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Autore: Miss Simple    22/08/2017    0 recensioni
Avrebbe perso le ali.
Avrebbe vissuto una vita da umano.
Avrebbe lottato per ciò che gli era più caro.
Avrebbe ricordato in un modo o nell'altro?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lay, Lay, Suho, Suho
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Fallen for love 9.

I giorni passarono e Yixing stava recuperando le forze alla grande, grazie all’aiuto di Joonmyeon.
Il giorno dopo la prima notte, Yixing voleva togliere il disturbo, pensando che aver chiesto a Joonmyeon di voler stare con lui era un po’ troppo.
Suonava come una pretesa, e soprattutto non voleva che si alzasse un muro di silenzi imbarazzanti. Aveva pensato per tutta la notte quello che era successo, le scuse sussurrate di Joonmyeon e di come poté catturare il senso di colpa in quel semplice “mi dispiace”.
Gli occhi di Yixing si riempirono di calde lacrime e quello che poteva fare era solo piangere, credendo che l’unico a sentirsi in colpa doveva essere lui. E non capiva neanche il perché.
La mattina seguente tutto era così calmo, nessun suono si riusciva a sentire in quella camera. Pensò che lo scrittore stesse ancora dormendo, domandandosi dove esattamente. L’unica stanza con un letto era dove lui aveva passato la notte. Il cuore gli si strinse al solo pensiero che Joonmyeon avesse potuto dormire sul divano.
Per quanto la stanza appartenesse ad un resort era pur sempre per una sola persona.
Lasciando andare un sospiro era pronto ad alzarsi, ringraziare Joonmyeon e andare via. Ma un bussare alla porta lo fermò sul posto, la porta si aprì e una chioma nera si fece spazio rivelando il dolce viso dell’uomo più grande.
“Oh sei sveglio” disse questo con una leggera sfumatura di allegria nella voce accompagnata da un sorriso.
Yixing non rispose, si morse le labbra, abbassò gli occhi puntandoli sul lenzuolo bianco e face un cenno con la testa.
“Bene. Come ti senti? Hai ancora mal di testa?” disse mentre si avvicinava al letto con un vassoio pieno di succo di frutto, latte, biscotti, marmellate e quant’altro servisse a una prima colazione.
“Meglio, grazie.”
“Ho fatto portare un po’ di colazione dal servizio.”
Yixing guardò il vassoio pieno di qualsiasi tipo di pietanza opportuna per la prima colazione, dal dolce al salato.
“Non guardare così, lo so è un po’ troppo ma non sapevo cosa preferissi così nel dubbio…” disse imbarazzato portando una mano dietro la nuca.
“Tranquillo, Joonmyeon, è già tanto quello che fai. Portandomi qui da te e prendendoti cura…cura di me. Non avevi bisogno di preoccuparti per la colazione, davvero. Anzi vorrei…”
Ansia, quello che stava provando in quel momento era ansia, mista con paura e qualcosa che da lì a poco gli avrebbe rotto il cuore. Sapeva benissimo cosa voleva dire, ma quello che non sapeva era la risposta che gli avrebbe dato lo scrittore. Se anche per lui era il momento che il cinese togliesse il disturbo o…
“Vorrei ringraziarti, credo che sia stato inopportuno e una pretesa volere che fossi tu a prenderti cura di me e di avermi qui. Non volevo essere un peso, non volevo disturbarti, mi dispiace…”
Yixing stava buttando lì parole che per lo scrittore non avevano senso, lo guardò corrugando la fronte, posò il vassoio ai piedi del letto e si avvicinò al ragazzo.
“Adesso tolgo il disturbo” disse mentre cercò di alzarsi dal letto.
Joonmyeon prontamente posò una mano sulla spalla del cinese e bloccò la sua azione.
“Tu non vai da nessuna parte. Da dove ti vengono questi stupidi pensieri?!”
