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Autore: Cri cri    08/09/2017    5 recensioni
Vi siete mai domandate cosa sarebbe accaduto se Gray non fosse riuscito a liberare Lucy dagli effetti demoniaci mentre tentava disperatamente di riscrivere il libro di END? Io sì, ed ecco cosa è venuto fuori...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu/Lucy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lucy, non lasciarmi!
 
 
DISCLAIMER: I personaggi della one-shot sono proprietà del grande Mashima, non ho su di essi alcun diritto.
 
 
L’amore è un castigo.
Siamo puniti di non aver saputo restare soli.
Marguerite Yourcenar…

 
 
Gli amori impossibili non finiscono mai.
Sono quelli che durano per sempre.
Ferzan Ozpetec…
 
 
Ce l’avevano fatta! Avevano vinto, sconfitto Zeref e ucciso Acnologia, liberando Natsu dal legame di vita con END e quel maledetto libro. Avevano versato lacrime, sangue e sudore freddo ma eccoli lì, tutti quanti a festeggiare il più grande successo della loro vita.
Un urlo che conosceva bene la spinse ad alzare gli occhi, ed eccolo che sbucava dal cielo come l’angelo più bello in assoluto, il suo angelo protettore, il suo amore segreto. Stava precipitando proprio verso di lei, e prima che il suo cervello potesse inviarle l’impulso per scansarsi allargò le braccia, accogliendolo tra esse durante l’impatto poco piacevole col suolo.
“Sono tornato!” disse entusiasta, finalmente libero da un passato che non gli si addiceva, un passato che lei stessa aveva provveduto a cancellare durante la modifica del libro. Il sorriso sincero del suo compagno di mille avventure le riempì il cuore di gioia nonostante sapesse che non ci sarebbe mai stato un futuro per loro due.
Era vivo, sano e salvo come lo erano tutti, e quello poteva bastare.
“Potresti toglierti sopra di me? Non sei mica leggero.” finse di ammonirlo, tradita dalla curva del suo sorriso.
 
Natsu si alzò, aiutandola a mettersi in piedi; poi la strinse in un abbraccio, poggiando il mento sulla testa bionda per respirarne il profumo. Era tutto finito, Zeref era morto come aveva sempre desiderato e il libro di END si era distrutto dopo che la sua Luce lo aveva riscritto, salvandogli la vita. “Grazie Lu, ti devo la vita!”
 
Chiuse gli occhi, trattenendo le lacrime e il dolore che piano piano la stava divorando dall’interno. Natsu non doveva saperlo… né adesso, né mai.
Furono assaliti dagli altri e ne approfittò per incontrare gli occhi indagatori di Gray, alzandogli il pollice in su per fingere anche con lui che tutto andasse bene. Lui parve crederci e ricambiò con un sorriso per poi accogliere Juvia in un abbraccio. Li trovò bellissimi e innamorati. Impresse più a lungo possibile quelle due figure nella mente, così da poterne custodire il ricordo per sempre.
“Lu-chan!” Levy le si gettò addosso, piangendo come una bambina felice.
Immortalò anche quel momento perché non sapeva quanti altri ce ne sarebbero stati…
 
***
 
Una settimana dopo…
 
“Mest, devi farmi un favore. Ti prego, giurami che lo farai!” con quelle parole si era lasciato convincere dalla maga degli spiriti stellari per un incontro segreto sulla spiaggia di Magnolia.
Lucy le sembrava strana, stanca, spossata… i suoi occhi non brillavano come al solito ed evidenti occhiaie nere li contornavano.
“Lucy, che sta succedendo?” era strano che l’avesse voluto vedere in gran segreto.
“Mest, promettimelo! Giura su ciò che di più caro hai al mondo che non mi negherai il tuo aiuto.” quella richiesta risuonò alle sue orecchie come un bruttissimo presagio, era spaventato e triste allo stesso tempo. Che brutta sensazione, pensò a fronte corrucciata.
“Lucy, come posso farlo se non so cosa vuoi chiedermi? E se non potessi aiutarti? Lo sai che mi sentirei inutile nei confronti di una mia compagna. La gilda è la cosa più importante che ho…” espresse i suoi dubbi al riguardo, imbattendosi – dall’altra parte – in uno sguardo carico di dolore.
“E se ti dicessi che si tratta proprio del bene della nostra famiglia? Mi daresti la tua parola?” Lucy era determinata più che mai e lui non era capace di negarle aiuto, soprattutto se riguardava l’intera gilda.
“Credevo avessimo finito di doverci preoccupare…”
“Lo prendo come un sì!”
La prese al volo prima che cadesse sulla sabbia. Lucy tremava ed il suo corpo era troppo freddo per essere in piena estate.
“Lucy che…” soltanto in presenza di Acnologia aveva tremato di paura, ma anche adesso un brivido gli trapassò la schiena.
“Mest, io…” stava soffrendo tra le sue braccia e l’istino gli suggeriva di teletrasportarsi alla gilda, ma prima doveva sapere, lo aveva promesso a Lucy.
“Per riscrivere il libro di END, e liberare Natsu definitivamente da esso, ho dovuto subire gli effetti collaterali. Gray, Gray ha tentato di aiutarmi, ed io gli ho fatto credere di esserci riuscito ma… non è così… credevo di essere forte abbastanza per combatterlo ma evidentemente così non è. Si sta impossessando della mia volontà e del mio corpo, ma prima che questo accada io mi ucciderò. Quello che ti chiedo è di cancellare a tutti, te compreso, il mio ricordo. Ti prego Mest! Non voglio che Natsu, o voi altri soffriate per me, non posso sopportarlo. Per favore, giuramelo che lo farai…” ...
 
