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Autore: frencina    16/06/2009    1 recensioni
Protagonisti di questa storia sono il team del BAU ed Elisa Morandi, new entry creata dalla sottoscritta. Elisa è una donna di origini italiane che ì, fin da piccola, decide di fare la profiler. Ora il suo sogno sta per realizzarsi...
Genere: Drammatico, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1

Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.
Mahatma Gandhi


Eccitazione e panico, erano questi i sentimenti che si alternavano in Elisa mentre la metropolitana la avvicinava sempre di più alla sede dell’FBI di Quantico.
Quando, sette giorni prima, Emily le aveva telefonato dicendole che la squadra aveva bisogno di un nuovo membro, quasi non ci credeva.
-Appena l’ho saputo ho pensato subito a te e ne ho parlato immediatamente con Hotch che si è fatto mandare il tuo fascicolo da New York e ha deciso di darti un’opportunità autorizzando il tuo trasferimento!
Ovviamente deve essere lui a dirtelo, però in via ufficiosa sei già dei nostri!-
-Emily, hai realizzato il sogno della mia vita! Come potrò mai ringraziarti?-
-Superando l’Hotch-test!-
-Cioè?-
-Lo capirai-
-In ogni caso, ne ho tutte le intenzioni!-

Aveva conosciuto Emily all’Accademia ed erano subito diventate amiche; poi, avevano preso strade diverse: Elisa era andata a lavorare nella sede dell’FBI di New York, mentre Emily era andata nel Midwest. Nonostante questo la loro amicizia aveva resistito ed avevano continuato a sentirsi; era stato proprio in una di quelle occasioni che Elisa aveva manifestato ad Emily il desiderio di entrare nella squadra di Quantico come profiler. Era quello che aveva sempre voluto fare.
“Sono proprio felice di averti conosciuta Emily, sei davvero speciale” penso, mentre il vagone della metro sferragliava sulle rotaie.
Poi si ricordò che l’anno prima, in occasione del suo compleanno, Emily aveva organizzato una festa e l’aveva invitata insieme ai suoi colleghi del BAU. Erano davvero persone fantastiche: Penelope Garcia, la stravagante informatica che risponde col sorriso alle brutture che deve affrontare ogni giorno; JJ che ha scelto di non fare la profiler, ma ha il coraggio di sfogliare tutti i fascicoli e scegliere i casi da sottoporre al team; Derek Morgan, il bello della situazione che però sa essere anche sensibile e mette tutti a proprio agio Spencer Reid, il secchione timido e tenero che, nonostante tutto, riesce ancora a restare innocente. E, ripensando a quel ricordo affioratole alla mente quasi per caso, si rilassò.

Le porte della metro si aprirono e un leggero panico l’assalì: era arrivata, solo più qualche minuto di strada a piedi e poi avrebbe realizzato il suo sogno.
Durante il tragitto, spedì un SMS ad Emily: “Sono quasi arrivata, ma temo che le gambe non mi reggeranno fino al vostro ufficio” e la risposta non si fece attendere molto: “FORZA TESORO!!! Abbandona in strada il panico e rilassati. Sii te stessa e tutto andrà per il meglio.”
-Più facile a dirsi che a farsi- disse ad alta voce attraversando le porte scorrevoli dell’FBI e cercando di seguire il consiglio dell’amica.
Quando entrò nell’ascensore e le porte si chiusero alle sue spalle, sapeva che finalmente quel poco di panico che la seguiva ancora, era rimasto fuori e si sentì parte di quel mondo.

