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Autore: eleCorti    03/09/2017    1 recensioni
Ultima chiamata per il volo diretto a Londra... ecco la tanto attesa chiamata. Mark guardò per l’ultima volta l’entrata dell’aeroporto, ma di lei nessuna traccia. Sbuffò e prese il suo trolley, pronto a dirigersi verso il gate.
“Mark! Aspetta!” una scarica di adrenalina lo pervase. Si voltò: Strawberry stava correndo verso di lui. Le sorrise di rimando. Aveva sperato fino all’ultimo che la sua ragazza arrivasse in tempo e finalmente era giunta lì.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Errore?
 
Sgranò gli occhi. Non poteva credere a ciò che stava accadendo: Ryan - il suo ragazzo - e Strawberry si stavano baciando. Un bacio piccolo e casto, vero, ma pur sempre un bacio. E lei non poteva sopportare una cosa del genere. Si aggrappò alla manigilia della porta, facendola cigolare. I due giovani all'interno della stanza sussultarono. Entrambi si girarono verso la porta semi aperta, e videro una chioma bionda che stava fuggendo via. Berry.
Ryan si alzò di scatto, correndole dietro. E Strawberry rimase lì, da sola. Triste. Sconsolata. Era vero che Berry era la sua ragazza e lei non aveva il diritto di sentirsi sofferente, ma vedere il ragazzo di cui si era scoperta innamorata correre dietro ad un'altra, le spezzava il cuore in mille pezzi, come uno specchio che s'infrange al suolo, rompendosi in mille pezzettini.
Ryan, intanto, correva per raggiungere Berry. Era stato uno stupido, un'idiota a ferirla in quel modo. si sentiva tremendamente in colpa. Ecco, l'aveva raggiunta. Le afferrò un braccio, facendola voltare verso di sé. Aveva gli occhi lucidi, rossi pieni di lacrime.
"Berry..." cercò di dirle ma lei cercava di divincolarsi dalla sua presa salda, ma invano.
"Ascolta..." cercò ancora di parlarle ma lei si dimenava, nel vano tentativo di liberarsi dalla sua salda presa.
"No! Non voglio!" gridò cercando di liberarsi dalla quella morsa.
"Ti prego, ascoltami, E' stato un'incidente cercò di spiegarle. Ma forse, aveva usato le parole sbagliate. Le aveva dette solo per rassicurare la sua ragazza, poiché non pensava che quel bacio fosse un'incidente. Anzi, tutt'altro.
"Un'incidente..." ripeté lei. Un'incidente... volle illudersi che fosse davvero così.Forse era stata una stupida a pensarlo.
"Sì davvero. Mi dispiace. Puoi perdonarmi?" moll• la salda presa sul braccio della giovane, per posarle una mano sul viso, aggiustandole una ciocca bionda che ricadeva sul viso. Si sentiva tremendamente in colpa verso di lei, ma forse avrebbe fatto meglio ad essere gi… in quel momento sincero con lei. Prima, magari, di commettere un errore.
"Io... sì" chiuse gli occhi e sospirò. Doveva fidarsi di lui, non doveva essere gelosa e oppressiva, o invadente, doveva godersi al meglio il loro rapporto.
"Grazie..." sospirò anche lui. Poi la abbraccò Le posò anche un piccolo, casto bacio. Ma anche in quel caso, c'era qualcuno che li osservava Strawberry.
****