Alla fine, Mest glielo aveva promesso, come uno stupido si era illuso di poter trovare da solo una soluzione. Forse poteva parlarne con il master, insieme avrebbero aiutato Lucy a guarire. Non poteva finire in quel modo, non era giusto.
 
“Lucy, perché non vuoi che lo dica a Natsu?” gli chiese mentre la riaccompagnava a casa.
Lei sorrise. Un sorriso di quelli che gridavano amore, e allora capì…
“Tu lo ami, non è vero?”
“Più della mia stessa esistenza!”
 
 
La solita rissa era scoppiata nella gilda e Natsu, ovviamente, ne faceva parte. Lucy assisteva alla scena col magone in gola e un forte senso di malinconia. Una fitta, l’ennesima, le tolse il respiro.
Mest non l’avrebbe tradita, glielo aveva giurato.
 
“Ragazzi, adesso basta! Se continuate così manderete a pezzi la gilda.” Lisanna si intromise per placare gli animi, poiché anche il suo adorato fratellone era finito nella mischia, ma inciampò in qualcosa e cadde tra le braccia di Natsu, incollando le loro labbra per colpa della caduta.
Si staccò subito, rossa fin sopra la cima dei capelli.
 
“Vi piaceteeeeeeeee…” ridacchiò Happy con la zampetta davanti alla bocca.
 
“Tu sì che sei un vero uomo, Natsu!” gridò Elfman con le lacrime agli occhi.
 
Natsu si pulì la bocca col dorso della manica, guardando l’amica, furente. Ok, era capitato ma non sarebbe dovuto accadere.
 
“Scusami Natsu, non volevo…” era sinceramente dispiaciuta perché era a conoscenza dei sentimenti che legavano il rosato a Lucy e non voleva creare nessun tipo di problema tra i due.
 
Nessuno si era accorto della sparizione di Lucy, ad eccezione di Mest che era uscito dietro di lei per andare a cercarla…
 
***
 
Era dovuta scappare via perché il cuore non aveva retto a quel bacio. La goccia che aveva traboccato il suo vaso.
Si aggrappò a un albero per riprendere un po’ di fiato, chiudendo ogni apertura di portale dai suoi spiriti stellari che, allarmati dal pericolo, cercavano di forzarli.
Diede sfogo alle lacrime mentre un fuoco deleterio, che nulla aveva a che vedere con le calde fiamme di Natsu, bruciava il corpo dall’interno. Stava arrivando, presto avrebbe ottenuto il controllo totale delle sue azioni…
Trovò nel fiume la sua ancora di salvezza. Strano come ogni luogo le ricordasse spietatamente quanto si era illusa di poter valere qualcosa in più, della semplice amicizia, per il dragon slayer.
Legò delle pietre pesanti ai polsi e alle caviglie e si avvicinò alla riva col cuore a battere nella gola. La paura di morire era tanta ma quella di fare del male ai suoi compagni, a Natsu, era di gran lunga superiore. Aveva lasciato le sue chiavi in un pacchetto per Mest, con una lettera di scuse e di addio, chiedendogli un ultimo favore: regalare le chiavi a Yukino, per poi cancellare anche ad essa i ricordi e a tutti coloro che in vita l’avevano conosciuta.
Deglutì a fatica, la voglia di rinunciare a morire la face tentennare un solo attimo. Poi, si buttò in acqua, abbandonata ad un destino che lei aveva scelto per salvare il ragazzo che amava, per renderlo felice con accanto la donna che amava, la sua Lisanna!
Addio Natsu, addio amici… vi voglio bene…
 
