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Autore: Moriko_    16/08/2017    3 recensioni
"Da lontano noto la presenza di altri individui che, come me, sono appena giunti in quel luogo. Avvicinandomi a loro, inizio a riconoscere i volti di coloro che mi stanno aspettando.
Tante voci, tante persone. Gli sguardi di coloro che, finora, ho conosciuto in tutto l’Universo sul quale ho governato.
[...] Ci siamo tutti ritrovati qui, in questo angolo di cielo che sembra essere un piccolo paradiso perduto."

[Episodio 103 di Dragon Ball Super] [What if?]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gowasu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Di nuovo, salve!
Sapete… questa è stata la fanfiction più difficile della mia vita. Chi mi segue da un po’ avrà già intuito il perché.
Avvertimenti: Spoiler! Episodio 103 di Super. Dato che in questo episodio è presente uno spoiler bello pesante, a tutti coloro che sono ancora indietro con la trama della saga del Torneo del Potere si consiglia di non proseguire la lettura e chiudere subito questa pagina.
Per adesso non ho altro da aggiungere. Questa fanfiction parla da sé, tutto qui. Dato che l’ho scritta di getto, mi scuso per l’eventuale presenza nel testo di errori/orrori di varia natura.
Buona lettura.

Disclaimer: Tutti i personaggi qui presenti non mi appartengono. Se così fosse… il 103 sarebbe finito in maniera decisamente diversa per loro, credetemi.

Nota: Anche questa volta si ringrazia stellaskia per l'immagine che accompagna il titolo.



It was more than just a goodbye.



La fine.

È quello che ci spetta come premio, per ciò che finora abbiamo dato in questo Torneo.

L'oblio.

In soli undici minuti... abbiamo perso. Non siamo stati capaci di resistere a lungo.
Ed è giusto così. A coloro che perdono nel Torneo viene tolta ogni cosa: è questa la regola atroce riservata ai combattenti che sono sconfitti, giusto? Il luogo in cui abitano, le persone che amano, e gli oggetti che ogni giorno portano con sé.
E anche la loro stessa vita.
Ne eravamo consapevoli. E noi, in quanto divinità, dobbiamo solo essere pronti ad ogni cosa e rispettare la decisione di Zen'ō sama.
Chiudo gli occhi, in silenzio. Prima di scomparire per sempre, non voglio incrociare gli sguardi di ognuno dei miei compagni.
Immagino che se mi voltassi proprio in questo momento drammatico, vedrei lo sguardo triste di Cus sama. Lei ha dato tutta se stessa per aiutarci con i preparativi, dalla scelta dei guerrieri all'incoraggiarli silenziosamente nel corso dei loro combattimenti. Inoltre, è colei che è rimasta al fianco di Rumsshi per secoli e millenni interi...
Non mi sorprenderei se, a questo punto, in realtà anche lei voglia urlare a suo padre di fermare questa che per noi sembra essere solo una follia.
Tuttavia, lei è un Angelo... e, in quanto tale, deve restare neutrale fino alla fine, qualunque cosa accada.

... Non versi lacrime per la nostra scomparsa, Cus sama. Continui a sorridere, come ha sempre fatto.
E... ci perdoni per essere stati degli incompetenti. Non volevamo farla soffrire in tutti questi secoli... So che a volte Rumsshi è stato scortese anche nei suoi confronti, ma sono certo che le voleva un bene dell'anima.
Perciò non pianga. Continueremo a vivere nei suoi ricordi e saremo sempre con lei, ovunque lei andrà.


Cerco di evitare anche lo sguardo di Rumsshi.
Nonostante io abbia gli occhi chiusi, non percepisco più ostilità da parte sua nei confronti degli altri... anzi.
Solo rassegnazione e sconforto. È difficile sapere cosa gli stia passando per la testa in questo momento: probabilmente starà pensando di aver condannato tutti ad una fine così atroce, essendo stato colui che ha scelto personalmente i nostri dieci combattenti.

... Non prendertela, Rumsshi. La colpa è anche la mia: se non mi fossi lasciato abbattere dalla disperazione e ti avessi aiutato nella selezione dei più forti, a quest'ora la situazione sarebbe stata decisamente diversa.
Ma vedo che tutti e due ce ne stiamo andando a testa alta... non è così? Non ci stiamo lamentando con Zen'ō sama, anche se forse entrambi abbiamo avuto la tentazione di urlare sia a lui che al Daishinkan di risparmiare almeno le nostre vite, come poco prima ha fatto Rō.
Suppongo che non possiamo evitare la nostra sorte. Perciò... restiamo uniti, fino alla fine. Non staremo al loro gioco: non daremo loro la soddisfazione di aver udito delle urla di dolore da parte nostra!


