Era passata una settimana da quel giorno.

Yuuko si era dissolta in una bellissima farfalla,di quelle che avevano sempre ricordato a Watanuki di lei,in farfalle di luce nelle tenebre.

Yuuko gli aveva detto che il suo unico desiderio era che lui continuasse a vivere.

Watanuki le aveva detto che un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.

Perchè ora lui lo sapeva. Quello non era un desiderio,era una promessa.

Era passata una settimana da quando Watanuki aveva piantato il seme di un fiore nel giardino del negozio,proprio vicino al piccolo sentiero che concudeva all'entrata.

Doumeki non diceva nulla a proposito,nonostante vedesse Watanuki passare ogni giorno di fronte al tempio.

Sapeva dove stava andando:al negozio,ad innaffiare il fiore.

Watanuki era cambiato. La sua non era testardaggine,era speranza.

Speranza che un giorno Yuuko sarebbe ritornata. Perchè lui credeva fermamente che se desideri abbastanza,allora il tuo desiderio si avvera. Ed era vero.

Così era riuscito a convincere quella donna a scoprire la sua vera essenza,a farle mangiare il cibo che lei stessa cucinava.

Watanuki voleva rendere le persone felici,voleva farle cambiare in meglio. Come Yuuko aveva fatto con lui.

Un giorno di pioggia,Doumeki vide Watanuki passare di fronte al tempio.

Prese un ombrello e si limitò a seguirlo e quando arrivò là, lo vide inginocchiato di fronte al fiore,con l'acqua che gli colava dall'uniforme.

Il fiore era sbocciato e i suoi petali rosso carmine ricordavano incredibilmente gli occhi di Yuuko.

"E' una peonia." sentenziò Doumeki avvicinandosi.

"Si..." confermò Watanuki senza alzare lo sguardo "Himawari-chan mi ha detto che in Cina viene considerata la regina dei fiori e che simboleggia la bellezza e l'eleganza...Yuuko-san ne portava una fra i capelli alcune volte...".

Sorrise tristemente,ricordando di come Yuuko sfoggiasse ogni giorno un nuovo,sfarzoso e colorato vestito.

"Mi pare di averti già detto una volta che gli idioti non possono prendere il raffreddore,ma gli imbecilli... sì."

Rimasero in silenzio per qualche secondo,mentre le gocce di pioggia scivolavano lentamente dai petali del fiore e di fronte al negozio le macchine sfrecciavano sull'asfalto bagnato.

"Doumeki..." mormorò Watanuki "Perchè Yuuko-san se ne è dovuta andare?Quel che vorrei è che tutto ritorni come prima...quando io pulivo il negozio e cucinavo per lei...quando lei mi faceva tutte quelle richieste strane e io non potevo fare altro che accettare...quando lei mi insegnava qualcosa...ogni giorno che passava. "

La sua voce era rotta dal pianto e le lacrime gli rigavano le guance,confondendosi con le gocce di pioggia.

"Non mi importa di tutto il resto...voglio solo che lei ritorni indietro..."

In quel momento,con una mossa improvvisa,Doumeki circondò Watanuki con un braccio,tenendo con l'altra mano l'ombrello sopra di loro.

Watanuki riusciva a sentire il calore di Doumeki che gli avvolgeva il corpo e il suo respiro caldo sul collo.

Entrambi non dissero nulla. In quel caso le parole non servivano.

Quel gesto voleva dire che mai e poi mai Doumeki lo avrebbe abbandonato.

Perchè lui sapeva cosa significasse aspettare qualcuno e nonostante la pioggia e il tempo che passa,non mollare mai.