***
 
Mest correva per le strade di Magnolia gridando a gran voce il nome di Lucy. Cerca di stare calmo, non potrà essere andata lontano.
Provava una rabbia smisurata per Natsu, quel cretino che se ne stava beatamente in panciolle nella gilda, a ridere e divertirsi con gli altri, con Lisanna…
Lucy era una cara compagna, ma anche Natsu lo era e in un certo senso la sua rabbia non era razionale. Purtroppo l’amore non sempre regala emozioni positive, e al cuore, si sa, non si comanda.
Lucy aveva scelto di sacrificarsi per il bene del ragazzo che amava, ma quanto di giusto c’era in tutto ciò?
Lucy, mi dispiace ma non potrò mantenere la promessa. Gli altri non me lo perdonerebbero mai e neppure io. Non ti abbandonerò…
Avrebbe riprovato prima a casa della biondina e poi sarebbe tornato alla gilda se non l’avesse trovata. Lo sapeva bene che avrebbe scatenato un putiferio ma non poteva fare altrimenti.
Qualcosa gli suggerì di guardare anche nel suo quartiere, forse Lucy lo stava aspettando a casa sua.
Auspicando che non fosse una speranza vana, trovò qualcosa nella cassetta della posta. Era un pacchettino abbastanza pesante e dietro c’era scritto: “Per Mest!”
Lo scartò, scoprendone il contenuto. Gli occhi uscirono fuori dalle orbite e la sua tristezza tramutò in feroce rabbia.
“Non è possibile! Non lo è… no, io non ci sto!” era ormai notte fonda e probabilmente la gilda era deserta. Si era teletrasportato direttamente nella stanza del master, buttandolo giù dal letto con un urlo che svegliò tutti coloro che pernottavano nei dormitori.
 
“Mest, sei uscito di senno? È notte fonda.” Makarov soffocò uno sbadiglio, sbraitando contro uno dei suoi figli. Che fossero matti lo sapeva, ma Mest non era solito uscire di senno in quel modo.
 
“Bisogna radunare tutta la gilda, è una questione di vita o di morte.” spalancò la porta della stanza, attivando l’allarme antincendio per farli svegliare tutti.
 
“Mest, calmati, sei troppo agitato e…” gli sventolò sotto il naso il borsellino contenente le chiavi di Lucy e la lettera che aveva scritto come addio, con le sue ultime volontà.
“Calmarmi dici?” era stato un pazzo ad assecondarla, e soltanto adesso che era sparita nel nulla il senso di colpevolezza si faceva più pungente.
 
“No… non è possibile…” gli cadde la lettera dalle mani, sudate e fredde. Era compito di un padre accorgersi quando i suoi adorati figli avevano qualcosa che li turbava, ma Lucy era stata bravissima ad ingannare tutti, lui per primo.
“Perché? Di quale demone parla?” avevano sconfitto Zeref, l’impero Alvarez, debellato la minaccia delle gilde oscure e liberato Natsu da END…
Il fiato gli morì nella gola e tutti i pezzi del puzzle si incastrarono al loro posto.
Mest gli spiegò ogni cosa, dall’incontro con Lucy alla sua richiesta e infine del sentimento per Natsu.
“Dobbiamo agire in fretta e fermare Lucy prima che si uccida.”
 
Gajeel fu il primo ad arrivare insieme ad Erza, domandando subito che diavolo fosse successo e perché si fosse attivato l’allarme se non c’era nessun incendio.
“Che diavolo ci fai tu qui?” domandò poi a Mest, snobbato con un secco “A dopo le spiegazioni. Raduniamo tutti i membri…”
“Ehi!” gridò con gli occhi spiritati “Non darmi ordini!”
“Gajeel, muoviti. Ogni minuto potrebbe rivelarsi fatale.”
L’ordine dettato dal vecchio, con la voce incrinata e il volto preoccupato, lo fecero desistere dal correre dietro a Mest e spaccargli la faccia. Era accaduto qualcosa di molto grave e il non vederci chiaro lo rendeva paranoico e nervoso più del solito.
Qualunque cosa si trattasse, vista la gravità dell’allarme, li avrebbe messi in ginocchio, e purtroppo raramente il suo sesto senso si sbagliava.
 
***
 
Erano arrivati tutti, giungendo all’appello del master che si era appena palesato nella grande sala della gilda. Non mancava nessuno, o meglio mancava l’unica persona che non sarebbe dovuta mancare. La sua assenza spiccava in maniera magistrale tanto che Natsu disse “Lucy come mai non è ancora arrivata? L’avete avvertita?”
 
Il master sentì la terra mancargli sotti i piedi. Mest si avvicinò per rendergli la spiegazione meno traumatica e dolorosa. Presto, il silenzio sarebbe stato surclassato da una potente baraonda che difficilmente avrebbero controllato.
 
“Se siamo qui è proprio per lei, Natsu.” lo freddò Mest senza trattenere la rabbia mentre mostrava a tutti cosa ciondolasse dalla sua mano.
 
