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Autore: Bluereddino    17/08/2017    2 recensioni
Un cuore marcio non può essere recuperato, è destinato solo a sbriciolarsi e a divenire cenere. E il cuore di Silver era ormai marcio da tempo.
Sonic x Silver
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Knuckles the Echidna, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Appena arrivata nella sezione esterna di un piccolo bar in centro -quello con l'insegna in legno scuro con il nome "Chao Garden Bar" inciso e dipinto con una vernice dorata brillante e coronata da delle foglie anch'esse intagliate- Blaze aveva subito scorto i suoi amici in lontananza, i quali già si erano accomodati in un piccolo tavolo in plastica e che addirittura erano già stati serviti. Dopo pochissimo tempo anche gli altri ragazzi si erano resi conto della sua figura che avanzava nella loro direzione e la avevano accolta, alcuni sospirando, altri gridandole "Alla buon ora!". Aveva preso una sedia rossa, come il tavolo, da una pila vicina, riservata ai posti all'esterno del locale da loro solitamente frequentato. 
Gli piaceva soprattutto l'ambiente, ma forse anche il fatto che, dato lo spazio interno abbastanza angusto e lo stile non molto curato tipico dei proprietari, non era di certo molto affollato, ma soprattutto non era la Mecca di alcolisti o drogati, che al contrario pullulavano in un altro cafè a meno di cento metri. Della tranquillizzante musica blues fuoriusciva dagli altoparlanti posti sopra il loro tavolo; Willy DeVille, cover di I'm blue, so blue. La giovane credeva che il mondo si fosse dimenticato di lui, dopo la sua scomparsa, ma, a quanto pareva, qualcuno continuava a preservarne la memoria, probabilmente una stazione radiofonica locale che voleva commemorare la sua morte, essendo quello proprio il giorno in cui aveva lentamente abbandonato il mondo in un letto d'ospedale a causa di un tumore. Una morte che non augurava davvero a nessuno.

"Quindi, Blaze." Aveva preso a parlare il suo amico riccio blu, Sonic "Ci vuoi spiegare come mai ieri ci hai dato buca? Non è stato carino da parte tua, sai anche tu che è un'eccezionalità avere Tails seduto qua con noi."

"Già" aveva aggiunto Amy, che nel frattempo stava mangiando la sua solita leccornia, una fetta di torta ai frutti di bosco "E poi, quella telefonata, quel non posso spiegare ora... ora hai tutto il tempo che vuoi per spiegare! Non sarai mica uscita con un ragazzo senza dire nulla a me!". Tutti i quattro che attendevano una dichiarazione avevano iniziato a farneticare qualcosa, scocciati e curiosi. La gatta aveva sbuffato, quasi volesse sembrare più irritata di tutti gli altri:

"Sarei voluta venire, lo dico con il cuore. Da quando Tails ha scelto di continuare gli studi e fare tutti quei corsi estivi, non lo si vede più per le strade, tanto meno a rilassarsi bevendo un buon cappuccino. Credete che non mi sia dispiaciuto non poterlo incontrare?" aveva atteso che gli altri le facessero segno di continuare, giusto per testare la loro attenzione. Forse quello che stava per dire sarebbe stato uno degli argomenti più spassosi di cui avrebbero discusso in tutto il mese, se non l'anno.

"Ero con un ragazzo. Sono stata con lui tutta la sera, dalle quattro e mezzo." Aveva subito notato gli occhi di Amy illuminarsi di qualcosa che poteva essere per metà eccitazione, per metà gelosia. Aveva stroncato le sue ipotesi sul nascere:

"Quell'idiota del mio coinquilino. Ve lo giuro ragazzi, io un riccio più strano di lui non l'ho mai incontrato, e Shadow è parecchio strano."

"Bada a come parli, gatto!" il riccio scuro aveva incrociato le braccia fingendo di essersi offeso, per poi farle l'occhiolino nella maniera più ammiccante di cui era capace, e con tutta sincerità, anche solo un suo sorriso era in grado di far cascare fra le sue braccia ogni genere di essere vivente sulla faccia di Mobius. Era davvero un vero peccato che fosse sempre imbronciato, ma forse era un bene per tutte le ragazze che segretamente lo ammiravano. Arrossendo visibilmente, la ragazza aveva continuato il racconto:

"Riprendendo il discorso, quello scellerato ieri è salito sul tetto della nostra vicina di casa, e dire che quel tetto è in rovina equivale a elogiarlo. L'ho sentito gridare qualcosa di confuso e pensavo che si fosse fatto male, quindi sono corsa dove credevo si trovasse, sul terrazzo. Trascorre ore e ore là sopra, senza motivo. Fissa il vuoto e parla da solo. L'ho già detto che è strano?"

"Io non sapevo nemmeno che tu avessi un coinquilino." La aveva interrotta Sonic in cerca di risposte. "Lo conosco?"

"Penso proprio di no." Blaze aveva pensato, ma non aveva mai visto il riccio bianco fuori dalle sue quattro mura. "Silver, per caso ti dice qualcosa?"