Si sedette al margine del letto lasciando uno spazio confortante tra i due ma le sue mani andarono a catturare quelle del più giovane accarezzandole dolcemente.
“Yixing, quando hai detto che volevi che fossi io a prendermi cura di te, sono stato più che felice di poterlo farlo. Non sai neanche cosa ho sentito in quel momento, quando hai scelto me invece del tuo migliore amico. Me, capisci? Un estraneo a confronto.”
“N-non sei un estraneo…” mormorò
“No, non lo sono, ma ancora…lasciami finire. Mi sentivo così in colpa per quello che ti era successo ieri, ho avuto paura.”
“Non è colpa tua.”
“Ma cosa se…”
“No, Jun. Hai sentito il dottor Wu? Era solo stress…”
Si stress emotivo voleva tanto rispondere lo scrittore, ma preferì non dire nulla. Rimasero un po’ in silenzio, Joonmyeon continuava a tenere le mani del più piccolo accarezzandole e a Yixing quel contatto, che all’inizio gli portò un brivido per tutto il corpo, non gli dispiaceva, anzi lo stava rilassando.
“Non voglio che te ne vai. Non ti sei ripreso e non voglio che tu esca da questa stanza, mi prenderò cura di te. Perché voglio Yixing”, si affrettò a dire prima che il più piccolo potesse anche solo provare ad obiettare.
A quel tono deciso Yixing non poté che stare in silenzio e assecondare il più grande.
“Bene, adesso che abbiamo chiarito che non sei un peso. Facciamo colazione che qui qualcuno sta protestando” disse scherzosamente l’autore indicando lo stomaco del cinese che di rimando sorrise imbarazzato.
Trascorsero una tranquilla colazione, tra chiacchiere leggere e risate.
E così continuarono i giorni successivi, Joonmyeon che si prendeva cura di Yixing, dandogli attenzioni e non facendogli mancare nulla. Dal canto suo Yixing si sentiva così grado per tutto quello che lo scrittore stesse facendo che non sapeva come ripagarlo.
L’unica cosa che poteva fare era lasciarsi andare, cercare di conoscere davvero quell’uomo. Andare oltre le impressioni che aveva avuto in quei mesi, lasciare andare quelle paure. Voleva avvicinarsi a Joonmyeon ed era deciso a farlo.
Lo scrittore sembrava felice del cambiamento che il giovane cinese stava assumendo, a tal punto da pensare che quel bacio non fosse stata la decisione peggiore che avesse mai preso nella sua vita.
Non mise nessuna pressione alle azioni di Yixing, anzi lo assecondava facendo in modo di non farlo sentire mai imbarazzato. Erano piccoli passi, piccoli mattoni che stavano costruendo qualcosa di importante. Almeno questo era quello che sperava l’uomo.
Una sera, Yixing che si sentiva sempre più in forma, aveva riacquistato le sue forze, voleva uscire da quella stanza, fare qualcosa di diverso, anziché riposare e poltrire qua e là.
Così convinse Joonmyeon di andare a cena fuori, un po’ incerto lo scrittore acconsentì dopo le svariate assicurazioni sul suo stato di salute, su quanto si sentisse abbastanza in forma da passare qualche ora fuori.
La cena trascorse tranquillamente, Joonmyeon portò il più piccolo in un ristorante vicino al mare volendo che si gustasse una cena vera e propria invece di cibo da strada comprato in qualche bancherella.
Non c’era tanta confusione all’interno del locale, così i due non ebbero difficoltà a comunicare e a godersi la cena nel migliore dei modi. Tutto era così squisito, dalle pietanze all’atmosfera che li circondava.
Quando Joonmyeon si allontanò per andare a pagare il conto, Yixing aspettò in disparte avvicinandosi alla grande finestra vicino al tavolo dove avevano consumato la loro cena. La finestra dava sul mare, guardò lontano, cercando l’orizzonte in quella grande distesa d’acqua nera, un lieve venticello si scontrò con i suoi lineamenti facendogli chiudere gli occhi nella beatitudine.