“Quello è di Lucy. Perché ce l’hai tu? Lei dov’è?” il dragon slayer fu percorso da un brivido ghiacciato lungo tutta la linea della spina dorsale, il cuore gli sbatteva addosso alla gabbia toracica e molto presto l’avrebbe sfondata. Una strana inquietudine si impossessò di lui, delle sue facoltà mentali, facendolo alzare con i pugni infuocati rivolti a Mest.
 
“Natsu, torna a sederti. Non interromperci, è già difficile per noi raccontare tutto.” lo sgridò severamente Makarov, distrutto dagli ultimi avvenimenti e dal dover infliggere un dolore tanto grande a tutti, soprattutto a quel ragazzo fin troppo impulsivo.
Utilizzando la magia telepatica di Warren, chiese ad Erza e Gildars di tenerlo a bada e fermo perché ciò che stava per dire avrebbe scatenato l’inferno.
 
I due maghi annuirono silenti, prendendolo ognuno per il rispettivo braccio, costringendolo a sedersi.
Erano preoccupati ma non potevano perdere la testa.
 
“Lucy è scomparsa nel nulla. Ha lasciato il suo portachiavi in un pacchettino dentro la cassetta delle lettere di Mest. Non sappiamo dove si trovi in questo momento e…”
 
“Lucy non si separerebbe mai dalle sue chiavi, non intenzionalmente, e non sarebbe andata via senza dirci niente. È chiaramente in pericolo e qualcuno si starà divertendo alle nostre spalle per farci impazzire. Qualcuno che vuole sfidarci, e che ci è riuscito perché ammazzerò con le mie stesse mani chiunque abbia osato tanto. Dobbiamo cercarla ovunque, in ogni angolo del continente se necessario…” la presa ferrea sulle spalle impedì a Natsu di alzarsi.
 
“Sta buono, ragazzino.” gli intimò Gildars; percepiva sotto i polpastrelli delle dita la rabbia di Natsu, il sangue che gli ribolliva nelle vene…
 
“Come puoi chiedermi una cosa simile, Gildars? Lei è…”
La voce tagliente di Mest squarciò di netto le parole di Natsu, chiuse nella gola insieme al respiro.
“Cosa, cosa hai detto?” chiese sconcertato, credendo di aver sentito male.
 
“Hai capito bene, Dragneel. Se proprio vuoi ammazzare qualcuno, allora suicidati da solo poiché è colpa tua se Lucy è sparita.” una lacrima gigante proiettò la battaglia contro Zeref, Natsu che cercava di sconfiggerlo e Lucy che tentava disperatamente di riscrivere il libro di END affinché il legame vitale con Natsu venisse interrotto. Sul corpo della giovane maga apparvero striature nere, il potere maligno di cui il libro era intriso, i suoi occhi vuoti, il salvataggio per il rotto della cuffia, la sparizione del libro stesso e le parole di Zeref che annunciavano placidamente che chi avesse osato riscrivere il suo libro sarebbe caduto vittima del suo sortilegio. Il tentativo di Gray di estirpare dal corpo della bionda l’essenza maligna del demone, credendoci riuscito alle evidenti bugie di Lucy.
 
In quel preciso istante, il devil slayer si sentì un fallito. Non era riuscito a salvare Lucy, si era lasciato infinocchiare per bene. Come avrebbe ancora guardato Natsu negli occhi? Come un idiota si era fidato del potere tramandatogli da suo padre e non si era reso conto di aver toppato alla grandissima con una cara amica.
Non riuscì a trovare conforto nemmeno con le dita di Juvia strette alle sue.
 
Lo scenario della lacrima cambiò ancora. Momenti in cui Lucy cercava di combattere il male dentro il suo corpo, facendolo passare per stanchezza. L’incontro di Lucy con Mest, la richiesta di aiuto, quel grande favore di cancellarla dalla loro mente perché non voleva che soffrissero per la sua morte; perché sì, Lucy si sarebbe tolta la vita prima che il demone prendesse il sopravvento.
“Lucy, perché non vuoi che lo dica a Natsu?” gli chiese mentre la riaccompagnava a casa.
Lei sorrise. Un sorriso di quelli che gridavano amore, e allora capì…
“Tu lo ami, non è vero?”
“Più della mia stessa esistenza!”
E poi l’incidente del bacio, travisato da tutti e dalla stessa Lucy, scappata via come una ladra colta in flagrante, Mest che le correva dietro senza sapere dove fosse…
E come se non bastasse, la lettera, quelle pochissime parole che fecero esplodere il cuore di Natsu in mille pezzi…
 
