Io sono una gatta, e questo significa che sono
bellissima.
Non c’è nulla che non vada in me. Sono perfetta. Armoniosa. Ho grandi occhi
blu, il pelo morbido e lucido. Sono la gatta più bella del mondo, e non è solo
un mio pensiero. Oh no, mio caro pubblico, vi vedo scrollare la testa e dire
che sono solo l’ennesimo felino viziato. Sono la gatta più bella del mondo, e
anche la donna che mi sta spazzolando con dedizione è d’accordo. Mi riempie di
lodi, di buffetti affettuosi, dice che sono la micia più carina che esista.
-Come si chiama?-
-Uhm…Elsa.-
Se dite :“ Oh come la biondina di Frozen!” Vi graffio tutti.
Christophe non sembra interessato ai tentativi di approccio della ragazza, ai
suoi sguardi languidi, e al modo disperato in cui cerca di invogliarlo a
guardarle il seno. Vorrei dirle che non c’è trippa per gatte, tranne che per la
sottoscritta, ma è questa la mia unica limitazione, non so parlare l’umanese. Mi limito a infilarle le unghie nel braccio, e
a miagolare infastidita, Chris si gira subito, e la ragazza, sembra accorgersi
solo in questo momento che, nel suo delirio di adorazione, mi è quasi salita
sopra.
-Che fa, signorina?-
-Oh, scusi. Volevo prendere una spazzola.-
Sì, dai, lo sappiamo che spazzola vorrebbe prendere. Oh non fatemi essere
volgare, questa dovrebbe essere una storia a rating verde, massimo giallo. La toelettatrice
torna a lavoro, ha le guance rosse per l’imbarazzo. Poverina, pensava di poter
aver fortuna, sapete, il classico incontro che ti cambia la vita. Lui è
bellissimo, tu sei la classica sfigata da romanzetto rosa, e prima che il sole
tramonti siete a scopare in una camera d’albergo.
Oh povera piccola, mi dispiace, questa è la vita vera, e lui non è Christian
Grey*
È molto meglio, ma non lo saprai.
In auto Chris decide che è l’ultima volta che andiamo da questa toelettatrice,
non è la prima volta che mi sale sopra nel disperato tentativo di farsi vedere -Meglio
tornare da Luis, è molto più caro, ma almeno non cerca di farsi guardare il
pacco ogni volta che può.-
Sì, ma in compenso guarda il tuo ogni volta che può.
... Decisamente questa non sarà una storia a rating verde.
-Che c’è gioia?- mi chiede piegandosi sul
trasportino.
Oh quanto vorrei che tu mi capissi, brutto idiota.
È venerdì, questo vuol dire che il ragazzo a cui Chris è avvinghiato è il sesto
della settimana (lunedì ha avuto una
combo con due gemelli, una cosa così imbarazzante, che non sto qui a
raccontare) li guardo passare dalla mia cesta, spogliandosi a vicenda, e
lanciando vestiti ovunque. Certo che gli umani sono davvero …Uhm? Qualcosa mi
arriva dritto sul naso, è caldo, umido. Tiro fuori la testa e l’annuso.
SONO MUTANDE!
Inizio a soffiare e a miagolare mentre cerco di togliermele di dosso. Mio Dio,
il mio pelo, il mio bellissimo e splendido pelo!-Ehi, spostati, non senti la
mia gatta che si lamenta?-
-Che ti frega, dai torna qui!- A giudicare dall’urletto del tipo, Chris deve avergli
mollato una gomitata. Accende la luce e
per un attimo rimane immobile a guardarmi. Mi sono incastrata negli slip con le
zampe anteriori e la testa in un buco, le zampe posteriori e la coda nell’altro.
Mi guarda.
Io lo guardo.
Prendo il cellulare e mi fa una foto, sto stronzo!
-Oh poverina, vieni qui.- mi toglie le mutande di dosso. Sono sporca, mio Dio
sono sporca. Provo a pulirmi a lappate, ma Chris me lo impedisce. Sono furiosa,
sento tutti gli antenati tigri, leoni, etc, invocare vendetta per l’onta che ho
subito. Soffio in direzione del tizio che è rimasto a letto. Quello non sembra
curarsene, sorride, convinto che avrà ancora fortuna questa sera.
-Visto, sta bene. Torna a letto.- miagola. Ehi, sono io l’unica che può
utilizzare quel tono qui!
