La professoressa Mills guarda rapidamente l’orologio prima di dare il via al compito in classe di matematica.
Stiles legge velocemente gli esercizi della prima pagina e scuote leggermente la testa. Gira velocemente il foglio ed osserva i due problemi finali che sembrano davvero incomprensibili. Prende fiato, posando la matita sul banco e chiude gli occhi. Non deve davvero andare male a questo compito o suo padre gli confischerà il Nintendo per tre settimane.

Prova a riaprire gli occhi, lentamente ed uno alla volta, per sperare in un cambiamento improvviso negli esercizi ma no… loro sono sempre lì.
“Stiles!” un sussurro proveniente dalla sua destra. Scott lo sta guardando, cercando di coprirsi la bocca con la mano per non essere beccato dalla professoressa. “Riesci a fare qualcosa?” domanda il suo migliore amico speranzoso. Per sua sfortuna, Stiles scuote la testa e la poggia sul banco.
Il tempo passa, tutti sono concentrati sul compito e Stiles disegna cerchi sul foglio. All’improvviso, un’idea fa accendere la famosa lampadina. Sorride compiaciuto e si allunga leggermente in avanti. Oltre i capelli lunghi color rosso fragola, la mano di Lydia scrive veloce i risultati degli esercizi.

Cerca di mettere a fuoco i numeri scritti in matita senza farsi notare troppo dalla professoressa – cosa davvero difficile per lui – e farsi annullare il compito non è davvero nei suoi programmi. Avvicina leggermente il banco, provocando uno stridio davvero orribile che fa voltare tutti nella sua direzione.
Come non farsi notare parte tremila.
La Mills lo guarda malissimo e sta per aprir bocca ma Stiles la precede urlando un “il Sole mi dava fastidio e così mi sono spostato”. Per sua fortuna la donna decide di lasciar correre e tornare a fissare il registro di classe.
Sospira, grato della sua prontezza nel riuscire a cavarsela nelle situazioni disperate. Lancia ancora un’occhiata verso il foglio di Lydia e copia qualche esercizio.

“Non copiare” sussurra la ragazza accennando ad un movimento con la testa verso Stiles. Percepisce una leggera tensione della sua voce e osserva come la presa sulla matita è leggermente aumentata.
“Ehi, per chi mi hai preso?!” cerca di difendersi. “Stavo solo osservando se anche le tue risposte andassero bene. Io non stavo copiando” continua a borbottare.
Lydia scuote la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli, e torna al suo compito.

La professoressa Mills cammina tra i banchi, lanciando qualche occhiata ai compiti dei suoi alunni. Si ferma un secondo tra Stiles e Scott – che non alzano di un centimetro la testa dal banco – prima di passare oltre.
La matita corre di nuovo sul banco a scarabocchiare fin quando Stiles non nota che Lydia ha spostato leggermente i fogli verso sinistra. Il suo viso si illumina e gira subito la pagina per completare il compito.

La campanella suona la fine della lezione e Stiles scrive il suo nome in fretta e furia prima di consegnare tutto alla professoressa e correre verso Scott per andare in mensa.
Mentre esce dall’aula scorge Lydia e cerca di accennare ad un sorriso – davvero impacciato – come ringraziamento. La ragazza si gira e cammina verso il suo armadietto, cercando ancora una volta di dimostrarsi impassibile.