Mest, scusami se ti ho affidato un compito tanto gravoso e difficile, me ne rendo conto soltanto adesso di quanto, in realtà, io ti abbia imposto. Ho invidiato Lisanna questa sera, avrei voluto esserci io al suo posto, ma razionalmente so che non sarebbe mai potuto accadere. Chi sono io per poter avere un posto nel cuore di Natsu? Il demone dentro di me spinge per uscire, e credimi se ti dico che avrei volentieri ucciso l’albina con le mie mani. Per fortuna, sono riuscita a scappare prima che lui mi offuscasse del tutto la volontà. Quando leggerai la lettera io sarò, probabilmente, morta. Tremo dalla paura di morire, da sola, ma è ciò che merito. Voi tutti avete il diritto di vivere, di innamorarvi… ti prego, chiedi perdono ai nostri compagni da parte mia e di a Natsu che gli auguro tutta la felicità che merita con Lisanna, che l’ho amato tanto e che non rimpiango niente con lui. Chiedi scusa a Gray per averlo preso in giro; non deve farsene una colpa se le cose sono andate così. Digli di amare Juvia con tutto sé stesso perché sono bellissimi insieme.  Ad Erza dille di combattere sempre a testa alta e di dare a Gerard la possibilità di renderla felice. Ribadisci quanto io mi sia sentita amata e benvoluta da tutti voi, che siete la migliore famiglia che io abbia avuto. Regala le chiavi a Yukino, sono certa che nessuno meglio di lei saprà utilizzarle. Dopo ciò, cancella il mio ricordo da tutti voi. Ti prego Mest, mi fido di te. Grazie di tutto. Addio! Lucy…
 
Lacrime amare come il fiele bagnavano i volti di Fairy Tail, occhi di coloro che soffrono e che si sarebbero opposti all’evidenza a costo di ricorrere alla magia nera nel caso in cui avessero dovuto riportarla in vita.
 
Per la terza volta il corpo di Natsu venne scosso da spasmi che fecero tremare l’ambiente tutt’intorno. Dentro si sentiva vuoto, ad eccezione del grido che tuonò dalla sua bocca come il ruggito di un drago. Gli occhi grondavano di lacrime e il cuore aveva raggiunto ormai picchi preoccupanti per chiunque.
“LUCYYYYYYYYYYYYYYYYY…” un attimo, l’aria si incendiò e poi tutto fu silenzio…
Iniziò a correre dopo aver sbattuto per terra chi lo aveva tenuto fermo, sfondando la porta e lasciandosi dietro solo una scia di bruciato.
 
“Seguiamolo!”  avanzarono in blocco all’ordine del master, senza perdere la fiducia in Natsu e nel legame che da sempre contraddistingueva Fairy Tail dalle altre gilde…
 
***
 
Il ruggito del dragon slayer del fuoco aveva raggiunto tutta Fiore, arrivando come un disperato grido di aiuto a tutte le gilde, radunatesi con quella di Fairy Tail per cercare Lucy. Mantenere Natsu a freno era diventato impossibile, nessuno riusciva a gestirlo, a placare la rabbia verso sé stesso e quel bastardo di Zeref che persino da morto dava problemi.
La cercavano da giorni senza successo, cominciando a perdere le speranze.
La magia archivio di Hibiki non riusciva a localizzarla, diminuendo sempre più l’illusione che fosse ancora viva.
Cristina aveva setacciato tutto il globo tornando con un pugno di mosche tra le mani.
Nessuno sapeva più che cosa fare per trovarla e salvarla, nessuno era capace di reagire…
 
Natsu stava seduto su una roccia levigata, con le mani infilate nei capelli e le vene gonfie fino a scoppiare. Si era trasformato in END perché l’aveva creduta morta, tante volte si erano buttati in missioni estreme, salvandosi a vicenda. Lucy era entrata in punta di piedi nella sua vita, rubandogli il cuore con la stessa potenza con il quale lo stava distruggendo; gli era stato strappato dal petto insieme alla voglia di vivere. Lucy si era sacrificata per lui, credendosi non ricambiata perché lui era un povero coglione; i ragazzi avevano ragione nel ribadirglielo una volta sì e l’altra pure.
“Lucy, amore mio, perché… perché…” si strappò qualche ciocca color ciliegio in fiore e piantò un pugno nel terreno, creando una gigantesca crepa.
 
“State attenti! Arriva qualcosa.” gridò Makarov in agitato stato di allerta. Chiunque esso fosse possedeva un potere magico spaventoso, forse il più forte mai visto prima.
Tutte le gilde si posizionarono in assetto difesa, ma pregavano di non dover combattere; non né avevano voglia né tempo.
Il corpo di MiraJane strusciò lungo il terreno sotto i loro occhi spalancati.
“Mira…” Elfman la strinse al suo corpo, scuotendola per farle riprendere conoscenza.
“Lei, noi non possiamo…” balbettò ansimante, stremata dallo scontro impari a senso unico che l’aveva quasi uccisa.
 
