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Autore: Sarah_lilith    15/08/2017    1 recensioni
Vorrei raccontarvi l’inizio di una storia d'amore tra un Lupo tanto triste ed una Volpe troppo curiosa.
Il nostro racconto inizia da loro, da come si sono incontrati in un bosco oscuro e di come si sono innamorati, cercando di non soffermarsi sulle vicende singole, ma leggendo tra le righe del tempo. Ci è stato insegnato fin da piccoli che il diverso è sinonimo di male, quando sappiamo benissimo che il mondo è bello perché è vario… e si, perché no, anche cattivo, a suo modo.
Tanto tempo fa…
[Sterek]
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon ferragosto.. regalino per le feste (?)

 

Vorrei raccontarvi l’inizio di una storia - una fra le tante, ma pur sempre speciale, come tutte le favole… o no? -

Una storia così assurda da stupire chiunque, perché piena di magia - quella descritta nelle fiabe - e creature che magari avete immaginato ma sicuramente mai incontrato. (Beh, perlomeno consapevolmente)

Nella storia si parla di un Lupo forte, coraggioso e sopratutto triste. Triste con un intensità tale da pareggiare la sua felicità tempo prima, quando era ancora un cucciolo e il suo secondo amore - non sarebbe giusto dire odio? - ha bruciato la sua famiglia, mentre il primo è morto a causa sua.

E tra le grida e il fumo che sapeva di sangue, il Lupo ha capito che il vero amore magari esiste, ma lui non era stato tanto fortunato da incontrarlo. Ha compreso anche che la sua àncora - perché ogni lupo ne ha una - doveva essere la rabbia.

Quindi ha iniziato a tessere la sua vendetta.

E c’è una Volpe orfana di madre, con gli occhi grandi da bambino, la coscienza bianca come i petali di un giglio, ma che diverrà sporca come quella del lupo - forse di più - e che vuole crescere ma non diventare troppo grande.

Perché a lui piacciono ancora i videogiochi, le risate con il suo migliore amico, abbuffarsi di patatine fritte e non è pronto per il mondo vero fatto di persone vere che muoiono veramente e che non tornano mai più.

La nostra storia potrebbe raccontare delle loro vite solitarie, o di quelle dei loro predecessori - perché ce ne sono stati tanti - ma non è così. Potrebbe descrivere gli esseri che hanno affrontato anno dopo anno, sputando sangue ad ogni passo ma restando un branco; ma non è così. O potrebbe parlare degli amici morti e delle vite innocenti perdute a causa di un demone più antico di tutti loro, troppo simile alla Volpe ma allo stesso tempo così diverso.

Ma non è così.

Il nostro racconto inizia da loro, da come si sono incontrati in un bosco oscuro e di come si sono innamorati, cercando di non soffermarsi sulle vicende singole, ma leggendo tra le righe del tempo.

Vorrei quindi raccontarvi l’inizio di una storia di amore vero.


 

Tanto tempo fa… no!

Mi correggo: c'era una volta... ma anche così è l’inizio sbagliato. O forse è quello giusto?

La risposta non c’è, perché ogni inizio è “quello giusto” e ogni storia va narrata. Nessun racconto andrebbe sepolto, perché ogni vicenda contiene emozioni e forze infinitamente più grandi di noi ascoltatori che nessuno ha il permesso di cancellare.

Eppure vengono archiviate, dimenticate in un cassetto chiuso di quella casa impolverata che tutti conoscono ma a cui nessuno da mai retta: l'istinto.

L'istinto è così fondamentale che lo possiedono le prede e i predatori in egual misura, ma gli esseri umani hanno troppa paura di loro stessi per preoccuparsi di ciò che gli accade intorno. Perché l'istinto ti protegge solo se gli dai retta.

È quello che fa, la sua funzione: ti salva la vita, ti fa vedere la via di fuga - non la crea, questo no - oppure ti fa agire più velocemente di quanto normalmente sia possibile.

Comunque, l'istinto non serve solo in caso di pericolo; il mondo è troppo complicato per limitare qualcosa ad una sola funzione. 

La verità è che l'istinto, spesso, ci indica l'anima gemella.

Poche persone credono ancora nella favola dell'amore puro - ma cosa vi avevo detto: tutte le storie sono vere1 - quindi vi svelerò un segreto.

Quella che gli scienziati chiamano chimica è la reazione degli elementi naturali a qualcosa; e così nell'amore. L'istinto e la chimica sono la stessa cosa: ti indicano la via da seguire per un risultato logico, la prima per la sopravvivenza, la seconda per una reazione.

Quindi si tratta solo di questo.