 
Aveva deciso di uscire da quella stanza e di andarsene a casa. Era tardi e non aveva senso rimanere lì. Tanto Ryan era corso dietro Berry e lei non aveva più niente da fare al Mew Café. Ma quando era giunta al piano di sotto, dove c'erano i tavolini, si era trovata davanti una spiacevole sorpresa: Ryan e Berry, i quali evidentamente avevano fatto pace, che si stavano scambiando una dolce effusione. Si sentiva oppressa, sentiva che stava per rimettere. Le lacrime che premevano per uscire. Ma lei doveva essere forte, perch‚ non poteva avere la prepotenza di mettere ai quattro venti un'amore che mai avrebbe dovuto provare, un amore proibito.
"Avete fatto pace..." cercò di fingere un sorriso, anhe se dentro piangeva. I due - che si erano staccati - fissavano la giovane dai capelli rossi.
"Sì" Berry - incoscente del fatto che la sua amica provasse qualcosa per il suo ragazzo - si era stretta al braccio di Ryan.
"Sono felice..." chiuse gli occhi, mentre la bocca si incurvava ancora di più in un finto sorriso. Sorriso che Berry ricambiò. Ryan, invece, guardava Strawberry con un'aria colpevole, con un'aria nostalgica, quasi che sentisse la mancanza di quel breve contatto che avevano avuto poco prima, e che si sentisse in colpa per non averlo approfondito.
"Bene, adesso io andrei a casa. Si è fatto tardi" strizzò ancora di più gli occhi, portando all'esasperazione quel finto sorriso. Poi si girò dall'altro lato e scappò via, senza dare il tempo ai due ragazzi di salutarla. Ryan era ancora più confuso. Confuso e colpevole.
*****

 
Casa. Casa dolce casa. Si butt• sul letto, non appena varcò la soglia della sua stanza. Voleva solo sprofondare in un sonno così profondo da non risvegliarsi mai più. Dimenticare tutto e tutti. Dimenticare Mark, dimenticare Ryan, dimenticare gli uomini che la facevano solo soffrire. Tutto. Dimenticare tutto e partire da zero. Ma chi prendeva in giro? Come poteva ripartire da zero, con l'oggetto dei suoi pensieri che le ronzava intorno ogni giorno? Poteva lasciare il Caf‚ Mew, ma in quel caso non avrebbe rivisto le sue più care amiche, quelle con cui aveva condiviso le gioie e i dolori della vita. E allora che fare? Poteva andare al lavoro, e stare il più lontano possibile da Berry, ma ormai anche con lei era diventata amica e con quale coraggio avrebbe potuto dirle ehi Berry, guarda che sono innamorata del tuo ragazzo. La ragazza l'avrebbe sicuramente presa male e si sarebbe allontanata da lei.
Si mise le mani ai capelli, rotolandosi nel letto, cadendo nella disperazione più totale. Come avrebbe affrontato quei due? Non lo sapeva. Ma di una cosa era certa: domani, dopo la scuola, sarebbe andata al lavoro con il sorriso sulle labbra ed avrebbe affrontato quella giornata al meglio, anche se dentro piangeva.
Sospirò, mentre, messassi a pancia in giù, abbracciò il cuscino, cadendo tra le braccia di Morfeo. Il suo unico pensiero era Ryan.
*****