“Ma che scena commovente l’amore tra fratelli, non lo trovate anche voi?” applaudì sarcastico, inchiodando i suoi occhi contro quell’ammasso di inutili maghi raggruppati per cercare la stupida umana che lo stava ospitando nel suo corpo.
 
“Lu-chan!” Levy coprì la bocca con le mani e strinse forte gli occhi per non permettere alle lacrime di uscire. Quel mostro non era la sua migliore amica! Lucy non possedeva quello sguardo intriso di sangue, i suoi capelli erano lunghi fili dorati e non spietati aculei sparpagliati in alto di un nero tanto intenso da far venire i brividi. Il suo corpo non aveva artigli, zanne affilate e squame, o ali…
 
Gajeel, intuita la gravità della situazione, le fece da scudo con il suo corpo. Per quanto doloroso fosse ammetterlo, quella davanti a loro non era Lucy ma uno spietato demone assetato di sangue, di massacro… lo stesso demone che Salamander era riuscito a sconfiggere lottando con tutte le sue forze.
 
Erza si sarebbe conficcata una delle sue spade nel petto pur di far tornare Lucy com’era prima. Il suo dolce sorriso amorevole tante volte era stato un monito per non arrendersi, ma adesso? Adesso era deturpato da un rossetto viola scuro, lo stesso colore dell’aura maligna che le aleggiava attorno.
“Lucy…”
 
“Oh, no, Juvia non potrebbe mai combattere Lucy.”
“Maledizione!” Gray era l’unico che poteva tentare di sconfiggere quel demone maledetto, ma come era successo già per Natsu le sue emozioni gli impedivano di ragionare lucidamente. Attaccare il demone significava uccidere Lucy… anche se, ormai era già morta.
 
“Lucy, siamo noi, la tua famiglia. Riprendi possesso del tuo corpo, so che puoi farcela. Guarda qui, ci sono anche i membri delle altre gilde. Siamo qui per te.” Mest avanzò tentando il tutto per tutto, ignorando i brividi di paura che gli accapponavano la pelle come era successo contro Acnologia.
 
“Sei patetico, Mest! Inginocchiati al demone più potente creato da Zeref. Certo, avrei preferito il corpo originale…” guardò in direzione di Natsu, caduto in stato di shock da quando era arrivata “ma quella sciocca maga è stata una grossa spina nel fianco. Voi umani siete così patetici, agite seguendo le emozioni, ed ecco a cosa un amore a senso unico ha portato. Non lo trovate raccapricciante questo sentimento che vi ostinate a chiamare amore?” la sua risata lugubre rintronò più dello squarcio nel cielo che aveva illuminato a giorno l’imbrunire “Credo che inizierò proprio da te, giusto per dare un pochino di giustizia a questo corpo contenitore.” con la sola forza del pensiero Lisanna fu spazzata lontano dai suoi compagni, finendo tra le sue fauci affamate.
La strinse per il collo, alzandola di parecchi centimetri dal suolo, ridendole in faccia per l’espressione colpevole e dispiaciuta ma non turbata.
 
“Stai usando Lucy per i tuoi luridi comodi. Lei, lei non è un demone, è un membro di Fairy Tail e non mi farà del male…” trovò le forze per dirlo mentre lentamente sentiva le forze abbandonarla. Non voleva che Lucy avesse il suo ultimo ricordo di lei come la persona che le aveva rubato l’amore.
 
“Oh, ma sei proprio sicura, Lisanna Strauss?” sprigionò una potente scarica di energia nera che molto presto, oltre alle lacrime, avrebbe strappato dal corpo dell’albina anche la vita.
 
“LISANNAAAAAAAAAA!” molti cercarono di salvarla, eliminati ancor prima di compiere un passo in più. Impattarono gli uni sugli altri con un violentissimo contatto che li fece gemere di dolore.
Nessun attacco sembrava efficace contro di lei… era forse arrivata la fine?
 
“Adesso basta! Smettila! Prenditela con me ma lascia stare tutti gli altri. È me che vuoi, no?” Natsu non avrebbe combattuto contro di lei, piuttosto si sarebbe fatto uccidere. Era una questione che doveva risolvere lui ad ogni costo. Si rifiutava di credere che dentro il corpo di Lucy non fosse rimasto niente. Lucy non era tenebre, era una luce calda che da quando si erano conosciuti gli riscaldava il cuore. Lucy non era un mostro…
Avanzava verso di lei incurante degli attacchi di magia nera che la donna gli lanciava addosso. Il dolore fisico non era niente se lo confrontava con la paura di perderla.
 