La Volpe ha assecondato l'istinto e si è immersa nella foresta fatta di pini e felci verdi, seguendo un sentiero che non c’è ma esiste nella sua mente troppo complessa. Talmente complessa da portarlo ad ammirare il Lupo quando lo incontra, senza scappare terrorizzato.

L’amico della Volpe, il Ragazzo che sarà il True Alpha - ma che per ora resta umano, debole, fragile e asmatico - diceva di non addentrarsi nella foresta, di restare sul sentiero che c’è, ma la Volpe doveva seguire l’istinto. Era obbligata, capite? Se c'è una cosa che i miti e le fiabe di ogni cultura ci hanno insegnato è che non si sfugge al proprio destino.

Quindi ci sono andati insieme - come ogni cosa che fanno - nella foresta, e la Volpe non è sola davanti al Lupo.

(In un’altra vita la Volpe e il Lupo si sono incontrati senza nessuno a seguirli, sotto una luna bianca e tonda. L’istinto era scattato comunque, seppur in modo differente, e il grande Lupo aveva morso la spalla della Volpe non per ferire ma per mutare. Erano poi vissuti liberi, insieme, nella grande foresta… ma quella è un’altra storia)

Il futuro True Alpha ha visto il viso dell’amico cambiare, come attraversato da una scossa elettrica per nulla dolorosa - perché la Volpe usa l’elettricità come arma… o forse lo farà in futuro, per ora usa le parole - mentre il Lupo mantiene i muscoli ghiacciati e tesi, e nei suoi occhi passa un pericoloso lampo blu.

Il discorso scatenato da questa serie di sguardi potrebbe interessarci, se riscriviamo il senso del termine discorso: le parole non importano, i gesti che entrambi compiono sono abbastanza eloquenti.

La Volpe respira forte tenendo le labbra leggermente dischiuse, nel disperato tentativo di immagazzinare più ossigeno; ha le mani lungo i fianchi, poi le mette in tasca e successivamente le porta alla nuca, indeciso su quale posizione scegliere. Gli occhi dorati guizzano su tutto il paesaggio, finendo sempre per scivolare sulla figura massiccia che si trova davanti. Ad un certo punto si arrende e lo fissa senza alcun imbarazzo.

Il lupo, dal canto suo, cerca di dare un ordine ai suoi sensi, impegnati nell’ispezione della Volpe. Anche lui respira velocemente, con le narici dilatate e la bocca serrata i una linea dura; nei suoi pensieri si accavallano una miriade di informazioni riguardante l’unico individuo presente degno di nota.

La Volpe profuma di gelsomino, limone e more, probabilmente la sua colazione - perché l'iperattività gli vieta il caffè - e la sua pelle ha un lieve sentore di sapone, mescolato a una fragranza che il Lupo non riesce a distinguere ma sa perfettamente etichettare: casa.

La Volpe sa di casa.

E non la sua ormai vecchia, logora e decadente abitazione; ma la Casa, quella che comprende tutta la famiglia, dai parenti più fastidiosi a quelli ben voluti. La casa che non è un edificio ma è Casa e basta.

Gli occhi non sanno dove guardare; il viso sottile? le labbra carnose? le iridi dorate? 

Dove fermare lo sguardo? Troppe informazioni in pochi attimi, troppo, troppo, troppo.

Poi, d'improvviso, il Lupo decide di andarsene. Tutti credono lo faccia per arroganza, rabbia repressa o altro - perché sotto la scorza dura c’è molto di più - ma non vedono il quadro generale. 

Lui lo fa per paura. Quel terrore strisciante e spinoso che ti si arpiona alle viscere con le unghie e stringe, stringe, stringe senza sosta. Il Lupo non merita di soffrire ancora, quindi scappa.

Fuggire. Molti umani lo considerano un atto di codardia, quel sentimento che spinge l'uomo a celarsi dietro un velo per non vedere il mostro al loro fianco. Ma la fuga non è un gesto dettato dalla paura, bensì dall'istinto.

L'istinto dice che in quel momento la soluzione migliore è la ritirata, perché esporsi a qualunque cosa si sta affrontando è troppo pericoloso per la propria incolumità. Quindi scappare non è paura, ma strategia.

Il Lupo riflette, pondera le opzioni e le conseguenze; poi, in silenzio, fugge.

La Volpe, agli occhi dell'amico umano-ma-non-per-molto, è confusa e triste. Ma la Volpe è volpe per più di un motivo, e la furbizia è sicuramente uno di questi.

Intuisce i ragionamenti del Lupo, li legge negli occhi verdi così soli che l'altro non gli stacca di dosso fino al momento della fuga. 