 
Un altro giorno era iniziato. Strawberry, dopo la scuola, era andata al lavoro. Tutto scorreva normalmente: i clienti che andavano e venivano, le ragazze che servivano i tavoli, Lory che rompeva qualche piatto. Tutto era normale. O quasi. In un angolo della cucina - proprio vicino alle porte scorrevoli - c'era un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, Ryan, che osservava una ragazza, Strawberry.
La sera prima non erano riusciti a parlare di ciò che era successo tra loro, di quel bacio. E Ryan sentiva un peso opprimente al cuore, come se dovesse liberarsi di qualcosa che aveva sull coscienza. Ma quel pomeriggio il giovane non era riuscito a parlare con Strawberry, perché la ragazza correva a destra e manca per il locale, servendo ogni nuovo cliente che entrava. Come se stesse cercando di evitare Ryan. E lui l'aveva capito.
Ecco perché sfruttò l'occasione quando la giovane entrò in cucina. Kyle non c'era. Era il momento giusto per parlare e per chiarire.
"Strawberry? Hai un momento?" la bloccò sulla soglia della cucina. Aveva in mano un vassoio colmo di dolciumi.
"Ehm... devo servire i tavoli" disse, sperando che con quella credibile scusa la mandasse via.
"Non c'è problema. Mina potresti per favore servire tu il tavolo 2?" si rivolse a Mina che stava seduta in fondo alla sala a sorseggiare il suo the pomeridiano.
"E perché non può farlo Strawberry?" ribatt‚ la giovane, con un tono scontroso. Lei che serviva i tavoli? Ma quando mai! Manco ci fosse stata l'apocalisse.
"è impegnata. Io e lei dobbiamo parlare. Non fare storie!" rispose a tono Ryan. Mina, allora, si alzò e, sbuffando, strappò dalla mani di Strawberry il vassoio ed entrò nella sala principale.
"Ecco fatto. Ora sei libera" la guardò con uno sguardo di soddisfazione come a dire te l'ho fatta, cara!
Strawberry deglutì. Non era pronta ad affrontarlo da sola. Voleva scappare, ma ora che la sua scusa credibile era sgusciata via come un'anguilla, non aveva più via di scampo. Doveva stare lì ed affrontare l'uomo di cui si era innamorata.
"Io... ieri volevo parlarti" si avvicinò a lei, e Strawberry chiuse gli occhi. Era così dannatamente sexy. Non poteva resistere.
"Per quanto riguarda quello che è successo ieri in camera mia..." prese una pausa, ma essa fu colmata da Strawberry. Aveva capito tutto. Non c'era bisogno che proseguisse oltre.
"Ho capito. Non c'è bisogno che aggiungi altro. Hai ragione, non doveva succedere. E' stato solo un banale errore. Dimentichiamolo, ok?" si girò dall'altro lato. Le lacrime premevano per uscire e lei non voleva che Ryan capisse che stesse per scoppiare a piangere.
La guardò confuso e perplesso. Lui non stava per dire ciò. Voleva dirle che gli era piaciuto molto quel bacio, che era stato da sempre innamorato di lei, ed anche se ora c'era Berry, aveva deciso di porre fine a quella sofferenza e di lasciarla. Ma perch‚ lei aveva detto così? Forse a lei non era piaicuto quel loro piccolo bacio. Lo aveva trovato fastidioso? Sì, forse era così. Ormai gli era chiaro che Strawberry non era e non sarebbe mai stata innamorata di lui. Quindi era meglio così.
"Sì, dimentichiamolo" asserrì, anche lui voltandosi dall'altro lato. Voleva urlare e spaccare la qualsiasi cosa, ma non poteva farlo di fronte a lei.
"Allora io torno di là…" corse via, chiudendo gli occhi. Le lacrime, per•, non si fermarono, anzi: scendevano copiose dal suo viso.
*****