Con la vista fuori uso in quel momento, gli altri sensi erano allertati. L’udito catturò il rumore delle onde che si schiantavano sugli scogli e l’olfatto si inebriava di quell’odore di salsedine caratteristica della zona di mare.
Si rilassò a quelle sensazioni, era da un po’ che non sentiva quel tipo di pace. Da quando si era svegliato dal suo coma era tutto troppo stressante, c’era così tanto rumore nella sua testa che non gli permetteva di rilassarsi e con l’arrivo di Joonmyeon quei fastidi si erano accentuati.
Ma adesso, sembrava che tutto sarebbe andato nei migliori dei modi.
Il tatto, già il tatto in quel momento aveva percepito qualcosa. Si era teso per un momento alla presenza estranea ma riuscì ad intuire che quel palmo morbido che stava toccando la sua mano, posizionata sulla ringhiera, era di Joonmyeon.
“Va tutto bene?”
Nessuna risposta venne udita, allarmando così lo scrittore.
“Yixing…”
“Si, Joon.” Tirò un lungo respiro “Va tutto bene. Sto bene” disse riaprendo gli occhi incontrando quelli preoccupati dell’uomo.
Non dissero più nulla, il silenzio confortevole li accompagnò per tutto il tragitto verso la camera del resort.
Quando entrarono in camera e andarono a prepararsi per la notte, Yixing uscendo dal bagno notò che lo scrittore era già davanti al suo laptop mentre digitava appassionatamente le lettere.
Aveva catturato spesso il più grande fare il suo lavoro nell’arco delle giornate, non lo aveva mai disturbato, non voleva che magari per colpa sua avesse perso il punto o l’ispirazione. Così si trovava sempre ad ammirarlo da lontano, studiando i suoi lineamenti perfetti che ogni tanto si corrugavano quando qualche frase scritta non suonava di suo gradimento.
Ma quella sera era diverso. Yixing guardò l’orologio appeso al muro era quasi mezzanotte, da quando aveva soggiornato lì Joonmyeon aveva preso posto sul divano lasciando il letto all’ospite, e non gli sembrava corretto. E inoltre non voleva che finisse così quella serata, qualsiasi cosa che Joonmyeon stesse scrivendo poteva benissimo farlo anche sul letto della sua stanza.
“Ehy!”
“Ehy, stai bene?”
“Sembri Luhan.” Disse ridacchiando un po’ pensando all’ultima volta che il suo amico si prese cura di lui “Sempre così molto apprensivo” spiegò.
“Scusa…”
“No, no, va bene così… mi fa piacere che ti preoccupi.”
Il silenzio si impadronì di nuovo di loro, Yixing si avvicinò al tavolo dove Joonmyeon era seduto lasciandosi cadere su una delle sedie.
“Devi per forza farlo a quest’orario?” domandò lanciando un accenno verso al dispositivo.
“Oh…È sempre il momento giusto quando arriva l’ispirazione”
“Non potresti scrivere su un posto più comodo?”
“È comodo, ma forse…” guardò l’ora “si magari potrei continuare sul divano.”
Disse mentre si alzava per andare a preparare il suo “letto”. Yixing non sapeva come dirglielo, non voleva che dormisse lì, su quel divano che per quanto sembrasse comodo era pur sempre un divano.
“Potresti…” iniziò fermandosi per un secondo mordendosi il labbro inferiore “Potresti continuare di là?! Sul letto. Sul tuo letto.”
“C-cosa? No, Yixing va bene così, non voglio che tu stia sul divano.”
“Ma io voglio che tu stia sul tuo letto. Potresti…È abbastanza grande per due quindi…” concluse dando uno sguardo speranzoso verso lo scrittore.
Era tutto così imbarazzante che non sapeva neanche lui perché lo stesse facendo.
