al suo orecchio.
“giuro che non ti farò nulla” aggiunse e lei si rilassò.
“mi dai un bacio?” disse lei.
“con piacere” mormorò lui e l’accontentò.
Si misero sotto le coperte e dormirono abbracciati.
“amore…” chiamo lei.
“si?” mormorò lui dandogli un bacio sulla guancia.
“e tuo padre?” chiese lei con una tinta di paura nella voce.
“mio padre non comanda il mio cuore, io desidero te e solamente te, non accetterò alcuna alternativa da parte di mio padre” disse dandole un bacio sulle labbra.
“sai mi sembra un sogno” sussurrò Legolas.
“che cosa?” chiese Tauriel.
“essere qui con te tra le mie braccia” rispose l’altro cominciando ad accarezzarne il corpo. Le mani salivano sulla schiena, poi delicatamente scendevano fino alle cosce.
“ehy, ma che fai?” disse lei tra lo scorbutico e il divertito.
“ti coccolo” rispose l’altro baciandola ancora e ancora e ancora.
“principino, stai tranquillo e non farti venire strano idee”.
“ok, ma sappi che se qualcun altro comincia a guardarti come ti guarderei io, d’ora in poi non esiterò ad affettargli la faccia” sussurrò lui divertito.
“scusa perché?”
“perché sei la mia donna”
“adesso sono diventata un oggetto?” disse lei ridendo.
“no, ma voglio che sia chiaro, tu sei mia e io sono il tuo uomo” continuò l’altro donandole un altro bacio. L’elfo si tolse la camicia e rimase a petto nudo.
“ma che fai?” disse lei imbarazzata, arrossendo.
“io dormo così la notte” disse l’altro sorridendo. Poi prese il corpo più piccolo della compagna tra le braccia nuovamente e la strinse dolcemente a sé. Lei posò la propria testa sul petto di lui e lo baciò sui muscoli del petto una volta. L’altro ridacchiò divertito, mentre ricominciava a coccolarla.
“devo ammettere che sei proprio comodo” fece l’altra, entrambi si sbellicarono dalle risate. Legolas cinse con le mani forti la schiena e la vita aggraziata dell’elfa. “sei così bella” mormorò, lei era ancora più imbarazzata. “non è vero io sono normale” “non per me” rispose l’altro abbracciandola in maniera protettiva. Lei posò una delicata mano femminile sulla schiena del suo ellon, mentre l’altra scivolò sul petto nudo. E lo sentì. Tum, Tum, Tum, Tum, Tum, Tum. Il cuore di lui batteva a una velocità incredibile. I due chiusero gli occhi. Ascoltarono i loro respiri e i battiti veloci dei loro cuori, finché contemporaneamente non si addormentarono. L'uno tra le braccia dell'altra, Legolas sognava Tauriel, Tauriel sognava Legolas, respiravano insieme, i cuori che battevano all'unisono, cullandoli come una ninna nanna.
   
 
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