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Autore: Wayward Tempest    17/06/2009    1 recensioni
Anche i giorni più belli, alla fine, hanno il loro tramonto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CHASING THE SUNSET
scritto da Wayward Tempest, tradotto da Alessia Heartilly

We who are left how shall we look again
Happily on the sun or feel the rain
Without remembering how they who went
Ungrudgingly and spent
Their lives for us loved, too, the sun and rain?
---Wilfred Wilson Gibson

I didn't ask for it to be over, but then again, I never asked for it
to begin. For that's the way it is with life, as some of the most
beautiful days come completely by chance. But even the most
beautiful days eventually have their sunsets
.
---Javan

Il mondo girava. Il cielo aveva illuminato il terreno di fronte a lui, dove il sole scendeva a riposarsi dietro le montagne a ovest. Sembrava così chiaro da dare l'illusione che i cieli stessero scendendo sulla terra, fino a diventare una fiamma continua di cielo. Il terreno non era più sotto al suo corpo, ma il calore sì. Sembrava che non esistesse niente altro. Inspirò ancora. Era un suono basso e cavo che gli echeggiava nel petto. Ogni respiro diventava sempre più difficoltoso. Era arrivata da lui la morte, in un giorno in cui non la sarebbe proprio aspettata.

Oh, sì, era vecchio, e non poteva muoversi veloce come faceva un tempo, ma sapeva ancora il fatto suo. Non sono inerme, pensò tra sé. Eppure, oggi lo era, debole come un neonato. Non poteva muoversi. Aveva perso il controllo del suo corpo. Rifiutava i suoi ordini. Non che non se lo aspettasse; aveva visto la morte che si avvicinava da lontano con passo lento, ma deciso. Ad ogni modo, aveva voltato la testa quanto bastava per dare alla morte il tempo di guadagnare terreno di corsa, e colpirlo mentre non guardava. Aveva frequentato molto quella collina, negli ultimi tempi. Arrampicandosi sulla cima per guardare il sole che, in tutta la sua magnificenza, tramontava dietro all'orizzonte. Sembrava che qualcosa lo chiamasse da quella cima, invitandolo mentre stava nella vallata sottostante. Guardò di nuovo il sole. Era là che il richiamo sembrava più forte. Desiderava avvicinarsi, ma non poteva. Non in quel corpo.

Il mondo sembrava silenzioso, dalla sua prospettiva per terra. Gli uccelli avevano smesso di cantare; il vento aveva smesso di soffiare. Tutto era calmo. Era solo. All'improvviso ebbe paura, ma poi si rassicurò. Sarà più facile per lei, considerò con una soddisfazione in qualche modo piena di rimpianto. Meno dolore. Non voleva che lei dovesse guardare tutto quello. Aveva visto abbastanza gente morire nella sua vita. All'improvviso, il dolore gli attraversò il corpo. Cercò di resistere e non gridare, ma sembrava che tutte le ferite che aveva ricevuto nella sua vita si stessero riaprendo verso il cielo. Fa male morire. Continuò a guardare il sole e pianse piano senza lacrime.

Il terreno sembrò fare un tonfo, sotto di lui. Stava arrivando qualcosa. Oh, sperava che fosse qualcosa di grosso, con denti che potevano finirlo con un unico, veloce scatto delle fauci. Gli avrebbe dato il benvenuto. Pregò dentro di sé che la cosa ponesse fine al suo dolore. Rimase immobile. La bestia era sopra di lui, e i muscoli gli si tesero debolmente per il colpo che stava per arrivare. Ma non arrivò mai. Era confuso, ma troppo debole per voltarsi a vedere chi fosse l'intruso. Poi udì il suo nome, detto delicatamente, quasi in un sussurro. Era arrivata lei. Era insieme ebbro di felicità e triste. Odiava gli addi, ma sentiva una pace serena nell'essere vicino alla sua amica in questi ultimi, brevi respiri di vita. Erano praticamente cresciuti insieme. Forse era più adatto così. Erano una squadra, dopotutto. Voleva alzarsi e correre da lei ma era così stanco. Lei gli alzò la parte superiore del corpo, e lo strinse delicatamente, quanto una brezza estiva. Riuscì ad aprire un poco gli occhi iniettati di sangue e a mettere a fuoco gli occhi sereni di lei, nella confusione. Lei gli accarezzò il viso sfinito con una mano, gentile, mentre lo teneva stretto con l'altra. Il dolore era diminuito, ora; si sentiva al sicuro, una calma nel mezzo del caos. Poteva sentire il cuore che gli batteva nel corpo. Lo tranquillizzava, lo riportava indietro nel tempo a quando era giovane, quando si accoccolava accanto a sua madre. Anche se non ricordava il suo viso, non aveva mai dimenticato il suo calore.