La Volpe capisce che il Lupo ha paura di trovare l'amore perché ha più terrore di ritrovare se stesso, o almeno quella parte di lui che non è bruciata con la sua mamma e il suo papà. Quel piccolissimo frammento della sua anima sopravvissuta al mondo crudele che c’è fuori dalle favole, e che la Volpe chiude gli occhi per non vedere. (non ci proviamo un pò tutti?)

Poi anche lei esce dal bosco, torna a casa, va a scuola, passano le giornate ad aspettare con pazienza. Aspetta che l’istinto parli, che la guidi dove serve essere - ne prova il bisogno fisico, ormai - ma non accade nulla.

L’istinto ha fatto la sua parte e non intende scomodarsi oltre. Silenzio.

Ce la faranno comunque, il Lupo e la Volpe, a rincontrarsi. E le loro anime si completeranno così bene che l’intensità del loro amore sembrerà odio, fastidio e scetticismo. I baci infuocati, la pelle bollente sul legno freddo della casa in rovina, i gemiti nell’aria fresca della notte nel bosco, che cela tutto il loro amarsi. 

Il Lupo unirà con le dita tutti i nei sulla pelle della Volpe, che traccerà a sua volta con le lebbra il profilo della triskelion - Alpha, Beta, Omega - sulla schiena sudata dell’altro. Si potranno perfino sentire le dita unite dei due amanti, che dopo troppe battaglie insieme si sono decisi ad accettare il loro amore. Così grande, così forte e così bello.

E ci saranno davvero pochi amori tanto pieni di dolore come il loro - altro che Romeo e Giulietta, chi lo vuole un finale del genere?! - ma anche tanto pieno di felicità.


 

E da qui potrei continuare a raccontarvi delle numerose avventure che hanno avuto, o dei tanti misteri che hanno risolto, ma non sono qui per questo.

Vi avevo promesso l’inizio di una storia e quello che vi ho narrato è fin troppo per un semplice osservatore.

Perché a volte le favole che non si raccontano sono segrete, oscure e terribili, intrecciate in un destino vischioso e denso di sangue ma solido come ossa. Perché la Volpe e il Lupo sono solo due persone con i loro pregi e i loro - in gran maggioranza - difetti. Perché le persone hanno il cuore spietato, adattato ad un mondo altrettanto crudele, e non accetterebbero mai due maschi uniti, due femmine amanti, una donna guerriera, un uomo sincero o due razze mischiate. O un lupo ed una volpe innamorati.

La gente ha creato dei muri tra i popoli per proteggersi e ha finito per intrappolarsi in se stessa con il terrore del mostro sotto al letto, che sanno tutti non esistere. Perché se c’è una cosa che Scooby Doo ci ha insegnato è che alla fine i veri mostri sono sempre le persone2.

Ci è stato insegnato fin da piccoli che il diverso è sinonimo di male, quando sappiamo benissimo che il mondo è bello perché è vario… e si, perché no, anche cattivo, a suo modo. Il Lupo e la Volpe avevano capito la lezione più importante della vita: siamo tutti diversi, ma il punto è che le differenza dovrebbero unirci e non dividerci con guerre - che siamo cosi bravi a far scoppiare - e pregiudizi.

Quindi, ragazzi miei, è ora di andare a cercate la vostra Volpe o il vostro Lupo senza guardare l’aspetto fisico o ascoltare le parole della gente. Ve l’ho detto, no?

Bisogna seguire l’istinto.


 

ANGOLO D’AUTRICE
1. tutte le storie sono vere: citazione di Shadowhunters (serie di libri fantasy che mi ha cambiato la vita)
2. Scooby Doo… le persone: citazione da Tumblr, sinceramente la capisco

Voce1: “Da dov’è uscita sta roba?”
Io: “Ragazzi, dovete sapere che la zia Sarah ha problemi grossi, tipo che dovrebbe farsi ricoverare”
Voce2: “Si, ok. Lo sappiamo, ma questo è troppo!! Non c’è neppure un finale”
Io: “Eh… l’inizio l’ho sognato la notte e poi il resto è venuto da se, non so che dire”
Voce3: “Hai altra roba da finire, perché Caspio non ti decidi ad essere costante nella tua miserabile vita!?”

Va beeeene. Questo siparietto qui sopra riassume quello che è successo nella mia testa poco prima di concluder sta roba qui (passatemi il termine storia). Sono davvero confusa, perché di solito le mie ff hanno un minimo di senso logico, questa è un grande BOH.
Solita cosa: ditemi se ci sono errori o altro che non vi aggrada :)
Baci a tutti, Sarah_lilith

   
 
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