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Autore: oualittlegirl    06/09/2017    1 recensioni
Storia scritta senza alcuno scopo di lucro.
I personaggi non appartengono a me ma a Edward Kitsis e Adam Horowitz e alla ABC.
"Forse, un giorno, ti inviteranno persino a cena."
Questo è quello che Tremotino dice a Regina alla fine della 2x9.
Questa è la mia idea su cosa sia accaduto subito dopo.
Enjoy!
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Forse, un giorno, ti inviteranno persino a cena.​ 

Nello stesso istante in cui sputa fuori quelle parole velenose, Gold sa di pentirsi di averle pronunciate, di essere stato così duro.

(Ma lei lo sa?)

- Non mi importa di loro. Io ho mio figlio.

(E tu non puoi essere sicuro nemmeno di quello)

Lo dice. E' solo un momento - un pensiero cattivo che si fa strada nella sua mente e scivola dalle sue labbra storte in un ghigno. Lo guarda negli occhi e gli scaraventa addosso una verità che è ancora troppo difficile per lui da accettare. Ma più di ogni altra cosa, lo fa per non essere attaccata, per non essere ferita.
Poi un lievissimo movimento d'aria e Regina si ritrova in terra, incapace di trattenere le lacrime, a causa della mano che ha violentemente colpito il suo viso con una forza inaudita, mossa da un impeto di rabbia.
Si porta una mano alla guancia arrossata; non osa alzare lo sguardo.

- Ascoltami bene, Maestà. - Le si avvicina con un paio di falcate e si piega per stare alla sua stessa altezza, afferrandole il viso con una mano e premendo forte il pollice contro la guancia che brucia ancora. - Me la pagherai, com'è vero che ritroverò mio figlio e ti strapperò via il tuo e ti farò odiare da tutti così tanto che alla fine quando Henry andrà a Boston con la sua vera madre l'unica cosa che rimarrà in questa maledetta città saranno i pezzi della vita per la quale hai lottato tanto.

- Ti detesto.

Esce fuori così, come una mezza verità, un sentimento che nemmeno lei sapeva di covare nei suoi confronti. Non credeva di poter provare una cosa del genere nei suoi confronti. Eppure è lì, con il respiro spezzato dai singhiozzi, lacrime d'umiliazione a premere forte contro le ciglia, senza neanche la forza di lasciarle cadere. L'umiliazione, è quella che fa più male. Più della solitudine, della rabbia, del suo cuore incrinatosi un pò di più alla vista di Henry con... sua madre.

Perché mentirsi ancora? Emma è

(la neonata che volevi uccidere)
(la madre biologica di Henry)
(la Salvatrice dagli occhi come i prati in cui cavalcavi da ragazza)

una persona che minaccia la vita che si è costruita, che vuole portarle via suo figlio. E lei non può permettersi

(di perdere un'altra persona)
(di mostrarsi così debole)
(di farsi soffiar via questo lieto fine)

che la gabbia dentro di lei si scalfisca e che ne vengano fuori tutti i demoni che vi ha così coraggiosamente rinchiuso, lasciandosi alle spalle una parte di vissuto così doloroso che soltanto l'eco delle urla della sua anima basterebbe a squarciarle il petto.

(Quei mostri sono ancora lì. Sono a bada, ma non c'è modo che vengano repressi una volta per tutte. Mettitelo in testa, reginetta. I cattivi non meritano un "felici e contenti".)

Una parte di lei le suggerisce che potrebbe facilmente liberarsi delle persone che glielo impediscono con un movimento del polso... ma a quel punto il prezzo della magia non sarebbe troppo alto?

- Tu dovresti essere dalla mia parte - aggiunge in un sussurro.

- Non più.

- Mia madre ti amava. Lei... non amava nemmeno me nel modo in cui amava te. Capisci? Si è strappata il cuore per non soffrire. - Disarmante, e disperata, mentre si porta una mano al petto, senza fiato.

- L'ha fatto perché l'unica cosa che le impediva di arrivare al potere tanto agognato ero io.

- Questo avvalora la mia tesi.

- Non puoi saperlo.

- Lo so perché è quel che vorrei fare io in questo momento.

- Perché hai tirato in ballo tua madre? Lei non c'entra niente. Credi che questo cambi le cose fra di noi? Che diritto hai tu di dirmi questo? Che diritto hai tu di stare male?

Le punta un dito contro, le sue urla riecheggianti nella testa di Regina; miste a qualcos'altro, a una straziante consapevolezza.

(Cos'altro possono dirmi? Cos'altro possono farmi? Cos'altro possono portarmi via?)

Poi le volta le spalle - come sempre, come tutti, del resto.
Entrambi sanno come la vendetta possa essere dolce, ma le lacrime versate sono così amare.




​Angolo autrice: 
​prima storia che pubblico, nonostante non sia la prima che ho scritto. 
​Spero vi sia piaciuta! E spero di pubblicare ancora!  xx
Twitter: @oualittlegirl
   
 
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