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Autore: Midnight Sunflower    24/08/2017    2 recensioni
[Post The Winter Soldier e Pre Age of Ultron]
Dal testo:
«Ci sono milioni di pesci nell’oceano, ma io sono una sirena.» borbottò a un certo punto Clint, con la bottiglia di birra stretta in mano e la vista appannata dai fumi dell’alcool.
Oscillò pericolosamente in avanti, riuscendo per un pelo ad aggrapparsi al bancone dei liquori e a recuperare l’equilibrio prima di cadere.
«Gesù… è già ubriaco?» chiese Rhodey, sgranando leggermente gli occhi e voltandosi in direzione degli altri, seduti o semi sdraiati sulle morbide e comode penisole in pelle bianca posizionate davanti al megaschermo full HD.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota: questa storia si colloca temporalmente tra “Captain America: The Winter Soldier” e “Avengers: Age of Ultron”.
 

I’m the Little Mermaid, y’all!
 

Il cielo di New York era terso e tappezzato da piccole e luminose stelle e gli Avengers e i loro amici erano tutti riuniti nella sala ricreativa della Stark Tower, intenti a trascorrere insieme una bella e piacevole serata di inizio settembre.
Nel primo pomeriggio, gli Eroi più Potenti della Terra erano rientrati dalla Bolivia e Tony aveva insistito per festeggiare l’esito positivo della difficile e delicata missione che erano riusciti a portare a termine: smantellare un pericoloso cartello dedito al contrabbando di 0-8-4 non era stato semplice, ma grazie a Natasha e alle sue straordinarie abilità di spia avevano fatto ritorno alla base in tempo per l’inizio della prima partita della nuova stagione del campionato della NFL.
Nel “salotto” della Torre risuonava un allegro e assordante chiacchiericcio e visti da fuori, i presenti sembravano tutto fuorché supereroi e superspie. Ogni tanto era importante per loro recuperare il contatto con quella normalità che il lavoro faceva sembrare solo un debole e lontano miraggio.

«Ci sono milioni di pesci nell’oceano, ma io sono una sirena» borbottò a un certo punto Clint, con la bottiglia di birra stretta in mano e la vista appannata dai fumi dell’alcool.
Oscillò pericolosamente in avanti, riuscendo per un pelo ad aggrapparsi al bancone dei liquori e a recuperare l’equilibrio prima di cadere.

«Gesù… è già ubriaco?» chiese Rhodey, sgranando leggermente gli occhi e voltandosi in direzione degli altri, seduti o semi sdraiati sulle morbide e comode penisole in pelle bianca posizionate davanti al megaschermo full HD.

In meno di mezzo secondo, Clint era riuscito a catalizzare su di sé l’attenzione di tutti.
I più discreti, come Bruce e Steve, si erano limitati a distogliere lo sguardo tentando di celare alla bell’e meglio le loro espressioni divertite.
Thor si era rivolto a Maria chiedendo cosa fosse una sirena e lei aveva iniziato a raccontare pazientemente tutta la trama del cartone animato della Disney (inizialmente era stata sul punto di giocare la carta dell’Odissea omerica, ma subito si era resa conto che in quel caso sarebbe incappata in un numero indefinito di domande su Odisseo&Friends e avrebbe sicuramente trascorso tutta la serata a spiegare miti e leggende a uno che per i più era un mito vivente – norreno e non greco, sì, ma sempre di mitologia si trattava).
Sam, poverino, era scoppiato a ridere improvvisamente mentre stava bevendo e aveva rischiato di strozzarsi con l’acqua. Quella sera le sue solite “reazioni di pancia” gli stavano per giocare un brutto scherzo.
L’unica che aveva mantenuto un autocontrollo invidiabile, quasi da dare l’impressione di star assistendo a una scena di "ordinaria amministrazione”, era stata Natasha.

Dopo qualche secondo, in cui otto paia di occhi di diverso colore erano stati puntati in contemporanea sull’arciere, lei decise di rispondere alla domanda di Rhodey.
«No…» disse dopo aver bevuto un sorso birra, piegando le labbra in un sorriso sghembo. «Gli piacciono solo tanto le sirene» aggiunse con ironia, lanciando a Barton un’occhiata divertita e portandosi nuovamente la bottiglia alle labbra vermiglie.
Tranne lei, nessuno avrebbe potuto anche solo lontanamente immaginare chi avesse trasmesso quella passione al caro Clinton Francis Barton!

«Avrà bevuto sì e no mezza bionda…» esclamò Tony, stupefatto dalle condizioni in cui si era ridotto l’amico con una minima quantità di alcool in corpo.
Sperava che J.A.R.V.I.S. stesse filmando tutto con le telecamere a circuito chiuso, perché aveva deciso che Hawkeye in versione sbronzo logorroico sarebbe diventato il tormentone delle prossime riunioni con i colleghi Avengers.

«Sono la Sirenetta, ragazzi!» urlò Clint con le braccia spalancate, salendo sopra uno dei tanti puf rigidi e quadrati disseminati vicino alla zona tv.

«Capsicle, Point Break!» sbraitò energicamente Tony, puntando un dito contro Becco di Falco e richiamando l’attenzione degli altri due biondi del gruppo. «Placcate Barton e fatelo scendere immediatamente da lì sopra, prima che decida di deliziarci con la versione a cappella di “Parte del tuo modo” con addosso solo due minuscole conchiglie viola!»
 
 
L'angolino della scribacchina
Neanch’io sono rimasta indifferente al fascino del tormentone “I’m Mary Poppins, y’all”, che chi ha visto il secondo film dei Guardiani della Galassia conosce molto bene, e per il mio headcanon dedicato a Clint ho scomodato un grande classico Disney. A trasmettere al nostro arciere la "passione" per le sirene è stata nientepopodimeno che la sua figlioletta, che lo costringe a vedere in loop "La Sirenetta" ogni volta che il poverino torna a casa da una missione.
L’Occhio di Falco di questa storia è molto vicino a quello dei fumetti, soprattutto a quello post run di Fraction, al quale ne capitano di tutti i colori. Nel MCU il lato più clownesco del carattere di Clint non è stato ancora ampiamente esplorato, ma spero che presto avvenga un cambiamento di rotta.

Grazie a chi è giunto sin qui e spero di avervi strappato un sorriso.

Un abbraccio,

Alessia
   
 
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