Quando arrivò al piano indicatole da Emily e le porte dell’ascensore si aprirono, lei era li ad aspettarla e Elisa si sentì a casa.
-Finalmente! Pensavo non arrivassi più!- le disse Emily mentre l’abbracciava.
-Ho dovuto pizzicarmi un paio di volte mentre ero qui fuori per capire se non era un sogno!-
-Vieni che ti presento il resto della squadra- e la accompagnò alla sua scrivania dove l’aspettavano quei volti che ora riprendevano forma nella sua memoria.
-Forse ti ricorderai di loro-
-Si, certo, erano alla festa per il tuo compleanno l’anno scorso. Piacere di rivedervi- e iniziando a parlare con loro, si sciolse tutta la tensione che l’aveva accompagnata fino a quel momento.
-Giusto per rinfrescarti la memoria, te li ripresento tutti: lui è il nostro bel Derek Morgan, chi non vorrebbe essere arrestata da lui-
-Piacere di rivederti Elisa-
-E’ un piacere anche per me-
-Lui è l’enciclopedia della squadra, Spencer Reid-
-Ciao!-
-Ciao!
-La nostra super informatica Penelope Garcia-
-Benvenuta nella nostra grande famiglia!-
-Grazie Penelope!-
-E ultima ma non ultima, la nostra preziosa JJ-
-Ciao, piacere di rivederti!-
-Il piacere è tutto mio ragazzi, sono davvero felice di poter lavorare con voi!-
-Io però al compleanno di Prentiss non c’ero l’anno scorso- disse David Rossi alle loro spalle.
-Oh, è vero, quasi ti dimenticavo! Elisa Morandi, ti presento l’Agente Speciale David Rossi-
-Piacere di conoscerti. Posso darti del tu visto che ora sei dei nostri?-
-Certo, molto piacere signore-
-Niente signore, siamo colleghi. Ora scusate, ma ve la devo rubre un attimo, l’Agente Hotchner la vuole nel suo ufficio.-
Mentre Rossi l’accompagnava dal suo nuovo capo, Elisa pensava a quanto fosse piacevole aver scoperto che le persone con cui avrebbe diviso le sue giornate da quel giorno in avanti si ricordavano di lei anche a distanza di un anno.