Era una cosa che avevano condiviso nella loro giovinezza, la perdita dolorosa della mamma. Era stato soprattutto quello a legarli. Lei lo aveva accolto, povero e affamato dalla vita di strada, e lui aveva scacciato le sue paure. Erano diventati una coppia inseparabile. Correre attraverso i prati e le strade acciottolate provocando confusione, come sa fare solo l'innocenza. Il tempo era passato, e l'innocenza era svanita. Le risate erano state raggiunte di nuovo dal dispiacere e dalla tristezza. E anche dalla paura. Molte volte erano stati gettati in situazioni tra la vita e la morte. Il lavoro della sua vita gli era diventato chiaro, allora. Aveva un onore e un giuramento da portare avanti. Aveva giurato che sarebbe stato il suo guardiano, il suo protettore, facendole da scudo con ogni parte del suo essere per tutta la vita. Perché era tutto quello che sapeva darle.

Sentì gocce d'acqua colpirgli la faccia e alzò gli occhi ancora una volta per incontrare quelli di lei, pieni di lacrime. Voleva che lei capisse. Che sapesse che andava tutto bene, ora. Aveva vissuto una vita lunga e piena, ed era tempo di riposare. Lei avrebbe capito, se non subito l'avrebbe fatto col tempo. Eppure voleva darle conforto come aveva fatto così tante volte con quella bambina. Accoccolandosi più vicino a lei, diventò una coperta per le sue lacrime, facendole sapere che non era sola. E che gli faceva male non poterlo più fare. Non si preoccupava, però, perché lei aveva un altro protettore, qualcuno a cui poteva rivolgersi dopo che era finito tutto, e questo gli diede la pace della mente. Attraverso i suoi sensi indeboliti, poteva intuire che lui era là, in piedi, non troppo lontano. Pronto a venirle in aiuto, ma anche permettendogli di avere questo momento con la sua compagna, e di questo gli era grato.

Una corrente di dolore molto più forte di quella precedente gli scosse tutto il corpo. Fu incapace di trattenere il lamento, questa volta, e tremò per l'agonia. Lei lo cullò gentilmente, e cominciò a cantare teneramente mentre si sforzava di trattenere i singhiozzi. Lui conosceva questa canzone. Lei la cantava quando era triste o spaventata. Si voltò a guardarla. Ovunque andiamo dopo questa vita, riflettè negli occhi, sarò io a correrti incontro per darti il benvenuto quando sarà la tua ora. Chiuse ancora gli occhi. Gli echeggiavano nelle orecchie parole che non poteva capire. Era così grato per questa vita che gli era stata concessa. Era grato a lei. Era venuto al mondo per servire l'uomo, e lei non lo aveva mai considerato meno di un amico. E all'improvviso, non faceva più così male.

Aprì gli occhi dopo quelli che sembrarono pochi momenti o un'eternità. Il tempo non aveva più significato. Si sentiva forte abbastanza da alzarsi, e velocemente si tirò su. Non sentiva più il terreno sotto ai piedi. Quando i suoi occhi incontrarono il cielo, fu in grado di vedere per la prima volta tutti i colori. I toni dell'arancio e del rosso infiammavano il cielo in arabeschi infiniti, e il sole scendeva più in basso dietro agli alberi. Sentì una risata che echeggiava nel sole. Come quella di bambini gioiosi che giocavano negli ultimi raggi dorati, allungandosi verso il cielo. Lui adorava i bambini. Sapeva che lì era dove doveva andare eppure aveva problemi a fare il primo passo. Si voltò e si guardò indietro. Lei era ancora lì, che stringeva e guardava il guscio vuoto che si era lasciato alle spalle. Il suo coraggio vacillò. All'improvviso ebbe paura del posto dietro agli alberi, non sapendo chi o cosa c'era là, o se sarebbe stato accettato. Cercò la guida di lei un'ultima volta.

"Bravo cane, Angelo," sussurrò lei. "Sei un bravo cane."

E con questo, trovò la forza di correre.

*****
Nota della traduttrice: il bello di questa storia è nel finale. Perché poi ti fa vedere in una luce diversa tutto il resto. E perché è l'unica storia su Angelo che ho trovato, e le storie sui cani hanno il potere di commuovermi oltre ogni limite. Spero vi piaccia come piace a me^^
Come sempre, tradotta da Alessia Heartilly e betata da El Defe.
Traduzione delle frasi d'apertura:
Noi che restiamo come potremo guardare nuovamente felici il sole o sentire la pioggia, senza ricordare come coloro che se sono andati senza rancore e hanno speso la vita per noi amassero, anch'essi, il sole e la pioggia? (Wilfred Wilson Gibson)
Non ho chiesto che finisse, ma allo stesos tempo non ho mai chiesto che iniziasse. Perché è così che va la vita: alcuni dei giorni più belli arrivano del tutto per caso. Ma anche i giorni più belli hanno, alla fine, il loro tramonto. (Javan)

  
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