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Autore: Calowphie    08/09/2017    4 recensioni
Il sole era soffocante, e il giorno lo lasciò lentamente nudo senza altre alternative, senza altre strade. Soltanto sotto la luce della luna Namjoon sapeva che sarebbe riuscito a raccogliere i pezzi, sparpagliati della sua ragione e della sua ispirazione.
Respirò la fresca aria dell’alba e si sentì vivere e morire, nello stesso istante
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Taehyung/ V
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai notte inoltrata, la luce della luna oltrepassava dai buchi della tapparella scura che cercava di ostacolare la brezza estiva che, prepotente, voleva fare capolino tra le tende bianche della stanza e farle muovere sotto il suo volere: ma quei pallidi raggi di luna, riuscivano solo a creare delle piccole strisce bianche che evidenziavano la polvere fluttuante.

Seduto davanti alla sua scrivania con accesa solo una piccola lampada posta accanto allo schermo del computer ormai spento, vi era un ragazzo dai capelli biondi spettinati, una maglietta a maniche corte larga e bianca gli fasciava il busto che si alzava e si abbassava velocemente a causa dell’agitazione e della rabbia che lo caratterizzavano in quel momento; le gambe lunghe incrociate sul sedile della sedia a rotelle imbottita, lasciavano intravedere un paio di pantaloncini rossi che davano la possibilità all’arto di poter respirare e non soffocare in quella afosa serata estiva.

Le mani del ragazzo erano entrambe occupate: una muoveva velocemente, facendone sbattere la punta, una penna dall’inchiostro blu che non ne voleva sapere di scrivere qualche frase di senso compiuto su quel foglio bianco che l’altra mano del ragazzo stringeva forte e che quasi veniva accartocciato dalla rabbia. Namjoon non poteva crederci che non aveva ancora trovato le parole giuste per una nuova canzone, quella che il manager tanto gli chiedeva da tempo: ma era quasi giunto il momento di consegnare, almeno la bozza, del suo lavoro e il foglio era ancora maledettamente bianco

“ le quattro in punto” sussurrò, lasciando il foglio sul banco in legno prendendo la sveglia posta accanto a un pupazzetto di Rayan “ le quattro” sussurra di nuovo, cercando di non svegliare il suo compagno di stanza che, stranamente, era già addormentato nel letto accoccolato al guanciale bianco, rubato all’amico.

Lanciando un rapido sguardo verso Taehyung, Namjoon appoggiò nuovamente la sveglia per poi lasciarsi cadere sullo schienale della sedia e mandare in dietro la testa, osservando affranto il soffitto della sua stanza notando come, la luce riflessa della luna, creasse uno strano colore bluastro nella stanza, simile all’umore del ragazzo: forse era tristezza o forse era rabbia, ancora non lo aveva capito, ma decise di tirare su quella tapparella che tanto gli stava dando sui nervi, in modo da poter prendere aria e notare come la luna si stesse lentamente nascondendo per iniziare a dare spazio all’alba.

Un uccello dal nome ignoto aveva iniziato a cantare nel parco che era ancora in ombra dalla luce fioca del sole, che lentamente ma prepotentemente, cercava di prendere il posto della luna; Namjoon osservò, ancora seduto davanti i suoi impegni, quel momento magico: quell’attimo di stallo tra il giorno e la notte, nel quale le due fasi del giorno coesistono facendo dimenticare, a chiunque lo osservi, ogni minima preoccupazione.
 Si alzò dalla comoda sedia e si appoggiò al davanzale della finestra, continuando ad ascoltare il dolce canto di quell’uccello che segnava il sorgere imminente di un nuovo giorno: Il sole era soffocante, e il giorno lo lasciò lentamente nudo senza altre alternative, senza altre strade. Soltanto sotto la luce della luna, Namjoon sapeva che sarebbe riuscito a raccogliere i pezzi sparpagliati della sua ragione e della sua ispirazione.
 