Infine, il mio ultimo pensiero va ai nostri guerrieri.
In questi pochi secondi che ci separano dalla fine di tutto, penso alla storia di ciascuno di loro.
Di Murichim e del suo carisma, grazie al quale è riuscito a tenere unite dieci persone provenienti da diversi pianeti.
Di Lilibeu, unica combattente donna del Team, e dei suoi amici.
Di Napapa e dei suoi amati allievi.
E, infine... di Obuni, ultimo guerriero dei nostri ad essere caduto in questa competizione. Sì è dimostrato il più valoroso di tutti, resistendo fino alla fine e donandomi nuovamente speranza quando sembrava essere persa per sempre.
Lui, come tutti noi, stava combattendo per proteggere qualcosa. La sua preziosa famiglia, una splendida donna con il suo bambino di pochi mesi, che aspettava solo il suo ritorno solo per continuare il loro percorso di vita insieme.
È nel pensare alle sue vicende quotidiane che stringo ancora di più le mie labbra, mentre con i denti mordo il labbro inferiore.

... Che vergogna.
Dovrei essere un Kaiōshin, un Dio della Creazione... Dovrei preservare la vita... e invece cosa ho fatto, alla fine? Ho solo condannato un intero Universo alla distruzione.
Le persone che lo popolano, i loro cari... Ogni cosa.
Sono davvero un povero, sciocco anziano, incapace di salvare tutti.
... Mi dispiace, mio amato Universo. Non sono stato in grado di proteggerti… Aveva ragione il mio discepolo: non sono un Dio degno di portare questo nome.


Schiudo gli occhi a quel pensiero e, mentre gli Zen’ō sama alzano le braccia verso il cielo e iniziano a cancellarci dall'esistenza, mi viene da sorridere.

Che ironia della sorte: subire il tuo stesso destino per mano di un Dio più potente di noi.
Ma sono felice. Almeno in questo modo potrò incontrarti ancora una volta e chiederti finalmente perdono… Zamasu.








«… asu sama…»

Sento una voce che da lontano mi sta chiamando.

«… Gowasu sama

A quel richiamo apro gli occhi, e così mi accorgo di trovarmi con la schiena su un vasto prato colmo di piccoli fiori.
Dove sono? Cosa ci faccio qui?
Quando i miei occhi iniziano a vedere con maggiore lucentezza, mi accorgo della presenza di qualcuno accanto a me. Mi siedo e rivolgo lo sguardo verso quella persona.

«Finalmente si è svegliato, Gowasu sama

... Obuni?
Cosa ci fa uno dei nostri guerrieri accanto a me?
Sono in un sogno, oppure questa è ancora la realtà?
Mi porto una mano sulla fronte e cerco di pensare a cosa potrebbe essere accaduto. Eppure l’ultima cosa che ricordo è il sorriso allegro e innocente delle massime divinità dei nostri Universi, mentre stavano commettendo un’azione per noi atroce

«Che cosa stai facendo, Gowasu?»

Un’altra voce, questa volta alle mie spalle.
Anche Rumsshi è qui, accanto a me. Con un leggero barrito cerca di richiamare la mia attenzione, spostandola su di lui.
Voltandomi le spalle, il Dio della Distruzione inizia ad incamminarsi verso un punto non precisato di quella radura.

«Andiamo.»
«Laggiù ci stanno aspettando tutti, Gowasu sama

Con un sorriso mi alzo, facendomi aiutare da Obuni, e seguo le due figure che mi hanno accolto al risveglio.
Da lontano noto la presenza di altri individui che, come me, sono appena giunti in quel luogo. Avvicinandomi a loro, inizio a riconoscere i volti di coloro che mi stanno aspettando.
Tante voci, tante persone. Gli sguardi di coloro che, finora, ho conosciuto in tutto l’Universo sul quale ho governato.
E, tra loro, in particolare ne ritrovo uno.

... Tu!

Già. Proprio tu... che mi stai tendendo la mano e così mi inviti ad unirmi a tutti voi.
So benissimo che questo non è l’aldilà, e anche che le nostre anime sono andate distrutte per sempre. Tuttavia ci siamo tutti ritrovati qui, in questo angolo di cielo che sembra essere un piccolo paradiso perduto.
Dove, in qualche modo, ho avuto nuovamente la possibilità di rivederti… per l’ultima volta.
Finché anche quest’illusione scomparirà nel vento, insieme a ciò che è rimasto dei nostri corpi…

«Bentornato a casa, Gowasu sama.»