“Vuoi morire per salvarla? Sei un folle!” lo tramortì con una potentissima scarica che lo silurò lontano, sbattendolo contro un albero che fu spezzato in due per il contraccolpo.
“Muori, Lisanna!” aveva allargato gli artigli per conficcarglieli nello sterno, leccandosi le labbra all’idea della sofferenza che avrebbe subito; musica per le sue orecchie.
Qualcosa però andò storto. Ci furono delle urla, e il corpo della maga accasciato ai suoi piedi. La mano si era conficcata nel corpo sbagliato, nel suo…
“Ma cosa…” cadde in ginocchio, con gli occhi fuori dalle orbite e un bruciore che stava ardendo dall’interno la sua parte demoniaca.
“Non, non ci posso credere…” tossì sputando sangue. Quella bastarda di una maga aveva ripreso possesso del suo corpo un solo attimo, bastato per autoinfliggersi la condanna a morte. I suoi artigli sprigionavano un veleno capace di uccidere chiunque, persino un demone… come lo aveva capito?
“Maledetta!” urlò, bruciando fino all’ultimo tra atroci sofferenze.
Il corpo di Lucy riacquistò la forma normale prima di accasciarsi privo di sensi sul terreno zuppo del suo stesso sangue…
 
“Lucy, noooooooo!” Natsu, fregandosene della costola rotta e del fiato corto, la raggiunse, abbracciandola e bagnandola con le sue lacrime.
“È tutto finito, Luce…” …
 
***
 
Era trascorsa una settimana da quel maledetto giorno, sette giorni da quando Lucy aveva perso conoscenza senza più svegliarsi. Nonostante le raccomandazioni di Porlyusica di evitare affaticamenti, Natsu non abbandonava mai il capezzale della ragazza, sperando di vedere i suoi bellissimi occhi color cioccolato aprirsi al più presto.
Una folata di vento gli fece alzare la testa dal letto.
“Gray…” disse atono, tornado a fissare la maga addormentata.
“Quando si sveglierà dovrò farle un discorsetto che non dimenticherà facilmente.” abbozzò un piccolo sorriso, spento quanto la vitalità della compagna.
 
“Mi dispiace Natsu. Non sono stato capace di aiutarla. È colpa mia se siamo arrivati a questo punto. E se Lucy non dovesse svegliarsi ti darò il consenso di uccidermi. Che senso ha la mia vita se non sono in grado di aiutare i miei amici?” strinse forte la croce sul petto, conficcandosela nella carne della mano.
Lucy rappresentava il suo più grande fallimento come mago, ma soprattutto come amico.
 
“Lei si sveglierà, Gray, ne sono sicuro, come sono sicuro che tu abbia fatto il possibile per aiutarla. Purtroppo, ci sono cose che vanno ben oltre la nostra portata.” le baciò una mano, trovandola insolitamente troppo fredda.
 
Porlyusica entrò in infermeria con il Master e alcuni membri della gilda. Ciò che aveva da dir loro non erano buone notizie, purtroppo.
“Lucy non sta reagendo alle cure, altrimenti si sarebbe svegliata da un pezzo. Non sta lottando, si è arresa. Natsu, non so come, ma credo che soltanto tu possa aiutarla…” non sapeva come, ma confidava nel potere dei sentimenti.
 
La sua Luce non reagiva alle cure, e il motivo era chiaro. Voleva morire perché credeva che lui non la amasse.
Solo lui, lui soltanto poteva riportarla indietro, lui e il loro amore sbocciato per caso come una bellissima rosa spinosa. Era arrivato il momento di toglierle, quelle spine…
Si sollevò dalla sedia, guardandola intensamente per un momento lunghissimo col cuore in mano e una preghiera muta che tutto potesse risolversi.
“Ohi, Lu, sono io, Natsu. Dai, muoviti a svegliarti che abbiamo tante missioni da svolgere. Io verrò ogni sera da te, entrando di nascosto dalla finestra che lasci sempre aperta per me; mi infilerò nel tuo letto, ti stringerò forte a me e la mattina mi scalcerai via con un urlo, ed io ti augurerò il buongiorno, ma non con il solito sorriso. Lu, non permetterò a nessuno di separarci perché anche io ti amo. Amo tutto di te, ogni cosa… quindi, ti prego, svegliati bella addormentata nel bosco…” come un battito leggero di ali di farfalla, Natsu posò delicatamente le labbra su quelle di Lucy con un casto bacio che lo scosse da capo a piedi. Un bacio desiderato da anni, bramato più di una sorsata di acqua fresca nel deserto.
Si staccò, pregando in un miracolo.
“Lucy…” non frenò le lacrime, le stesse che colavano silenziose dagli occhi degli altri.
Non aveva funzionato! Non era riuscito a salvarla…
“Natsu, non piangere…” sollevò la testa quasi staccandosela dal collo per paura di esserselo immaginato.
“Lucy, tu… oh Lu, finalmente ti sei svegliata.” le si buttò addosso, infilando la testa nell’incavo del suo collo “Lucy, ho temuto di perderti. Ti prego, scusami…” continuò, stringendole una ciocca di capelli.
 