Respirò la fresca aria dell’alba e si sentì vivere e morire, nello stesso istante
 


Chiuse gli occhi per assaporare quei pochi momenti di tranquillità mentale che gli rimanevano prima che, di nuovo con prepotenza, tornarono a farsi strada tra la mente le preoccupazioni sempre attive nel ragazzo:  aprì gli occhi lentamente e osservò ancora quel parco all’ombra, posto alla destra della sua stanza dove l’uccello di prima intonava il suo canto, il quale si portava dietro il vermiglio mattino, passo dopo passo, e quando l’alba se ne andò, e la luna tornò a dormire, la luce blu che era con lui scomparve.
 

“Namjoon” una voce rauca lo destò dai suoi pensieri facendolo voltare verso la direzione del suono: “ che fai sveglio? Torna a dormire” lo incitò il maggiore, muovendo la mano per poi ritornare nella posizione precedente incurvando la schiena, in modo da poter appoggiare il mento sulle mani e osservare meglio l’orizzonte in cui il sole stava ormai salendo e illuminando, spicchio dopo spicchio, la casa di quel volatile diventato, il migliore amico della mattinata di Namjoon: “Dove sei? Perché stai piangendo? Siamo solo io e te qui” sussurra cercando tra le fronde degli alberi ormai illuminati, il suo nuovo compagno di avventure.
 


D’un tratto il ragazzo si sentì colpire da un oggetto morbido, gesto che lo innervosì: “ Taehyung” impreca massaggiandosi il punto colpito: “ hyung, riposa ne hai bisogno” ammette il minore con un occhio chiuso e l’altro aperto, scompigliandosi i capelli già in disordine: “ solo un attimo, penso mi sia venuta l’idea per la canzone” ammette il maggiore senza nemmeno rendersene conto.

Quel silenzioso dialogo con la luna e il sole fu utile al ragazzo per concentrarsi e non sembrò vero neanche lui quanto fluirono velocemente le parole una volta iniziato a scrivere su quel pezzo di carta che, per troppo tempo, era stato bianco: la sua penna non smetteva di lasciare piccoli segni blu mentre, concentratissimo, Namjoon canticchiava il ritmo che quelle parole potevano avere una volta unite alla melodia;  un’ altro cuscino colpì la nuca bionda del maggiore, facendolo girare di scatto in direzione di Taehyung che fece finta di nulla, sdraiandosi immediatamente e coprendosi con le coperte fin sopra la testa: “ io sto lavorando” borbotta Namjoon facendo sogghignare l’amico.
 


“finito” esalò poco prima delle cinque, capendo solo in quel momento quanto poco tempo fosse rimasto ammaliato dalla bellezza della natura: ormai il sole era sorto e un piccolo uccellino paffuto e dalle ali bluastre, si posò delicatamente sul davanzale della finestra grigia dalla quale Namjoon si era affacciato: “ allora eri tu, amico mio” ammette il ragazzo, appoggiando il braccio sulla scrivania per poi inclinare la testa sul palmo della mano;
Il passerotto inclinò leggermente la testa in direzione del giovane, come un segno di ringraziamento per la compagnia che gli aveva fornito, osservandolo poi per l’ultima volta per quella giornata e volare via: “ lo prendo come un arrivederci” asserì Namjoon allungando le gambe sotto lo scrittoio e alzando le braccia verso l’alto in modo da stiracchiarsi come si deve.

Si alzò piano dalla sedia, notando come Taehyung si fosse riaddormentato velocemente malgrado la mancanza di un cuscino: Namjoon, pazientemente, recuperò le armi del minore e con passo felpato cercò di arrivare al letto senza svegliarlo. Una volta seduto sul bordo del suo materasso, allungò un cuscino in direzione di Taehuyng alzandogli la testa, adagiandolo sotto di essa: “ sei più comodo non è vero?” bisbigliò tra se Namjoon notando come, immediatamente, il minore si fosse accoccolato sul guanciale morbido.

Con un tenero sorriso, il biondo si sdraiò sul suo letto e le sensazioni di piacere e di pace lo presero alla sprovvista: lasciando che ogni senso si beasse del riposo che tanto cercava, chiuse gli occhi e ascoltò ancora per l’ultima volta il canto di quell’uccello solitario che, come lui, era riuscito a cogliere quell’esatto momento magico di coesione tra il giorno e la notte, lasciandosi infine trasportare, anche se per poco, nel mondo dei sogni. 
  
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