"No, direi proprio di no." Il porcospino blu continuava a riflettere, girandosi di tanto in tanto verso Knuckles e Shadow che erano alla sua destra e continuavano a fare spallucce, anche loro spaesati quanto lui. "No, non lo conosco. Dovresti presentarcelo."

"Prima lasciami finire il racconto, penso proprio che dopo cambierai idea." Aveva sorriso la giovane. 
Lo speaker radiofonico aveva annunciato la prossima canzone, sempre del maestro DeVille: I'm Gonna Do Something the Devil Never Did. Quella canzone, ricordava Blaze, la aveva sentita cantare live in una fiera blues in qualche paese vicino anni addietro. Certo il titolo era abbastanza azzeccato per la storia che andava raccontando. Silver faceva cose che il Diavolo in persona nemmeno immaginava, non tanto con cattiveria, ma i suoi vaneggiamenti, le voci che diceva di sentire... un indemoniato non avrebbe saputo raggiungere i suoi livelli. La sera precedente aveva avuto l'ennesima prova che un esorcismo era davvero da considerarsi.

"Dicevo, era sul tetto e continuava a urlare 'Non riuscirai a prendermi' oqualcosa del genere. Mi sono spaventata a morte quando l'ho visto correre su quelle tegole instabili, pensavo che sarebbe potuto cadere da un momento all'altro e, ve lo assicuro, il cemento del cortile della signora che vive di fianco è duro. Sono caduta innumerevoli volte quando ero più piccola, e ogni volta mi ritrovavo il gomito o il ginocchio scorticato... questo, tra l'altro, mi ricorda che lui si è scorticato proprio il ginocchio scavalcando la ringhiera."

"Maddai!" aveva ridacchiato Shadow con la sua voce profonda, la quale dava un tono alquanto macabro alle sue affermazioni "Anche il più piccolo dei Chao sarebbe riuscito a saltare un pezzo di ferraglia! Era per caso elettrificata? Filo spinato che la circondava?"

"Niente del genere, ma non è per nulla atletico. Ho visto lombrichi più agili di lui, fidati. Comunque l'ho chiamato per chiedergli di scendere perché stavo per uscire di casa, e mi ha risposto di raggiungerlo perché sennò l'assassino mi avrebbe uccisa." Il gruppo la aveva fissata perplessamente, senza riuscire a fare alcun commento. "Ve l'ho detto, è malato di mente. Ha continuato ad insistere fino a quando non si è reso conto di aver sognato ad occhi aperti, anche se ancora giura di aver visto una sagoma nera appostata vicino alla porta d'entrata e di aver sentito dei passi nelle scale. E sapete qual è la parte migliore? Scendendo, ha incastrato il piede nella gronda ed è volato di sotto. K.O.!" la ragazza si aspettava delle risate, almeno una da parte di Shadow, che a quanto pareva si divertiva spesso sentendo testimonianze riguardanti sciagure altrui, ma vi era solo un silenzio tombale appena colmato dall'audio di una pubblicità proveniente dall'interfono.

"Wo." Knuckles era stato il primo a riaprire bocca "Caspita, avrà preso una bella botta."

"Già..." aveva risposto lei con la testa china "È per questo che non sono venuta ieri. L'ho dovuto portare all'ospedale, tanto dolorante era. Aveva una frattura scomposta all'omero. Immagino solo quale sofferenza atroce lo stia tormentando ora."

"É ancora in ospedale?" aveva chiesto la ragazza dagli occhi smeraldo con un pizzico di preoccupazione appena udibile nella voce.

"No, assolutamente, ma il medico ha richiesto l'assoluto riposo, quindi è a casa."

Il velocista del gruppo si era alzato in piedi muovendo rumorosamente la plastica tiepida su cui era stato seduto per più di un'ora.

“Beh, perché non andiamo a fargli visita? Non lo avresti dovuto lasciare da solo, se è così pazzo come dici, ne starà combinando una delle sue, no?” aveva detto afferrando il suo zaino dalle texture blu scuro e bianche da sotto la sedia. “Vado a pagare il conto e andiamo, ok?”. Anche gli altri maschi avevano preso ognuno il proprio portafoglio e si erano diretti velocemente all’interno del locale.

“È molto lontano da qua? Se non c’è troppa strada da fare potremo andarci a piedi.” aveva chiesto Amy con un timido sorriso stampato in volto “Altrimenti credo che Shadow sarà felice di accompagnarci con la sua auto.”. Blaze continuava a fissare la porta d’entrata del bar, spalancata, da cui poteva intravvedere i suoi amici confabulare tra loro. Non riusciva a capire per quale motivo al riccio blu poteva essere venuta in mente una simile idea. Avrebbe tentato di fermarlo.

“Non sono sicura sia una buona idea.” Aveva dichiarato non appena tutti si erano nuovamente riuniti.

“Rischiamo di patire le pene dell’inferno, per andare a trovare un malato?” Shadow aveva posto la domanda con fare noncurante e annoiato. “Ci sappiamo difendere e non penso che un ragazzino con un braccio rotto possa tentare di attaccarci.”

