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Autore: leggoemiproteggoefp    07/09/2017    0 recensioni
Ci sono storie, storie d'amore, che sono destinate a nascere. Ci sono storie nate senza amore, ma che dureranno per tutta la vita e ci sono storie che, vivendo d'amore, non nasceranno mai.
Anna, sognatrice in piena regola, crede di far parte dell'ultima categoria. Il suo modo di essere, con la testa perennemente tra le nuvole e il sorriso a corpirle metà faccia, non sempre le è stato favorevole nella vita eppure ritrova sempre il modo per non buttarsi giù e continuare per la sua strada. Intelligente e inconsapevole del suo valore e della sua bellezza, da bambina, si scontra con Elia. L'amore della sua vita.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nuove opportunità.

 

 

Guardavo le mie gambe strette nel jeans con una faccia corrucciata, anche se esteticamente non ero più la  stessa Anna di quattro anni fa, dentro di me non aveva mai smesso di vivere, Iris passava le giornate a rassicurarmi, e si era aggiunto anche Elia, ma fin quando non ci avessi creduto io, fin quando non mi fossi vista bella, non avrei creduto ad una singola parola. La mamma diceva che questo era un grande pregio, anche se riconoscevo quanto potesse essere fastidioso. Elia non si era mai lamentato del mio abbigliamento, non aveva mai chiesto il perchè mi irrigidessi ogni volta che passava una mano sotto la mia maglietta o la posava sulla pancia, e a me stava bene così, ma le ragazze mi avevano fatto notare che, questa situazione, non sarebbe durata per sempre. 

I baci si sarebbero trasformati in sesso, detto con le parole di Iris. 

Anche se sapevo che aveva ragione, mi ostinavo a non confessare, infondo era Elia, mi conosceva da sempre e mi avrebbe accettata e forse, mi resi conto mentre lo aspettavo sotto la piccola tettoia fuori casa mia, non volevo più essere accettata, da lui volevo essere amata.

 

"Ecco il tuo principe" Feci una veloce corsetta  cercando di non bagnarmi troppo, salii velocemente su quell'affare. Stavo iniziando a capire dove mettere i piedi per salirci senza arrampicarmi, e non era così male, ma non lo avrei mai detto ad Elia.

"Ciao" Mi lasciò un bacio sul naso facendomi sorridere. 

"Ciao" Fu il mio turno di baciarlo, ma non ero dolce quanto lui, quindi sfiorai le sue labbra.

"Non sono sicuro che questa maglietta mi faccia sentire a mio agio a portarti in giro" Imbarazzata, mi scostai i capelli dalle orecchie facendolo ricadere tra di noi, come uno scudo.

Cleo mi aveva costretta ad indossarla, perché a detta sua le tette di fuori sono sempre un'ottima idea.

"Posso andare a cambiarmi, non volevo nemmeno metterlo" In effetti, la maglietta aveva uno scollo a V che finiva circa all'altezza dello stomaco, per presentarmi ai suoi colleghi non era il massimo.

"Anna, sei bellissima, e non lo dico perché ho le tue tette sotto il naso, credimi. Non c'è bisogno che tu vada a cambiarti, non sei volgare, sei solo bellissima" Questo era davvero imbarazzante.

"Allora, quanti signori in giacca e cravatta dovrò conoscere oggi?" Cambiai subito discorso, Elia mi lanciò un'occhiata scuotendo la testa poi partì.

"Un paio, ma ti sto portando per farti vedere una cosa, spero mi dirai di sì" 

Ti prego, dimmi che vuole farmi la proposta!

"Tranquilla, nessun anello" 

Sospirai. "Per fortuna" 

 

L'ufficio di Elia Myers era davvero, e non esagero, troppo grande. Insomma, si sarebbero tranquillamente potuti ricavare altri quattro uffici da quella stanza, che invece era tutta per lui.

"E questo?" Gli indicai uno strano quadro completamente bianco con una cornice Neto scuro. 

"Minimal Art" Disse con tono ovvio, certo come avevo fatto a non pensare che fosse minimal art?

"Ma il colore ti fa schifo?" Mi appoggiai alla scrivania anch'essa bianca come le pareti, il pavimento, le poltrone e... praticamente tutto lì dentro.

"Non ti piace il bianco?"  Chiese sedendosi dietro la scrivania.

Mi bloccai. Elia Myers era già di per sé un figo assurdo, ma con un completo nero e blu, dietro quella scrivania, per poco non sbavai. Probabilmente lo feci.

"L'azienda ha sede qui da un mese circa, i lavori per il mio ufficio sono previsti settimana prossima, terrò a mente di ridurre la quantità di bianco." Riprese a parlare invitandomi a sedere.

"Chi c'era qui prima di te? Dio?" Elia strinse le labbra con l'intento di trattenere una risata, ma fallì miseramente.

"Disturbo?" Mi voltai verso la porta e mi stupii di trovare una ragazza, probabilmente aveva l'età di Romeo. 