Gli altri ebbero il buon gusto di filarsela in silenzio; avrebbero parlato con Lucy dopo, adesso la priorità ce l’aveva Natsu. Mest sorrise intenerito per la dolce visione dei suoi amici stretti l’uno all’altra. Salutò Lucy con un occhiolino, chiudendosi la porta alle spalle.
 
“Natsu… perché continui a scusarti?” attorniò il suo volto spigoloso con entrambe le mani, incredula di come l’amore per lui le avesse permesso di ribellarsi al demone “Sono io quella che vi ha quasi uccisi.” gli occhi nocciola si riempirono di gocce salate “Ho quasi ammazzato Lisanna per gelosia, senza pensare al dolore che ti avrei inferto. Mi dispiace, è che sono innamorata di te e il demone ha sfruttato questa mia debolezza per prendere possesso del mio corpo. Sono una pessima amica, mi dispiace tanto, non avrei dovuto innamorarmi di te…”
 
Natsu le montò sopra, baciando le labbra che da anni erano la sua tentazione primaria. Un bacio innocente, uno sfioramento di labbra prima di confessarle i suoi sentimenti. “Lu, io non amo Lisanna. Le voglio bene, ma come amica. Io amo te, ti ho amata fin da subito, ma ero talmente stupido e inesperto da non essermene reso conto. Tu… ti sei sacrificata per salvarmi, e io stavo impazzendo perché non riuscivo a trovarti. Lucy, non voglio mai più separarmi da te, voglio vivere la mia vita al fianco della donna che amo e che ho rischiato di perdere. Luce, ti amo, ti amo più di ogni altra cosa, e adesso che so di per certo che anche tu mi ami, non permetterò a nessuno di intralciarci.” ad ogni parola detta, gli occhi di Lucy brillavano sempre più come gemme, rendendola una creatura eterea dinanzi ai suoi occhi “Lucy, amiamoci e recuperiamo il tempo perduto. Vuoi diventare la mia ragazza?” il cuore rimbalzò nella gola, spostandosi solo quando essa si sollevò con i gomiti per baciarlo. Le labbra schiuse della ragazza e la sua lingua calda furono devastanti come la Dragon Force. Il corpo divenne tutto un fuoco e non servì risposta per confermare le volontà di quella che da quel momento in poi sarebbe diventata sua, la sua ragazza…
 
“Ti amo Natsu!”
“Ti amo Luce!” il bacio divenne più esigente, infuocato come gli animi surriscaldati da un nuovo stimolo che li rese schiavi in pochi attimi. Si staccarono solo per mancanza di ossigeno e scoppiarono a ridere.
 
Natsu si grattò la nuca con fare pensieroso…
“Lu, ohi, vedi di rimetterti in fretta perché non so fino a quando riuscirò a tenere a bada l’istinto. Sono pur sempre un dragon slayer.” le fece notare, rosso sulle guance, ciò che lo imbarazzava.
 
Lucy sbarrò gli occhi e con uno spintone lo fece cadere dal letto. “Razza di maniaco!” gridò ridendo, sperando che non si notasse troppo il suo occhio puntato sul cavallo rigonfio dei pantaloni del rosato.
Lui però se ne era reso conto, eccome. Le sfiorò le labbra umide con il pollice e ghignò malizioso, mostrando l’uomo che nascondeva dietro la facciata da ragazzo all’apparenza ingenuo: “Luce, non sei credibile…” le rubò un altro bacio, più focoso di prima, interrotto dalla vocina di Happy che urlava “VI PIACETEEEEE! RAGAZZI, NATSU E LUCY SI STAVANO BACIANDO!”
Poco dopo, un terremoto fece tremare la gilda e un’ammucchiata di corpi umani caddero gli uni sugli altri ai loro piedi.
“Ma che vi prende?” domandò Natsu, scocciato per essere stati interrotti.
 
“E ce lo chiedi pure, figliolo? RICOMPONITI!” lo sgridò il master mentre le ragazze tenevano gli occhi serrati e i ragazzi se la ridevano alla grande.
 
Lucy arrossì e si nascose sotto le coperte.
Natsu guardò verso Sud, intuendo quale fosse il problema, e sfacciato come mai lo era stato portò le braccia dietro la testa, rispondendo: “Non posso farci nulla, è l’effetto che sortisce Luce su di me, ed è l’unica che può fare qualcosa a riguardo!”
 
 
 
Ciao a tutti. Una one-shot buttata giù durante un momento di tristezza. Spero possa piacervi. Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se Gray non fosse riuscito a salvare Lucy dall’effetto maligno del libro, ed ecco cosa ne è venuto fuori. Grazie a chi leggerà.
Baci, Cri cri.

 
 
 
 
 
   
 
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