“Non dovrei dirtelo io, ma stai sempre a pensare a cose violente, tu?” aveva chiesto l’echidna ridendo “Blaze, che ti prende? Non ci spaventa il fatto che sia un po’ schizzato.”

“Si, Knux ha ragione.” Aveva continuato Sonic grattandosi la nuca “Sai, da come l’hai descritto, mi sembra solo molto… innocente. Un bambino. Forse tentare di integrarlo tra noi è una buona idea per correggere il suo problema. È ancora nel mondo dei sogni, ma hey, noi siamo più che in grado di farlo svegliare e soprattutto di aiutarlo a farsi una vita.”

“Non capisci cosa stai dicendo.” Aveva risposto la ragazza freddamente. “Lo conosco da quando eravamo piccoli, e quando aveva cinque anni non era così infantile. È solo adesso che sta iniziando a mancargli qualcosa nel cervello.”

“Oh! Dai Blaze, magari fa così con te proprio perché ti conosce da tanto, illudendosi del fatto che tu riesca a capirlo…” aveva tentato l’altra giovane, questa volta.

Gli sguardi curiosi dei ragazzi non facevano altro che mettere la gatta in soggezione. Li avrebbe dovuti lasciare entrare in casa del riccio? Lei sapeva che a lui non piaceva avere ospiti, e probabilmente, ovunque si trovasse, la stanza era più in disordine di quanto lo sarebbe stata dopo il passaggio di un ciclone.
Ma con la presenza di tutti quegli occhi puntati addosso, soprattutto gli splendenti smeraldi di Sonic, come avrebbe fatto a declinare la loro richiesta? Tanto, si era detta al fine, non lo avrebbero mai più voluto rincontrare dopo quella volta. Gli sarebbe sembrato sicuramente troppo ritardato per potersi integrare con la società.

Per un momento aveva pensato al piccolo Silver che le correva intorno ridendo. Perché non poteva restare perfetto come quando era ancora un bambino?

I suoi occhi dorati la fissavano dal basso, poteva percepire il suo piccolo sorrisetto appena abbozzato sul suo muso ambrato mentre la guardava come fa un piccolo boy scout con la sua guida.

Quante volte avevano giocato insieme, raccontato storie, vissuto avventure… non vi era più nulla di quel bambino dal pelo candido. Ricordava che i suoi genitori lo consideravano il figlio perfetto, perché ora viveva in una casa lontano dai suoi parenti? Una vita allo sfacelo e priva di senso, Silver era un’anima abbandonata. Forse la solitudine lo voleva portare fino alla follia più totale, ma teneva a lui tanto quanto aveva a cuore la sanità mentale dei ragazzini la cui compagnia colmava il vuoto delle sue giornate. Meglio tentare di aiutare lui o preservare le menti degli amici?

Sonic continuava a addentrarsi nella sua coscienza con lo sguardo.

"Amica mia, sei una persona speciale! Sono davvero contento di conoscerti, tu mi fai sempre divertire!"

"Anche tu, piccoletto!" aveva risposto la Blaze di diciotto anni addietro, scompigliando il pelo al suo amichetto.

"Blaze, la mamma dice che devo tornare a casa, ma tu promettimi che anche domani verrai qua a farmi visita e a giocare con me, va bene?"

Ma lei non poteva prometterglielo. Di lì a poco si sarebbe trasferita e lui sarebbe rimasto solo, a rimuginare sui loro trascorsi insieme per chissà quanto tempo. Forse lo avrebbe visto ancora, magari alle scuole medie o chissà, per una strana coincideza ad una festa, di quelle che i teenagers fanno spesso, o perlomeno così dimostravano la televisione e le telenovelas argentine che guardava quando fuori faceva troppo caldo o troppo freddo per andare a giocare con gli amici ad acchiapparella o a poliziotti e ladri. La casa della nonna del piccolo non gli era mai sembrata così spenta e silenziosa.

"Hey Silver, se io dovessi sparire, tu che cosa faresti?"

"Ti aspetterei."

Lui la aveva davvero aspettata. Magari non era più il piccolo Silver che le girava intorno ridendo, ma nel profondo sapeva che lui aveva un cuore puro e che era un ragazzo dolce e premuroso.

Dopo tutti quei pensieri, era giunta alla conclusione di voler rivedere gli occhietti vispi del suo compagno d'infanzia splendere. Voleva dargli una seconda chance di vivere la vita al meglio e Sonic, Shadow, Knuckles e Amy erano la squadra perfetta per andare in suo soccorso.

“Seguitemi…” aveva borbottato facendo cenno agli altri di dirigersi verso un piccolo vicolo lastricato di sanpietrini. “Quella è la strada più corta.”

Discutendo tra loro, i ragazzi si erano allontanati dal bar, pronti per accogliere a braccia aperte il pazzo amico di Blaze, mentre Willy DeVille cantava la sua Voodoo Charm. E più la musica si affievoliva, più il gruppo si avvicinava a quella che sarebbe stata probabilmente la più pazza avventura che avrebbero mai avuto occasione di vivere.

   
 
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