Arrivati davanti all’ufficio, David bussò alla porta.
-Avanti-
-Hotch, ti presento l’Agente Elisa Morandi-
-Piacere di conoscerla signorina Morandi. Io sono Aaron Hotchner- disse il suo nuovo capo alzandosi dalla scrivania.
“Non è un uomo facile al sorriso. Normalmente tutte le persone, quando gliene viene presentata un’altra, abbozzano un sorriso, anch’io l’ho fatto…lui invece no…” pensò guardando in quegli occhi scuri e scorgendovi un’infinita tristezza.
-Piacere mio Agente Hotchner-
-Si accomodi pure, vorrei fare due chiacchiere con lei- le disse indicandole una sedia vuota di fronte alla sua scrivania. Elisa si sedette e lui fece lo stesso.
-So che a New York lei si occupava dei così detti “Crimini dei Colletti Bianchi”-
-Si, esatto-
-E cosa l’ha spinta a chiedere il trasferimento al BAU?-
-I miei studi al College erano prevalentemente di Psicologia, la Giurisprudenza è arrivata in un secondo momento-
-Però, come primo impiego, non ha scelto un posto dove mettere a frutto i suoi studi di Psicologia-
-E’ vero, ma quando ho finito il corso all’Accademia, non c’era necessità di persone specializzate in Psicologia.-
-Sarò sincero, il suo curriculum è ottimo per quello che riguarda i “Colletti Bianchi”, però non sono convinto che lei sia adatta a fare la profiler-
Le uniche parole che non avrebbe mai voluto sentirsi dire erano proprio quelle e Hotchner le aveva appena pronunciate. Come poteva lui giudicarla così, senza conoscerla, senza nemmeno averle parlato per un minuto?! Di sicuro lei non aveva la presunzione di sentirsi un’abile psicologa, però i voti migliori li aveva sempre ottenuti durante gli anni passati a Psicologia e non durante quelli trascorsi a Legge.
-Io non ho l’esperienza e la competenza necessarie a giudicare la mia capacità di profiler, però non capisco come lei possa affermarlo così con certezza senza avermi fatto neanche una domanda per mettere alla prova le mie abilità in tal senso-
“E’ dotata di personalità, non c’è dubbio. Non sono molte le persone che al primo incontro con il loro capo avrebbero il coraggio di dire quello che lei ha appena detto a me” pensò Hotch e, incrociando lo sguardo di David alle spalle della ragazza, capiva che anche lui stava pensando qualcosa di molto simile a lui. Era altrettanto certo che, su David, Elisa avesse fatto subito una buona impressione ed era sicuro che anche il resto della squadra la pensava come lui. Hotch li ammirava. Erano in grado di fidarsi del prossimo quasi senza riserve mentre lui, invece, non ne era più capace. E lo dimostrava quello che aveva appena detto alla donna seduta davanti a lui.
-Le do una possibilità, ma una sola. Al primo errore è fuori. Per ora dividerà la scrivania con l’Agente Prentiss-
“Ecco l’Hotch-test” pensò Elisa.
-Ed io accetto la sfida con molto piacere-
“Questo proprio non me l’aspettavo” disse David tra se e se e mentre Hotchner congedava la nuova arrivata, gli si avvicinò e gli chiese:
-Pensi davvero quello che le hai detto, anche ora che hai visto di che pasta è fatta?-
-Il fatto che sappia tener testa ad un suo superiore non vuol dire che sia in grado di fare la profiler-
-Hai capito quello che voglio dire-
Si, lo aveva capito, ma non voleva rispondere e così proseguì per la sua strada:
-Ha passato gli anni dopo l’Accademia a combattere contro i “Colletti Bianchi” a colpi di Costituzione, Emendamenti ed articoli di legge-
-Mi sembra che anche tu abbia fatto lo stesso percorso, più o meno. Non ti dico che devi fidarti ciecamente di lei, però cerca almeno di darle una possibilità-
-E’ quello che ho appena fatto-
-Di nuovo hai capito quello che volevo dire- e uscì dall’ufficio rivolgendo un sorriso sarcastico all’amico.

Si, Hotch aveva capito perfettamente quello che David voleva dirgli, ma non era facile per lui fidarsi subito del prossimo, non dopo quello che gli era appena successo. Non poteva permettersi di abbassare la guardia con Elisa Morandi anche se gli aveva fatto una buona impressione proprio come al resto del gruppo. Credeva fermamente di aver reclutato un ottimo elemento per la squadra, però non poteva dimostrarlo adesso. Rimasto solo, prese il fascicolo di Elisa e tornò a leggerlo finché non arrivò JJ a distoglierlo da quella lettura.
-Mi dispiace disturbarti, Hotch, ma c’è un nuovo caso che ci aspetta-
-Arrivo subito JJ-

Quando uscì dall’ufficio di Hotch, Elisa era felice e arrabbiata allo stesso tempo. Non riusciva più a ricordare la tristezza negli occhi scuri e profondi dell’uomo che fino a poco prima le era davanti; ora riusciva solo a pensare che fosse egocentrico, presuntuoso ed odioso! Però adorava le sfide e quella che le aveva appena lanciato il suo nuovo capo la emozionava più di tante altre che aveva affrontato in precedenza.
A distrarla dal pensiero di Hotchner arrivò Emily:
-Allora, com’è andata?-
-Bene! Da oggi e fino a nuovo ordine dividerò la scrivania con te!-
-Lo sapevo! Sono davvero felice!- e l’abbracciò.
Insieme scesero la scaletta che separava l’ufficio del loro capo dalle scrivanie dove il resto della squadra le aspettava per congratularsi ufficialmente con Elisa.

Poco dopo loro, scese anche JJ che dopo essersi complimentata con Elisa, disse:
-Mi dispiace interrompervi, ma c’è del lavoro per noi-
E tutti, compresa Elisa, la seguirono nella sala riunioni.

  
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