-No, va a casa.- Chris afferra le mutande
che mi ha tolto di dosso e glie le lancia -Devo pulirla.-
-È coperta di sborra, poveretta.-
-Sei serio?-
-Guarda qui.-
-Oh buon Dio!-
Qualcuno sposta un lembo del copriletto, e una faccia a me conosciuta spunta. Conosco
la persona che si è affacciato per guardare che sto facendo sotto il letto di
Christophe, c’era anche lui quella sera, quando
stavo per morire. È successo dieci anni fa, sì, non sembra, ma sono una
gatta piuttosto anziana. Avevo aperto gli occhi da pochi giorni, mia madre era
una bellissima gattona tartarugata e aveva cinque fratelli. Non ricordo bene i
loro musi, ma il loro calore …Oh sì, quello lo ricordo ancora.
Vivevamo in una scatola, una donna ci aveva promesso che ci avrebbe trovato una
casa, ma nelle settimane che ho vissuto con la mia famiglia, si è limitata a
portare del cibo. Poco male, mia madre poteva nutrirsi e se lei poteva
nutrirsi, anche noi potevamo mangiare.
Era buio, non so che ora fosse, all’interno della scatola, la luce dei lampioni
ci illuminava a malapena. La mamma ci stava raccontando di quando, molto
piccola, viveva con una famiglia umana “ Bob mi abbandonò quando sua moglie
stava per avere dei cuccioli, mi disse che non poteva correre rischio di farla
ammalare.”
Io non riuscivo a capire, noi facciamo ammalare gli umani?
È per questo che, quando quei ragazzi ci presero, pensai che fossero venuti per
farcela pagare, magari avevamo fatto ammalare qualcuno senza volerlo, era colpa
nostra. Mamma tentò di proteggerci con tutte le sue forze, era una guerriera, ma
quelli avevano i bastoni.
La atterrarono con un colpo, e con il resto, la fecero a pezzi. Poi passarono a
dare la caccia a me e ai miei fratellini.
Sono morti tutti, uno dopo l’altro, spappolati come la nostra mamma. Io ero sul
punto di fare quella fine, quando una voce chiese che stava succedendo. Umani
contro umani. Due contro cinque, ero certa che anche loro sarebbero finiti
spappolati, ma invece sono riusciti a scacciare i nostri aggressori... Poi uno
di loro andò ad affasciarsi sotto la macchina dove mi ero rintanata.
Era un giovane umano, come gli altri, con i capelli biondi e ricci e gli
occhiali da vista sul naso. Aveva del sangue in faccia, e sulle mani.
-Etienne, se n’è salvato uno, vieni qui!-
Ho combattuto, proprio come avrebbe fatto mia madre. Non volevo farmi prendere,
per quello che ne sapevo, quei due avrebbero potuto spellarmi viva per farsi un
paio di guanti. Graffiavo, mordevo, Chris ha ancora il segno sulla mano, fra il
pollice e l’indice della mano destra della mia difesa disperata.
Alla fine ho ceduto, ero solo una cucciola e mi hanno portato a casa.
-Vieni qui, Elsa. Dai su.- Etienne muove le dita per invitarmi ad avvicinarmi -
Dai ti faccio un bel bagnetto.-
Niente da fare. Non mi muoverò da qui fino a quando Chris non smetterà di
portarsene a casa uno diverso ogni sera.
-Beh, anche io sarei incazzato se fossi pieno di sborra.-
-Effettivamente.-
Uhm… Mi sta venendo un’idea.
Ho deciso, devo trovare un fidanzato al mio padrone, e so già chi è il
candidato perfetto. Devo solo capire come fare.
Ah, ovviamente, il candidato perfetto è il bel moretto di poco prima. Mi pare
ovvio no?
Ogni volta che Chris esce, e mi lascia da sola con la pet-sitter, mi piazzo
accanto a lei per seguire gli stupidi film d’amore che le piacciono tanto. Sono
sempre uguali, fateci caso pubblico, lei incontra lui, sorrisi, ammiccamenti,
grosso guaio che li avvicina, e boom, vissero sempre felici e contenti.
Bene, posso farcela. Non ci vuole nulla.
Fase uno: Abbattere le barriere fisiche.
Ho notato che gli umani adorano quando noi gatti facciamo qualcosa di stupido.
iniziano a fare vocine strane, ci riempiono di carezze e di foto. Ovviamente Chris
non è diverso da un normale padrone di gatti, e così, quando mi vede
trotterellare in giro con sul capo uno dei suoi calzini, inizia a ridere e
cerca subito il cellulare per farmi una foto -Etienne, vieni qui, guardala!-
-Come diavolo ha fatto a cacciarsi in testa uno dei tuoi calzini?-
Fidatevi di me , pubblico, non volete saperlo.
Chris mi riempie di foto, e Etienne si china per accarezzarmi. Mi siedo sui
posteriori e lascio che mi sprimacci, mentre agito la testa qua e là per
seguire le sue carezze - Ehi, siamo affettuose oggi?- mi chiede.