"Chris, entra pure" La osservai mentre spiegava ad Elia che documenti avrebbe dovuto firmare e quali solo dargli un'occhiata, i capelli biondi raccolti in un morbido chignon le sottolineavano i delicati lineamenti del viso.

"Io sono Christina, ma puoi chiamarmi Chris" Mi porse la mano imbarazzata, almeno non ero la sola.

"Anna" La strinsi con decisione ricambiando il sorriso. 

Okay, non voleva portarsi Elia a letto.

Quando Christina uscì dall'ufficio, trovai Elia a fissarmi sorridente. "Tutto bene?" Mi chiese sbottonandosi la giacca.

Avrei voluto avere qualche strano potere per potergli far ripetere quel momento per sempre.

"Perché non dovrebbe?" 

Si strinse nelle spalle. "L'hai fissata come se volessi scopartela"

"Volevo solo capire se l'avessi fatto tu" Ammisi.

"Certo che no, Anna, il lavoro e il sesso non vanno mai bene insieme"Annuii rassicurata.

"È una bella ragazza" 

"Cam le sbava dietro da anni" Mi sporsi dalla sedia incredula, Cameron non me ne aveva mai parlato. "Non fare quella faccia, le saresti venuta a parlare di lui combinando qualche appuntamento" Certo che lo avrei fatto!

"E che non ti venga in mente di farlo ora, Cam mi ucciderebbe"

Alzai le mani. "Non prometto nulla, ma farò la brava per ora" 

 

Cameron Myers la tua fine è appena iniziata!

 

Non ero sicura di come Elia avrebbe preferito che reagissi di fronte a quello spettacolo, ma la prima cosa che feci fu nascondermi tra il suo collo e la spalla ridendo fino alle lacrime.

Non avrei voluto offendere nessuno, ma come facevo a rimanere seria di fronte a quella scena?

"Ragazzi" Li chiamò Elia, anche lui sorridendo. "Potete smetterla?" Sospirò. "È imbarazzante"

"Imbarazzante? Abbiamo solo mostrato ad Anna come non annoiarsi in un ufficio pieno di sparagraffette"Mi porse la mano costringendomi a venire fuori dal mio nascondiglio. "Io sono Leonardo, la musica era Nicola e gli effetti speciali Luca" 

"Piacere mio" Riuscii a dire tra le risate, quei tre erano dei grandi. Mentre Leonardo era seduto sulla sedia, Luca gli aveva passato la sparagraffette a muro e aveva iniziato a farlo girare, così mentre Leonardo sparava  graffette, Nicola aveva iniziato a cantare  la colonna sonora del film Rocky.

Una scena da film, ricordo che Alex ed io ci avevamo provato con una semplice spillatrice e il risultato fu disastroso. Entrambi ora portavamo un segno di quell'esperienza, sotto il mento.

"Verrò a farvi visita molto spesso"  Dissi mentre Elia mi guidava fuori dalla stanza, attraversammo un grande corridoio pieno di uffici con delle targhette sopra fino a giungere ad una porta accanto al suo ufficio.

"E questa?" Domandai, Elia mi fece segno di aprirla e così feci. "Merda" Quello non era un semplice ufficio, quello era il mio ufficio.

Lo capii dalla targhetta che era stata messa sulla scrivania che recitava Anna Bianchi.

"Non capisco" Elia si sedette sul piccolo divano in pelle, color cipria.

"Ad Aprile ti laureerai in Scienze Dell' Educazione, probabilmente mentre non troverai un posto fisso ci vorranno mesi e nelle scuole statali sarà ancora più difficile, così ho pensato di offrirti un accordo" 

Mi sedetti accanto a lui cercando di capire meglio il suo discorso. Non credeva che sarei riuscita a trovarmi un lavoro?

Elia scosse la testa come se mi avesse letto nel pensiero. "Non è quello che pensi" Disse prendendomi una mano. "A me serve personale nell'ufficio pubbliche relazioni e tu sei perfetta"

"Elia, non fa per me e poi di cosa dovrei occuparmi?"

"Non è niente che tu non possa fare Anna, la figura che andrai a ricoprire è detta PR, dovresti curare l’immagine aziendale, incontreresti clienti, fornitori, media, organizzeresti le riunioni, e saresti in contatto con il reparto Marketing, l'ufficio stampa e i professionisti della pubblicità" 

"Devo pensarci" Non potevo mentirgli, aveva ragione, probabilmente non avrei trovato un posto fisso se non in due anni. Ma accettare la sua richiesta non era come voltare le spalle a ciò che avevo sempre voluto per me stessa?

Elia annuì appoggiandosi al divano tirandomi giù con sé. "Non eri tu che avevi detto che sesso e lavoro non stanno bene insieme?" Mormorai lasciandogli un bacio sullo stomaco ricoperto dalla camicia.

"Ancora non siamo a quel punto nella nostra relazione" Mi sorrise malizioso. "Ma mi eccito solo all'idea di combinare le due cose. Per  te, potrei fare un'eccezione."

 

Scusate gli errori.

   
 
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