A/N [Ovvero: angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
Ecco. Sospiro e, ancora una volta, butto giù quel boccone amaro che mi è stato servito nell’Episodio dal quale è tratta questa storia.
Ok: tutti noi sapevamo che prima o poi l’intero Team Universo 10 sarebbe stato messo fuorigioco… ma, sinceramente parlando, non credevo in così poco tempo. Sono durati la bellezza di 11 minuti su 48. Se non ci fosse stato il Team Universo 9, la coccarda del “Team più sfortunato di tutti i tempi” sarebbe spettata di diritto a loro. Eh, già.
Perché sì: la maggior parte del “Team senza speranza” (sapete del significato dietro al nome del leader, Murichim?) è uscito di scena non appena iniziava uno scontro con qualcuno.
Per esempio, in questo momento mi viene in mente di Murisam, sconfitto con un calcio da Cabba, oppure di Jirasen, sbalzato fuori per un danno collaterale di Ribrianne rendendo la sua uscita la più sfortunata e una delle più divertenti, a mio parere!
Per questo motivo, credevo che fino alla fine si sarebbe mantenuta questa linea “comica” sulle uscite dei guerrieri dell’Universo 10. E invece, ancora una volta, questa saga mi ha piacevolmente sorpresa.
In barba a tutti coloro che continuano a ripetere “Questa saga fa schifo!”, gli ultimi cinque minuti del 103 sono stati tra i più belli di tutto Super. Un grande combattimento tra Obuni e Gohan, scene di tenerezza e commozione pura (quelle con la piccola Cus, accidenti se erano tristi…), e infine - ahimè! - la distruzione di un altro Universo ad opera degli Zen’ō.
… Caspita, se questo episodio è stato distruttivo, in tutti i sensi.
La scomparsa di Gowasu ha lasciato un grande vuoto in quella fan di Dragon Ball che è in me, che si nasconde dietro al nome “Moriko”. Se c’era una persona che più di tutte non meritava di fare quella fine, per me quella era proprio l’anziano Kaiōshin.
Aveva già sofferto abbastanza nella precedente saga, avendo già perso qualcuno a lui così caro, e per questo mi è davvero dispiaciuto vederlo assistere, impotente, alla distruzione del suo Universo. E anche per me è stato molto tragico: un po’ come se il saggio fosse stato un amico di lunga data o un parente stretto, insomma…
Ed è proprio partendo dal suo punto di vista che è nata questa storia. È la voce dei suoi pensieri che parla e descrive i suoi sentimenti di rabbia, di dolore, di rassegnazione… di essere impotente di fronte ad un evento del genere, appunto.
Ma, alla fine, ho voluto inserire una piccola e flebile speranza - ed è quella che è stata il motivo dell’inserimento dell’avvertimento “What if”. Sappiamo che gli Zen’ō hanno il potere di cancellare ogni cosa, per cui se distruggono un intero Universo automaticamente distruggono anche la possibilità per le anime di continuare ad esistere anche dopo la morte.
Tuttavia, anche solo per un attimo, ho pensato che in tal modo, solo per qualche secondo prima della vera e propria fine, Gowasu abbia avuto la possibilità di rivedere lo Zamasu del presente, scomparso anche lui a causa della distruzione ad opera di Lord Beerus (Episodio 59). E, lo ammetto: per la conclusione di questa one shot, quando l’anziano Kaiōshin rivede tutti gli abitanti del suo Universo (a cominciare da Rumsshi e dai suoi combattenti), mi sono ispirata un po’ al finale della storia di Munsu, protagonista di Shin Angyo Onshi/Blade of the Phantom Master che, dopo la sua morte, si incontra con tutte le persone che ha conosciuto in passato. Oppure Battler Ushiromiya nel finale di Umineko no naku koro ni, dove finalmente riesce a ricongiungersi con la sua famiglia e la persona che ha amato.
Spero che, almeno per una piccola frazione di tempo, sia accaduto lo stesso anche per Gowasu.
Termino qui. Finora non ho mai scritto tanto come conclusione, ma suppongo che sia a causa delle emozioni dell’Episodio 103 - che mai dimenticherò.
A presto!
--- Moriko
   
 
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