No, ma spero che molto presto lo sarete voi due tra di voi.
Chris si abbassa per accarezzarmi anche lui, e quando vedo la sua mano
abbastanza vicina, mi tolgo di botto. Poggia la mano su quella di Etienne e
entrambi si immobilizzano.
-Oh scusa.- esclama Chris tirandosi su di scatto.
-Fa niente.- gli fa eco Etienne.
Oh umani, siete così adorabili.
Ho notato anche che avete un pessimo senso dell’equilibrio. Non Chris
ovviamente, che con il lavoro che fa, potrebbe cadere in piedi come faccio io,
anche se buttato dalla finestra, ma Etienne. Così, non appena
mi passa accanto, mi infilo fra i suoi piedi con il chiaro intento di farlo
inciampare. Ci riesco, ovviamente, io riesco sempre in tutto, e lo vede
crollare in avanti addosso a Chris.
Rimangono immobili, Chris con in mano la ciotola di cereali da una parte e la
bottiglia di latte dall’altra, e Etienne addosso a lui.
Awww, carini, adesso fatevi le fusa l’un l’altro. Ehi, no, dove andate?
Uffa!
-Si vabbè, perché si è bloccato?-
-Perché dovesti comprarti un pc nuovo? Quanti anni ha quel portatile?-
Etienne fa una smorfia, parecchi anni. Chris
si siede di fronte a lui sul divano. Da che
ho capito, ha studiato per saperci fare con quelle robe lì. Si tira il computer
sulle ginocchia, e preme alcuni tasti. Etienne si avvicina per guardare che sta
facendo, hanno le testa vicine, è il mio
momento.
Inizio a correre in giro per la stanza, come faccio sempre quando voglio
sgranchire le zampe, e quando i due meno se l’aspettano, salto sul divano, mi arrampico sulla
spalliera e sbatto contro la testa di Chris. Si ritrovano naso contro naso, per
noi gatti sarebbe già un gesto d’affetto questo, ma gli uomini sono più
rumorosi.
Avanti. Avanti. Non fatevi pregare.
Etienne si tira indietro con talmente tanta foga da cadere a sedere giù dal
puff su cui era seduto, e Chris lo segue con lo sguardo - Sei arrossito?- gli
chiede.
-No, non sono arrossito.- balbetta Etienne infilando la giacca.
Sì, che sei arrossito, maledizione!
-Sì, che sei arrossito.-
Diglielo Chris!
-Non sei così calamita sessuale come pensi.-
Per te lo è… Va che puzza di ormoni che si sente in giro.
-Sarà come dici tu.- Chris ridacchia e io me la godo. Si è risvegliato il suo
interesse, molto bene.
Fase due…No, fanculo le fasi! Quei
due devono mettersi assieme, ne va del mio onore di gatta!
Ho notato che Chris si fa trovare spesso e volentieri in déshabillé, adora Etienne andare in paranoia a vederlo
girare per casa in mutande, se è fortunato o con solo un asciugamani, se non lo
è. Anche io ci metto del mio,
aggrappandomi all’asciugamano, per farlo rimanere nudo, proprio quando Etienne
ha alzato gli occhi dal computer o miagolando come se ne andasse della mia
vita, proprio quando si sta cambiando.
Povero ragazzo, è una guerra che non può vincere, anche se ci prova.
Depone le armi dopo una settimana. Chris ha avuto la faccia tosta di
presentarsi completamente nudo, e dopo aver visto Etienne cambiare diverse
tonalità di rosso, ho capito che era fatta. L’ha preso per un braccio, l’ha
trascinato in camera, e dopo è stato solo rumore di molle e colpi della
testiera del letto contro il muro.
Aaah, vittoria! Meritatissima vittoria.
Che vuol dire che non ho fatto nulla, ehi rileggete la storia, è merito mio se
a quei due si è risvegliato l’ormone!
Sto sonnecchiando quando la luce della cucina si accende, Etienne prende
qualcosa dal frigorifero, e io lo
guardo interessata. Non è ora della pappa, che sta facendo?
Mi mette accanto la ciotola piena di crocchette e mi accarezza la groppa -Festeggia anche tu.-
Lo guardo tornare in camera, e me la rido.
Sì, ho scelto proprio un bel fidanzato per il mio padrone.
Fine
È la cosa più stupida che è mai apparsa su EFP lo so. Dopo di questa sparirò
dal fandom, lo prometto *piglia su le
valigie e fugge via*
*Elsa si riferisce al protagonista di 50
sfumature di Grigio.