 
Finalmente quella giornata stancante era finita. Ora poteva tornare a casa e piangere quanto voleva. Si era ripromessa che avrebbe affrontato il tutto con un sorriso, ma dopo quella chiacchierata con Ryan, tutto era stato più difficile. Aveva ricevuto una coltellata in pieno cuore e non sapeva se fosse riuscita a guarire di nuovo.
"Ehi, mi dici cosa hai?" fu Mina ad interrompere quel suo arrovvellarsi nei pensieri.
"Eh?" e lei cadde dalle nuvole, riportata alla realtà.
"Avanti non fare la finta tonta. Parlo di quello che è successo con Ryan. Perché è ovvio che sia successo qualcosa tra voi due. Dopo che sei uscita dalla cucina, sembravi nel pallone!" disse Mina con aria indagrastrice. Conosceva fin troppo bene Strawberry e sapeva quando c'era qualcosa che non andava.
"Beh... ecco..." arrossì. Da dove partire? Dal loro bacio o dal fatto che le era stato spezzato il cuore per la seconda volta.
"Strawberry, Ryan ti ha fatto qualcosa?" intervenne Pam, tra tutte le mew mew la più saggia.
"Beh... ecco... no. Solo che..." solo che lei ne era innamorata, ma lui stava già con un'altra.
"Strawberry, non devi avere paura dei tuoi sentimenti. Noi siamo le tue amiche, puoi dirci tutto. Non tenerti tutto dentro" Pam le appoggiò una mano sulla spalla, rassicurandola.
"Io... credo di essermi innamorata di Ryan" disse, arrossendo come un peperone e chiudendo gli occhi. Ora, però, si sentiva meglio. Si era liberata di un'enorme peso che custodiva nel cuore. Le sue amiche sì che la capivano, sì che c'erano per lei nel momento del bisogno.
"Cosa?" tutte si strinsero intorno a lei, colte dalla sorpresa. Non lo credevano vero.
"Beh, in fondo ce lo dovevamo aspettare. Era anche ora!" ridacchiò Pam. Li aveva osservati nei minimi dettagli ed aveva sempre saputo che un giorno tra i due sarebbe nato qualcosa.
"Sì, ma non è questo il punto... ci siamo baciati, e Berry, lei... lui... è tutto cos complicato!" si mise le mani sui capelli come se stesse per scoppiare.
"Cosa? Vi siete già baciati? Quando? Dove? Perché non hai detto niente?" le sue amiche sembravano delle pettegole di paese che pur di sapere l'utimo scoop si sarebbero vendute un rene.
"Calma, ragazze. Il punto è che lui è fidanzato ed abbiamo deciso di dimenticare l'accaduto..." si rabbuiò. La verità era che lei mai sarebbe riuscita a dimenticare quell'accaduto. Mai. Lo avrebbe custodito sempre nel cuore.
"Strawberry..." Pam le posò ancora una volta una mano sulla spalla, volendo consolarla.
"Usciamo!" Paddy, la più piccola e la più allegra del gruppo, s'intromise cercando di spargere allegria in mezzo a quel mare di tristezza.
"Sì, mi sembra una buona idea. Un pomeriggio di relax è quello che ci vuole per te Strawberry" Pam le sorrise. E Strawberry si fece convincere. Domani sarebbe stata domenica, quindi niente lavoro, niente Ryan, niente Berry. Poteva vivere nella mera illusione di essere felice e contenta.
"Ok, ci sto!" regalò  per la prima volta un sorriso vero alle sue amiche.


 
*****

 
Avevano deciso di farsi un giro in centro, nel quartiere di Shibuya, pieno di negozi. Lì sicuramente Strawberry non avrebbe pensato alle sue pene d'amore. E funzionò. Sorrisero, ridero, girarono i negozi, comprandosi vestiti nuovi, presero il gelato in uno dei tanti bar del quartiere. Insomma, stavano passando un pomeriggio perfetto. Ma c'è sempre qualcosa - o qualcuno - che rovina la felicità atrui.
Stavano camminando per il lungo viale gremito di folla e di negozi quando li videro: Ryan e Berry. Insieme, fermi ad osservare una vetrina.
"Ti piace?" aveva detto Ryan, indicando un braccialetto nella vetrina di una gioelleria.
"Sì, molto" gli sorrise la giovane dai capelli biondi al settimo cielo.
"Mmm... potrei comprartelo" disse. Voleva farla contenta sia per placare il suo senso di colpa sia per non farle avere sospetti.
"Grazie!" gli cinse i collo, rubandogli un travolgente bacio.
Le buste le cadderro a terra, non appena vide quella scena. Il suo cuore si ruppe ancora di più in mille pezzettini.
"Scusate..." e corse. Piangendo. Disperandosi. Dandosi mentalmente della sua stupida. Perché‚ lei era stupida. Non aveva capito prima quanto amasse quel ragazzo che per tanti anni aveva detestato.
"Strawberry..." e lui l'aveva vista. E nulla, nemmeno la graziosa ragazza dai capelli biondi di fronte a lui, esisteva di fronte al grande amore della sua vita. Le corse dietro, lasciando la sua ragazza lì, in mezzo alla folla sconfitta. Perch‚ Berry aveva perso.
 


Note dell'autrice: Eccomi e scusati l'attesa. Ma ora che finalmente ho un nuovo pc, posso mettermi a scrivere tranquillamente come prima e non a mano e poi ricopiarlo su quello di mia mamma. Bene... siamo, forse arrivati, ad un punto di svolta. Ed il prossimo preparatevi poich‚ sarà  l'ultimo capitolo.
   
 
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