“Ne sei sicuro?” domandò lo scrittore per accettarsi che Yixing dicesse sul serio e che in realtà non fosse frutto della sua immaginazione. Ma quando il più piccolo fece cenno con la testa, era sicuro che tutto questo fosse vero. Così rilasciò un sorriso di gratitudine.
Quando i due furono a letto, Joonmyeon continuò il suo lavoro e, Yixing sdraiato guardava lo scrittore.
“È arrivata molto spesso ultimamente” spezzò il silenzio
“Mh? Chi?” disse lo scrittore abbassando leggermente gli occhiali da vista che stava indossando per riuscire a guardare meglio il più giovane.
“L’ispirazione. Cosa stai scrivendo?”
“Oh si, ultimamente ho trovato la mia musa.” Disse guardando direttamente gli occhi del cinese per fargli capire che la sua unica musa era lui. “Il mio nuovo romanzo”
“Oh! Di che cosa parla?”
“Amore, Yixing. Parla di amore.” Disse chiudendo il suo laptop posandolo sul comodino alla sua destra.
“E…e hai conoscenza di questo argomento?” domandò.
Non sapeva neanche lui perché avesse posto quella domanda fin troppo sfacciata, personale, intima. Ma voleva sapere, voleva conoscere Joonmyeon. Chi era veramente.
“No. No finché…” finché non ho conosciuto te  “Finché non sono arrivato sull’isola, sono qui per questo…” disse lasciando andare un piccolo sbadiglio “ Il mio editore mi ha spedito qui, lontano da Seoul, per trovare la giusta ispirazione che mi permettesse di scrivere un romanzo sull’amore.”
“Seoul non era in grado di darti la giusta ispirazione?”
“No, non proprio. Ho avuto un’infanzia e un’adolescenza particolare, quasi privo d’amore se non fosse stato per quello di mio fratello ma poi per il resto…” lasciò andare un sospiro ricordando i suoi genitori.
“Dai dormiamo che è tardi” cercò di chiudere lì la discussione, non volendo rovinare la meravigliosa serata con della storia triste.
“Ma..ma voglio sapere.” Yixing domandò timidamente.
“Non c’è molto da sapere. Una famiglia priva d’amore, io diverso dagli altri, estraniato nel mio mondo composto solo da una penna, un quaderno e…” portò una mano al petto corrugando la fronte pensando a quello che stava per dire.
“E un qualcosa che ho amato ad avere accanto per molti anni. Un aurea che mi dava sicurezza, coraggio, forza…Qualcosa di davvero profondo, platonico e oserei dire spirituale che ho amato finché non ho sentito che mi aveva abbandonato. Ma qui, in quest’isola l’ho trovata.”
“Hai trovato..?”
“Trovo che è ora di dormire. È davvero tardi. Buona notte Yixing.” Concluse, chiudendo gli occhi senza lasciare il modo al più piccolo di controbattere.
L’espressione del più piccolo si corrugò, domandandosi perché gli avesse dato quella risposta. Forse era stato troppo impertinente con le sue domande? Aveva offeso in qualche modo Joonmyeon? Non si fidava abbastanza per dargli una risposta vera e sincera?
La sua espressione si rilassò, mentre comprese che il più grande era caduto nel mondo dei sogni.
Sospirò continuando ad osservare la figura dell’uomo che gli dormiva accanto, studiò ancora per la millesima volta, da quando era lì, il suo profilo. Portò il suo dito indice verso il volto addormentato dello scrittore e percorse il profilo, senza realmente toccarlo, tracciando delle linee immaginarie. Costatò che Joonmyeon era davvero perfetto. Una bellezza pura ed eterea.
Con quell’immagine perfetta si lasciò cullare anche lui nel mondo dei sogni.




NA: Buonsalve!! Non manca molto alla fine della storia. 
Voglio solo ringraziare chiunque stia leggendo,  spero che sia di vostro gradimento. <3

 
  
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